giovedì 24 maggio 2012

PARROCCHIA DI VERDERIO SUPERIORE




sabato 26 maggio 2012

ore 21,00

Chiesa di Verderio Superiore






Il Gruppo Missionario
oeganizza una serata dedicata alle

POESIE DI PADRE TUROLDO

letture e musica
in occasione del 20° anniversario della morte


presentate dalla
Compagnia "il Sipario" di Merate

Il ricavato della serata verrà destinato alle missioni di
Suor Elisabetta in Etiopia e suor Annalena in Romania

Comuni di Verderio Inferiore e Superiore
LA SCIENZA NEL 3° MILLENNIO
L'Uomo e l'Ambiente
CICLO DI CONFERENZE 2012




25 maggio. GENOMA UMANO: LA NOSTRA RICCHEZZA E LA NOSTRA FRAGILITÀ
Raffaella MENEVERI. Professore di Biologia Applicata, Università degli Studi di Milano - Bicocca





I PROSSIMI INCONTRI

29 giugno. BREVE STORIA DI COME L'UOMO HA MODIFICATO LE PIANTE ALIMENTARI: TANTE LUCI E QUALCHE OMBRA
Fabio VERONESI. Professore di Genetica Agraria, Università degli Studi di Perugia

28 settembre. INTERVENTI DI RESTAURO NEL TERRITORIO
Bianca ALBERTI, Anna SORAGNA. Restauratrici

26 ottobre. LA SFIDA AMBIENTALE E LE SOLUZIONI
Pier Antonio CASELLATO. Membro Commissione Ambiente, Ordine Ingegneri prov. di Milano

23 novembre. LA COLORATA LENTEZZA DELLE GALASSIE
Giuseppe GAVAZZI. Professore di Astronomia, Università degli Studi di Milano - Bicocca

14 dicembre. GENI, CIBO E CULTURA
Giuseppe A. GAVAZZI. Professore di Genetica, Università degli Studi di Milano



LE CONFERENZE SI TENGONO IN SALA CONSILIARE DI VERDERIO INFERIORE ALLE ORE 21,00


Ciclo di conferenze promosso dalle Amministrazioni Comunali di Verderio Inferiore e Superiore, grazie alla collaborazione scientifica gratuita dei professori Gabriella CONSONNI e Giuseppe GAVAZZI, della Facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Milano

CHIRURGO VETERINARIO - CASTRAGAJ - CAPUNERA - CAPUNAT di Anselmo Brambilla


Un po' difficile spiegare il significato di questa parola, comunque la professione di privare i galli degli stimoli sessuali, era svolta per lo  più da donne anche se non mancavano capunat  uomini.

Nei primi giorni di settembre passavano nei paesi armati dei loro ferri del mestiere, forbici ,aghi e filo, alla ricerca di galli da castrare, ovviamente non tutti ma solo quelli destinati all'ingrasso per diventare capponi di Natale.


L'operazione, cui obiettivo come già detto, era quello di privare il gallo degli stimoli sessuali, era  abbastanza cruenta, consisteva nell'operare un taglio nel didietro del pennuto, estrarne tagliando i testicoli, (pudicamente detti i öf le uova) quindi ricucire il tutto con ago e filo , disinfettando poi la ferita con la cenere, per completare l'opera si tagliava al ex re del pollaio la cresta.

Posti in una apposita gabbia chiamata appunto capunera  gli ex galli , almeno quelli che non morivano per l'operazione, pochi per la verità data la professionalità del chirurgo, venivano per circa tre mesi ingrassati per rallegrare le mense natalizie, solitamente dei benevoli padroni ai quali erano in maggior parte obbligatoriamente dovuti.

Il termine Capunera è rimasto nel dialetto Brianzolo come indicativo di donna energica e decisa, una che agisce rapidamente senza troppi tentennamenti ne complimenti.

Anselmo Brambilla

Disegno di Sara Bartesaghi

I FATTI DI SANGUE ALLA CASCINA PRETI DI CORNATE D'ADDA di Beniamino Colnaghi



Dalla strada che conduce a Villa Paradiso si stacca un viottolo che sbocca su un tradizionale edificio contadino, ora ben ristrutturato e conservato, che nella prima metà del secolo scorso comprendeva stalle, fienili e case d'abitazione. E’ la “Casina di Pret“. Qui si consumò il più grave fatto di sangue avvenuto nel Comune di Cornate d’Adda durante l'ultimo periodo bellico. 







