Le fotografie sono mie e c'entravo poco con il testo. M.B.
12 MARZO 1979. DOCUMENTO DEL PCI DI VERDERIO INFERIORE, IN RISPOSTA ALLA PROPOSTA DI PIANO REGOLATORE DELLA MAGGIORANZA DEMOCRISTIANA.
12 marzo 1979
La proposta di Piano Regolatore Generale (P.R.G.) per Verderio Inferiore così come è stata presentata, è un brutto prodotto dal punto di vista professionale ed uno strumento per la distruzione speculativa del paese e del suo territorio.
Noi abbiamo voluto indicare in questo documento le modifiche più importanti da apportare per dotare l’amministrazione di uno strumento di programmazione al servizio dell’intera popolazione e per definire un progetto credibile che migliori la qualità della vita, a partire dalla costruzione di un ambiente su misura dei bisogni sociali e che sviluppi in avanti, rimuovendole ma non negandole, le qualità culturali e sociali che hanno contraddistinto il suo sviluppo storico.
Con questo documento intendiamo dare un contributo costruttivo e chiediamo che anche le altre forze politiche e sociali esprimano le loro ragioni di sostegno o dissenso rispetto alle proposte di P.R.G. e alle nostre osservazioni critiche.
Dopo il mancato Piano Regolatore Generale intercomunale, dopo la latitanza politica delle altre forze politiche, il P.C.I. richiama tutti ad un maggior impegno, anche su questo problema.
Ritiene necessario, dopo che le forze politiche abbiano espresso per iscritto le proprie posizioni un incontro fra tutte le componenti di Verderio Inferiore e Superiore per un chiarimento sulle prospettive del P.R.G..
I ritardi fanno sì che il nostro partito non accetti ulteriori lungaggini. Pertanto aspettiamo una risposta per iscritto entro quindici giorni, dopodiché ci riterremo liberi da ogni impegno assunto per nostre iniziative autonome.
Il segretario P.C.I. Verderio Inferiore Pirovano Andrea
Il segretario P.C.I. Verderio Superiore Oggioni Maurizio
Il responsabile politico intercomunale Cereda Giancarlo
DOCUMENTO
DIMENSIONAMENTO DEL PIANO. IL RADDOPPIO DELLA POPOLAZIONE È IN CONTRASTO CON LA STAZIONARIETÀ DEL SUO SVILUPPO STORICO: CON TALI PREVISIONI NON SI FA CERTO PROGRAMMAZIONE, MA SI ESTENDE AL MASSIMO UN’EDIFICABILITÀ CHE NON HA RISCONTRO NELLA DOMANDA DI ABITAZIONI ESISTENTE.
a. La previsione al decennio di nuovi 1355 abitanti per Verderio Inf. è al di fuori di ogni logica fondata sul senso comune. Essa inoltre cade nel ridicolo se si analizzano con un minimo di scientificità gli andamenti demografici nelle sue componenti naturale e migratoria.
b. I tassi di natalità degli ultimi anni si mantengono relativamente bassi, nell’ordine di 1,5 nati per mille abitanti. I tassi di incremento naturale (nati-morti) sono decisamente bassi a causa anche del fatto che la piramide della popolazione (che il progettista si guarda bene dall’esaminare), mostra un accentuato invecchiamento relativo alla popolazione. La differenza nati-morti, mostra, dal 1965 al 1978, un incremento medio di 5 abitanti l’anno. Anche supponendo di adottare la media degli ultimi quattro anni (cioè 8 abitanti in più all’anno) l’incremento naturale non supererà, con ogni probabilità, gli 80 – 100 abitanti in totale.
c. Ciò significa che la previsione di 1355 abitanti nuovi non può che fondarsi su un incremento attribuibile all’immigrazione di almeno 1255 (cioè 1355-100) abitanti nuovi.
d. Cioè 125 abitanti in media all’anno che dovrebbero venire ad abitare a Verderio Inf. nei prossimi 10 anni.
