“LA VITA È BELLA. Acquarelli & chiacchiere di un pittore della domenica” è il nuovo libro di Francesco Gnecchi Ruscone, il terzo, dopo quello dedicato al suo contributo alla lotta di Liberazione dal fascismo e l'altro dove racconta, rispondendo alle domande di Adine Gavazzi, le storie legate alla professione di architetto (1).
In quest'ultimo libro sono raccolti i disegni ad acquarello a cui si è dedicato, avvicinandosi agli ottant'anni e alla fine della sua attività professionale, quando ha dovuto “inventare qualcosa da fare per riempire il mio tempo: non ho mai conosciuto le gioie del dolce far niente: ne ho sempre solo temuto la noia” .
Tre libri, tre epoche della vita, tre argomenti completamente diversi. Cosa hanno in comune? Lo stile del loro autore, la sua arte di avanzare con passo leggero (devo spiegarmi meglio? allora la dico così: la sua arte di non tirarsela) che credo sia evidente nei tre brani che ho trascritto.
Della sua partecipazione alla Resistenza, nel primo libro, scrive, con una nota di autoironia: “... il mio contributo personale è certo modesto: l'organizzazione di qualche lancio, il rilievo di una linea di fortificazione che in definitiva non è mai neanche stata guarnita, mesi di inattività causati da una mia mancanza di prudenza, la partecipazione alla insurrezione di Milano, che in sostanza è solo consistita nell'accettare la resa di nemici scoraggiati e rassegnati, tutto questo non è materia da farci su un'Iliade”(2)
“Alla mia età si sente un forte richiamo di affinità e simpatia per chi ha voglia di raccontare le sue storie: l'anziano del villaggio nell'ombra fresca dei rami di un banyan o il resgiô della cascina davanti al paiolo della polenta, nel camino”,dice nel secondo (3).
Ne' “La vita è bella”, il nuovo libro, scrive: “Se da questo libro dovrà uscire un mio profilo, vorrei rappresentasse qualcuno che vuole condividere con il suo prossimo sguardi sui momenti felici, spargere incoraggiamento e buon umore, almeno fra chi, come me, cerca il bello fra le piccole cose”(4).
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“C'è in questi acquarelli di Gnecchi Ruscone qualcosa che ci riporta indietro nel tempo, quando il frastuono del mondo non era ancora arrivato a distrarci a ogni ora del giorno e della notte”. Sono parole di Susanna Tamaro, che del libro ha scritto la prefazione, intitolandola “Un piccolo mondo antico".
Paesaggi, dove l'orizzonte è chiuso da profili di montagne o di colline, da filari di alberi o da una riga blu scuro di mare.
"CALA ROSSA A FAVIGNANA", pagg. 42-43 |
Paesaggi abitati da vari animali, per ricordarci “che non siamo gli unici abitanti di questo giardino fiorito” (Susanna Tamaro).
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Ogni acquarello è accompagnato dalle “chiacchiere”, un breve racconto, che ne spiega il contesto o si concentra sul “personaggio principale”:
“Molti importanti scienziati sostengono che non sono le cicogne a portare i bambini alle mamme; finché non avremo prove certe del contrario dobbiamo crederlo. Questi bellissimi uccelli... ecc.”.
"LA VISTA DAL NIDO DELLE CICOGNE", pagg. 64-65 |
Altre "chiacchiere" sono in versi, brevi poesie, alcune dedicate alla moglie Lola, la compagna di una vita, mancata qualche anno fa:
Ardi, Peonia
nel sole di un mattino di Maggio,
danzando tra piume ondeggianti
di alti bambù.
Io siedo,
rana su una foglia di loto,
muto per tanto splendore.
nel sole di un mattino di Maggio,
danzando tra piume ondeggianti
di alti bambù.
Io siedo,
rana su una foglia di loto,
muto per tanto splendore.
Per Lola, 10/6/1982 (5)
"PEONIA", pagg. 66 - 67 |
Per deformazione personale, ho cercato se fra i disegni ce ne fosse qualcuno riguardante Verderio. L'ho trovato. È l'ultimo, intitolato ALLODOLE:
“Il paesaggio che ho dipinto è la ricostruzione idealizzata di un paesaggio reale della mia infanzia: i prati intorno alla cascina Bergamina, la casa di mio padre […]. È il ricordo di una mattina lontana: dovevo avere dieci o dodici anni ed ero uscito a passeggiare nei prati, senza una meta precisa. A un certo punto mi sono sdraiato sull'erba […]. Totalmente rilassato, udivo le allodole, altissimi puntini vibranti, trillare componendosi nel fruscio dell'acqua scorrente nella chiusa di una roggia, vedevo la lucentezza del cielo inquadrato dalle creste nitide di Grigne e Resegone sopra l'ondeggiare leggero delle cime dei pioppi, [...]”
"ALLODOLE", pagg. 112 - 113 |
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Non sono affatto da trascurare, a mio avviso, anche gli schizzi a matita presenti nel libro, frutto di un'antica abitudine dell'autore di portare con se nei viaggi, nelle vacanze e nelle brevi gite, un piccolo notes su cui fissare paesaggi o scene di vita che meritavano di essere ricordate.
“Da quell'abitudine – afferma Francesco - ho imparato a scegliere un'inquadratura, a riconoscere una gerarchia tra gli oggetti che, riprodotti, avrebbero costituito l'immagine”.
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Il modo più semplice per acquistare il libro è quello di affidarsi a internet. Non sono di certo io però che vi può insegnare come, dato che ho dovuto farlo fare a mia moglie.
NOTE
(1) - Missione “Nemo”. Un'operazione segreta della resistenza militare italiana 1944 – 1945, Milano, 2011; Francesco Gnecchi Ruscone, Storie di Architettura, conversazioni con Adine Gavazzi, Milano, 2014.
(2) - Missione “Nemo”, pag.118
(3) - Storie di Architettura, pag. 17. Banyan: è una pianta sempreverde diffusa nel subcontinente indiano. La sua caratteristica più evidente sono le radici aeree che, partendo dai rami e raggiunto il terreno, si trasformano in altrettanti tronchi, allargando così la superficie coperta da ogni albero. Wikipedia . Resgiô: è l'anziano, il capo della famiglia contadina.
(4) - La vita è bella, pag. 16.
(5) - La poesia "Peonia"nel libro è pubblicata sia in inglese, la versione originale, che in italiano.
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