Per leggere l'intero testo vai al seguente indirizzo: http://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/



1858. RICOSTRUZIONE DELLA CASCINA AIROLDA E RIFACIMENTO DELL'ULTIMO TRATTO DELLA STRADA D'ACCESSO AD OPERA DEL CONTE CONFALONIERI di Marco Bartesaghi

L'aspetto attuale della Cascina Airolda, uno degli edifici di più antica origine di Verderio Superiore, e l'andamento dell'ultimo tratto della strada che ad essa conduce sono il risultato di interventi, risalenti al 1858 , voluti dal conte Luigi Confalonieri Strattmann.
Della cascina "Airolda" si ha notizia fin dal 1512, quando fu venduta dalle monache agostiniane alla nobile famiglia Airoldi. Nel 1651, la famiglia Confalonieri la acquistò da Caterina Airoldi in Piola, nipote di Rainaldo Airoldi.
Cascina Airolda con galaverna, in una fotografia di Daniele Galizioli

Il  2 giugno 1858, il conte Luigi Confalonieri invia una lettera alla Rispettabile Deputazione all'Amministrazione del Comune di Verderio Superiore, l'organismo che nel Regno Lombardo Veneto aveva il compito di amministrare il patrimonio del comune.
Scrive di voler ampliare la cascina Airolda, di sua proprietà, e propone di modificare, a sue spese, l'ultimo tratto della strada che conduce all'edificio, convinto che, oltre alla sua famiglia, si sarebbero giovati della modifica tutti coloro che avessero utilizzato la strada, costretti fino allora a pericolosi cambi di direzione ad angolo acuto
L'andamento della strada che conduce alla cascina, in un disegno precedente agli interventi del 1858

 LA LETTERA

Trascrizione

Rispettabile Deputazione all'Amministrazione del Comne di Verderio Superiore. D.to XXIV di Brivio
Provincia di Como
In questo comune di Verderio Superiore, e quasi in confine con quello di Paderno fra i numeri di mappa 123 e 64 a Ponente, e n. 67 a Levante, scorre la strada  Comunale che mette alla Cascina Airildi di peoprietà del ricorrente, e precisamente per la tratta rettilinea a b c (vedi l'unito tipo) che piegando bruscamente con angolo acuto verso Mezzogiorno comunica col viale particolare di sua ragione che mette alla Cascina Lazzarona colla tratta c d e quindi prosegue per non molta lunghezza d e dirigendosi con diverse piegature verso Levante, terminando contro i beni di casa Gnecchi in mappa di Verderio Superiore a parte n 179, servendo da scarico ai loro boschi, ed alli beni dello scrivente.
Dovendo il ricorrente rifabbricare la cascina Airoldi, per salubrità di quel fabbricato, vorrebbe estenderne la sua corte verso Mezzogiorno; con questa operazione verrebbe ad occuparsi parte dell'area stradale e precisamente la tratta g c f .
A questo inconveniente avrebbe trovato di porsi riparo col sostituire a sue spese alla strada b c d la sola tratta b d che taglierebbe sul proprio fondo, togliendo l'incomodo e pericoloso risvolto attuale in c , dando ingresso alla cascina Airoldi colla breve tratta b g e diminuendo la tratta stradale in complesso non meno di m 39, per cui minore ne sarebbe la manutenzione a carico del Comune.
Avuto quindi riflesso alla commodità [sic] e lunghezza della strada da sostituirsi, cercherebbe il sottoscritto di essere autorizzato ad eseguirne a proprie spese la variazione, restando però di sua ragione le porzioni di vecchia strada che sarebbe abbandonata, in compenso del fondo che avrebbe a sostituirsi colla nuova variazione.
Si sottopone di stare al collaudo e prescrizioni dell'Ing.re Delegato per questo Comune qualora non trovasse l'operazione regolare, ciò che sicuramente non sarà probabile così pure ad intendersi con l'attuale appaltatore sig. Giuseppe Villa, onde il Comune non abbia incomodo di sorte alcuna.
Si prega quindi questa onorevole Deputazione di inoltrare la presente dimanda alla superiore autorità col proprio voto, che ritiene, stante la patente utilità, non possa essere sfavorevole e ciò onde ottenere di tale opera la Superiore approvazione
Che del favore in
Verderio Superiore il 2 giugno 1858
C.te Luigi Confalonieri Strattmann
IL DISEGNO




OSSERVAZIONI
1)
Il documento in primo luogo dimostra che, pur essendo la cascina molto antica, il suo aspetto attuale è relativamente recente.
Dal disegno allegato alla lettera si nota poi che la struttura uscita da quel intervento è circa quattro volte più grande di quella che la precedeva.



