giovedì 2 aprile 2015

IL PIANO REGOLATORE DI VERDERIO INFERIORE di Bruno Mapelli

Nel 1979, quando a Verderio Inferiore si discusse e si approvò il PRG, Bruno Mapelli era Sindaco. Nessuno, quindi,  è più adatto di lui per confrontare le posizione dell'allora maggioranza democristiana con quelle della minoranza comunista, espresse  da Giancarlo Consonni, ex consigliere comunale, nel documento del marzo 1979 e nelle risposte alle mie domande, pubblicate nei due post precedenti.
Ringrazio Bruno per la sua disponibilità, già dimostrata in una lunga intervista, pubblicata su questo blog il 14 nivembre 2014. M.B.


IL PIANO REGOLATORE DI VERDERIO INFERIORE di Bruno Mapelli

Bruno Mapelli

Volendo parlare del Piano Regolatore di Verderio Inferiore, ci sono da evidenziare alcune considerazioni di carattere generale e di metodo.
Era il primo piano regolatore.  Si proveniva infatti da un datato regolamento edilizio, che  stabiliva solo “larghe” regole, senza particolari indicazioni di uno sviluppo futuro.
Noi volevamo che il piano fosse realizzato per i due comuni di Verderio, in un ottica di unificazione, ma  questa idea, per diverse ragioni, non si è potuta realizzare.
Avevamo puntato al raddoppio della popolazione anche perché il paese si cominciava a sviluppare e perché avevamo in mente di realizzare insediamenti produttivi artigianali e (o) di piccole e medie imprese.
Fra i nostri obiettivi, sicuramente c’era quello di proteggere il centro storico, migliorandone la viabilità attraverso  la realizzazione di nuove strade esterne. Volevamo inoltre individuare una zona, dove insediare gli edifici istituzionali (scuole, Municipio, servizi, ecc. …)
Alla realizzazione di questo  progetto di piano, volevamo che partecipassero tutte le forze politiche esistenti in paese e anche l’intera popolazione. Per questo fu costituita una commissione urbanistica, aperta i rappresentanti delle forze politiche, e furono organizzate diverse assemblee pubbliche, per raccogliere idee e suggerimenti da tutti.





 Non ho difficoltà ad affermare che, a parte alcune considerazioni un po’ troppo di parte sulla qualità delle nostre proposte, condividevamo il pensiero e molte delle proposte contenute nel documento che il PCI ci aveva fatto pervenire e che era stato redatto dal consigliere comunale Giancarlo Consonni. Ritenevamo infatti che fosse il linea con i nostri obiettivi, molti dei quali sono stati raggiunti:
1 – raddoppio della popolazione, con azioni mirate ad una efficace integrazione dei cittadini provenienti da fuori paese (scuole, biblioteca, associazioni di volontariato, iniziative sportive, palestra, servizi sociali);
2 – creazione di un consistente numero di posti di lavoro in loco, che hanno consentito di ridurre in parte il pendolarismo;
3 – acquisizione di Villa Gallavresi, con l’idea di realizzare una filiera di edifici/servizi integrati;
4 – miglioramento della viabilità, con la creazione di via Caduti della Libertà e di via Zamparelli;
5 – miglioramento della qualità del centro storico (piazza, illuminazione, viabilità.
Credo quindi di poter affermare che gli obiettivi che ci eravamo prefissati , compreso quello, importante, dell’unificazione dei due comuni, siano stati raggiunti.






Una considerazione non completamente positiva riguarda, a mio avviso, il Centro Storico, che non ha avuto gli sviluppi che avevamo previsto per le seguenti motivazioni:
Regole un po’ troppo rigide per la sistemazione dei cortili. Il fatto, ad esempio, che fosse  prevista la progettazione di interi comparti, creava la difficoltà di trovare accordi fra i vari proprietari;
Proprietà molto frazionate e sviluppate  in modo verticale (unità abitative su due o tre piani). Questa realtà non rendeva appetibile l’investimento, anche perché la realizzazione di appartamenti lineari (su uno stesso piano) richiedeva passaggi di proprietà, osteggiato dai singoli proprietari.
Per il recupero del Centro Storico sarebbero state necessarie, e forse lo sarebbero ancora adesso, regole diverse e un sistema di incentivi.
 

Certo, sono anch’io convinto che, nel fare i bilanci storici, non è facile essere pienamente obiettivi. Ho comunque cercato di dare un’immagine e delle motivazioni personali, che riflettono il mio pensiero e che possono servire come mezzo di approfondimento e di discussione su una materia assai delicate e che, peraltro, ha notevoli risvolti di carattere socio-economico.

Bruno Mapelli


 

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