"4 luglio pagato al Giulio fa legname per giornate 17, per la sedia (di) cuoro e il tellaro di una finestra in cuoro e altri fatturi per lartare - 34".
Parrocchia di Verderio Sup. L'accenno al falegname "Giulio" in un bilancio parrocchiale del 1814 |
Questo è il più vecchio accenno ad un falegname che sono riuscito a trovare nell'archivio della parrocchia di San Giuseppe e Floriano, ex Verderio Superiore. È conservato fra i bilanci redatti dalla fabbriceria della chiesa, in un foglio intitolato "Spese fatte per la chiesa del lano 1814" (1).
Penso che con la parola "cuoro" si intendesse parlare del "coro" e che "lartare" stia per "l'altare".
Il nome, Giulio, è un po' poco per stabilire l'identità del personaggio, ma per ora mi devo accontentare.
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Scorrendo gli altri documenti contenuti nello stesso fascicolo, il successivo falegname che vi appare è Giuseppe Viganò, nato il 5 giugno 1828 a Verderio Superiore, figlio di Carlo e Angela Villa. Abitava in Corte Nuova, in via sant'Ambrogio, e aveva sposato Giuseppa Pirovano.
Fra le carte della fabbriceria lo si incontra più volte e per un buon numero di anni. Per i lavori svolti nel 1883, l'anno prima della sua morte, aveva presentato questo conto:
"Conto della parocchia dell'anno 1883
Riparazione fatte a due banche 1 40
Riparato il balcone del coro 00 70
Riparati i vetri nella tribuna 01 20
Misse una lastra di vetro nello stasone 01 50
Misse un vetro (2) nel confessionalio 00 30
n.2 lastremesse sullefineste innalto 02 50
______
totale 07 .60
Parrocchia di Verderio Sup. Il conto presentato dal falegname Giuseppe Viganò nel 1883 |
Anche il figlio di Giuseppe, Luigi, era falegname e come tale compare nel ruolo dei contribuenti alle tasse comunali del comune di Verderio Superiore del 1906, dove è chiamato a pagare una cifra di 4 lire (2). Era nato nel 1860, aveva sposato Erminia Robbiati, proveniente dalla "curt del legnamée", in via Principale. È morto nel 1922.
Comune di Verderio Sup. Le tasse comunali pagate da Luigi Viganò, falegname, nel 1906 |
Era figlio di Luigi Stucchi, anch'egli falegname, nato a Osnago l'8 ottobre 1808 da Giovanni Antonio e Serafina Ronco. Luigi si era trasferito a Verderio Superiore probabilmente nel 1837, dopo aver sposato una donna di qui, Orsola Teresa Sala, figlia di Ambrogio e di Angela Comi. Dei lavori di falegnameria di Luigi Stucchi non ho trovato traccia.
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Giovanni Stucchi era nato l'11 aprile 1852. Abitava e aveva il laboratorio, come forse già suo padre, in via Principale, nella corte che, per la loro presenza, è ricordata come "curt del legnamèe" (3).
Giovanni Stucchi, falegname a Verderio |
I primi suoi lavori per la chiesa parrocchiale di San Floriano risalgono al 1885, quando presenta un conto annuale di 23 lire e 85 centesimi, e proseguono negli anni seguenti.
Parrocchia di Verderio Sup. Il conto presentato dal falegname Giovanni Stucchi nel 1885 |
Giovanni Stucchi interverrà come falegname anche nella realizzazione della nuova chiesa di Verderio Superiore, che verrà consacrata il 26 ottobre 1902 e sarà dedicata oltreché a san Floriano, come la vecchia chiesa, anche a san Giuseppe, che dei falegnami è sicuramente il più celebre.
La nuova chiesa fu costruita con i fondi messi a disposizione dalla famiglia Gnecchi Ruscone. In un registro dei conti dell'Azienda Agricola Gnecchi, si trova notizia degli interventi di Giovanni Stucchi non solo per la chiesa, anche per la nuova casa parrocchiale e l'annessa casa colonica.
Giovanni Stucchi, falegname, nelle spese per la nuova chiesa registrate dall'Azienda Agricola Gnecchi |
Per la chiesa - realizzazione dei serramenti e loro messa in opera; messa in opera dei soffitti a cassettoni ed altri lavori - riscosse in tutto 7049 lire; altre 3000 ne riscosse per la casa parrocchiale e 1175 per la casa colonica (4).
