Chiaramente più legati alla matrice superstiziosa la serie di indicazioni seguenti anche se non mancano intrecci con credenze religiose :
* I primi pasti dei cavalee dovevano essere somministrati da giovine e polita donzella vergine naturalmente la foglia doveva essere benedetta.
* Non si doveva bruciare legno di gelso durante l'allevamento.
* Bisognava tenere un ramo di noce nei locali usati per allevare i bachi per evitare ul maa del gës.
* Il primo giorno quando si iniziava l'allevamento si doveva bruciare un residuo del ceppo natalizio conservato.
* Non si deve far la muda il giorno dell'Ascensione.
* Non bisogna mai affermare che i bachi sono belli in loro presenza.
* In caso di malattie bruciare zolfo e un ramoscello d'ulivo.
* E' importante tenere un ramoscello di ulivo benedetto o il rosario e un lumino acceso davanti all'immagine di San Giobbe protettore dei cavalee.
* Non dire mai ai bigatti che sono bisce o serpi.
* Tenere lontani tamburi, trombe e corni.
* Non lasciare entrare nei locali persone che avessero mangiato aglio, porri o cipolle.
* Non fare entrare gente, donne o uomini, con voce roca, faccia triste o vecchia e occhio alle streghe, potrebbe tali persone fare ai miserelli qualche incanto.
* Si favorisca l'entrata nei locali a persone giovani, belli e possibilmente con voce soave per cantare amorose canzoni ai bigatti.
* La rovina sarà certa anche se non si rispetteranno i riposi festivi.
* Il raccolto non potrà che essere ottimo se il capo famiglia, al tocco della mezzanotte di Natale, si alza e bagna con acqua benedetta i graticci su cui mesi dopo saranno posti i bachi.
Altre superstiziose credenze erano operate nei confronti di chi si occupava di far schiudere le uova, come già detto il seme era posto in luogo caldo, nelle stalle, sotto il materasso e anche fra i seni delle donne, ovviamente queste non dovevano essere ne mestruate né in fase d'allattamento altrimenti sarebbe finita male, chi invece lo teneva sotto il materasso doveva rifare il letto solo di sera prima di coricarsi e via di seguito.
Scientificamente si riteneva pessima la raccolta dei bozzoli prodotti dai semi incubati con questi mezzi empirici, queste forme d'incubazione furono utilizzate per lungo tempo specialmente dai meno abbienti.
La presenza di una forte componente di superstizione nella cultura e nell'anima del contadino Brianzolo, era conseguente anche alla soffocante religiosità formale imposta dall'ottusità del clero del tempo.
La presenza in tutti gli atti quotidiani di un Dio castigatore in costante attesa del peccatore da punire, le prediche e i sermoni sempre pieni di inferni e castighi per i poveri e di tolleranza e perdono per lor signori, obbligavano la gente per sopravvivere ad assumere una religiosità di facciata, legata fatalisticamente all'impotenza di cambiare il loro drammatico destino terreno.
Inutile prendersela tanto per migliorare le cose terrene, era risaputo che solo quando passava a miglior vita il povero avrebbe avuto il premio, il Paradiso era ad attenderlo quindi era inutile cercarsi delle risposte sul perché mangiava poco, lavorava tanto, era sfruttato, umiliato etc, alla fine, dopo aver tirato le cuoia in Paradiso si fara quattro risate di queste cose terrene.
Cosi dicevano ai contadini i solerti imbonitori dispensatori d'amore, aggiungendo che mentre il povero immancabilmente riceveva il premio, il ricco, gozzovigliatore, lazzarone, sfruttatore e chi più ne ha più ne metta, sarebbe precipitato all'inferno fra le braccia de Satanel a bruciare in eterno.
Semprechè il riccastro al momento del trapasso non si fosse pentito delle sue malefatte (donando beni alla Chiesa) in tal caso è amnistiato e va anche lui in Paradiso, con gran gioia del nostro contadino che se lo ritrova fra i piedi.
La limitata istruzione che in alcuni casi era data ai contadini, era costantemente osteggiata dai ricchi possidenti, per ovvi motivi, i quali coadiuvati brillantemente dai preti fomentavano accuratamente pregiudizi popolari verso la cultura, indicata, quando si doveva darla al popolo, come elemento di confusione e depravazione sociale.
