mercoledì 23 ottobre 2013

16/29 AGOSTO 2013. A REMI DA COMO A NOVATE MEZZOLA A LECCO. Diario di Bordo di Giovanna Villa. Prima parte

Arrivo a Lecco (foto Gianmaria Calvetti)
Quest'anno io e Giovanna abbiamo fatto le vacanze in barca a remi sul Lago, quello con la L maiuscola, cioè il Lario ( lo chiamo così per non fare preferenze fra Lecco e Como).
La nostra "barca" è un"Relax doppio" della ditta Janautica di Monza, che possediamo ormai da dieci anni: per una descrizione più precisa vai a 
http://www.janautica.it/vetroresina/kayak-vetroresina-relax-doppio.html#descrizione


Per il bagaglio avevamo due sacchi stagni da 60 litri  legati a poppa con delle cinghie, uno zaino e uno zainetto legati, uno sopra l'altro, a prua. Avevamo tenda, sacchi a pelo, fornello Campingaz, pentole, Bialetti moka da 6, libri, racchette da montagna, scarponcini. Avevamo anche due seggiolini senza gambe, piegabili a libro, della Quechua: io ero scettico ma Giovanna ci teneva molto e aveva ragione: mangiare seduti per terra, senza poter appoggiare la schiena,  alla nostra età, potrebbe essere letale.
 Quello che segue è il diario di bordo scritto da Giovanna. M.B.


16/29 AGOSTO 2013. A REMI DA COMO A NOVATE MEZZOLA A LECCO. Diario di Bordo di Giovanna Villa. Prima parte

Inizio oggi, 19 agosto, il mio diario delle vacanze perché non avevo, finora, il quadernetto degli appunti.
Dovendo narrare dei giorni già passati temo di non essere eccessivamente spontanea e precisa perché, si sa, i ricordi, sedimentati anche poco, cambiano, si modificano, vengono comunque elaborati e razionalizzati. Quindi vediamo:
 

VENERDI' 16 Agosto
Partenza prestissimo, dobbiamo essere a Cernusco L. da Roberto alle 5 meno un quarto. Lui ci attende per accompagnarci a Como, lasciarci lì e tornare con il furgone in tempo per presentarsi al lavoro in orario.
Quest'anno la preparazione alle vacanze è stata abbastanza elaborata, con anche una uscita di prova carico bagagli, perché facciamo il giro del lago di Lecco-Como - "IL LAGO" - in barca a remi, la nostra mitica imbarcazione "RELAX"
Inoltre siamo, o meglio, io sono, un po' agitata e preoccupata perché a casa ho lasciato un po' di cose in sospeso (questo non interessa per il diario, ma solo per descrivere il clima e lo spirito che accompagna in parte la vacanza).
Dunque, arrivo a Como come previsto, baci, abbracci e si parte.


Partenza dal porticciolo di Tavernola, frazione di Como




Tutto ok! Siamo riusciti a caricare tutti i bagagli e iniziamo la navigazione.


Giornata bella, si fa il giro trionfale nel golfo di Como con un :"Attenzione secca lì avanti" gridato da riva da un apprensivo spettatore.

 Como
 
Como, Monumento ai Caduti


 Poi si risale, cioè ci si dirige verso nord, prima tappa: Torno. Giretto, cappuccio e poi ripartenza.

Torno
 
Torno, porticciolo

 
Attraversiamo il lago, raggiungiamo Moltrasio. e risaliamo fino a Laglio. Sosta bagno, pranzo e riposino. 

 
Careno


Si riattraversa e si va verso nord cercando di raggiungere Nesso, ma la stanchezza e il vento ci fanno decidere di tornare un po' indietro e fermarci vicino ad una cava abbandonata, poco a sud di Careno, dove, in un bello spiazzo, poter pernottare.

Primo pernottamento, a sud di Careno

 Mentre scarichiamo, ricevo una telefonata che reputo importante e intanto che rispondo, in una posizione un po' strana, la barca mi dà un colpo che mi fa cadere rovinosamente, alla "Fantozzi", e mi lascia, come ricordo, un bel lividozzo sulla pancia che mi accompagnerà sicuramente per tutta la vacanza.
Supero però facilmente la figuraccia, anche perché mi ha visto solo Marco che è più preoccupato per la barca che per me in ammollo.


