sabato 24 ottobre 2009

IL TESORO DEL PRETE AMBROGIO AIROLDI di Maria Fresoli


All'Archivio di Stato di Milano, nel Fondo Airoldi di Robbiate, cart. 4 fasc.5, si trova la seguente nota, scritta da Paolo Airoldi di Robbiate:

" Sul denaro supposto nascosto nel Caseggiato in Robbiate dall´antenato Prete Ajroldi Ambrogio, cioè nell´Edificio del Torchio od altrove.
N.B. un Prete Ajroldi Ambrogio, che si presume essere il soprindicato, giuste alcune annotazioni di casa, è morto d´apoplesia in Robbiate il 2 novembre 1695" " Memoria rinvenuta in casa"

La memoria sarebbe quindi stata rinvenuta in casa degli Airoldi, la Casa del Cantone.



STEMMA DEGLI AIROLDI DI ROBBIATE
DIPINTO SUL SOFFITTO DI UN LOCALE DELLA LORO CASA
IN VIA CANTONE

Nel fascicolo dell'Archivio di Stato, allegato alla memoria, si trova un'esposto all'autorità di polizia in cui, dopo aver descritto l'origine del "tesoro", cioè il denaro presumibilmente nascosto, da don Ambrogio, si denuncia il ritrovamento da parte della famiglia Brigatti:


"I. R. Direzione Generale di Polizia.
Per la costante tradizione di circa un secolo e mezzo nella antica famiglia Ajroldi di Robbiate, ora provincia di Como, rammentasi che certo Prete Ambrogio Ajroldi, ascendente dei viventi fratelli Gio. Angelo, Ambrogio e Paolo Ajroldi, avendo trattato un acquisto di un latifondo nella Gera d´Adda per la somma di circa quattro mille zecchini e non avendo questo avuto luogo, nascose il numerato denaro, per la massima parte in zecchini, e da lì a poco tempo morì all´improvviso. Mille e mille indagini si fecero dagli eredi e conseguentemente anche dai presentanei suoi successori: massime ritenuta l´asserzione di certo Pietro Corneo d´età novaggennaria e che morì cinquant´anni sono circa, con la quale disse in particolare all´esponente per più volte, che egli con la buon anima di suo padre avevano assistito alla numerata suddetta somma in tant´oro in occasione del nominato contratto che intendeva fare, ma tutte le ricerche furono vane. Vien ora informato che da un mese e mezzo circa, corre voce in Robbiate che certo Francesco Brigatti, figlio di Antonio Brigatti, colono della casa Barilli, che possiede diversi fondi che gìà tempo erano della famiglia dell´esponente, nel fare qualche operazione di suo istituto in un fondo di cui è investito, abbia trovato il nascosto denaro coperto con una pietra, data in forma di mezzo vaso, con un´iscrizione all´intorno dallo stesso scolpita, portante il nome e cognome del prete suddetto e dicesi che pel timore di essere scoperto, i possessori del rinvenuto denaro, abbiano portato il guasto all´iscrizione medesima. Ciò è quanto l´esponente subordina a questa I.R. Direzione Generale di Polizia per sua norma e per quegli effetti e misure che troverà del caso. Paolo Airoldi
Segue la testimonianza scritta di alcuni abitanti di Robbiate:
"Che il Brigatti abbia trovato il tesoro l´ho sentito a dire da vari individui della comune di Robbiate e di Merate, fra i quali da Battista Maggioni spazza camino, da Maria Antonia oste, che ne parlarono alcuni nell´osteria; dal sig. Isidoro Villa che ce lo hanno detto Paolo Valtolina, Carlo figlio di Paolo Cereda e un certo Greppi di Rovagnate lavorante del suddetto sig. Villa. Anzi il suddetto sig. Villa soggiunse esservi l´iscrizione sopra la pietra del prete Ajroldi come abbreviazione. Il sig. prete Giacomo Sala, sacerdote cappellano alla Madonna del Pianto, anche lui dice dell´iscrizione sopra il sasso ossia pietra e da altri vari individui che non me ne ricordo il nome e questi tutti di Robbiate e poi da Ambrogio Ronchi abitante in Merate. Il Locatelli Giuseppe Antonio, sarto, ha sentito dire dalla moglie dell´altra famiglia Brigatti, che hanno trovato un montone d´oro. Le famiglie Brigatti sono due divise. Ventura Decio e la di lui moglie. Crotti Alessandro detto il Prina La fattora di casa Barilli e il di lei marito."
Questa presunta "eredità" fu inutilmente rivendicata dagli Airoldi poiché nessun´altra notizia è pervenuta sul caso e, se il tesoro fu trovato davvero, chi lo rinvenne ne fece abilmente perdere le tracce.
Il fatto fece scalpore in paese tanto da essere tramandato per generazioni; raccontavano infatti i nostri vecchi che sulla pietra che custodiva il tesoro fu rinvenuta, parzialmente abrasa, l´incisione: "che gh´inn", che sarebbe stata scritta da Don Ambrogio Airoldi al momento della sepoltura del denaro, seguita da un´ altra che diceva: "che gh´eren", scritta beffardamente da coloro, i Brigatti o altri, che lo ritrovarono.


