domenica 26 luglio 2015

CARRETTIERI E CAVALLANTI IN BRIANZA. UN ANTICO MESTIERE DA TEMPO SCOMPARSO di Beniamino Colnaghi



Qualche mese fa, mentre stavo ricostruendo la storia di mio nonno paterno(1), morto a 41 anni sul carro trainato da Nino, il cavallo di famiglia, mi imbattei in una categoria di lavoratori che oggi non esiste più: i cavallanti, o carrettieri, come dir si voglia. Mi incuriosì l’essenza romantica, seppur dentro una vita di stenti e privazioni, di quel mestiere, il rapporto intenso tra l’uomo ed il suo cavallo, l’uscire dallo stretto ambito del villaggio per scoprire realtà e mondi diversi. Spiriti liberi? Esseri alla ricerca di indipendenza? Nomadi? Oppure, più semplicemente, persone mosse dal bisogno e dalla necessità di far quadrare i bilanci familiari?   

Partiamo da uno dei due attori principali: il cavallo. Possiamo affermare che senza il contributo del cavallo il corso dell'evoluzione e della storia dell'uomo sarebbero stati sicuramente diversi? Probabilmente sì. Fra i molti animali domestici che hanno affiancato l'uomo nella sua evoluzione e nella storia, il cavallo ha avuto indubbiamente il ruolo di protagonista. Pensiamo a tutte le attività in cui il cavallo ha affiancato l'uomo: il lavoro nei campi, il trasporto di persone e cose, la compagnia negli spostamenti e nei viaggi, la partecipazione alle guerre e alle conquiste, la salvezza di vite umane, la fedeltà in campo sportivo e ricreativo.  
Il cavallo radunava attorno a sé un fitto sciame di persone per la sua cura. Dal maniscalco al sellaio, dal cavallante al manovale addetto alla pulizia della stalla, questi animali offrivano ed esigevano lavoro. Nei borghi contadini, fino agli anni Sessanta, i cavalli erano innumerevoli. Ogni famiglia che lavorava la terra ne aveva uno. In ogni corte e nelle cascine se ne contavano più d’uno, a seconda delle esigenze e delle dimensioni del luogo. Ma chiunque poteva permetterselo investiva nell'acquisto di un cavallo. 



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