mercoledì 26 febbraio 2020

PROGETTO DON ADRIANO un CD di canzoni della Santa Messa a favore di Don Adriano Valagussa

Dal novembre del 2017 Don Adriano Valagussa è missionario nella parrocchia di Palma Soriano, nella diocesi di Santiago de Cuba. È  un missionario fidei donum perché il suo impegno nasce da un accordo fra la diocesi di Milano e quella di Santiago.
Don Adriano, ordinato sacerdote  a Milano l'11 giugno 1977, è nato a Verderio Inferiore il 27 febbraio 1950.
Con Verderio ha mantenuto sempre un buon rapporto tanto che, quando nell'aprile 2019 il tetto della sua chiesa è crollato, la comunità parrocchiale si è attivata per aiutarlo, accogliendo la proposta di Doriano Riva, musicista, di trasformare in “canzoni” i “canti” solitamente eseguiti in coro durante le Sante Messe. Ne è nato un CD dalla cui vendita sono stati raccolti soldi per la parrocchia cubana di don Adriano. Per chi  volesse, è ancora possibile acquistarlo, con un'offerta di almeno 10 euro, richiedendolo a  Doriano all'indirizzo e-mail: dorianoriva@gmail.com.
Dall'iniziativa è nata anche una serata di presentazione del CD, che si è svolta all'oratorio di Verderio ex Inferiore, a cui era presente anche don Adriano, in Italia per un periodo di riposo.
Nell'ottobre del  2017, prima della partenza di don Adriano per Cuba, il quotidiano Avvenire.it aveva  pubblicato un articolo, da cui ho estratto il suo racconto di come è maturata la sua scelta di partire:

Don Valagussa: «Andare in missione a 67 anni? Un dono di Dio»
«Ho 67 anni, sono prete da 40. Mai avrei pensato, a questa età, di andare a Cuba in missione. C’è chi mi dice: "Mi spiace che vai via". E chi mi dice: "Ammiro il tuo coraggio". Ma la cosa più bella, vera e sconvolgente, che non mi stanco di ripetere a tutti, è che non c’è alcun merito e alcun progetto mio, in tutto questo. È il Signore che mi ha fatto un dono straordinario, al quale ho cercato di resistere un po’, all’inizio. È come se la mia vocazione sacerdotale mi fosse restituita in una forma nuova. È grazia data a me perché possa sovrabbondare per tutti.  
Era l’inizio del 2016 quando, ad un incontro di preti, il cardinale Scola ci disse che l’arcivescovo di Santiago de Cuba, Dionisio Guillermo García Ibáñez, chiedeva fidei donum per la sua diocesi. Lo ascoltai come un avviso fra altri, senza farci caso – ricorda don Adriano –. Il giorno che ha cambiato tutto è il 4 novembre scorso. In Duomo c’è il Giubileo diocesano del presbiterio. "Non ci vado", avevo deciso la sera prima. Ero stanco. Al mattino avevo la Messa in parrocchia, sarei arrivato tardi, mentre al pomeriggio dovevo iniziare le visite alle famiglie per Natale. All’ultimo momento cambio idea: vado. Hanno già iniziato. Faccio a tempo a confessarmi. E ad ascoltare il cardinale. Che prima parla del discepolo come missionario secondo l’Evangelii Gaudium. Poi rilancia la richiesta di monsignor Dionisio. Quelle parole sono state come una botta. Mi sono sentito un fuoco, dentro. E mi sono spaventato, sentendomi risuonare nella mente la domanda: "Perché non ci vai tu, Adriano?". Sono avanti con gli anni, non so la lingua, sto bene a Cassago, mi sono risposto. Ho resistito cinque giorni. Poi ho dato la mia disponibilità. L’allora vicario generale, monsignor Delpini, l’ha raccolta e mi ha detto: "Vai bene tu". Ora – dice il sacerdote – sto vivendo tutto questo con grande serenità. E nel segno della gratitudine. Verso la comunità di Cassago, anzitutto, che mi ha accolto otto anni fa; verso alcune famiglie e alcuni sacerdoti amici con cui ho camminato, nell’ambito di Cl, condividendo un’esperienza di preghiera e fraternità che mi ha salvato dal diventare un prete burocrate. Questa missione a Cuba non è una grazia solo per me, è un segno per tutti. Dice che il Vangelo non è una teoria e che Gesù chiama davvero, nel concreto della nostra vita. I ragazzi e i giovani, qui, ho l’impressione che ora mi guardino in modo diverso».

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