e. Su quali previsioni di sviluppo industriale e di espansione dei posti-lavoro si fondi una tale previsione, è assolutamente un mistero.
f. La relazione del P.R.G. di questo rapporto tra popolazione e lavoro, si occupa solo marginalmente ed in modo confuso e scorretto, arrivando a commettere grossolani errori di confusione tra posti-lavoro situati in Verderio (addetti) e lavoratori residenti (attivi).
g. Detto questo allora non vi può essere alcuna spiegazione scientifica che giustifichi una previsione così fuori misura: essa è dettata solo dalla logica di favorire una espansione non controllata dell’edificazione.
h. Il vero dato che alla fine chiarisce le finalità della proposta di P.R.G. è che essa premia determinati settori della proprietà fondiaria: almeno 130/140.000 mc di nuova edificazione, un investimento pari a 11/12 miliardi di edilizia residenziale.
Via Zamparelli |
LE MODALITÀ DI ATTUAZIONE E DI DEFINIZIONE DELLA ZONIZZAZIONE PRESENTANO MOLTE SCORRETTEZZE E SI PRESTANO A PERICOLOSE DISTORSIONI.
Se l’adozione dei P.L. (Piani di lottizzazione) è un passo avanti contro il rilascio di licenze singole, cionondimeno si commettono nuove grosse scorrettezze.
a. Il P.R.G., così come è concepito, è tutto al servizio dell’iniziativa privata, in quanto separa nettamente le aree di realizzazione dei servizi dalle aree di espansione residenziale.
Non prevedendo la contemporanea realizzazioni degli interventi privati e di quelli pubblici, si rischia fortemente di consentire solo la realizzazione degli interventi di speculazione edilizia e non la realizzazione delle infrastrutture primarie e secondarie relative.
Al contrario andrebbero previsti P.L. in cui siano compresenti sia le aree residenziali che quelle per servizi in modo da
1) Ripartire tra i proprietari i vantaggi e gli oneri, eliminando le palesi sperequazioni presenti nell’attuale proposta di P.R.G.
2) Imporre la diretta realizzazione delle opere primarie e parte di quelle secondarie ai privati stessi, oppure, nel caso in cui tali opere vengano realizzate dal Comune, imporre adeguati oneri e convenzionamenti alla proprietà.
Se non si attuano tali misure, la collettività sarà costretta a pagare per opere che favoriscono la rendita privata e con ciò a limitare l’intervento sulle opere di servizio secondario.
Le contraddizioni che denunciamo sono presenti in modo palese nei P.L. previsti intorno ad aree destinate a servizi:
1) Nell’area residenziale di espansione sud-est;
2) Nell’area residenziale di completamento-espansione ad ovest;
3) Nella zona industriale all’estremo ovest.
Non prevedendo la contemporanea realizzazioni degli interventi privati e di quelli pubblici, si rischia fortemente di consentire solo la realizzazione degli interventi di speculazione edilizia e non la realizzazione delle infrastrutture primarie e secondarie relative.
Al contrario andrebbero previsti P.L. in cui siano compresenti sia le aree residenziali che quelle per servizi in modo da
1) Ripartire tra i proprietari i vantaggi e gli oneri, eliminando le palesi sperequazioni presenti nell’attuale proposta di P.R.G.
2) Imporre la diretta realizzazione delle opere primarie e parte di quelle secondarie ai privati stessi, oppure, nel caso in cui tali opere vengano realizzate dal Comune, imporre adeguati oneri e convenzionamenti alla proprietà.
Se non si attuano tali misure, la collettività sarà costretta a pagare per opere che favoriscono la rendita privata e con ciò a limitare l’intervento sulle opere di servizio secondario.
