Sergio Perego, giornalista del quotidiano "Il Giorno", non ha mai tralasciato di ricordare, in occasione del "Giorno della Memoria", ma anche in altre occasioni, la tragica vicenda della famiglia Milla, tre sorelle e due fratelli arrestati a Verderio il 13 ottobre 1943 e assassinati ad Auschwitz l'11 dicembre dello stesso anno.
Nel maggio scorso, Sergio ci ha lasciato, portato via dal covid.
Ho pensato di ricordarlo con il suo primo articolo sulla famiglia Milla. Lo scrisse su "Il Giorno" nel maggio del 1994, quando il consiglio comunale di Verderio Superiore decise di porre una lapide in loro memoria. M.B.
" Il Giorno" 6 maggio 1994
Il Comune di Verderio commemorerà la famiglia ebrea vittima del nazismo
Una lapide per ricordare i Milla
I cinque componenti furono “gasati ad Auschwitz nel '43
di Sergio Perego
VERDERIO SUPERIORE - l'11 dicembre prossimo, anniversario della loro morte avvenuta ad Auschwitz nel 1943, una lapide ricorderà Amelia, Laura, Lina, Ferruccio e Ugo Milla, arrestati a Verderio nell'ottobre di 51 anni fa e inviati nel famigerato campo di concentramento, dove morirono nelle camere a gas.
A deciderlo è stato il consiglio comunale che, votando all'unanimità una mozione presentata dai consiglieri di “Sinistra per Verderio”, minoranza, vogliono, con questo atto, “ricordare alle generazioni attuali e a quelle future, i nomi dei Milla, nonché la causa della loro fine: il tentativo del regime nazista e del suo alleato fascista, di sterminare il popolo ebraico”. La mozione si chiude con un invito all'assessore alla cultura perché promuova nelle scuole iniziative a far conoscere il contesto storico in cui si svolse la vicenda della famiglia Milla.
Ma chi erano i Milla e che cosa li aveva portati a Verderio? Ricostruiamo quegli anni della loro storia che si concluse con la loro morte ad Auschwitz con l'aiuto di una ricerca di marco Bartesaghi, consigliere di “Sinistra per Verderio”, pubblicata sull'ultimo numero di “Archivi di Lecco”, rivista che da molti anni si occupa di approfondire la storia locale.
“La famiglia Milla – scrive Bartesaghi . Era approdata a Milano nel 1913 dopo vari trasferimenti nel centro e nel sud, causati dal lavoro del padre, Ernesto, ufficiale del dazio. Nel novembre del 1938, quando entrarono in vigore le leggi razziali, uno dei cinque figli, Ferruccio, lavorava allo Scatolificio Ambrosiano di sesto S. Giovanni.
Come gli altri ebrei, i Milla sottostarono all'obbligo di autodenuncia nel comune di residenza. Tra la fine del 1941 e l'inizio del '42 lo Scatolificio trasferì i più importanti macchinari a Verderio S. e, con buona parte delle maestranze, fra cui i Milla, continuò lì l'attività. Durante i primi mesi della repubblica Sociale i Milla che abitavano a Verderio pensarono, probabilmente che il paese, piccolo e appartato, potesse garantire loro la sicurezza e vi restarono. La sera del 13 ottobre 1943 alcuni soldati tedeschi si presentarono all'abitazione dei signori Passaquindici, vicini dei Milla, e urlando minacciosi li accusarono di dare lavoro agli ebrei. Ferruccio Milla, che era in quella casa per giocare a carte, si dichiarava ebreo e veniva arrestato, stessa sorte toccava al fratello Ugo, sopraggiunto poco dopo, e ai Passquindici. Fu Lea Milla, accortasi dell'assenza del marito, a dare l'allarme, decidendo di lasciare subito Verderio per rifugiarsi da un'amica a Biscate. Qualche giorno dopo, nel tentativo di mettersi in contatto coi fratelli, rinchiusi nel carcere milanese di S. Vittore, vennero arrestate. Dopo mesi di carcere, all'alba del 6 dicembre i Milla vennero portati con altri alla stazione Centrale e con carri bestiame inviati ad Auschwitz. All'arrivo nessuno di loro passò “la selezione”: l'11 dicembre furono amndati a tutti a morire nella camera a gas.
Nessun commento:
Posta un commento