sabato 8 marzo 2014

LA "COOPERATIVA DI CONSUMO SAN GIUSEPPE" DI VERDERIO SUPERIORE di Beniamino Colnaghi


Nell’era moderna lo sviluppo della cooperazione è andato avanti di pari passo con la crescita economica, sociale e culturale dei soci cooperatori e di tutti gli individui coinvolti. Ci furono tentativi di realizzare concretamente queste nuove società, basate sulla cooperazione, prima nei nuovi territori americani, poi nelle campagne inglesi verso la fine del Settecento e poi ancora in Francia. In seguito si svilupparono iniziative di cooperazione, in particolare in Germania, dove, verso metà Ottocento, nacquero le Banche Popolari e le Casse Rurali, con lo scopo di far accedere al credito artigiani e contadini. Ma l’anno che più di ogni altro è ricordato come l’inizio del movimento cooperativo è il 1844. La prima vera cooperativa organizzata nacque dunque quell’anno a Rochdale, sobborgo di Manchester, in Inghilterra, per iniziativa di un gruppo di operai tessili che già allora diedero vita ad uno statuto, espressione degli obiettivi cooperativi, le cui finalità di fondo ancora oggi sono un punto di riferimento per milioni di cooperatori in tutto il mondo.
Le prime esperienze cooperative in Italia ebbero inizio con alcuni anni di ritardo rispetto all'Inghilterra e trovarono sviluppo soprattutto al nord, dove operavano le Società Operaie e le Società di Mutuo Soccorso. Gli ultimi decenni dell’Ottocento videro svilupparsi piccole esperienze in ambiti locali che si potenziarono negli anni successivi. La Federazione delle Società Cooperative Italiane nacque a Milano nel 1886, durante il primo congresso dei cooperatori italiani, “vi emergono in varia misura orientamenti liberali, cattolici, radicali, operaisti, socialisti, scrive Zangrandi”. Durante il 5° congresso tenutosi a Sampierdarena nel 1893 la federazione assunse la denominazione di Lega nazionale delle Cooperative. L'importanza e lo scopo della Lega è da ricercare nella capacità che, attraverso essa, ebbero le diverse imprese iscritte di far sentire la propria voce, le proprie ragioni e i loro interessi comuni in ambito nazionale, anche se i governi conservatori di fine Ottocento si dimostrarono sospettosi verso qualsiasi esperienza che comportasse un ampliamento della democrazia.





Con queste premesse e finalità in Brianza sorsero numerose cooperative, sia politicamente unitarie sia di matrice cattolica o di esclusivo orientamento socialista.

Già dagli anni Trenta del Novecento, in piazzetta Roma a Verderio Superiore era attiva un’osteria. Una delle tante, in quell‘epoca. Ne era proprietaria la famiglia Pozzoni, detta Tampen, che la gestiva grazie all’impegno diretto dei suoi componenti. Nei primissimi anni Quaranta l’osteria era condotta da Mario Pozzoni e da sua moglie Aldina. La gestione diretta si protrasse fino ai mesi estivi del 1945, quando la famiglia Pozzoni affittò i locali alla “Cooperativa di consumo a responsabilità limitata San Giuseppe”, fondata nel 1945, pochi mesi dopo la conclusione della seconda guerra mondiale. L’atto costitutivo della società venne redatto dal notaio Luigi Stella di Nesso, provincia di Como, e sottoscritto davanti allo stesso “in una sala al primo piano del palazzo comunale di Verderio Superiore”. Prima di elencare i nomi dei fondatori, riterrei importante e storicamente corretto evidenziare il fatto, almeno così è parso allo scrivente, che tutti coloro che parteciparono alla fondazione della “San Giuseppe” lo fecero con spirito unitario e nel solco della dichiarazione del Zangrandi, ossia tutti gli orientamenti politici e culturali dell’epoca, usciti vittoriosi dalla lotta contro il fascismo, vennero rappresentati. Per confutare questa affermazione basterebbe leggere i nomi dei fondatori e conoscere le pagine più significative della storia della prima metà del Novecento di Verderio Superiore.



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