venerdì 2 luglio 2010

VICENDE DI DONNE: CLEOFE FRIGERIO di Anselmo Brambilla

Un'altra storia di una donna, la terza, raccontata da Anselmo Brambilla. Le precedenti sono state pubblicate su questo blog l'1 eil 17 giugno 2010.
L'illustrazione, anche questa volta è di Sara Bartesaghi.





Nel  mese di gennaio del 1906 il Lavoratore Comasco, noto giornale socialista, pubblicava una corrispondenza da Alserio, piccolo paese della Brianza Lecchese, nel quale si evidenziavano le pessime condizioni in cui  era tenuta dalle autorità la scuola Comunale.

Un prete del paese don Luigi Malinverno, componente della Commissione di vigilanza sulla scuola,  ritenne responsabile  della segnalazione la maestra Cleofe Frigerio, e quindi minacciando di dimettersi dalla commissione la  rimprovera aspramente davanti a tutti i suoi alunni.

Non contento di questo il buon prete fece pubblicare sul Resegone un articolo in cui esternava e rendeva pubblica tutta la sua disapprovazione per l'operato della maestra, rea sospetta di avere mandato al lavoratore Comasco , l'articolo sulle pessime condizioni della scuola.

Naturalmente la Frigerio fu costretta da questa pubblicità a rispondere pubblicamente, non potendolo fare per ovvie ragioni attraverso il Resegone, invia la sua risposta al Lavoratore Comasco.

A questo punto della vicenda, entra in  scena anche il parroco del paese Domenico Parravicino , che dal pulpito , il 4 febbraio 1906 tuona contro il fatto che nella sua parrocchia c'è una maestra socialista che ha il coraggio di scrivere ad un giornale socialista, che a suo dire, l'unica cosa che merita tale giornale, è quella di essere stracciato e bruciato o usato per altri bisogni.

Questa brillante predica ebbe come effetto che su 84 bambini,  solo tre continuarono a frequentare la scuola, tutti gli altri compreso il figlio del Sindaco vennero tenuti a casa. Figurasi se le buone e morigerate famiglie di Alserio potevano affidare i loro innocenti pargoli ad una maestra socialista.

Alla maestra non valsero dodici anni di onorato ed eccellente servizio, e che da sola insegnasse ad ottantaquattro bambini, non valsero a nulla le sue benemerenze scolastiche , solo doveva andarsene per non contaminare con idee anticristiane i pargoli. L'Autorità scolastica manda un ispettore da Como che senza valutare i fatti sospende la maestra, che nel frattempo viene indiziata, oltre che dalle autorità scolastiche anche dalla giustizia, accusata dai buoni cittadini di percosse e maltrattamenti ai bambini.

Assolta sia dall'autorità scolastica (Consiglio Provinciale Scolastico) sia dal pretore di Erba, la Frigerio, che aveva rinunciato anche alla querela nei confronti dei suoi detrattori, doveva essere reintegrata nel suo posto di educatrice. Appena la cosa si seppe la popolazione di Alserio, probabilmente sobillata dai preti, insorse contro la decisione del pretore, minacciando, qualora la maestra avesse l'ardire di tornare, di impedirgli l'entrata nella scuola .

Infatti la mattina del 21 maggio , quando, per ordine del pretore di Erba e accompagnata dai carabinieri la Frigerio si presenta davanti alla scuola, una folla inferocita composta in maggioranza da donne, gli impedisce di entrare.

La cosa si ripete per vari giorni , ad ogni tentativo di entrare nella scuola della Frigerio,  la folla sempre più minacciosa con urla e parolacce glie lo  impedisce. Alla fine anche su consiglio dei carabinieri la maestra si arrende all'intolleranza, desiste e lascia il campo.

Dopo tre mesi di malattia dovuta principalmente alle conseguenze di questi fatti, la Frigerio assistita dall'avvocato Noseda di Como , sporge denuncia per minacce e insulti indicando i due preti come istigatori della gazzarra.

L'istruttoria diede come risultato la denuncia di trentanove persone, poi mandati assolti dal  pretore il 23 novembre 1906 per inesistenza di reato. In appoggio e solidarietà con la maestra, si tiene un partecipato comizio in Como il giorno 8 dicembre1906 dell'on. Caratti , Presidente dell'Unione Nazionale Magistrale, con la partecipazione degli on. Treves, Turati e Berenini (6)

Archivio di Stato Questura di Bergamo - Persone pericolose per l'unità Nazionale Cartella 20

Anselmo Brambilla 7 giugno 2001

NOTA
(6) Il Prealpino 6/12/1906

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