2)
Sul disegno, il quadrato a fianco del nuovo tratto di strada (b-d) indica la presenza di una "foppa", una buca nel terreno piena di acqua piovana. Esiste ancora, è popolata da rane e da vegetazione palustre. A quei tempi il territorio ne contava molte: oggi è una delle due o tre rimaste.




3)
Dagli incroci nel punto a (dove adesso c'è quel orrendo capannone adibito, mi sembra, a clinica dei cavalli), e nel punto d, si dipartivano, verso est, due strade che mettevano "alli boschi". Per quella più a nord è indicato anche che tali boschi appartenevano alla famiglia Gnecchi. Oggi, in quella parte del territorio comunale, esiste l'unico bosco di Verderio Superiore, che appartiene all'Azienda Agricola Boschi.

mercoledì 23 maggio 2012

1859: IL CONTE CONFALONIERI E LA NUOVA STRADA ALLA "CASSINA AI PRATI" di Marco Bartesaghi

Fino al 1860,  chi doveva raggiungere la Cascina ai Prati doveva percorrere una strada che attraversava il Pratogrande, l'attuale Parco di Nettuno. Nel 1859 il conte Luigi Confalonieri Strattmann, proprietario della cascina, chiese alla Deputazione Comunale di Verderio Superiore di poter costruire a sue spese una nuova strada, su terreni di sua proprietà. Il Conte aveva da poco costruito l' "aia" (1) e il nuovo tracciato avrebbe permesso un facile accesso al nuovo edificio.

Via ai Prati oggi. Sul lato sinistro la carpinata del Parco di Nettuno; a destra l'aia
Cascina ai Prati, oggi



PRIMO DOCUMENTO: la lettera del conte Confalonieri alla Deputazione di Verderio Superiore. 28/4/1859



Trascrizione:


Rispettabile Deputazione all'Amministrazione del Comune di Verderio Superiore
28 aprile 1859

Il sottoscritto che ebbe già a migliorare la strada interna di Verderio Superiore allargandola in vari luoghi e rettificandola il meglio possibile con gran perdita di spazio di sua ragione occupato da case che perciò dovette atterrare richiederebbe di poter porre a termine la suddetta operazione sistemando e rettificando in corrispondenza della strada comunale per Paderno, come vedesi dall'unito tipo la strada comunale che mette alla Cassina di Prati di sua ragione, inserviente anche per lo scarico di diversi fondi di altri proprietari.
Il ricorrente cederebbe  tutto lo spazio di sua ragione necessario per la detta sistemazione e ritirerebbe in sua proprietà la vecchia strada che verrebbe ad essere abbandonata.
Le spese di sistemazione di tale tronco di strada si riterrebbero a totale carico del ricorrente e dopo ottenutane la collaudazione le spese di successiva manutenzione saranno a carico comunale come per lo passato.

SECONDO DOCUMENTO: ii disegno


Trascrizione:
Progetto
della nuova strada comune per accessiare alla Cascina de' Prati e per scarico di alcuni fondi, da sostituire a quella attualmente esisitente. Le punteggiature in rosso indicano le nuove linee di rettifilo della strada che mette a Verderio Superiore, ed il nuovo accesso, per la Cascina de' Prati

TERZO DOCUMENTO: Lettera della Deputazione Amministrativa di Verderio S. all' Imperial Regio Commissario Distrettuale di Brivio. 4/5/1859


Trascrizione:
Distretto 12 di Brivio
La Deputazione Amministrativa del Comune di Verderio Superiore
4 maggio 1859 
All I. R. Sig. Commissario D.e di Brivio

Il Sig. C.te Confalonieri Luigi Strattman ha presentato alla sott.ta Deputazione la qui unita domanda per la sistemazione a di lui spesa della strada mittente alla Cascina dei Prati e per la cessione a lui stesso dell'area dell'attuale strada che verrebbe ad essere abbandonata.
La scrivente pertanto assecondando la buona intenzione del sollodato Sig. Confalonieri rassegna a codesto I. R. Uff. Dis. la suddetta domanda coll'annesso tipo pregando codesto I.R.Sig. Commissario di voler disporre che la medesima venga sottoposta alla deliberazione della Rappresentanza Comunale nell'imminente sua riunione.
La Deputazione Comunale
Quinterio sostituto Gnecchi
Fossati sostituto Conte Annoni

