martedì 23 febbraio 2010

IL BACO DA SETA O "CAVALEE" di Anselmo Brambilla - seconda parte




GELSO, VERDERIO INF.
SULLO SFONDO CASCINA BERGAMINA

La prima parte di questo articolo è stata pubblicata su questo blog il
10 febbraio 2010.


Non erano infrequenti casi in cui la foglia doveva essere comprata essendo insufficiente la quantità di gelsi presenti nel fondo di un coltivatore, la spesa per la foglia acquistata era normalmente divisa fra il proprietario e il contadino allevatore.

Per circa dieci giorni fino alla prima dormita durmida, il bacolino è nutrito con foglie tagliuzzate i più fortunati disponevano di apposito attrezzo chiamato taglia foglia taiaföia, gli altri si arrangiavano come potevano, poi si passava alle foglie intere servite incessantemente fino alla quarta dormita.


GELSO, VERDERIO INF
SULLO SFONDO IL CAMPANILE DI VERDERIO SUP.

Il ciclo vitale del baco da seta si esaurisce in circa 40 giorni, dal bigattino al bozzolo lo sviluppo s'interrompe quattro volte nelle quali il baco si addormenta per un certo periodo al risveglio delle quali cambia la pelle fa la müda, le dormite chiamate: de la prima, de la segunda, de la terza e de la quarta, erano identificate anche come la bruna, la bianca e la grossa (3)

Alla fine del ciclo, l'originario bigattino (scientificamente chiamato bombice) di 2 - 3 mm è diventato un grosso bruco di 8 - 9 centimetri pronto per produrre un bozzolo di circa 500 - 700 m di seta.

La müda era una mutazione,un cambio, le quattro dormite avvenivano in coincidenza con i cambi della pelle ul cavalee el fö la müda, non essendo la pelle del cavalee elastica non si adattava alla sua crescita quindi era cambiata e abbandonata, sostituita da una nuova pelle nel frattempo creatasi sotto il vecchio involucro.

Durante i periodi delle dormite, il contadino liberato momentaneamente dal lavoro d'approvvigionamento alimentare, si dedicava alla generale pulitura delle tavole e dei locali d'allevamento, si asportava la carta con i detriti e lo sporco e si ripristinava lo strato di canne dei graticci, l'operazione pulizia e riordino ambiente era chiamata mundo i cavalee e rifach ul lëc (4)

Alimento, pulizia ed una costante temperatura erano le condizioni basilari per ottenere buoni risultati, il baco da seta per maturare marüdo (5), cioè completare la sua metamorfosi fino al bozzolo, aveva bisogno di vivere in ambienti con condizioni d'umidità e calore costanti la temperatura considerata ottimale doveva mantenersi fra i 18 - 20 gradi centigradi.

Allo scopo i locali usati per l'allevamento, normalmente le abitazioni stesse delle famiglie contadine, disponevano d'appositi camini i quali mantenuti accesi giorno e notte garantivano il caldo necessario all'allevamento.

GELSI, VERDERIO INF

Per aumentare la capacità riscaldante non sempre sufficiente dei camini esistenti, erano costruiti dei piccoli vani fuoco detti franchït, in comunicazione diretta con l'esterno attraverso un buco nel muro (6).

La legna per far funzionare i camini era reperita nei boschi del padrone di solito al momento dell'uso, in sostanza il lavoro era tayloristicamente diviso fra uomini e donne, ai primi compiti d'approvvigionamento, legna da ardere e foglie di gelso, alle seconde mantenere costante l'alimentazione e curare la pulizia dei bachi.

Nei momenti di maggior consumo delle materie necessarie alla vita del baco, i Brianzoli usavano affermare che non avanzavano tempo neanche per dire le preghiere ul pater e che quando i bachi mangiavano, si sentiva un rumore paragonabile ad una forte pioggia battente.

Circa otto giorni dopo la quarta dormita, comincia a costruirsi il bozzolo la galeta, alle prime avvisaglie il baco diventava nervoso e smetteva di mangiare, il contadino predisponeva un intreccio di rami secchi chiamato bosco ul bösch.

Normalmente si utilizzavano i rami secchi di una pianta oleosa chiamata ravizzone etabi del ravüsciön (7), su questo intreccio i bachi da seta si attaccavano per costruire il bozzolo, almeno quelli che non morivano prima del fatidico momento per svariati motivi, ambiente non adatto,alimentazione non costante, malattie, ecc.

GELSO, VERDERIO INF.
SULLO SFONDO CASCINA ISABELLA

Anni particolarmente sfortunati vedevano la morte di più della metà dei bachi prima di arrivare a maturazione, al contadino non rimaneva altro che commentare l'annata con i cavalee on mia fa bël, i bachi da seta non sono andati bene, rassegnarsi e tirare la cinghia.

Quando tutto andava bene i cavalee on fa bël, si lasciavano sul bosco a completare la maturazione per circa otto giorni quindi erano raccolti, puliti e venduti ai grossisti o alle filande, la resa produttiva era di 40 - 50 Kg di bozzoli ogni oncia di seme.

Una parte era solitamente consegnata ai bigatee in pagamento della sumenza, il resto era diviso "equamente " fra padrone e contadino, il quale finalmente poteva godere (si fa per dire) con la sua famiglia i frutti del duro e sacrificato lavoro.