Maria Fresoli

VERDERIO SUPERIORE: LA "CHIESA VECCHIA" DI S. FLORIANO NEL 1990 - 1991 disegni di Laura Mandelli

Disegni dell'antica parrocchiale di Verderio Superiore dedicata a S. Floriano, eseguiti dall'Arch. Laura Mandelli per l'esame di Restauro Architettonico presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, nell'anno accademico 1990 - 1991.













LAGHETTO DI S. ROCCO: MANUALE DI CURA classi 3a A e 3a B, Scuola Primaria Potenziata di Sartirana, a.s. 2008 - '09 - seconda parte


La prima parte è stata pubblicata sul blog l'11 ottobre scorso.

















domenica 11 ottobre 2009

LAGHETTO DI S. ROCCO: MANUALE DI CURA classi 3a A e 3a B, Scuola Primaria Potenziata di Sartirana, a.s. 2008 - '09 - prima parte



Il mio coinvolgimento nel progetto è stato presumibilmente utile ma abbastanza marginale, rispetto al grande lavoro fatto dalle insegnanti e dagli alunni della terza classe della scuola elementare di Sartirana.
Avendo già da tempo effettuato delle ricerche sulla zona , con particolare attenzione alla Roggia Annoni , al lago di Sartirana e ai relativi diritti d'acqua, su segnalazione di un ex assessore del comune di Merate, vengo contattato dalle insegnanti della terza elementare di Sartirana per accompagnarle in una uscita sul territorio alla conoscenza del laghetto di San Rocco.
Il mio ruolo è stato quello di trasmettere delle informazioni ai ragazzi e aiutarli ad identificare i resti ancora visibili dei manufatti: canali, sorgenti e altro, che servivano per regolare l'utilizzo di quella che un tempo era una risorsa notevole per il territorio, cioè l'acqua.
Di come veniva cercata, come veniva incanalata, regolamenta e utilizzata in modo oculato e rispettoso della sua utilità di elemento importante e indispensabile per la vita quotidiana di uomini e animali.
La passeggiata finiva dopo un paio d'ore con la descrizioni delle secolari vicissitudini del laghetto di San Rocco, ritenuto dalle insegnanti e dai ragazzi di notevole interesse ambientale e paesaggistico.
Tutto il resto: lo studio e l'elaborazione del progetto di ripristino e valorizzazione dello specchio d'acqua è frutto della volontà e della capacità delle insegnanti e degli scolari delle terze elementari di Sartirana, che ringrazio dell'opportunità che mi hanno dato di far conoscere un pezzo di storia del territorio a coloro che nel futuro avranno l'onore e l'onere di salvaguardarlo.

26 settembre 2009
Anselmo Brambilla


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Ringrazio gli insegnanti della scuola di Sartirana che hanno permesso di pubblicare sul blog il lavoro dei loro alunni. Marco Bartesaghi

"ARCHIVIO ON WEB" A PADERNO D'ADDA E VERDERIO

"ARCHIVIO ON WEB" è il nome dell'iniziativa, avviata ormai da alcuni mesi, dei comuni di Paderno d'Adda, Verderio Superiore e Verderio Inferiore di pubblicare sui rispettivi siti internet documenti tratti dai propri Archivi Comunali.
La scelta è curata dal professor Fabio Luini, insegnante ed esperto archivista, al quale si devono anche le schede di presentazione, assai utili perché inquadrano i documenti nella storia nazionale e locale e danno, quando possibile, indicazioni per il loro utilizzo didattico.

Ecco i titoli dei documenti fin qui pubblicati.

Paderno d'Adda
www.comune.padernodadda.lc.it:

Documenti relativi ai fatti dell'anno 1898: la repressione dei moti popolari, nati dal malcontento per la situazione economica. Nella sola Milano persero la vita decine di persone.

Paderno e i bilanci comunali: documenti riguardanti gli ultimi vent'anni del XVIII secolo.

Verderio Inferiore
www.comune.verderio-inferiore.lc.it

Agli albori della beneficenza a Verderio. L'opera Pia Nazari: documenti relativi all'opera pia avviata, nella seconda metà del settecento dall'arciprete di Trezzo sull'Adda Agostino Nazari a favore di Verderio Inferiore.