QUARTO DOCUMENTO: il Comune di Verderio Superiore avvisa gli eventuali aventi diritti sulla vecchia strada di farli valere entro un mese dalla pubblicazione del documento 25/8/ 1960


Trascrizione:
Regno Lombardo Sardo
Provincia di Como - Circondario di Lecco
Mandamento di Brivio - Comune di Verderio Superiore
Avviso
Verderio S. il 25 ag.o 1860
La sott.a Giunta Municipale diffida tutti coloro che vantar potessero ragioni o pretese sull'area stradale  di ragione di questo comune che mette alla Cascina dei Prati, che verrebbe abbandonata con la costruzione d'una nuova strada pella causa stessa, come dal Tipo ostensibile in questa segreteria, ad insinuarlo all'uff. stesso entro il termine di giorni trenta decorribili da quello della pubblicazione del presente avviso, scorso il quale si riterranno decaduti da qualsiasi diritto sulla strada.
La Giunta M.e
Giuseppe Gnecchi Sindaco
Ponzoni Ass.re Anziano 
Il Segretario [nome illeggibile]

OSSERVAZIONI 
 Il disegno allegato al progetto della nuova strada, permette di fare alcune osservazioni.


 a) Il quadrato con i quattro punti in corrispondenza degli angoli rappresenta un pozzo: presente in quel punto da lunghissimo tempo, è stato interrato in occasione della costruzione della rotonda del platano.

b) Il quadrato dipinto di azzurro rappresenta una vasca per la raccolta dell'acqua. Sembra  situata esattamente nel punto occupato oggi dal platano.

Il platano nella sua veste invernale, prima della costruzione della rotonda.


c) Gli edifici rappresentati in questo punto del disegno potrebbero essere quelli "atterrati", secondo quanto dice il Confalonieri nel primo documento, in occasione di un suo primo intervento di ampliamento della strada "interna" di Verderio, le attuali vie sant'Ambrogio e Principale.

d) Questa "casa Confalonieri" sorgeva in corrispondenza dell'attuale Curt Nova, costruita qualche anno dopo dalla stessa famiglia.

e) Le case Confalonieri e Villa del disegno, corrispondono a quelle della seguente fotografia:



 Nel disegno sembra gia essere presente la rientranza che ospita la cappelletta oggi dedicata alla Rosa Mystica.

f) L'area  percorsa dalla strada che conduceva a Casssina de' Prati, soppressa e sostituita dalla nuova adiacente all'edificio dell'aia (g). Per saperne di più su questo storico edificio recentemente restaurato vai al seguente indirizzo:
http://www.coverd.it/bioedilizia/articolo_rivista.php?codriv=20&codart=6

MILANO, VIA NICOLINI CON E SENZA GRAFFITI di Marco Bartesaghi

Via Nicolini, a Milano, è una strada che dal Cimitero Monumentale arriva fino a via Sarpi.
Nel dicembre 2005, percorrendola nella direzione descritta, ho scattato queste fotografie sul lato destro










e queste altre sul lato sinistro:








Nell'autunno 2011, sono tornato e ho trovato la via "ripulita".


Meglio così? Mah!?!

sabato 5 maggio 2012

VITA DI S. FLORIANO MARTIRE - ESTRATTO DA UNA ENCICLOPEDIA SACRA TEDESCA DELL'ANNO 1861 di don Giampiero Brazzelli


