Luigi Frigerio, "Ciccio", ha 53 anni; fino a 36 ha vissuto a Verderio Superiore dove è nato.
Dopo aver lavorato in fabbrica per 7 anni come tornitore ha fatto la prima scelta "controcorrente": ha trovato lavoro presso l'impresa edile di Antonio Sala e per vent'anni ha fatto il muratore. Molti l'avevano sconsigliato ma la fabbrica gli stava stretta, aveva bisogno di un mestiere all'aria aperta, un lavoro forse più duro ma in cui si sentisse più libero.
Dopo aver lavorato in fabbrica per 7 anni come tornitore ha fatto la prima scelta "controcorrente": ha trovato lavoro presso l'impresa edile di Antonio Sala e per vent'anni ha fatto il muratore. Molti l'avevano sconsigliato ma la fabbrica gli stava stretta, aveva bisogno di un mestiere all'aria aperta, un lavoro forse più duro ma in cui si sentisse più libero.
Nel 1992, quando Antonio Sala è andato in pensione, Ciccio si è trovato ancora una volta nella necessità di dover scegliere e, ancora una volta, la sua è stata una scelta drastica...
Sì, avrei potuto continuare a fare il muratore - lo sapevo fare bene - andare avanti con il solito tram - tram ...
Invece?
Invece ho deciso di realizzare un sogno, un progetto a cui pensavo ormai da anni e che avevo costruito piano piano nella mia testa: andare vivere in montagna, a Dasile in val Bregaglia.
Perché a Dasile?
Ci ero andato per la prima volta quando avevo 15 anni, insieme a Germano. Eravamo saliti di notte; non si arrivava mai. Lui mi diceva "quando senti il rumore dell'acqua vuol dire che siamo arrivati". Io l'acqua la sentivo ma ancora non si arrivava. Il giorno dopo, quando ci siamo alzati, mi sono guardato intorno e ho detto: "Mai più, qui non ci vengo più".
Non è andata così...
No, Ci sono tornato un sacco di volte, nei fine settimana, d'estate , d'inverno. E ho cominciato a pensare come sarebbe stato vivere sempre lì.
Diciotto anni fa, a 36 anni, "Ciccio" cambia di nuovo vita, ancor più drasticamente di quando aveva deciso di fare il muratore. Acquista un rustico a Dasile....
Un rustico? Un rudere! Gli amici che lo vedevano dicevano ch'ero matto. Ma loro vedevano solo quello che c'era. Io vedevo quello che sarebbe diventato, perché avevo già tutto nella testa: i locali, il tetto, tutto...Così ho cominciato a metterlo a posto. Quando avevo bisogno di consigli, andavo da Antonio, il vecchio datore di lavoro.
Ma eri disoccupato...
Sì, ma a Savogno mi si offrì l'occasione di gestire il crotto. Era un locale di proprietà di un consorzio. Sono diventato socio e ho chiesto e ottenuto di diventare il gestore.
Te l'hanno concesso anche se eri un "forestiero"?
Non tutti erano d'accordo. Io poi avevo capelli e barba lunghissimi. Dopo però, anche quelli che all'inizio erano contrari hanno cambiato idea: per tutti ero diventato "il milanese" che gestiva il crotto. A farmi accettare ha contato molto l'andare con il pulman allo stadio a vedere l'Inter.
Quindi abitavi a Dasile e lavoravi a Savogno. Restavi lì tutto l'anno?
Sì. D'estate c'erano una cinquantina di famiglie in tutto fra i due paesi. La vecchia scuola del paese veniva utilizzata come colonia estiva per gruppi di ragazzi belgi.
E dopo l'estate?
In autunno e primavera nei fine settimana - ma non negli altri giorni - c'era ancora qualcuno.
E d'inverno?
In inverno quasi nessuno. Facevo dei lavori da muratore nelle case dei due paesi. Lavoravo fin verso le tre del pomeriggio e poi tornavo a casa. Leggevo, sentivo la radio. Non c'era neanche la luce: usavo le lampade a gas da campeggio. Andavo a letto verso mezzanotte.
Ti piaceva?
Stavo bene. Mi piaceva il rapporto con la natura. Magari in una giornata vedevi solo uno stambecco, o quattro o cinque cervi in una volta sola
Non hai mai pensato di "tornare indietro"?
Il primo o il secondo inverno ha cominciato a nevicare e non smetteva mai. Non ne potevo più di tutto quel bianco: sono venuto a Verderio e mi sono fermato qui per un mese. Poi sono tornato su. Ho vissuto così per i primi tre anni
Poi?
Il comune aveva un progetto per trasformare la vecchia scuola in un rifugio. Quando cominciarono i lavori avevo come clienti del crotto i muratori dell'impresa. Avevo imparato a fare da mangiare e me la cavavo bene.
Per la gestione del rifugio il comune aveva indetto una gara. Un gruppo di ragazzi del paese che aveva deciso di partecipare mi chiese se mi interessava. C'ho pensato un po' e poi ho detto di sì. Abbiamo vinto.
Poi ho cominciato ad avere qualche problema di salute e ho dovuto smettere di lavorare lì. Ora abito a Piuro ma quando riesco salgo ancora a Dasile. Questa è la mia vita.
Foto "d'epoca"a Dasile: il primo da sinistra è Germano Lisignoli; vicino a lui Luigi Frigerio, "Ciccio" |
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