sabato 13 febbraio 2010

LA " CURT DI MESTE' " di Marco Bartesaghi

Questo articolo nasce da una lunga chiacchierata con Tarcisio Sala, fonte inesauribile di notizie su Verderio, a cui spero di poter attingere anche in futuro.


Tarcisio vive da sempre al civico 17 di via Principale, via che, fino a un anno imprecisato, si è chiamata, per la sua direzione est - ovest, "via Orientale".

LA FAMIGLIA SALA RIUNITA IN CORTE
FOTO ANNI 1930/'35


La corte al n. 17, per la varietà di "mestieri" che si sono susseguiti o hanno convissuto, era conosciuta come "Curt di Mesté".


A cavallo tra l'ottocento e il novecento la corte ha ospitato anche le prime tre classi delle scuole elementari. Le aule occupavano i locali sotto il portico del lato nord dell'edificio. In seguito, per molti anni, le scuole hanno avuto sede nel palazzo del Municipio, insieme agli uffici dell'amministrazione comunale.


GIOVANNI SALA


La famiglia di Tarcisio Sala gestiva, fin dalla seconda metà dell'ottocento, l'osteria detta dei "Lona", soprannome della famiglia stessa. L'attività ebbe probabilmente inizio con Giovanni, proseguì con Giuseppe, detto "Barbisét", e con Emilio, rispettivamente bisnonno, nonno e padre di Tarcisio.

L'OSTERIA DEI LONA NEL PARTICOLARE DI UNA CARTOLINA DEGLI
ANNI TRENTA DEL NOVECENTO. NELLA LUNETTA IL LOCALE E' DENOMINATO
"OSTERIA NUOVA"


Contemporaneamente Giuseppe (1868 - 1951) e Emilio (1915 - 1964) macellavano i maiali presso le famiglie che lo richiedevano. Nel 1936/37 l'osteria (1) fu trasformata in una salumeria, rimasta attiva fino al 1954. Dopo questa data Emilio ha continuato l'attività di salumiere in un negozio di Milano, zona Lambrate


EMILIO SALA


La corte è detta anche "Curt del Legnamé", perché qui lavorava, tra '800 e '900. il falegname Giovanni Stucchi, "Giuvanela", che nel 1902 costruì i serramenti della nuova chiesa parrocchiale.


GIOVANNI STUCCHI, "GIUVANELA", E
LA MOGLIE LUIGIA



Un suo dipendente, Emilio Bonanomi di Osnago, sposò sua figlia, Adelaide, conosciuta come "la sciura Stucchi". Emilio portò avanti la falegnameria dopo il suocero, ma non ebbe successori perché l'unico figlio che lavorò con lui, Giovanni, morì prima del padre.


EMILIO BONANOMI E LA MOGLIE,
ADELAIDE STUCCHI

In "Curt di Mesté" abitava anche il "sartèl", Felice Robbiati, sarto e parrucchiere.
Sua moglie Rachele Rebazzi era la levatrice del paese, "la cumà". Quando nei primi anni trenta


FELICE ROBBIATI, "SARTEL"


RACHELE REBAZZI, " CUMA' "

cessò di lavorare, fu sostituita da Lina Botta, un'ostetrica che proveniva da Lurate Caccivio e si era diplomata a Como. Lina rimase in carica fino al 1963. Di Felice e Maria Lina era diventata nuora, avendo sposato il figlio Francesco Robbiati, impiegato alla Marelli e primo presidente del Circolo S. Giuseppe (2).


LINA BOTTA, " CUMA' "

Nella corte ha avuto origine anche l'attività di produzione di dolci, tuttora esistente, della famiglia Ponzoni.

Per un altro mestiere che vi si svolse, la corte è ricordata anche come "Curt del murné". Qui infatti, nei locali già adibiti ad aule scolastiche, Attilio Villa, mugnaio (murné), nel 1949 trasferì l'attività di macinatura del grano dopo il crollo , in "Curt di Benedìtt", in fondo a via Fontanile, dei locali che la ospitavano in precedenza. Il mulino, portato avanti dopo la morte di Attilio dal figlio Angelo, coadiuvato dalla sorella Ines, è rimasto in funzione fino al 1968.

Le seguenti fotografie, con vari componenti della famiglia Sala, lasciano intravedere sullo sfondo scorci della corte come si presentava fino a qualche decennio fa.

TARCISIO E MARIA LUISA SALA DI FRONTE
AL LATO OVEST DELLA CORTE


MARIA SIRONI , NONNA DI TARCISIO,
CON UNA NIPOTE. ALLE LORO SPALLE IL GELSO
DELL'ANGOLO NORD OVEST DELLA CORTE


TARCISIO (a destra) E ADELIO SALA.
IL PORTICO DEL LATO NORD, ANCORA CON
LE COLONNE DI "MOLERA"


UNA CUGINA DI TARCISIO.
ALLE SUE SPALLE IL LATO EST DELLA CORTE, DOVE
SI NOTANO UN ALTRO GELSO E LA LATRINA

I lati che, pur modificati, hanno mantenuto maggiormente l'aspetto antico sono quello sud, con l'androne di accesso, e quello nord con il portico. Le colonne originali del portico, ritenute non più idonee a sostenere il peso dell'edificio sovrastante, sono però state incorporate negli attuali pilastri.
Nella corte erano presenti tre gelsi e due viti, una sul lato est e l'altra sul lato nord.


UN'ALTRA FOTO DEL LATO NORD
CON UNA DELLE COLONNE ORA
INCORPORATE NEI PILASTRI
(in primo piano il signor Raffaele)

(1) La licenza dell'osteria fu ritirata da Mario Gariboldi che, nella ex villa Pollastri (oggi ristorante "da Remo") aprì l' "Osteria Nuova".
(2) Le notizie su Lina Botta sono contenute in una lettera che il figlio Angelo inviò nel 1986 al giornalino "Verderio Oggi".

Marco Bartesaghi

Potete trovare qualche riferimanto a questa corte anche sotto l'etichetta "Maurizio Besana".
Oltre a Tarciso Sala hanno contribuito a questo articolo la signora Valentina Villa, per le notizie sul "murné", e la signora Luigia Bonanomi con le fotografie dei suoi genitori e i suoi nonni. Li ringrazio con affetto.
Questo articolo può essere corretto, precisato o arricchito da chiunque abbia notizie, o immagini, per poterlo fare. Come? Utilizzando lo spazio
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Grazie, M.B.

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