S. Floriano, uno dei Santi più gloriosi e più noti, è nato (secondo il Butler) verso la metà del III° secolo nella borgata di Zeiselmauer nel'Austria inferiore ed educato nel cristianesimo. Oltre questo cenno nulla ci è conosciuto della sua vita fino alla storia del suo martirio, tranne che egli fosse un guerriero e coprisse probabilmente nell'esercito un posto abbastanza alto (centurione romano).
Accadde a quei tempi che gli imperatori Diocleziano e Massimiano impartissero ai Governatori delle province l'ordine di costringere con ogni mezzo i Cristiani ad adorare gli dei pagani. Quest'ordine pervenne pure a Lauriacum (oggi Lorck), la capitale della provincia Noricum Ripense (l'attuale Austria Superiore), ove risiedeva il governatore Aquilino. L'ordine incusse tanto spavento che molti cristiani, per sfuggire al terrore della persecuzione, si nascosero in luoghi sconosciuti o nelle caverne delle montagne. In questo periodo di terrore il Signore suscitò un guerriero cristiano che col suo coraggio eroico doveva infondere animo ai suoi correligionari. Questi era S. Floriano. Egli era però assente da Lauriacum quando venne a conoscenza degli ordini imperiali e sapendo che il governatore Aquilino aveva di già martirizzato una quarantina di cristiani, spinto ed animato da fervore divino, decise di correre a Lauriacum per patire egli pure per Cristo. Arrestatolo, il Governatore Aquilino tentò con ogni mezzo di indurlo a rinnegare il cristianesimo, siccome però Floriano persistette nella sua fede allora Aquilino lo fece dapprima spogliare e crudelmente flagellare e poi, quando vide che era inflessibile, gli fece strappare la carne delle spalle con ferri acuminati. Quando vide l'inutilità di questi tormenti, gli fece legare una pietra al collo e lo fece gettare nel fiume Enns (Anisio). Dio però fece in modo che il suo corpo fosse ritrovato da una donna chiamata Valeria sopra uno scoglio che sporgeva dalle acque. La morte del Santo  avvenne il 4 maggio 297 o, secondo altri, dell'anno 304. Nel luogo della sua sepoltura, l'odierno Sankt Florian (poco distante dalla città di Linz) venne costruita una chiesa alla quale si aggiunse in seguito un convento di Benedettini che poi fu distrutto dalle invasioni degli Ungheri del 900. Ricostruito si trova oggi affidato ai Canonici regolari di S. Agostino (Agostiniani). In seguito reliquie di S. Floriano vennero portate a Roma e deposte presso quelle di S. Lorenzo e di S. Stefano. Nel 1183 il Re Casimiro di Polonia chiese al Papa Lucio di mandargli qualche reliquia che fosse per il suo regno un presidio contro le incursioni dei barbari. A Cracovia fu costruita una chiesa dedicata al Santo martire dove furono deposte le reliquie e qui ogni anno con molta devozione si celebra la festa.
Il Santo è invocato come protettore contro gli incendi tanto da essere rappresentato con una brocca d'acqua nell'atto di spegnere il fuoco (così è rappresentato anche nel pallio bianco antico dell'altare di Verderio Superiore accanto alla Madonna che tiene in braccio il Bambino).
A Vienna S. Floriano è il protettore dell'associazione spazzacamini.
A Verderio Superiore si ricorre all'intercessione del Santo per i bambini ammalati alla bocca, cosa che si verifica pure a S. Floriano (paese della diocesi di Lodi) per i bambini ammalati in generale. Il culto di S. Floriano tiene un posto specialissimo nella città e diocesi di Vicenza, nel Tirolo ed Alto Adige.
Il nome si presenta sempre etimologicamente intatto, benché si presenti nelle varie regioni variamente volgarizzato: Floriano, Floreano, Florian, Fiorano.




Questo testo, dattiloscritto in origine, redatto quasi sicuramente da don Giampiero Brazzelli, parroco di Verderio Superiore dal 1957 al 1985, è conservato presso l'Archivio Parrocchiale di Verderio Sup. 
L'immagine di San Floriano, intento a spegnere un incendio, dipinta su vetro, larga 17 cm e alta 27, è mia. L'ho ricevuta in dono da una cara signora, ora defunta, di cui ho un bellissimo ricordo. M.B.

VITTORIO ZANIN, “UL CADREGÀT” di Beniamino Colnaghi


"Cadregàtt" era colui che riparava/impagliava “I cadrech”, ossia le sedie impagliate. Normalmente girava in bicicletta con un sacco di iuta contenente il necessario per riparare le sedie (pialla, martello, chiodi, sega e paglia) e passava di corte in corte e in ogni cascina, anche in quelle più sperdute, chiedendo alle famiglie se avessero delle sedie da riparare. La paglia generalmente usata era quella ottenuta dalla segale, ma a volte se ne potevano usare anche altri tipi.