Vorrei chiudere questa non esaustiva nota sul baco da seta con una canzone, niente di straordinario ve ne sono diverse sul tema, ma questa è espressiva dell'importanza che aveva, nella magra economia della famiglia del contadino Brianzolo l'allevamento del baco, quasi unico mezzo per avere un po' di denaro contante quando andavano bene e del dramma che ne conseguiva quando andavano male.
(O Signor padrone i bachi vanno male/o Signor padrone i bachi vanno male/frumento e granoturco/passerà l'anno senza pagare il padrone/o contadini facciamo sciopero facciamo chiasso e sciopero/passerà l'anno senza prendere cinque centesimi/o contadini facciamo sciopero facciamo chiasso e sciopero/frumento e granoturco/il padrone lo pagheremo con la falce e il tridente).
Sciur Fatur - Specie di borioso scagnozzo che sovrintendeva agli interessi del Padrone (oltre che dei propri) vessando in sua vece i contadini quando questi era in altre faccende affaccendato, scelto dal padrone fra i suoi sottoposti più fedeli era l'intermediario fra ul sciur e la culumbera, cosi si definiva l'insieme dei contadini di un proprietario terriero Brianzolo.
FONTI
Cherubini F., Superstizioni popolari dell'alto Contado Milanese Rivista Europea, Agosto 1847;
Giovanni Cantoni, "Sulle condizioni economico-morali del contadino in Lombardia, Italia del Popolo, Milano 1848.
"
Il Lavoratore Comasco", 8 ottobre 1892, 1893, 1894, 1895
"Atti del Congresso serico", Padova, 1923
Anselmo Brambilla, 15 marzo 2009
* I primi pasti dei cavalee dovevano essere somministrati da giovine e polita donzella vergine naturalmente la foglia doveva essere benedetta.
* Non si doveva bruciare legno di gelso durante l'allevamento.
* Bisognava tenere un ramo di noce nei locali usati per allevare i bachi per evitare ul maa del gës.
* Il primo giorno quando si iniziava l'allevamento si doveva bruciare un residuo del ceppo natalizio conservato.
* Non si deve far la muda il giorno dell'Ascensione.
* Non bisogna mai affermare che i bachi sono belli in loro presenza.
* In caso di malattie bruciare zolfo e un ramoscello d'ulivo.
* E' importante tenere un ramoscello di ulivo benedetto o il rosario e un lumino acceso davanti all'immagine di San Giobbe protettore dei cavalee.
* Non dire mai ai bigatti che sono bisce o serpi.
* Tenere lontani tamburi, trombe e corni.
* Non lasciare entrare nei locali persone che avessero mangiato aglio, porri o cipolle.
* Non fare entrare gente, donne o uomini, con voce roca, faccia triste o vecchia e occhio alle streghe, potrebbe tali persone fare ai miserelli qualche incanto.
* Si favorisca l'entrata nei locali a persone giovani, belli e possibilmente con voce soave per cantare amorose canzoni ai bigatti.
* La rovina sarà certa anche se non si rispetteranno i riposi festivi.
* Il raccolto non potrà che essere ottimo se il capo famiglia, al tocco della mezzanotte di Natale, si alza e bagna con acqua benedetta i graticci su cui mesi dopo saranno posti i bachi.
Altre superstiziose credenze erano operate nei confronti di chi si occupava di far schiudere le uova, come già detto il seme era posto in luogo caldo, nelle stalle, sotto il materasso e anche fra i seni delle donne, ovviamente queste non dovevano essere ne mestruate né in fase d'allattamento altrimenti sarebbe finita male, chi invece lo teneva sotto il materasso doveva rifare il letto solo di sera prima di coricarsi e via di seguito.
Scientificamente si riteneva pessima la raccolta dei bozzoli prodotti dai semi incubati con questi mezzi empirici, queste forme d'incubazione furono utilizzate per lungo tempo specialmente dai meno abbienti.
La presenza di una forte componente di superstizione nella cultura e nell'anima del contadino Brianzolo, era conseguente anche alla soffocante religiosità formale imposta dall'ottusità del clero del tempo.