Le contraddizioni che denunciamo sono presenti in modo palese nei P.L. previsti intorno ad aree destinate a servizi:
1) Nell’area residenziale di espansione sud-est;
2) Nell’area residenziale di completamento-espansione ad ovest;
3) Nella zona industriale all’estremo ovest.
b. Il criterio di attribuire ai P.L. una densità su basi “fondiarie”, o su basi “territoriali” , ma che escludono le strade da realizzare a supporto delle lottizzazioni stesse, fa sì che il costo di tali strade venga accollato al Comune, anche quando esse sono ad esclusivo interesse “di quartiere”. Al contrario dovrebbe essere la proprietà (che vede aumentato il proprio valore, proprio grazie a quelle strade che la rendono edificabile e che essa stessa dovrebbe realizzare) a pagare la quota competente conferendo anche i terreni necessari.
c. Per l’area C2 di espansione è prevista una densità di 6.000 mc per ha: ciò è in contrasto con l’art. 23 della Legge Regionale 51, del 15/4/1974, in cui è prevista una densità minima di 10.000 mc/ha nelle zone di espansione.
d. Nella zona B1 (“intensiva di ristrutturazione”, nel centro abitato) si prevede una densità decisamente superiore all’esistente. La concessione di edificabilità per altezze superiori ai 2 piani, finirà di fatto con il distruggere l’unitarietà ambientale delle “corti” che hanno come altezza comune i due piani. C’è inoltre una evidente contraddizione tra la delimitazione con P.L. e la possibilità contemplata di rilasciare licenze singole. Il risultato sarà la programmazione del caos, se non si risolvono tali contraddizioni.
e. Nella zona edificabile a ovest sono previsti P.L. quali aree di nuova espansione che invece vanno qualificate come aree di complemento, essendo già in buona parte edificate.
f. C’è un evidente errore a p. 8 dell’allegato “Norme tecniche di attuazione”, a proposito delle distanze minime da edificio a edificio, che devono essere portate a m 12, se la distanza dei confini deve essere 6 metri minimo.
g. Per quale criterio la zona di rispetto cimiteriale non è uniforme, ma su due lati è di 50 metri e di 100 metri sugli altri due?
h. La protezione paesistica ed ambientale è prevista nel piano in termini irrisori, se non ridicoli. Non è per esempio contemplata la necessità di salvaguardare l’unità aziendale ed ambientale della “Bergamina” e non solo l’edificio in sé.
i. Non è infine prevista alcuna opera di sistemazione idrologica delle aree oggi dissestate dagli interventi “pirata” attuati dalla giunta di Verderio Superiore, in materia di fognatura a “cielo aperto” sul territorio comunale di Verderio Superiore.
Il "territorio" della Cascina Bergamina, oggi inserito nel Parco del Rio Vallone |
IL P.R.G. PREVEDE LA DISTRUZIONE QUASI TOTALE DEL CENTRO STORICO E LA SUA RICOSTRUZIONE AD OPERA DELLA SPECULAZIONE IMMOBILIARE.
La scelta di “permettere trasformazioni radicali del vecchio nucleo” che non rivestirebbe, a detta del progettista del P.R.G., particolare importanza né storica né architettonica” ci sembra inaccettabile per diversi motivi:
a. Si usano criteri nella valutazione dell’impianto urbanistico e della sua funzionalità propri di una cultura del “piccone demolitore”, che da tempo è stata criticata e indicata come causa di molti misfatti compiuti sui tessuti abitati nel ventennio fascista e anche nel dopoguerra.
b. Non è allargando un percorso tortuoso nel centro storico che si rende più agevole il traffico: semmai lo si aumenta, creando congestione ed intasamenti. Al contrario il traffico nel centro va alleggerito con un opportuno sistema di parcheggi (quelli previsti vanno semmai potenziati) e con un percorso nord-sud che passi più aderente possibile al vecchio centro abitato e che si riconnetta organicamente ad un tracciato coerente nel Comune di Verderio Superiore.
c. Oggi la dinamica del settore edilizio e soprattutto la domanda di case espressa dalla popolazione non è certo quella della ricostruzione globale previo radicale abbattimento (come previsto dal piano) di gran parte dell’edilizia più vecchia.
