venerdì 17 dicembre 2010

LA MADONNA CON BAMBINO DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI VERDERIO SUPERIORE di Elisabetta Parente



Nella navata sinistra della chiesa parrocchiale di Verderio Superiore, in una piccola nicchia ricavata nel muro, è custodita una scultura gotica di piccole dimensioni.
Si tratta di una Madonna con il Bambino in braccio, opera realizzata in marmo e lavorata a tutto tondo, dell'altezza di 46 centimetri.
La scultura poggia su un piedistallo, anch'esso marmoreo ma non coevo con l'opera, su cui è incisa l'iscrizione Ave Maria.
L'opera, manufatto di scuola lombarda di area lariana, è uno splendido esempio di scultura tardo medioevale, nel quale è possibile ritrovare, unitamente al permanere di forme romaniche, ricercatezze proprie della tradizione gotica.
La Vergine, ritta in piedi, è presentata frontalmente, nell'atto di sorreggere il Bambino, poggiante sul suo braccio sinistro.
Il calibro della testa, la forma cilindrica del collo, la figura saldamente ancorata al suolo sono elementi che rimandano indubbiamente al robusto e plastico stile romanico.
Alcuni dettagli, che ne ingentiliscono l'immagine, sono invece chiara testimonianza di quel gusto gotico che si era andato affermando sul finire del XIII secolo: la semplice coroncina posta sul capo a fermare il velo che ricade morbidamente sulle spalle; il fermaglio di forma quadrata che chiude il manto sul petto.
Molto bello il senso di movimento che l'artista ha saputo imprimere alla figura di Maria. Il corpo, avvolto in una veste dalle pieghe morbide e fluenti, si mostra lievemente sbilanciato verso destra, dando così l'idea dell'impegno che la madre mette nel sostenere il peso del figlio.
Fra le braccia della Vergine, il piccolo Gesù, dalle forme piene e i corti capelli ondulati, appare quasi completamente nudo, avendo solo parte delle gambe ricoperte da un drappo di stoffa. La nudità del redentore, che si viene affermando nell'arte proprio a partire dal Medioevo, vuole simboleggiare l'umanazione di Cristo e la consegna della sua umanità alla sofferenza e alla morte.
Molto spesso la raffigurazione di Gesù Bambino viene accompagnata dai simboli della Passione o della Resurrezione, quali ad esempio il grappolo d'uva, la mela o il cardellino, simboli che non sono presenti in questa statuetta.
Ritengo che l'aspetto più interessante di questo piccolo gruppo scultoreo risieda nel rapporto che si viene a stabilire fra la Vergine e Gesù.
Il piccolo sta aggrappato alla madre, una mano sul suo petto, l'altra saldamente attaccata al velo, non la guarda in viso , ma neppure si volge completamente verso lo spettatore, posa che lo porterebbe ad escludere completamente Maria dal suo spazio visivo.
La Vergine, che sorregge il figlio, posa la mano destra sul suo braccio, in segno di protezione, ma anche di spontanea ed affettuosa carezza.
Proprio in ambito gotico, derivato dalla conoscenza della scultura delle cattedrali francesi, si era venuto affermando anche in Italia, grazie all'opera dello scultore Giovanni Pisano, un nuovo modello di raffigurazione della Madonna con Bambino: non più la statica rappresentazione della Vergine che mostra ai fedeli il Redentore, ma il rapporto tenero e commosso di una madre con suo figlio.
Di questa interpretazione del tema, in chiave materna e umana, la scultura di Verderio è un chiaro esempio.

Elisabetta Parente, 2002

Questo brano è tratto da "La chiesa dei santi Giuseppe e Floriano: la genesi architettonica e le sue opere" di Elisabetta Parente, capitolo terzo del libro sulla chiesa parrocchiale di Verderio Superiore pubblicato nel 2002 in occasione del centenario della sua consacrazione.

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