lunedì 22 febbraio 2016

LA NATIVITA' DI CASCINA BERGAMINA di Marta Cattazzo







LOCALITA' : Verderio Inferiore
UBICAZIONE : Cascina Bergamina, via delle Brughiere 3
ICONOGRAFIA : Natività
COLLOCAZIONE : portico d‟ingresso,da terra cm. 220
DIMENSIONI : cm. 78 x 98
PROPRIETA‟ : la famiglia Roveda



La natività della cascina Bergamina (foto2010)









 
Visione d'insieme dell' edicola sacra (foto2002)





 DESCRIZIONE
 
Questa tipo iconografico è attualmente alquanto raro da rintracciare, poiché i soggetti a partire dalla seconda metà dell‟Ottocento fino ad oggi sono per la grande maggior parte di carattere mariano, come ho potuto personalmente constatare con il censimento effettuato.
Sebbene la figura di Maria occupi la parte centrale del dipinto, il soggetto è comunque la natività di Cristo e l‟adorazione dei pastori, che si può leggere come una sorta di Sacra Famiglia allargata, specchio della vita comunitaria che regnava nell‟intera cascina, protettrice dunque delle numerose famiglie che vi abitavano.
Il Bimbo, estremamente minuto, giace nella mangiatoia: è l‟attenzione che cattura le figure intorno, ma al tempo stesso sembra trasmettere alla folta gente che lo circonda il ruolo di protagonismo. Sono quasi quei volti, quegli atteggiamenti devoti che ruotano attorno alla figura inginocchiata della Madre, a rispecchiare la devozione popolare di un tempo, in particolare delle donne della corte; mentre S. Giuseppe, ancora sbalordito dall‟evento, forse un po‟ impacciato, preferisce rimanere in piedi ad osservare la scena. E' al limite del dipinto:
al tempo stesso fa parte e non fa parte dell‟avvenimento, tuttavia ricopre il ruolo di padre, di capo famiglia, è il più alto nella scena, è in primissimo piano.
L‟autore della pittura, per quello che si può ancora vedere, non doveva avere una scarsa mano: i volti sono espressivi, le proporzioni sono rispettate, la tavolozza è ricca di differenti tonalità, il chiaroscuro è correttamente disteso un po‟ ovunque.


 
L'androne d'entrata di cascina Bergamina, visto dall'interno (questa cartolina ha viaggiato nel 1959)   


 
Vista esterna di cascina Bergamina


 DATI STORICI INERENTI

Sono ignote le origini della Cascina Bergamina, tuttavia, secondo le osservazioni del signor Guido Roveda, la struttura architettonica con la torre a passante, essendo tipica della seconda metà del Cinquecento, potrebbe far risalire la costruzione originale a quell‟epoca; ma si tratta solo di una supposizione, poiché documenti che certificano l‟esistenza di tale cascina si hanno solo con l‟inizio del Settecento, ovvero col primo rilevamento del Catasto Teresiano effettuato nel 1719 da Carlo VI, dove la cascina già esisteva, presentandosi strutturata come appare attualmente. I proprietari in quel periodo erano gli Annoni, antica famiglia aristocratica milanese, la quale probabilmente possedeva da tempo questa dimora. Gli Annoni vi rimasero fino al 1927 quando vendettero la proprietà ai Gnecchi-Rusconi, più esattamente a Gianfranco Gnecchi (1901-1981) e Antonietta Caccia-Dominioni, i quali si erano da pochi anni sposati.
Il signor Guido Roveda mi informa che ha avuto notizie circa l‟esistenza in passato di una cappellina adiacente al cortile, la quale venne però adibita a locale abitabile probabilmente col passaggio di proprietà dagli Annoni ai Gnecchi.
Riguardo il nome misterioso della cascina, l‟unico significato che ho trovato è stato leggendo alcune righe descrittive della Brianza da un saggio di Cesare Cantù: “La maggior quantità di vacche è ripartita nel nostro territorio in mandrie (bergamine) da 30 a 120 capi, sui grandi poderi, ove tengonsi in ampie cascine” (C. Cantù, Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, Corona e Caimi editori, Milano 1858, vol. I, p. 362). Bergamine era dunque una denominazione usata nell‟Ottocento e ancor prima, indicante appunto le grandi mandrie di bestiame, sia mucche che cavalli. E‟ possibile che la dimora di via delle Brughiere fu denominata in questo modo ancora ai tempi degli Annoni, i quali possedevano infatti numerosi allevamenti.







 

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