Chiesa dei santi Giuseppe e Floriano. Il portale, due porte laterali e il soffitto a cassettoni dell sacrestia |
Nell'anno 1900 è probabilmente lui lo Stucchi Giovanni che fa parte del Consiglio Comunale di Verderio. Il suo nome compare anche nel Ruolo dei Contribuenti alle Tasse Comunali del 1906, quando deve pagare una tassa di lire 5 (5).
Giovanni Stucchi sposerà Luigia Rusconi (Lüisina) e avrà due figlie, Adelaide e Clelia.
Luigia Rusconi, moglie del falegname Giovanni Stucchi |
Dopo Giovanni Stucchi, la sua bottega di falegname passa a Emilio Bonanomi, suo dipendente e suo genero, avendo sposato sua figlia Adelaide.
Di Emilio e di suo figlio Giovanni, suo collaboratore, scrive Giulio Oggioni in un suo libro:
"Erano considerati artisti del legno e il loro campo di lavoro era molto vasto: andava dalla preparazione dei serramenti, alle porte, alle gabbie per gli animali e fino alle casse da morto. Non c'erano fabbriche di mobili e falegnamerie nei dintorni, né agenzie funebri e quando qualcuno moriva si chiamava questo falegname per prendere le misure per fare la cassa" (6).
Emilio Bonanomi e la moglie Adelaide Stucchi |
Emilio Bonanomi era il falegname di fiducia della famiglia Gnecchi Ruscone, sia per i lavori necessari all'azienda agricola che per la manutenzione e la realizzazione di opere in legno nella villa. Per i suoi interventi veniva pagato annualmente. Un anno, come retribuzione, ottenne i locali in via Principale dove abitava con la famiglia, gli stessi dove ora vive la figlia Luigia.
Il conto presentato nel 1940 dal falegname Emilio Bonanomi al signor Vittorio Gnecchi Ruscone |
C'è una bella porta in legno, sempre chiusa che si affaccia su via Principale. È la porta del laboratorio di Emilio e, prima di lui, probabilmente, di Giovanni Stucchi.
La porta del laboratorio del negozio di falegnameria di Emilio Bonanomi in via Principale |
L'ex laboratorio conserva ancora alcune cose che sono loro appartenute e servivano per il loro lavoro: un grande tavolo da falegname, alcuni attrezzi, i cassettini per la minuteria.
Altri oggetti che testimoniano del lavoro di Emilio sono i mobili di una stanza da letto conservata, non utilizzata, dalla figlia Luigia (che appare nella foto) e una scala in legno per accedere a un solaio.
Costruite da lui sembra siano anche le panche della chiesa di Sant'Ambrogio, in piazza Gnecchi Ruscone. Una delle panche ha la targhetta con il suo nome.
Il figlio Giovanni, che collaborava con lui, in seguito andò a lavorare a Milano come operaio di una fabbrica, non più come falegname. Giovanni è morto giovane, nel 1971, ad appena cinquant'anni. Prima del padre Emilio, morto nel 1974.
Giovanni Bonanomi |
NOTE
(1) Titolo X, Fabbriceria, Classe I, parte antica; cartella I; nomine fabbr. Bilanci 1800-1889
Oltre a questa cartella, nell'Archivio della parrocchia dei Santi Giuseppe e Floriano ho consultato i registri degli Stati delle Anime e quelli di nascita e di morte.
(2) Archivio Comunale Vrederio ex Superiore, Ruolo dei contribuenti alle tasse comunali per l'anno 1906. Alcune notizie su Giuseppe e Luigi Viganò mi sono state fornite da Erik Viganò.
(3) Della "curt del legnamée", conosciuta anche come "curt di mestée" perchè ospitava altri artigiani oltre ai falegnami, ho già scritto in passato su questo blog: https://bartesaghiverderiostoria.blogspot.com/2010/02/la-curt-di-meste-di-marco-bartesaghi.html
(4) Le pagine del registro dedicate alle spese della chiesa sono la 202, la 203 e la 204. Le trovate su questo blog al seguente indirizzo: https://bartesaghiverderiostoria.blogspot.com/2010/02/la-curt-di-meste-di-marco-bartesaghi.html
Giovanni Stucchi non fu l'unico falegname che intervenì nell'edificazione della chiesa di Verderio Sup., vi lavoro anche un falegname di Cernusco Lombardone di nome Consonni.
(5) Si veda la nota n.2. Per quanto riguarda il ruolo di consigliere comunale, un Giovanni Stucchi risulta fra i consiglieri presenti alla seduta del 22 agosto 1900.
(6) Giulio OGGIONI, VERDERIO - La vita contadina, le corti e le cascine, pp. 105- 106, Cornate d'Adda, 2013.
Marco Bartesaghi
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