Ogni tanto Giovanna faceva ...l'assessore

Inoltre, in quella, arriva un signore, con un aspetto un po' inquietante ( forse vedo troppi telefilm thriller), che scopriamo essere il padrone della cava. Dopo aver aspettato in silenzio la fine della nostra nuotatina, ci ha  raccontato di come suo nonno caricasse all'inverosimile i barconi per trasportare le pietre della cava. Ci parla anche della storia locale e di quella della sua famiglia. Fortunatamente non si dimostra un "serial killer" e, dopo un po', se ne va. Un po' perplessi ma abbastanza rassicurati, piantiamo la tenda, prepariamo da mangiare, leggiamo, ascoltiamo e ammiriamo la natura e poi ... dormiamo "tranquilli".

SABATO 17 Agosto
Sveglia mattutina, bagno (Marco), colazione e poi smontaggio, si parte per Nesso.

Giornata fantastica!

 
Pronti per partire


Nesso non riusciamo a fermarci, non c'è una spiaggetta utile e non riusciamo ad entrare nel porticciolo. Subito dopo il paese, però, riusciamo a legare la barca in un posto protetto da un pontile presso la sede della "canottieri Falco Nesso" e visitiamo il paese che è proprio carino.

 
Nesso

 


Poi riattraversiamo il Lago e da Brienno risaliamo fino ad Argegno. Ci fermiamo per sosta bagno e pranzo. Beviamo il caffè in un bar tipo "circolo" dove un assiduo cliente ci racconta la sua avventura giudiziaria: accusato e, secondo lui, perseguitato per terrorismo brigatista seppur fosse sempre stato democristiano .... mah!

Brienno
 
Argegno

Spesa da negozianti molto socievoli e poi si riparte alla volta dell'isola Comacina che, seppure con i suoi passati "biscieschi" (ricordi di gioventù scoutistica), ci offre l'opportunità di fermarci per la notte ....
 
Isola Comacina



Anche se un po' abusivamente. Infatti, ceniamo e, solo quando fa buio, in luogo appartato e nascosto, piantiamo la nostra tendina. 


Il Legnone, al tramonto, dall'isola Comacina

DOMENICA 18 Agosto
Notte, per me, quasi insonne: musica ad altissimo volume fino alle 2.30, poi chiacchiere sull'altra riva ma udibilissime, infine uccelli vari che starnazzavano facendo strani versi dalle prime luci dell'alba. Quando, poi, abbiamo sentito delle voci avvicinarsi (prestissimo), per timore di dover rispondere di qualche divieto non rispettato,  abbiamo smontato in tutta fretta la tenda rimanendo, però, lì parecchio tempo per bagno e sole.


Isola Comacina. Pescatore ritira le reti all'alba.

Siamo, quindi, partiti un po' tardi e abbiamo trovato subito un venticello che agitava il lago e un sacco di natanti casinisti.

 

Punta del Balbianello, Lenno
In località punta del Balbianello (Lenno) era un vero delirio di motoscafi di tutte le dimensioni e velocità, non sapevi come evitare onde e controonde e quindi abbiamo remato con molta fatica e poco tranquilli.

Ci siamo fermati, poi, ad Azzano per un caffè e un po' d'ombra sotto una magnifica e gigantesca magnolia. Ci è costata però un po' di fatica e qualche figuraccia passare dalla spiaggia al centro paese, perché abbiamo dovuto percorrere un canale dell'acqua piovana e scavalcare  la ringhiera di un ponticello e con la mia agilità .....

 
Giovanna alle prese con la "ringhiera".


Ripartiti con calma, volevamo fermarci a Villa Carlotta per visitarla ma sia a Tremezzo che a Cadenabbia non c'erano approdi possibili. Abbiamo continuato fino a Griante dove in una spiaggetta un po' sporca e bruttina siamo riusciti a portare in secca la barca.
Nel frattempo si è fatto un po' tardi per cui invece della visita a Villa Carlotta, abbiamo trovato una spiaggia, più grande e più bella e abbiamo fatto un bel bagno e mangiato.
Ripartiti con fatica, per il vento e il traffico, pian piano siamo arrivati a Menaggio e ci siamo sistemati in campeggio.
Sembrava una sistemazione più sicura di quella delle altre notti, invece abbiamo purtroppo scoperto che lasciare la barca in spiaggia era poco opportuno, perché i soliti ragazzini scapestrati, che sono ovunque, hanno abitudine di fare scorribande nelle spiagge danneggiando o rubando le cose che trovano lì durante la notte.
Ci siamo un po' agitati. Marco è anche caduto, scivolando,  rovinandosi un dito della mano destra! Ohimè!
Comunque, dopo aver cenato, abbiamo ben pensato di non trasportare la barca all'interno del campeggio, che sarebbe stato faticosissimo, ma, di ripararla in un piccolo porticciolo privato al riparo da sguardi indiscreti.
La notte, Marco, che diceva di essere agitato, ha dormito profondissimamente, mentre io ho sentito tutti i rumori del mondo e mi sono alzata più volte a controllare la situazione.