 Per la lettura dell'intero testo vai a:  http://colnaghistoriaestorie.blogspot.com/

venerdì 4 maggio 2012

UNA TESTIMONIANZA DEL CANONICO LAZZARO VILLA, SULLA BATTAGLIA DI VERDERIO DEL 28 APRILE 1799, CONSERVATA NELL'ARCHIVIO PARROCCHIALE DI VERDERIO SUPERIORE a cura di Marco Bartesaghi

Una breve cronaca della battaglia combattuta a Verderio il 28 aprile del 1799, fra le truppe austro russe e quelle francesi, è conservata nell'Archivio Parrocchiale di Verderio Superiore. Ne fu autore il canonico Lazaro Villa, cappellano della chiesina di Sant'Ambrogio, che scrisse il breve testo - qui di seguito riprodotto - sul registro "Effemeridi S.S Messe, S.Ambrogio 1784 -1829" (1), volume in cui venivano elencate le messe celebrate nella cappella di sant'Ambrogio di Verderio Superiore.



La cronaca della battaglia occupa il riquadro in basso a destra della pagina del registro qui riprodotta.

TRASCRIZIONE:

Ad eternam rei memoriam
26 Aprile 1799. Arivati alla sera in Verderio Sup.e N.5000 circa Francesi sotto il comando del Suluriè (quello che ha sostenuto l’assedio di Mantova) il giorno 27. Quarterati e hanno formato la trincea tutto al longo della siepe al Ronchetto del Paroco confinante al […] di casa Arrigoni, ed il giorno 28 domenica verso le ore dieciotto italiane arivati da 4000 tedeschi, quasi tutti ubriachi si venne a furiosa zuffa, d in poche ore restò disfatta la truppa tedesca con molti morti, in specie dieciotto ufficiali di primo e secondo rango, verso le ore ventitre arivò tutto il corpo tedesco di circa venti mille, e finì la zuffa restando tutti prigionieri i francesi, ed alla notte verso mattina si venne a trattati; in tal fratempo hanno rubato il rubabile a Verderio Sup.e e più assai a Verderio Inferiore, Paderno […] tal accidente a Verderio […] fu incendiata tutta la masseria di casa Arrigoni con total danno del massaro Colombo; […] casa incendiata, e portici mezzo diroccati dalle palle.

 
Lazaro Ambrogio Fortunato Villa nasce a Verderio l’11 febbraio 1744 da Giuseppe e Margarita Burgo. Il 27 febbraio 1768 riceve l’ordinazione sacerdotale e il 18 febbraio 1792 – presentato da Vitaliano Confalonieri, “Patroni et Avocati Canonicatus” – assume, a Carate Brianza, il canonicato del titolo dei Santi Giuseppe, Domenico e Bernardo. Testimonianza del lungo periodo di servizio sacerdotale che trascorse a Verderio, forse come Cappellano di S. Ambrogio , si trova nei registri dei Battesimi, spesso da lui amministrati in assenza del parroco: la celebrazione più remota fra quelle rintracciate risale al 17 settembre 1772, la più recente al 29 aprile 1817.Lazaro era anche agente di campagna dei marchesi Arrigoni. Una lapide, conservata nella corte rustica della villa Arrigoni (ora via Fontanile 13), è a lui dedicata.


Via Fontanile 13: la lapide dedicata al canonico Lazaro Villa



Nota
(1) Archivio parrocchiale di Verderio Sup., Titolo XVIII, LIBRERIA, Classe 8°, EFFEMERIDI SS. MESSE, S. AMBROGIO 1784 - 1829

IL FASCINO DI VEDER RINASCERE UN'OPERA D'ARTE. CHIACCHIERATA CON BIANCA ALBERTI, RESTAURATRICE di Marco Bartesaghi


Bianca Alberti e Anna Soragna mi hanno gentilmente concesso di pubblicare le immagini relative ai loro interventi di restauro presso il Santuario della Madonna del Pianto, a Robbiate. Nell'aggiornamento del 20 aprile scorso ho pubblicato le fotografie del restauro dell'edificio religioso. Oggi pubblico quelle del restauro di un affresco rappresentante la deposizione di Cristo.

Bianca , che a Verderio Superiore è di casa, per il secondo ciclo di conferenze intitolato "La Scienza del Terzo Millennio",  il 28 settembre prossimo, nella sala civica di Verderio Inferiore,   parlerà, insieme alla collega Anna , sul tema: "INTERVENTI DI RESTAURO NEL TERRITORIO".
A lei ho rivolto alcune domande sul suo lavoro.