Ciò che semmai la popolazione richiede è la possibilità di sistemare l’esistente, rendendolo più abitabile e dotato dei servizi igienici necessari.
Ciò che semmai la popolazione richiede è la possibilità di sistemare l’esistente, rendendolo più abitabile e dotato dei servizi igienici necessari.
d. In questo senso, il Piano Regolatore dovrebbe prevedere un Piano Particolareggiato per l’area centrale, in cui si definiscono norme e linee progettuali di massima, per attuare gradualmente ed organicamente l’opera di recupero degli edifici esistenti.
e. A nostro avviso sarebbe un delitto distruggere totalmente le caratteristiche storiche, l’insediamento a “corte”, dati i grandi vantaggi sul piano delle relazioni umane che questo impianto urbanistico offre.
Si tratta semmai di esaminare gli esempi di recupero messi in atto non tanto in città di grandi dimensioni (come Bologna), ma su insediamenti di origine rurale. È possibile fare dell’ottima edilizia rispettando i volumi esistenti, modificandolo dove è necessario dall’interno ed eventualmente, per le parti più fatiscenti (stalle, fienili, porcilaie, ecc.), innestando parti nuove, che si armonizzino per altezza, numero dei piani e morfologia, con gli edifici esistenti. Questa opera di progettazione dovrebbe essere offerta dal Comune (almeno per i piani di massima) ai piccoli proprietari, che dovrebbero consorziarsi per attuare le opere di risanamento.
Allo scopo la legge urbanistica prevede l’istituto del comparto. Inoltre vi è la possibilità concreta di utilizzare i fondi per il piano casa per il recupero degli edifici vecchi, costituendo apposite cooperative tra i proprietari.
Si tratta semmai di esaminare gli esempi di recupero messi in atto non tanto in città di grandi dimensioni (come Bologna), ma su insediamenti di origine rurale. È possibile fare dell’ottima edilizia rispettando i volumi esistenti, modificandolo dove è necessario dall’interno ed eventualmente, per le parti più fatiscenti (stalle, fienili, porcilaie, ecc.), innestando parti nuove, che si armonizzino per altezza, numero dei piani e morfologia, con gli edifici esistenti. Questa opera di progettazione dovrebbe essere offerta dal Comune (almeno per i piani di massima) ai piccoli proprietari, che dovrebbero consorziarsi per attuare le opere di risanamento.
Allo scopo la legge urbanistica prevede l’istituto del comparto. Inoltre vi è la possibilità concreta di utilizzare i fondi per il piano casa per il recupero degli edifici vecchi, costituendo apposite cooperative tra i proprietari.
f. È scorretta una elaborazione del piano su un centro abitato che non parta dal calcolo esatto della volumetria residenziale esistente ed operi un confronto con la volumetria residenziale prevista. In questo modo si fanno passare “incentivi volumetrici” probabilmente elevati per scatenare gli appetiti di immobiliari che non opereranno certo a partire dai bisogni reali della popolazione.
g. L’aumento di volumetria in centro è destinata a creare fenomeni di congestione, non certo a risolverli, e gli intralci che ne deriverebbero per il traffico non sarebbero certo risolti dall’allargamento della strada, che, proprio perché più larga, finirebbe con attirare traffico di transito, che invece dovrebbe essere dirottato su un percorso alternativo nord-sud.
Via Tre Re |
INUTILE, COSTOSISSIMA, DISTRUTTRICE È LA STRADA DI CIRCONVALAZIONE EST-OVEST, PREVISTA DAL P.R.G. A SUD DEL PAESE.