 
LUNEDI' 19 Agosto
Andiamo in spiaggia prestissimo e spostiamo la barca fuori dalla proprietà privata. Il tempo non promette bene ma non c'è vento.
Smontiamo, carichiamo, bagno ... partenza ottima. Siamo in forma, ma soprattutto  il lago è perfetto. Cielo nuvoloso, clima un po' afoso ma lago piatto, piatto. Si voga che è un piacere, benissimo e velocemente (limitatamente alle nostre capacità atletiche). A Sant Abbondio ci fermiamo per fare la spesa.


Uno splendido omaggio!
Mentre stiamo sistemando la barca una signora, dal terrazzo di un piccolo condominio, ci invita per un caffè. Noi, un po' interdetti, non riusciamo a raggiungerla e lo diamo per perso; ma al ritorno, mentre carichiamo la spesa, ecco la signora gentilissima si presenta con un vassoio favoloso: caffettiera da sei, due tazzine, zuccheriera e un piattino con due paste e un bellissimo grappolo d'uva. Splendido!!! La signora è tedesca e quindi c'è una breve conversazione un po' stentata ma capiamo che ci fa i complimenti e definisce la nostra avventura grandiosa .... un po' esagerata ma piacevole. Ci gustiamo questo omaggio graditissimo, ringraziamo entusiasticamente, ci imbarchiamo e salutiamo calorosamente.

Rezzonico
 
Castello di Rezzonico

Direzione Musso che raggiungiamo facilmente e ci fermiamo in una spiaggia bellina.
Facciamo il bagno tra rimasugli d'erba galleggiante qua e là, mangiamo e poi giretto in paese con caffè.


Musso
 Impigriti, non partiamo subito anche se il tempo sta peggiorando e infatti .... piove





Copriamo con la mantella lo zaino sulla barca e ci rifugiamo sotto il portico della chiesa appena in tempo, poi il diluvio ... più o meno.
L'acquazzone è molto intenso e piuttosto lungo, noi aspettiamo leggendo e scrivendo. Poi, pian piano, migliora.







Non si è completamente rimesso al bello ma ripartiamo. Il primo tratto è un po' difficoltoso per il vento e le onde ma poi, raggiunto il golfo di Dongo, il lago è molto più tranquillo e raggiungiamo il campeggio "la Breva" dove ci fermiamo per la notte.
Per i soliti problemi di vandalismo trasportiamo a braccia la barca all'interno del recinto, ma ormai, allenati e forzuti, i sollevamenti non ci spaventano più.



Il campeggio è molto bello, pulito e fin troppo ordinato, i proprietari sono cordiali e accoglienti.
Piantiamo la tenda, mettiamo tutto al riparo e andiamo in paese per la spesa.
Ma ... è lunedì  pomeriggio: tutti gli alimentari sono chiusi, nessuno escluso. Pazienza, abbiamo pasta e sugo .
Ma ... ricomincia a piovere, addio pastasciutta!
 

Dongo. Temporale in arrivo

Ci ripariamo in tenda e comodamente seduti, grazie al mio oculato acquisto di due seggiolini da terra!, mangiucchiamo pane formaggio avanzati a mezzogiorno e, appena diminuisce la pioggia, recuperiamo qualche alimento che teniamo di scorta nel pozzetto della barca.
E' la prima volta che non riusciamo a cucinare, ma sopravviviamo. La tendina è piccola e fragile ma ha tenuto, io avevo dei dubbi. Fa un po' freddo! 


