venerdì 14 settembre 2012

IL FURORE DELL'ADDA E LA PACE DEL NAVIGLIO . Fotografie di Giorgio Oggioni e di Marco Bartesaghi

"Quale contrasto tra il Naviglio a destra, dove l'acqua scorre così placida e piana, accarezzando e pettinando le alghe che si rizzano oscillanti dal fondo, ignare affatto della guerra che succede all'imbocco; 





e il fiume a sinistra che freme e mugge buttandosi giù all'impazzata da salto a salto, tra scoglio e scoglio, formando un mare di gorghi e spume! 






E' mi pareva di vedere da una parte il gran mondo , col suo fracasso, colle sue ire, co' suoi tumulti, colle sue guerre; dall'altra il filosofo, l'asceta che tranquillo, silenzioso, appartato dal mondo, pensa, prega, lavora. 



Là quanto vi ha di ciò che più appare, di ciò che più mena rumore, ma si risolve in una massa di spume; qui invece quanto vi ha di più modesto, di più oblato o spregiato, ma che infine approda a vero bene e a tutto vantaggio dell'umanità. 




Quante impressioni, quanti pensieri lungo il solitario cammino! È una impressione di terrore quella che ti producono i repentini silenzi e i repentini fragori, alternati coll'alternarsi delle rupi che ti nascondono e ti allontanano il fiume, e degli avvallamenti che te lo avvicinano e te lo rendono visibile di nuovo. 


O ti porti in cima ai rialzi, o ti affacci agli scogli di quella barriera come ad altrettante finestre, ogni volta è uno spettacolo nuovo, ogni volta una sorpresa. Ora è un salto, un gorgo, un mare di spume; 




ora un rudere ciclopico che sfida nel mezzo della corrente la furia delle onde; qui una torre quadrata di roccia, ritta sulla sponda, che obbliga il fiume a deviare; costì un pezzo di frana che si stacca, o una catasta di massi già caduti, un crepaccio, una caverna. 



Quante volte vedo l'Adda che tra scoglio e scoglio si divide in ruscelli, i quali folleggiando, serpeggiano e giocano a nascondersi per ritrovarsi ben tosto e rifondersi insieme! Qui lo spettacolo dura lungo tempo; ma vario sempre, stucchevole non mai; sicché tu arrivi senza avvedertene all'ultima conca, dove il Naviglio, nemico delle querele, trovando che l'Adda ha cessato di essere attaccabrighe e turbolenta, 



ad essa ritorna, così che le acque, insieme di nuovo confuse, proseguono la loro via coll'incesso (1) di fiume regolare e maestoso."
 

Antonio Stoppani,
da "Il Bel Paese"
serata XXXIII (2), paragrafo 15: "Il Reno a Sciaffusa e l'Adda a Paderno"


NOTE:
(1) Incesso: modo di camminare
(2) Il "Bel Paese" è una raccolta di racconti di Antonio Stoppani  (Lecco1824/ Milano 1891), sui viaggi, o come lui preferisce definirle, le "corse di pochi giorni, sempre in Italia" intraprese per i suoi studi di geologia e paleontologia. I racconti erano rivolti ai nipoti, alle loro mamme e ai loro babbi, riuniti di sera per ascoltare lo zio scienziato. Per questo i capitoli del libro si chiamano "serate".

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