Il prodotto, ( bozzoli) era ripartito fra il contadino e il sciur padrün in vari modi secondo le zone, normalmente al 50% sumenza compresa, alcuni proprietari esigevano i 2/3, altri ancora il diritto di scelta sui migliori etc, come sempre più che le regole era l'arbitrio del prepotente a dettare le leggi.

Anche dove si ripartiva al 50% esistevano padroni spiritosi che diviso il prodotto equamente, trattenevano sul 50% spettante al contadino, il costo del seme, le spese della eventuale foglia di gelso acquistata etc.

Altri pretendevano il prodotto migliore come diritto, vista la benevolenza e la magnanimità con cui trattavano i propri coloni, il resto lo dividevano in modo ovviamente equo, alla fine della fiera la parte spettante al contadino diminuiva di molto anche se a lui rimaneva la soddisfazione di aver lavorato come una bestia per la gloria del Signore e dei Signori.

Per ottenere una buona resa nell'allevamento del baco da seta oltre alla pulizia e all'alimentazione bisognava prestare molta attenzione ad alcune, chiamiamole indicazioni esoteriche, ritenute molto importanti per ottenere un buon risultato, vediamone alcune di queste indicazioni molto diffuse un tempo nei nostri paesi e a cui pare i nostri avi davano abbastanza credito.


GELSO, VERDERIO INF.

Una serie di queste sono chiaramente indicazioni di matrice superstiziosa, altre invece sono legate al tipo di religiosità praticata dai nostri avi, per i quali qualsiasi cosa e quindi anche i cavalee per dare buoni risultati doveva ottenere la benedizione e la protezione di qualche Santo abilitato allo scopo.

I contadini della nostra zona erano convinti che solo facendo benedire i bigatti o il seme nel Santuario di Tassodine Tasöden, i cavalee avrebbero fa bël, questo Santuario si trova alle pendici del Monte Canto sopra Villa d'Adda, i contadini d'altre zone avevano altri riferimenti solitamente Santuari.

In ogni modo però, l'elemento legato alla superstizione è sempre presente anche dove sembra predominante il fattore religioso, un esempio di questo intreccio tra fede e superstizione è chiaramente presente nel rito, molto diffuso in Brianza, del Cristè Domini.

Nella Settimana Santa un gruppo di ragazzi gira il paese passando di casa in casa a propiziare un futuro buon raccolto di bachi da seta, uno del gruppo porta un bastone con in cima una croce crusön con gli emblemi della Passione, corona di spine, chiodi, etc.

Con questa tocca quattro volte il soffitto del locale in cui saranno allevati i bachi recitando nel frattempo una formula propiziatoria, un altro munito di un cesto raccoglieva quanto i contadini gli offrivano, uova, frutta, alimenti e a volte (raramente) soldi, il testo della strofa variava da paese a paese anche se il senso rimaneva sostanzialmente uguale:

Sem vegnü a cantò'' ul Cristè per fö nö bee i vost cavalee se me di un bel uvet farem nö be i vost galet se me di un quai palancön (8) farem nö bee onca i marciön (9).

(Siamo venuti a cantare il Cristè /per far andare bene i vostri bachi /se ci date un bel uovo/faremo andare a buon fine i vostri bozzoli/se ci date qualche moneta/ faremo andare bene anche quelli ammalati)


GELSO, VERDERIO INF.
CASCINA BICE


NOTE
(3) I riferimenti alla quarta o de la grösa dormita del baco da seta, la più importante prima di iniziare la costruzione del bozzolo, sono entrate nel linguaggio Brianzolo come sinonimo di sonno profondo al dormiglione si dice sovente : te dormet de la quarta o de la grösa.

(4) Pulire i bachi e rifargli il letto

(5) Maturato, termine utilizzato per indicare che il baco era arrivato alla costruzione del bozzolo

(6) Praticato dopo parere favorevole del sciur padron o del suo leccapiedi sciur fatur

(7) Ravüscion - Ravizzone - Pianta oleosa, dai semi si ricavava un olio dal sapore terribile usato come condimento dai contadini, secca si utilizzava fare il bosco ai bacchi da seta.

(8) Palancon - Moneta da 10 centesimi cosi chiamata per distinguerla dalla palanca, 5 centesimi di lira.

(9) Marciòn - Una delle tante malattie del baco, di fatto il bruco imputridiva, marciva, quando succedeva gli esemplari colpiti dovevano essere immediatamente eliminati altrimenti infettavano tutto l'allevamento.

Anselmo Brambilla,
15 marzo 2009


Le fotografie dei gelsi sono state scatatte a Verderio Inferiore il 25 febbraio 2010. M.B.

2 commenti:

  1. Complimenti per la ricerca e per le foto.
    Ezio Limido
    Assessore al Territorio
    Castiglione Olona

    RispondiElimina
  2. Ho letto con interesse la ricostruzione dettagliata di parte della vita contadina di un tempo.
    Mi sono ritornati in mente dei ricordi gia sbiaditi della mia fanciullezza dove anche dalle mie parti fino a 45 anni fa o poco meno si allevavano i bachi da seta. Le motivazioni e le condizioni erano medesime.
    Ora purtroppo rimangono solo i ricordi, in quanto gli enormi edifici con le relative ciminiere sono stati coonvertiti senza risparmiare quel angolo che ritrasmettese ai posteri le fatiche e le abnegazioni di quanti hanno operato in condizioni disumane.
    Complimenti ancora
    Edoardo Scarpis
    Colle Umberto (TV)

    RispondiElimina