Marco - Come sei diventata restauratrice?
Bianca - Finito il liceo artistico, un insegnate invitò mia mamma a consigliarmi la strada del restauro, per il quale, secondo lui, ero portata. Non ero molto convinta, però decisi di partecipare al concorso per accedere alla scuola dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma: sarebbero state ammesse solo dieci persone; io, pensavo, sarei stata scartata e così avrei potuto fare altro.

M - Invece?
B - Invece fui seconda e quindi ammessa. A fine corso risultai prima e mi fu assegnata una borsa di studio.

M - Come è iniziata la tua carriera?
B - Con una proposta molto allettante, ma che rifiutai: mi proposero di partecipare al restauro dell'Ultima Cena di Leonardo, in Santa Maria delle Grazie a Milano.

M - Un bel coraggio a rifiutare....
B - Ero giovane, avevo appena 22 anni e, seppur originaria di Milano, la mia famiglia risiedeva a Roma, perché lì lavorava mio papà. Non mi andava di vivere sola a Milano. Inoltre non volevo legarmi per un lungo periodo ad un solo lavoro, come sarebbe successo se avessi accettato.

M - Quindi hai rifiutato l'Ultima Cena e poi....
B - Ho lavorato ad Assisi agli affreschi di Giotto, Cimabue e Simone Martini.

M - Quelli rovinati dal terremoto?
B - Veramente quelli restaurati da noi - facevo parte della cooperativa Tecnireco - non sono crollati.

M - I lavori successivi ...
B - Ho lavorato a Positano, all'albergo Murat, dove ho staccato e ricollocato un affresco. Poi sono andata negli Stati Uniti a restaurare alcuni quadri d'arte contemporanea.



Bianca (a sinistra) e Anna al lavoro


M - C'è molta differenza fra il restauro di un'opera d'arte antica e quello di una contemporanea?
B - Queste ultime sono più complesse, perché delle antiche si conoscono le tecniche e i materiali: le tele venivano sempre preparate nello stesso modo e i colori usati erano sempre gli stessi. Nell'arte contemporanea non è così: i materiali sono diversi ed è quindi più difficoltoso decidere come intervenire.

M - Andiamo avanti: quali altri lavori hai svolto?
B - Ho lavorato nella chiesa dei Francescani a Bolzano e poi ho restaurato gli affreschi del Cavallini, in Santa Maria di Trastevere a Roma.
Ho anche insegnato per diversi anni, a Milano e alla scuola di restauro di Botticino, in provincia di Brescia.

M - Attualmente lavori con Anna Soragna: quando e come è iniziata la vostra collaborazione?
B - Siamo insieme ormai da vent'anni. Anna è figlia d'arte, suo papà era pittore e restauratore.
Quando mi ha chiesto di poter lavorare con me, le ho detto che prima avrebbe dovuto frequentare il corso in cui insegnavo, a Milano. Lo ha fatto e così abbiamo iniziato a lavorare insieme. Quando sono andata ad insegnare a Botticino, lei è stata la mia assistente, e quando ho lasciato, ha preso il mio posto.

M - Dove avete il laboratorio?
B - A Milano, in via Rossini n. 3.

M - Di quali tipi di restauro vi occupate?
B - Restauriamo dipinti su ogni tipo di supporto: muro - quindi affreschi - tela, tavola di legno, carta. Ci occupiamo anche di sculture. Non lavoriamo invece sui mobili, a meno che su questi ci siano dei dipinti: allora, se serve, restauriamo quelli.

M - Avete adottato una particolare tecnica?
B - Utilizziamo la tecnica detta del "rigatino", o del "tratteggio romano", una procedura messa a punto dall'Istituto Centrale del Restauro di Roma. Sulle parti di dipinto da reintegrare non stendiamo il colore uniformemente. Tracciamo righe verticali di colore, molto vicine ma comunque separate fra loro. Lavoriamo con gli acquerelli, secondo noi più adatti dei colori a tempera, e usiamo solo colori "puri", primari. Otteniamo quelli composti con stesure successive e sovrapposte dei colori puri che li compongono (es. il giallo e il rosso per ottenere l'arancione).

