mercoledì 9 ottobre 2013

LA CESSIONE DELLA "CHIESA VECCHIA" DI VERDERIO SUPERIORE ALLA FAMIGLIA GNECCHI di Marco Bartesaghi

Quando il 29 aprile 1898 la famiglia Gnecchi Ruscone scriveva al Cardinale di Milano, Andrea Carlo Ferrari, per comunicargli la sua intenzione di costruire a Verderio Superiore una nuova chiesa e una nuova casa parrocchiale, esprimeva anche il desiderio di avere in cambio, attraverso un contratto di permuta, i beni che i nuovi edifici avrebbero lasciato liberi.
 

Il Cardinale accettò la proposta e, con il consenso del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti, martedì 21 marzo 1905, nella Villa Gnecchi di Verderio Superiore, davanti al notaio Antonio Resinelli di Valmadrera, fu stipulato l’accordo.
 

Erano presenti il parroco, don Luigi Galbiati, titolare della prebenda parrocchiale, i fabbricieri Ambrogio Oggioni, Lazzaro Cassago e Carlo Besana, il comm. Francesco Gnecchi Ruscone e il delegato di suo fratello Antonio, il ragionier Eugenio Lissoni. C’erano anche i signori Luigi Viganò e Gerolamo Oggioni, in qualità di testimoni, e l’ingegner Amilcare Avignone, regio subeconomo ai benefici vacanti, rappresentante del Regio Economo Generale.
 

 
Tipo censuario redatto dall'ing. B. Albini dove sono riassunti i termini dell'accordo


Una prima osservazione: la permuta non interessa l’edificio della nuova chiesa parrocchiale. Essa infatti era stata considerata acquisita dalla fabbriceria, in virtù del lavoro svolto dai fedeli della parrocchia, per la sua edificazione.

La chiesa di Verderio e il sagrato in una cartolina spedita nel 1905 (1)

Nell’atto notarile sono presenti tre distinte operazioni di permuta.


 


Aggiungi didascalia



 Nella prima Francesco Gnecchi Ruscone cedeva:
-     un terreno a giardino di 0.83 pertiche, corrispondente al numero di mappale 80b, che diventerà orto della parrocchia;
-    La nuova canonica, il giardino, oggi occupato dall’oratorio, i rustici e la casa colonica.












Orto e casa colonica parrocchiale



La "nuova canonica"











Dalla prebenda parrocchiale otteneva in cambio:
-    I terreni ai numeri 98 -99 – 100 – 101 del catasto rurale
-    L’immobile n 102 del catasto urbano, corrispondente alla vecchia canonica.












La seconda permuta interessa invece i terreni che la famiglia aveva messo a disposizione per la costruzione della chiesa ed altri adiacenti.








Antonio Gnecchi Ruscone cedeva:
-    La striscia di terreno, 97b, stradetta che oggi congiunge via dei Tigli con via Principale;
-    Un piccolo terreno, 314c, confinante con il lato est della scuola materna;
-    Uno spicchio di sagrato, 81c, attiguo alla via dei Tigli
In totale 1,51 pertiche.







La stradetta dietro la chiesa, fra via dei Tigli e via Principale




Suo fratello Francesco cedeva invece:
-    Il terreno dove era sorta la chiesa, 80a;
-    Il sagrato, comprendente i numeri di mappale 310 e 313.
In totale 5,71 pertiche.








I due fratelli ricevevano in cambio dalla fabbriceria parrocchialela vecchia chiesa e il relativo sagrato, per un totale di 550 mq,: 434,97mq a Francesco, 115,03 mq ad Antonio.




La vecchia parrocchiale di Verderio Superiore come si presenta oggi.

L’atto che stiamo esaminando contiene anche un altro contratto di permuta, questa volta  fra Antonio e Francesco Gnecchi: il primo cede al fratello la sua porzione della vecchia chiesa e riceve in cambio una parte del mappale 98, indicato successivamente in mappa con il numero 98b.
 



Alla parte più prettamente economica finora descritta seguono 14 clausole, contrassegnate da numeri romani, volte perlopiù a garantire ai contraenti il pieno e libero godimento dei beni di cui entravano in possesso. Tre di esse però contengono disposizioni particolari, interessanti per capire il peso e il ruolo che la famiglia aveva e voleva mantenere in paese.
  • Con la IX clausola, la famiglia Gnecchi si garantiva il diritto perpetuo di possedere le chiavi ed usare in modo esclusivo le due tribune poste di lato all’altare maggiore della chiesa parrocchiale.
  • Con la X la fabbriceria parrocchiale, che aveva il compito di custodire la nuova chiesa e adempiere alla sua manutenzione, era tenuta a rispettarne rigorosamente l’aspetto architettonico ed artistico e a non apportare modifiche o aggiunte senza il consenso della famiglia o di un architetto da essa incaricato.
  • Con la XI, infine, era espresso il divieto “di erigere fabbriche o costruzioni di qualsivoglia specie” sulle aree avute in permuta adiacenti alla nuova chiesa.

Madonna co il Bimbo a sinistra del portale della vecchia chiesa di San Floriano



Con questo contratto la vecchia chiesa di San Floriano fu definitivamente ridotta ad uso profano. Un’epigrafe scolpita in un tondo murato sulla parte destra della facciata recita:

DELL’ANTICA
CHIESA PARROCCHIALE
DI VERDERIO SUPERIORE
SOSTITUITA DALLA NUOVA
NELL’ANNO 1902
RIDOTTA AD USO
DI ABITAZIONE COLONICA
NELL’ANNO 1914
RESTA LA FACCIATA
A RICORDO




I DOCUMENTI
I documenti che sono stati consultati per scrivere questo articolo si trovano nell’Archivio Storico di Verderio, conservato presso la Biblioteca Intercomunale.
La posizione esatta è: Fondo Gnecchi Ruscone 1.3.1.1.8 (21).
Del fascicolo sono stati particolarmente utili per questo articolo i seguenti pezzi:
-    Decreto del Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti, che autorizza la permuta, 21/10/1904;
-    Tipo Censuario redatto dall’ingegner Albini, indicante gli immobili coinvolti nella permuta, 2/3/1903;
-    Atto notarile, redatto dal notaio Antonio Resinelli di Valmadrera, il 21 /3/1905. Questo documento comprende i seguenti allegati:

  • Decreto del Ministero di G. e G e dei culti (lo stesso già indicato sopra);
  • Mandato al rag. Eugenio Lissoni di rappresentare il sig. Antonio Gnecchi Ruscone;
  • Nota di riduzione di ipoteca sugli appezzamenti di terreno 310 e 313, regio Ufficio Ipoteche di lecco;
  • Contratto di permuta fra il signor Francesco Gnecchi Ruscone e i Fratelli e Sorelle Beretta, per un terreno di proprietà di questi ultimi, utile per la costruzione della chiesa, 16/11/1897.

Nota 1: retro della cartolina rappresentante la chiesa di Verderio Superiore











Marco Bartesaghi

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