sabato 6 novembre 2010

RICORDI DI UNA SERA DI MEZZA ESTATE di Gabriella Sala






E' un bellissimo tramonto di mezza estate. Dalla terrazza di casa mia si gode una bella vista dei tetti di Verderio  e del cortile in cui abito. Chiedo alla mia nipotina se vuole imparare il gioco delle noci, un vecchio gioco che facevo da bambina quando i giocattoli erano un lusso e noi bambini ci divertivamo con poco: i noccioli delle pesche, i tappi di metallo delle bottiglie, piccoli bastoni appuntiti per giocare alla lippa; giochi antichi di cui si è persa la memoria.
Sto spiegando queste cose alla piccola Alessia, quando mi chiede di raccontarle di quali cose, che oggi  appartengono alla quotidianità , io ho sofferto la mancanza.
La prima cosa di cui ritengo di non poter fare a meno e che invece non avevo è il bagno.
"Ma come nonna, non avevi il bagno! E come facevi?"
"E' proprio così, nelle nostre case di cortile il bagno non c'era. C'era invece , in cortile, il... cesso."
Oggi questo termine è usato per indicare qualcosa di brutto, ma in realtà il cesso non era brutto, era orribile.
Si trattava di una piccola costruzione di mattoni di meno di un metro quadro con un buco sul pavimento affiancato da due mattoni che servivano da appoggio per i piedi. Niente sciacquone, niente carta igienica, niente deodorante. Una finestrella in alto per non morire asfisiati e una porta  di legno piena di fessure con un chiavistello arrugginito completavano il "locale".

D'estate e d'inverno, quando ci scappava dovevamo uscire per andare al cesso. Soprattutto quando pioveva o nevicava dovevamo vestirci di tutto punto per uscire e se la pioggia era torrenziale arrivavamo a destinazione completamente bagnati e dovevamo fare il "bisognino" con sciarpa e cappotto perché non c'era l'appendiabiti dietro la porta. Ed eravamo fortunati se chi ci aveva preceduto aveva centrato il buco altrimenti dovevamo rientrare e prendere un secchio d'acqua per ripulire il malfatto.
La cosa che mi stupisce è che, anche d'inverno, io me ne andavo tranquillamente al "cesso" ,prima di andare a letto, con la pila e un giornale che mi sarebbe servito da carta igienica e prima di usarlo me lo leggevo tutto!  Oggi mi sembra inconcepibile anche perché sono molto sensibile agli odori e, credetemi, li dentro c'era un puzzo insopportabile. Che dire poi quando noi donne avevamo il mestruo e dovevamo portarci oltre al giornale anche i pannolini di cotone che andavano fissati alle mutande con delle spille da balia. Dovevamo fare delle vere e proprie acrobazie perché non c'erano piani d'appoggio.
E quando qualcuno ci vomitava? Succedeva spesso perché in cortile c'era, e c'è ancora, un bar dove gli uomini spesso si ubriacavano e poi andavano a liberarsi al " cesso", prima di tornare a casa.
Se ci penso mi viene il voltastomaco. Ma forse eravamo abituati a questi "odori", visto che in cortile c'era anche una stalla con delle mucche e un letamaio a cielo aperto proprio fuori dalla porta di casa, che serviva anche da pattumiera per le famiglie del cortile.
"Ma nonna dove facevi la doccia ?"
"Niente doccia cara"  Si faceva il bagno in cucina, che era l'unico ambiente riscaldato, in una tinozza dopo aver fatto scaldare l'acqua sulla stufa visto che dal rubinetto scendeva solo acqua gelida. E li nella stessa acqua si lavava tutta la famiglia, prima i bambini e poi i grandi.
Alessia è incredula, non le pare possibile che la sua nonna, che non è poi tanto vecchia, abbia vissuto veramente queste cose. Eppure nel giro di quarant'anni (il bagno in casa l'ho avuto  nel 1969, quando avevo 14 anni) le cose sono cambiate così tanto che quasi ora ci sembra incredibile.
Il "cesso" è rimasto poi inutilizzato per molto tempo. Qualche anno fa è stato demolito, forse per cancellarne anche la memoria.

Gabriella Sala




Disegno di Sara Bartesaghi



1 commento:

  1. cara sorellina
    ho un ricordo anch'io orribile di quel famigerato "cesso". Meno male che io sono passata dal vasino al bagno in casa !! Per poco tempo ho usufruito di "tale comodità" in cortile...e ancora lo ricordo con orrore !! Però ricordo con affetto il bagno nel mastello dove si lavava tuttas la famiglia, e meno male che io ero la più piccola ! così ero la prima ! non me l'hai mai perdonato ! peccato che da piccola ero più buona...altrimenti avrei fatto pipì !!!!
    Rocordo anche la stalla ed il letamaio e il latte appena multo che bollivamo al mattino prima della scuola. Sembra un secolo fa !!!

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