MARTEDI' 20 agosto
Sole splendido, ma vento pazzesco.
Si rimane a Dongo. Mattinata tranquilla: colazione, spiaggia, bagno, sole. Verso le 11, già stufi, decidiamo di fare un giretto in montagnola: alla chiesetta di Santa Eufemia.


La spiaggia di Dongo

Dopo aver fatto la spesa ci incamminiamo: poco sopra le ultime case un bellissimo fontanone di acqua freschissima, poi, dopo neanche un oretta di un bel sentiero con vista panoramica, arriviamo alla chiesetta, chiusa, con un prato davanti e dei tavoloni traballanti.




 A uno di questi tavoli, una numerosa ed allegra comitiva tedesca ci dice qualcosa, per noi incomprensibile, prima di andarsene.
Abbiamo pranzato e poi riposato sul prato all'ombra di frondosi alberi. C'era una spettacolare vista sul lago, cielo limpidissimo, un po' ventoso.


Dongo. La chiesa di santa Eufemia.

 





 Per scendere abbiamo preso un sentiero, consigliato dai gestori del campeggio, un po' scosceso, e abbandonato e, forse, anche un po' proibito: proprietà privata ma recintato male ... .c'erano varie aperture e ne abbiamo approfittato.
Pare fosse un parco realizzato per volontà di una signora altolocata, che desiderava avere un giardino esotico. Però di alberi strani non ne abbiamo visti. Tranne qualche palmetta, sembravano tutti alberi e arbusti nostrani(1).


Discesa attraverso il "Giardino del merlo".

Ritorno al campeggio con vento, vento e ancora vento. Bagni, sole, riposo fino a sera. Ricca cena con anche buonissimi pasticcini.
In tarda serata ci siamo recati in spiaggia per vedere la situazione lago: bellissimo, lago piatto, luna piena. Domani, se in giornata ci sarà ancora vento, viaggeremo di notte!


MERCOLEDI' 21 Agosto
Sveglia "prestivora", lago abbastanza buono. Quindi si parte.
Si smonta il campo piano, piano per non disturbare i vicini dormienti. Colazione, si carica la barca e si va. Lago un po' agitato ma si riesce a remare tranquillamente e, man mano, migliora. 


 
Gravedona. Santa Maria del Tiglio


 
Gravedona. Palazzo Gallio

 
Oltrepassiamo Gravedona, arriviamo a Domaso dove ci  fermiamo a fare la spesa e poi remiamo ancora per un buon tratto. 

Sosta a Domaso






Un altro modo di remare

Ci fermiamo per un bagno e poi via ancora. Verso mezzogiorno siamo in prossimità del fiume Mera. Superiamo il ponte e cominciamo a risalire.


Sul fiume Mera








Poco prima di Dascio, vicino a riva il lago è pieno di alghe e melmoso, ma ci fermiamo comunque e pranziamo in un prato. Quando ripartiamo abbiamo qualche difficoltà a districarci dalle alghe. Ci fermiamo poco più avanti per un caffè e una pennichella.

 
Il laghetto di Dascio


Si riprende il percorso lungo il fiume e si arriva al laghetto di Novate. Ci accoglie un vento fastidioso che rende faticoso il remare, con onde abbastanza consistenti. Costeggiamo, per sicurezza, ma così allunghiamo notevolmente il percorso.  


La ripida costa occidentale del Lago di Novate Mezzola

Arrivati a Novate fatichiamo a trovare il campeggio: è nascosto in un angolo oltre la foce di un fiume che entra a nord del lago.
E' un camping un po' strano ma ci sistemiamo per bene per la notte, domani gita in montagna: Val Codera.

 
Note
 (1) E' il "Giardino del merlo", realizzato tra il 1858 e il 1883 dal nobileG. Manzi. cfr. Guide d'Italia, Lombardia , Touring Club Italiano, 1995


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LA SCIENZA NEL 3° MILLENNIO
L’Uomo e l’Ambiente
3° ciclo di conferenze
Venerdì






Venerdì 25 ottobre 2013
Ore 21,00
Sala Civica di Verderio Inferiore
LA FOTOGRAFIA COME STRUMENTO DI CONOSCENZA
DELLA NATURA
Relatore Marina GALLANDRA
Dottore in Scienze Agrarie
Fotonaturalista