Oltre a quello della distruzione-ricostruzione globale del centro, il fatto più sorprendente del piano è la previsione di una nuova strada est-ovest. Questo intervento è sbagliato e da contrastare per i seguenti motivi:
a. Non c’è una domanda di traffico sufficiente a giustificare un’opera di questo tipo: di strade est-ovest ce ne sono già tre nell’arco di un chilometro e mezzo.
b. La scelta di questa circonvallazione è anch’essa frutto di un modo di fare urbanistica vecchio: cosa significa su questa scala una strada che non serva gli insediamenti? Se si sceglie di sviluppare l’insediamento sull’asse nord-sud (per integrare i due comuni di Verderio, diciamo noi) perché questa strada?
c. Questa strada è proprio un classico e ulteriore esempio di distruzione di quel paesaggio agrario che si pretenderebbe di difendere con il piano.
d. Viene il sospetto, oltretutto, che si voglia proprio favorire quell’ “insediamento industriale”, collocato in zona agricola, che oggi finalmente si ha il coraggio di riconoscere come illegale.
e. I costi di questa strada sono oltretutto tali che, se venisse realizzata, assorbirebbe da sola tutti gli oneri di urbanizzazione derivanti dal rilascio di licenze edilizie per realizzare tutta l’espansione prevista dal piano.
L'insediamento industriale citato al punto d e, nella foto sotto, l'area che sarebbe dovuta essere attraversata dalla nuova strada |
LE SCELTE SUI SERVIZI, LOCALIZZATI IN POSIZIONE “DI QUARTIERE”(SCELTA IN PARTE CONDIVISIBILE) E IN POSIZIONE MARGINALE RISPETTO ALL’ESPANSIONE DELL’ABITATO (SCELTA NON CONDIVISIBILE) RISCHIANO, NEL PROGETTO DI P.R.G. DI AFFOSSARE DEFINITIVAMENTE LA PROSPETTIVA DI UNA CONCENTRAZIONE INTERCOMUNALE DI SERVIZI COMUNI (SPORT, BIBLIOTECA, ecc.).
Il P.R.G. rischia di togliere di mezzo le poche possibilità ancora esistenti di saldare, attraverso una cerniera di servizi, i due comuni. I fazzoletti destinati alle funzioni sportive, culturali, ricreative, ecc. rischiano così di rimanere campi brulli, indicazioni sulla carta. Per realizzare la saldatura sarebbe necessario concentrare quei fazzoletti per servizi previsti dal P.R.G., ai margini dell’abitato futuro (quindi in posizione troppo isolata dall’abitato e in dimensioni troppo piccole perché spezzettati). La concentrazione andrebbe realizzata a nord dell’abitato, sulla strada per Verderio Sup., tendendo a coinvolgere nel piano dei servizi anche le ville private.
È in questo tono che dovrebbero essere collocati i servizi di interesse comunale e sovracomunale, mentre le due aree di servizi, previste ad est e a ovest della piazza centrale, andrebbero adibite a giardino pubblico attrezzato, da collegarsi con un percorso pedonale e ciclabile che le colleghi, passando tangenzialmente alla chiesa e per Piazza Annoni.
La Via dei Municipi (già via delle Rimambranze, a V.S.), con l'edificio scolastico |
LE SCELTE PER L’EDILIZIA ECONOMICO POPOLARE VANNO DECISE CONTEMPORANEAMENTE ALL’ADOZIONE DEL P.R.G. MANTENENDO APERTA LA PROSPETTIVA INTERCOMUNALE.
Non possiamo accontentarci della promessa verbale che le zone definite come C1 saranno destinate al piano per l’edilizia economica popolare.
Tale piano (167) in una corretta gestione amministrativa dovrebbe essere varato contemporaneamente al P.R.G.
Con esso si può coprire il 60% della volumetria di espansione prevista nel P.R.G.
Sarebbe comunque utile, per non fare previsioni demagogiche, sondare la possibilità per un piano intercomunale di edilizia economica popolare (167) tra i due Verderio. L’intervento, per essere effettivamente realizzato, dovrebbe essere concentrato in posizione baricentrica tra i due comuni.
Nessun commento:
Posta un commento