I bilanci comunali
: come per Paderno d'Adda, i documenti riguardano gli ultimi vent'anni del XVIII secolo.

Verderio Superiore
www.comune.verderio-superiore.lc.it

La guerra di Libia: due lettere del 1912 e del 1913 del soldato di Verderio Superiore Achille Ponzoni, indirizzate a Vittorio Gnecchi Ruscone.

I bilanci comunali: documenti riguardanti la seconda metà del settecento.




sabato 10 ottobre 2009

FOTOGRAFIE DI MAURIZIO BESANA

Fotografia n.1
In questa prima fotografia la via Principale di Verderio Superiore.
Si noti, in particolare, il bellissimo acciotolato che ha resistito
fino alla metà degli anni sessanta del novecento.
Alcuni abitanti di una vicina corte hanno riconosciuto,
fra le persone che animano l'immagine, la signora Melania Villa detta "Melanìa",
la seconda da destra, bidella della scuola del paese.



Fotografia n.2
Serafino Pirovano al lavoro, nei campi
circostanti le cascine Bice e Bergamina,
probabilmente nella prima metà del novecento.




Fotografia n.3
Su una trave del solaio della corte di via Principale 17
è inciso il marchio dei marchesi Arrigoni.
Essi vendettero le loro proprietà di Verderio a Giacomo Ruscone
nel 1824. La trave in fotografia ha quindi più di 185 anni.




Fotografia 3bis
Particolare

MAURIZIO BESANA nota biografica


Maurizio Serafino Besana, classe 1952, falegname.
Abita a Verderio Superiore , ovviamente in "Curt del legnamé".
Fotografo per passione.
Anarchico.

venerdì 9 ottobre 2009

CARTOLINE -6- IL LAVATOIO


In questa cartolina il lavatoio, circondato dai platani, sembra essere presidiato da quattro donne del paese.


PARTICOLARE -1-


Il lavatoio era recintato da una rete e i platani che lo circondavano sembrano essere sette: tre in più rispetto agli attuali, uno per lato e uno in centro (particolared 1).



PARTICOLARE -2-

Sulla destra dell'immagine il monumento ai caduti inaugurato il 19 settembre 1921 (particolare2).


NOTE SUL LAVATOIO DI VIA DELLE RIMEMBRANZE.

Nell'estate del 1895 veniva inaugurata a Verderio la "Fonte Regina", impianto idraulico realizzato dai fratelli Francesco, Ercole ed Antonio Gnecchi Ruscone, per addurre acqua potabile da una sorgente situata nei pressi di Merate.

Il 14 ottobre dello stesso anno, il Consiglio Comunale accettò l'offerta dei fratelli Gnecchi di mettere a disposizione del paese "una bocca d'acqua potabile ed un'altra per lavanderia nel manufatto di loro proprietà". La concessione era gratuita ma precaria: "tale concessione sia fatta di anno in anno fino che loro parerà e piacerà senza alcun vincolo per l'avvenire". Come riconoscimento dell'uso precario il Comune si impegnava a corrispondere alla famiglia la cifra di una lira all'anno.

Il lavatoio che il Comune di Verderio Superiore intende restaurare (1) fu quindi costruito nel 1895 per realizzare questo accordo. La data, in numeri romani, è scolpita sul frontale volto verso la chiesa parrocchiale: poco leggibili sono attualmente le ultime due cifre.

Della "Fonte Regina" rimangono a testimonianza anche la fontana nei pressi dell'edificio comunale, con una lapide datata 1898, e vari tombini in ghisa rintracciabili in diverse corti del paese.

La sorgente venne utilizzata molto probabilmente anche per alimentare l'artistica fontana situata sul confine con Paderno d'Adda, realizzata dal musicista Vittorio Gnecchi nel 1926/27, in occasione dell'ampliamento dei giardini di villa Gnecchi.

L'importanza della Fonte Regina nella storia di Verderio non è legata solo al suo specifico servizio di fornitrice di acqua potabile: essa fu anche la causa scatenante del processo di separazione fra le frazioni di Verderio Superiore e Verderio Inferiore, che portò, nel 1905, alla costituzione di due comuni separati. Nel 1896 infatti, il rifiuto del Consiglio Comunale unitario di prolungare la conduttura d'acqua fin a Verderio Inferiore, provocò le dimissioni dal Consiglio stesso dei Nobili Federico e Ippolito Annoni. A questo fatto seguirono le petizione per la separazione dei bilanci delle frazioni (ottobre 1898), quella per la separazione dei comuni (giugno 1902) e infine la costituzione dei due comuni separati (1905).

Marco Bartesaghi
5 marzo 2001

NOTA
(1)
Era un'ipotesi di cui si parlava nel 2001, quando vennero stese queste brevi note che necessiterebbero di approfondimento.