Ciclo di conferenze promosso dalle Amministrazioni Comunali di Verderio Inferiore e Superiore, grazie alla collaborazione scientifica gratuita dei professori Gabriella CONSONNI e Giuseppe GAVAZZI, dell’Università degli
Studi di Milano. Per eventuali variazioni del programma siete cortesemente invitati a consultare i siti dei comuni di Verderio Inferiore e Superiore
Fotografia di Marina Gallandra: FRUTTO DI CLEMATIDE


Per conoscere il lavoro di Marina Gallandra vai al seguente indirizzo:

http://www.marinagallandra.it/home-it/

BREVA, TIVANO E BELLANASCO di Francesco Agostoni

Prima di intraprendere il giro del lago di Como in barca a remi (vedi il post successivo) ho chiesto a Francesco Agostoni, un amico che quando abitava a Verderio frequentava spesso il lago con il suo catamarano, di spiegarmi il comportamento dei venti che soffiano sul lago. Il suo racconto merita di essere pubblicato. M.B.

Temporale a Dongo
 
Caro Francesco,
ho bisogno di te come esperto navigatore di lago. Io e Giovanna faremo le vacanze con la barca a remi. L'idea è di andare da Como a Novate Mezzola e da qui a Lecco.
Della Breva sappiamo che comincia a soffiare da sud a nord verso le undici e via via aumenta. Poi cessa? Quando?
Del Tivano non abbiamo invece esperienza: come si comporta?
Ci interessa saperlo per capire se possiamo, e fino a che ora, muoverci in barca anche nel pomeriggio. Del Menaggino so solo che bisogna averne paura.
Dicci qualcosa.
Ciao, Marco


Temporale a Dorio

Caro Marco
Mi fa grande piacere sentirti, noi stiamo tutti bene, spero anche voi.
Dunque quando avevo la barca a Bellano andavo su al pomeriggio per sfruttare la Breva che si comporta come dici tu, tuttavia ci sono dei giorni che ritarda o non viene del tutto. Con la breva non riuscivo mai a scendere molto a sud perché sotto Bellagio finiva, invece salivo facilmente fino a Piona e oltre, per poi ridiscendere a Bellano, ma stando attento a non tardare troppo perché verso le sei cominciava a calare e si rischiava di dover tornare a remi. C'erano invece dei giorni che rimaneva forte fino a tardi.
Per quanto riguarda il Tivano l'ho sperimentato qualche volta quando andavo a fare surf a Valmadrera: bisognava arrivare prestissimo al mattino perché alle 9 già calava.


Bellano
Poi ci sono quei venti bastardi che si scatenano quando meno te l'aspetti e scendono giù dalle valli laterali con furia incredibile. Il menaggino non l'ho mai sperimentato ma il bellanasco sì.
Questa è la storia.
Ero a Dervio un bel pomeriggio d'estate e decido di tornare a Bellano con una bella breva tesa. Ero da solo in catamarano e in quelle condizioni non c'era nessun problema e contavo di impiegare una mezzora al massimo. Arrivato a metà strada, all'improvviso dalla valle arriva una botta di vento fortissima, il cielo si copre nel giro di pochi minuti, nuvole nere scaricano pioggia, tuoni e fulmini che vedo cadere in acqua a pochi metri da me. Si alzano delle onde enormi per il lago, miracolosamente riesco ad ammainare la randa, ma anche senza vele la barca cavalca le onde a velocità pazzesca e per evitare di ingavonare le prue devo timonare stando seduto all'estrema poppa. Sono completamente in balia delle onde e del vento, cerco soltanto di evitare la scuffia ma non so dove sto andando,è completamente buio, le sponde del lago non si vedono più, ho una visibilità di qualche decina di metri. Attendo da un momento all'altro che una saetta mi colpisca l'albero e intanto viaggio a velocità folle verso l'ignoto. Sarà durato una mezzora, poi piano piano il vento ha cominciato a calmarsi e ho potuto rilassarmi un po' ma ancora non sapevo dov'ero e dove stavo andando, finalmente verso prua vedo una luce, mi avvicino e mi accorgo di essere ritornato esattamente al circolo vela di Dervio da cui ero partito. Avevo preso talmente freddo che la prima tazza di tè caldo che mi hanno offerto l'ho versata tutta per terra perché le mani mi tremavano, ma insomma l'ho scampata bella. Morale della favola non allontanarti troppo dalle sponde per poter guadagnare rapidamente la riva in caso di maltempo.
Ciao Francesco


Temporale a Bellagio



martedì 22 ottobre 2013

SUOR CARLA BARELLI 1942/2013 di Giorgio Oggioni e Marco Bartesaghi

Carla, a destra, con la famiglia al matrimonio di Pierina





Carla Barelli nasce a Verderio Inferiore il 4 febbraio 1942, da Pasquale e Genoveffa Consonni. È la quarta di cinque fratelli: Eugenio, Pierina, Armando, Carla e Gianmario.







