sabato 16 luglio 2011

LUGLIO 1961: UNA CARTOLINA DAL MOUNT MCKINLEY (ALASKA)

Fra le cartoline della collezione di un mio zio, Orlando Simone, alcune riguardano imprese alpinistiche lecchesi e una, in particolare, fu spedita in occasione della conquista del monte McKinley (Alaska) di cui quest'anno e in questi giorni ricorre il cinquantesimo anniversario.




La cartolina, con le firme dei partecipanti alla spedizione, fu inviata al ragionier Mario Ceppi, industriale e, allora, presidente del club calcistico lecchese A.C. Lecco.









Sull'avventura lecchese al McKinley ho trovato il seguente brano alle pagine 85-86  del libro "UN SECOLO DI STORIA 1874 - 1974", pubblicato in occasione del centenario della sezione C.A.I. di Lecco 






" I Ragni avevano celebrato [...] il quindicesimo del gruppo [...] andando a conquistare il Mount McKinley, la montagna più alta del Nord-America con i suoi 6194 metri, lungo il difficilissimo lato sud, dove appariva un'ultima inviolata parete di oltre tremila metri, ricoperta di neve e di ghiaccio.
Il C.A.I. lecchese, con presidente Ferruccio Grassi, organizzava la spedizione nell'estate del 1961, dopo aver superato notevoli difficoltà finanziarie e logistiche. La spedizione "Città di Lecco"prendeva il via nei primi giorni di luglio: Riccardo Cassin, Luigi Alippi, Luigi Airoldi, Giancarlo Canali, Romano Perego ed Annibale Zucchi formavano la comitiva. "Il Giornale di Lecco" scriveva:
"Sono ventimila i chilometri che dividono la nostra città dal campo base che potrà essere raggiunto solo in aereo, non essendovi piste di avvicinamento alla zona. Dopo il viaggio in aereo da Roma a Boston, e dalla città degli Stati Uniti ad Anchorage, si proseguirà in treno fino a Talkeetma. Da Talkeetma in aereo, la comitiva si porterà al campo base fissato sul ghiacciaio Kahiltma. Presterà quest' ultimo servizio di trasbordo un piccolo velivolo condotto da un pilota molto esperto della zona, Don Scheldon. L'equipaggiamento della spedizione è di tipo himalayano"
Riccardo Cassin ha ricordato così la giornata conclusiva della spedizione del C.A.I. Lecchese in terra d'Alaska:
"Malgrado l'esiguo spazio, stanchi per l'incessante logorio delle giornate precedenti, ci addormentiamo profondamente. Ha nevicato quasi tutta la notte, ma al mattino il tempo si è messo al bello e sembra proprio voglia favorirci. Prepariamo il necessario per l'assalto finale . Ognuno sa fin troppo bene che in questa sola giornata dovrà dare tutto se stesso, senza più badare a misurare le forze, non ci sarà posto per l'incertezza e le indecisioni, saremo noi soli e la montagna; il McKinley l'unico pensiero e per tutto il resto ci sarà tempo domani. Noto che nei gesti di qualcuno c'è una certa tensione, i miei compagni, escluso Canali, sono alla prima esperienza in una spedizione così lunga e per di più in una terra lontana.C'è un po' di vento quando partiamo, ma per ora il tempo non ci preoccupa. Siamo divisi in due cordate, una con Annibale, Romano e Luigino, dietro Jach, Gigi ed io. Andiamo su deviando a sinistra per circa un centinaio di metri su rocce coperte di ghiaccio fino all'attacco di un camino che superiamo con una certa difficoltà. L'altitudine è adesso notevole e anche il semplice camminare ci costa molta fatica; prima di superare un ostacolo così impegnativo, ci fermiamo a prendere fiato e ognuno mangia scatolette di frutta sciroppata. In certi tratti la marcia è resa più faticosa dalla eterogeneità della neve che ora è durissima e a stento riusciamo a procedere con i ramponi, e subito dopo la crosta di ghiaccio  si rompe sotto il nostro peso e sprofondiamo anche oltre le ginocchia... La vetta è ormai vicina e la certezza della vittoria fa dimenticare a tutti, per un momento, la stanchezza e il freddo glaciale. Alle 23, dopo diciassette ore di salita, tutti insieme raggiungiamo la vetta del McKinley. Ci abbracciamo commossi prima ancora di esprimere con poche parole confuse la grande gioia di questo momento, poi vedo i compagni tirar fuori dai sacchi le bandierine italiana, americana, alaskana e quella di Lecco, che legate assieme, piantiamo con un chiodo nel ghiaccio a testimonianza del nostro arrivo quassù; Ma i ragazzi mi hanno voluto fare una sorpresa e lasciamo sul McKinley anche un crocifisso e una statuetta di San Nicolò, patrono di Lecco. Prima di scendere tento di scattare qualche fotografia, ma per la visibilità troppo scarsa dubito che possano riuscire. Il freddo adesso è davvero oltre lal limite della sopportazione e non ci fermiamo oltre" Era il 19 luglio 1961"

Nessun commento:

Posta un commento