La presenza in tutti gli atti quotidiani di un Dio castigatore in costante attesa del peccatore da punire, le prediche e i sermoni sempre pieni di inferni e castighi per i poveri e di tolleranza e perdono per lor signori, obbligavano la gente per sopravvivere ad assumere una religiosità di facciata, legata fatalisticamente all'impotenza di cambiare il loro drammatico destino terreno.
Inutile prendersela tanto per migliorare le cose terrene, era risaputo che solo quando passava a miglior vita il povero avrebbe avuto il premio, il Paradiso era ad attenderlo quindi era inutile cercarsi delle risposte sul perché mangiava poco, lavorava tanto, era sfruttato, umiliato etc, alla fine, dopo aver tirato le cuoia in Paradiso si fara quattro risate di queste cose terrene.
Cosi dicevano ai contadini i solerti imbonitori dispensatori d'amore, aggiungendo che mentre il povero immancabilmente riceveva il premio, il ricco, gozzovigliatore, lazzarone, sfruttatore e chi più ne ha più ne metta, sarebbe precipitato all'inferno fra le braccia de Satanel a bruciare in eterno.
Semprechè il riccastro al momento del trapasso non si fosse pentito delle sue malefatte (donando beni alla Chiesa) in tal caso è amnistiato e va anche lui in Paradiso, con gran gioia del nostro contadino che se lo ritrova fra i piedi.
La limitata istruzione che in alcuni casi era data ai contadini, era costantemente osteggiata dai ricchi possidenti, per ovvi motivi, i quali coadiuvati brillantemente dai preti fomentavano accuratamente pregiudizi popolari verso la cultura, indicata, quando si doveva darla al popolo, come elemento di confusione e depravazione sociale.
Vorrei chiudere questa non esaustiva nota sul baco da seta con una canzone, niente di straordinario ve ne sono diverse sul tema, ma questa è espressiva dell'importanza che aveva, nella magra economia della famiglia del contadino Brianzolo l'allevamento del baco, quasi unico mezzo per avere un po' di denaro contante quando andavano bene e del dramma che ne conseguiva quando andavano male.
O sciur padron i cavalee van maa
o sciur padron i cavalee van maa
furment e furmenton
ghe pasarò l'anada senza pagò ul padron
o paison fem scioper fem scioper e burdej
ghe pasarò l'anada sensa ciapò cinc ghei
o paison fem scioper fem scioper e burdej
furment e furmenton
e ul padron el pagarem con la ronza e ul furcon.
o sciur padron i cavalee van maa
furment e furmenton
ghe pasarò l'anada senza pagò ul padron
o paison fem scioper fem scioper e burdej
ghe pasarò l'anada sensa ciapò cinc ghei
o paison fem scioper fem scioper e burdej
furment e furmenton
e ul padron el pagarem con la ronza e ul furcon.
(O Signor padrone i bachi vanno male/o Signor padrone i bachi vanno male/frumento e granoturco/passerà l'anno senza pagare il padrone/o contadini facciamo sciopero facciamo chiasso e sciopero/passerà l'anno senza prendere cinque centesimi/o contadini facciamo sciopero facciamo chiasso e sciopero/frumento e granoturco/il padrone lo pagheremo con la falce e il tridente).
Sciur Fatur - Specie di borioso scagnozzo che sovrintendeva agli interessi del Padrone (oltre che dei propri) vessando in sua vece i contadini quando questi era in altre faccende affaccendato, scelto dal padrone fra i suoi sottoposti più fedeli era l'intermediario fra ul sciur e la culumbera, cosi si definiva l'insieme dei contadini di un proprietario terriero Brianzolo.
FONTI
Cherubini F., Superstizioni popolari dell'alto Contado Milanese Rivista Europea, Agosto 1847;
Giovanni Cantoni, "Sulle condizioni economico-morali del contadino in Lombardia, Italia del Popolo, Milano 1848.
"
Il Lavoratore Comasco", 8 ottobre 1892, 1893, 1894, 1895
"Atti del Congresso serico", Padova, 1923
Anselmo Brambilla, 15 marzo 2009
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