Pasquale Barelli e Genoveffa Consonni in "curt di scupei"



La famiglia abita in "Curt di scupei" (degli scalpellini), in via Roma 16.

Nel 1958 Carla si trasferisce a Varenna, dove il fratello Armando ha aperto un negozio di macelleria. A Varenna ha un fidanzato, Silvano Denti, che nel 1963 muore in un incidente stradale.




Carla in "Vespa", in "curt di scupei"







Quando il fratello Armando lascia l'attività di macellaio, Carla torna a Verderio e trova impiego come operaia presso il maglificio Baraggia.










don Paolo Redaelli




In questi anni matura la vocazione religiosa, accesa, forse, dalla tragedia della perdita di Silvano e coltivata con l'aiuto assiduo del parroco di Verderio Inferiore, don Paolo Redaelli. 







Il 17 aprile 1967 è accolta come novizia nel convento di Grugliasco (Torino), delle Suore della Consolata, ordine missionario femminile fondato dal Beato Giuseppe Allamano (1851 - 1926).


Carla Barelli e don Paolo Redaelli al convento di Grugliasco. Con loro Maria Teresa Origo, di Verderio Inferiore, anche lei Missionaria della Consolata


Scegliendo l'ordine della Consolata Carla manifesta il desiderio di svolgere il suo servizio in terra di missione e quindi la disponibilità a vivere in continenti lontani e in situazioni dove la povertà è estrema.
Il 22 novembre 1969 a Nepi (Viterbo), dove frequenta un corso di ostetricia, fa la prima professione di fede. Nel 1978, a Torino, prende i voti perpetui; il 10 luglio saluta la comunità di Verderio Inferiore e il giorno dopo parte per Buenos Aires, Argentina, dove opera, come ostetrica, presso la Maternità Santa Rosa di Florida.
Guarita da un epatite che l'ha portata ad essere in pericolo di vita, torna in Italia, a Torino, per sottoporsi a una cura con Interferone. Dopo circa un anno riparte per l'Argentina.



Suor Carla in Bolivia

 Nel 1991 con un gruppo di consorelle si trasferisce a Poopò, in Bolivia, nella regione di Oruru.
A Poopò, luogo di miniere, suor Carla e le sue compagne si occupano dell'educazione religiosa dei bambini e della scuola e organizzano corsi di cucito e di maglieria per le donne, che aiutano anche in un difficile cammino di emancipazione, sia in famiglia che sul lavoro





Suor Carla collabora con il locale ospedale e, con alcuni operatori sanitari, gira per la campagna a somministrare le vaccinazioni. Sollecitata dai minatori, interviene a volte per la difesa dei loro diritti.


Suor Carla in una via di Poopò

Rimane in Bolivia fino al 2012, quando torna alla casa madre di Buenos Aires per occuparsi delle suore anziane.

Suor Carla, a sinistra, cerchiata in giallo, con le Missionarie della Consolata in Argentina e Bolivia. Nalla foto altre due suore di Verderio: suor Pieranna Quinterio, di Verderio Inferiore (cerchiata in rosso); suor Gina Motta, di Verderio Superiore (cerchiata in verde).

Nel luglio del 2012 è in Italia, dove trascorre qualche mese. Il 6 ottobre riparte per l'Argentina.
Nel gennaio del 2013 non sta bene e si sottopone ad esami medici. In febbraio viene operata per un tumore all'intestino , ormai diffuso anche in altre parti del corpo. Viene rioperata in marzo, durante la Settimana Santa, ma le sue condizioni sono disperate.
Assistita dalle consorelle e, negli ultimi giorni, dal fratello Gianmario con la moglie Rosy e dall'amica di sempre Annamaria Motta, muore il 12 aprile 2013.
Il suo corpo è sepolto nel cimitero di Buenos Aires.





Suor Carla con Giovanni Paolo II

Giorgio Oggioni e Marco Bartesaghi