M - Perché questa tecnica e perché i colori ad acquerello?
B - Se osservi a distanza il dipinto restaurato con il "rigatino" - naturalmente, se è fatto bene - non distingui la parte restaurata dal resto del quadro. Da vicino invece le parti restaurate sono ben individuabili.
Perché l'acquerello? Perché è il colore che si altera meno nel tempo e, inoltre, è molto "reversibile". Infatti ogni restauro deve essere reversibili e perciò bisogna usare colori "cancellabili" con materiali solventi diversi da quelli che scioglierebbero gli originali.

M - Come si affronta il restauro di un'opera d'arte?
B - Come primo approccio si deve studiare l'opera; poi bisogna decidere la metodologia d'intervento, stabilire la tempistica e calcolare i costi. Al committente, alla fine, diamo anche consigli sulla collocazione dell'opera in luoghi più adatti e sulla manutenzione.

M - Avete altri interlocutori, oltre ai committenti?
B - La Soprintendenza, che interviene prima dell'inizio dei lavori e alla fine.

M - Quali lavori ti danno più soddisfazione?
B - Quelli in cui le condizioni di partenza sono le peggiori, i più difficili.

M - Su cosa ti piace di più intervenire?
B - Sugli affreschi e, più in generale, sulle parti dipinte.

M - E a Anna?
B - Predilige i quadri. Sa intervenire molto bene sulle tele che presentano buchi o strappi: ha imparato una tecnica che , per semplificare, potremmo paragonare a quella del rammendo.

M - Incoraggeresti un ragazzo o una ragazza a intraprendere la tua professione?
B - Sì, ma solo se molto motivati: perché è un lavoro faticoso e non adeguatamente retribuito. Ma è affascinante perché, sotto le tue mani e i tuoi occhi, vedi rinascere l'opera d'arte.

M- Che consigli gli daresti?
B - Soprattutto di frequentare una buona scuola. Le miglior sono: quella dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma; la scuola dell'Opificio delle Pietre Dure, di Firenze; la scuola di restauro di Botticino, in provincia di Brescia.

M - Parliamo ora un po' del Santuario della Madonna del Pianto di Robbiate. Chi vi ha affidato l'incarico?
B - Don Eugenio, il parroco precedente all'attuale. Per me è stato un lavoro molto importante perché per la prima volta affrontavo il restauro di tutta una chiesa. Avendo poca esperienza della parte decorativa, ho chiamato un decoratore di Firenze che ha fatto, a mio avviso, un ottimo lavoro.

M - E cosa mi puoi dire dell'affresco della "Deposizione con San Carlo e San Francesco"?
B -Si trovava in cattive condizioni e con i segni delle "spicconature" che si fanno quando si deve togliere un affresco sovrapposto. L'abbiamo dovuto staccare, restaurare e poi ricollocare. Penso che il risultato sia buono, sono molto soddisfatta.


                               Bianca Maria Alberti          Anna Valeria Soragna

Per contatti: cell. 3392844610; e-mail: annasoragna@fastwebnet.it

ROBBIATE: "DEPOSIZIONE CON SAN CARLO E SAN FRANCESCO" restauro conservativo e pittorico: restauratrici Bianca Alberti e Anna Soragna








Le seguenti immagini documentano, sinteticamente, il restauro da noi eseguito, tra il 2008 e il 2009, sull'affresco, conservato nel Santuario della Madonna del Pianto di Robbiate, raffigurante la deposizione di Cristo fra i santi Francesco e Carlo. Bianca Alberti e Anna Soragna




A sinistra: garzatura di protezione dell'affresco. A destra: collocazione del pannello di sostegno


A sinistra: distacco dell'affresco tramite lancia metallica. A destra: affresco capovolto a distacco avvenuto
A s.: dopo il distacco, prime analisi della superficie. A d.: adesione al supporto tramite sottovuoto.
Stesura della malta adesiva
Rimozione della garza di protezione
Impacchi per la rimozione dei residui di resina utilizzata per la garzatura
L'affresco dopo la prima pulitura
A s.:primo tassello di pulitura. A d.: reintegrazione pittorica a "rigatino"
Tassello di sporco dopo la seconda fase di pulitura
Operazione di pulitura
Consolidamento localizzato
Durante la pulitura: precedenti stuccature
L'affresco dopo le stuccature
LE FASI DEL RESTAURO: PARTICOLARE


Durante la pulitura
Dopo la pulitura


Il risultato finale

L'AFFRESCO RESTAURATO