sabato 9 marzo 2019

"FINO A QUI NOI SIAMO", la mostra di Elena Mutinelli a Milano



Dal semibuio di un elegante bistrò si accede alla luce intensa della galleria Après – coup, dove la scultrice Elena Mutinelli espone una trentina di opere (29, per la precisione) in una mostra intitolata  FINO A QUI NOI SIAMO.


Sculture in creta, in marmo, in travertino, in resina; tavole scolpite e poi dipinte; disegni a matita o china; un dipinto ad olio.


Elena Mutinelli, Di nuovo Saturno, 2018, terracotta patinata





Corpi. Corpi nudi che si mostrano, che si affiancano,  che si incontrano. Corpi che generano altri corpi.

Elena Mutinelli, Nell'arena, 2015, olio su tavola scolpita
Richiami alla cultura classica: Orfeo e Euridice che si allontanano dall'Ade;  i personaggi di Poros e Penia, rispettivamente  padre e  madre di Eros, la nascita e il compleanno di Venere, la morte del centauro.

Elena Mutinelli, Orfeo e Euridice, 2016, argilla bianca






















Elena Mutinelli, La nascita di Venere, 2015, terracotta patinata
Sono i temi di Elena, la sua arte, la sua poetica

“Il mio lavoro vuole ripercorrere le tappe della tensione forte dell'uomo tra la vita e la morte. Una sorta di pellegrinaggio nell'anima, in cui egli è rappresentato alle prese con le intenzioni quotidiane dell'esistere nel gesto, nel frammento del suo stesso corpo o di altro cui sta per divenire.
In questa frammentarietà quotidiana taluni cercano di conoscere un volto che gli appartiene ma che, immediatamente dopo, diverrà altro. È il mutamento, la metamorfosi che prende forma nella mia opera: un ricongiungersi a sé stessi in un divenire dentro di sé e nell'altro.
Più o meno visibilmente, il mito è chiamato in causa per la sua straordinaria attualità. 
Mito che ripercorro attraverso la penna di Rilke e attraverso i suoi occhi che sanno vedere l’irrevocabilità dell’essere….
Leggendo le Elegie Duinesi, tante immagini vengono alla luce per la scultura: infinite maschere, sfumature e Orfeo, cantore che riesce a vedere e a sentire le cose non per come si mostrano ma per come si offrono nella loro intimità.
La bellezza degli angeli di Rilke è magnifica, ma non conosce mutamento, è  immutabile, non è metamorfosi. Non è l'immagine del nostro essere.
Nell'angelo il poeta esprime  la nostalgia per  una bellezza  che l'uomo, nella sua caducità e nel suo non permanere,  tocca e conosce, ma  non può raggiungere.


Elena Mutinelli, Fino a qui noi siamo, 2018, terracotta patinata
Ho rubato a Rilke le parole “Fino a qui noi siamo”, per la visione forte che mi offrono. Le ho date come nome a una mia opera e ora le ho usate per il titolo di questa mostra.
Oggi abbiamo paura del bello come del terribile. Siamo alla mercé dei linguaggi che ci allontanano dall’attenzione, dall’ascolto, dalla compressione e  anche dal tempo necessario per filtrare tutto questo.
Rilke ci insegna a vedere, a scoprire l'ostilità delle cose, a guardare in faccia la paura e a sconfiggerla  con la scrittura”
.



La mostra è allestita nella galleria Après-coup Arte di Milano, in via privata della Braida 5. Resterà aperta fino al 29 marzo e può essere visitata dal martedì al sabato, dalle  9.30 alle 22.00.

Una lunga intervista a Elena Mutinelli è pubblicata su questo blog al seguente indirizzo:
https://bartesaghiverderiostoria.blogspot.com/2018/11/elena-mutinelli-una-scultrice-verderio.html


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