domenica 20 novembre 2016

SAN NAZARO E SAN CELSO, PATRONI DI VERDERIO di Marco Bartesaghi

Dal 13 marzo 2015 i Santi Nazaro (o Nazario) e Celso, già patroni di Verderio Inferiore, hanno assunto l'incarico di patroni del nuovo comune di Verderio, nato dalla fusione di Verderio Inferiore con Verderio Superiore.

La decisione, valida solo ai fini civili, spettava al Consiglio Comunale (1) che, su proposta del sindaco ha proceduto alla scelta attraverso un sorteggio fra la coppia di Santi già patroni di Verderio Inferiore, San Nazaro e San Celso, appunto, e la coppia dei patroni dell'ex comune di Verderio Superiore, San Giuseppe e San Floriano. Sono stati estratti i primi.


Ai Santi Nazaro e Celso è dedicata la chiesa parrocchiale della località Verderio Inferiore, costruita nel 1906 su progetto dell'architetto bergamasco Giovanni Barboglio. La chiesa, a croce greca, ha un'aula centrale quadrata, con tetto a quattro spioventi, sormontato da lanterna ottagonale con tettuccio e croce.

La chiesa parrocchiale dei SS Nazaro e Celso
Il soffitto dell'aula, una cupola ribassata, è decorata con un affresco dedicato ai due santi. 

 
L'affresco dedicato ai SS Nazaro e Celso, nell'omonima chiesa di Verderio


San Nazaro, più anziano, con la barba, tiene nella mano sinistra il ramo di palma, simbolo cristiano del martirio. Alla sua destra San Celso volge lo sguardo verso il basso, verso  i fedeli riuniti nella chiesa, e con la mano destra indica loro il crocifisso sorretto da angeli.

 


Altri angeli, uno dei quali  ha in mano il ramo di palma, circondano i due santi; altri due ancora sorreggono un mantello rosso, forse quello indossato da Gesù prima della crocifissione.





Ai due santi sono dedicate le scritte in latino, inserite sui motivi architettonici dell'affresco: tre  sul contorno esterno del  dipinto,









 quattro sul motivo che circonda l'apertura rotonda della lanterna centrale.





Anche la cappella del braccio destro della chiesa è dedicata ai due patroni. In una tela dipinta ad olio, forse del XVII secolo, i santi sono rappresentati, come a volte avviene, in abiti militari. Entrambi hanno in mano il ramo di palma. Sullo sfondo le mura e gli edifici di una città.




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Fu il vescovo Ambrogio a rintracciare, nel 396, in un giardino fuori dal perimetro della città di Milano, oggi corso Italia, il luogo di sepoltura, e presumibilmente di martirio,  di San Nazaro e di San Celso.

Milano. San Nazaro Maggiore
Le spoglie di Nazaro furono accolte nella  basilica allora conosciuta come “dei Santi Apostoli” e che in seguito prese il nome, che mantiene ancora,  di "San Nazaro Maggiore", o “in Brolo”, in corso di Porta Romana. 

 
La lapide che ricorda il luogo dove era sepolto il corpo di San Nazaro, nell'abside  di San Nazaro Maggiore


I resti di Nazaro, un tempo sepolti sotto il pavimento dell’abside (una lapide lo ricorda), sono ora conservati sotto l’altare, insieme alle reliquie di altri santi.

 
L'altare di San Nazaro Maggiore dove sono conservati i resti del santo


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San Celso rimase sepolto nel luogo del suo ritrovamento. Lì, in suo nome, Sant' Ambrogio fece  costruire una piccola chiesa e una cappelletta dedicata alla Madonna (2). Negli anni  996 – 997, con l'arcivescovo Landolfo II, la chiesa fu  ricostruita, più grande, e  inglobata in un monastero benedettino.
 


Il santuario di Santa Maria dei Miracoli e, di fianco, la chiesa di San Celso in un'antica stampa
La devozione e il richiamo che suscitava   nei fedeli  la piccola cappella della Madonna convinse, nel 1430, il duca Filippo Maria Visconti a sostituirla con un edificio sacro che si sviluppò nei secoli fino a diventare l'attuale importante santuario conosciuto come “Santa Maria dei Miracoli presso San Celso”.


 
Il santuario di "Santa Maria dei Miracoli"

Nel santuario furono trasportate  le spoglie  del santo, che, dal 1935 per decisione del cardinale  Schuster,  giacciono in un'urna posta sotto l'altare della terza cappella della navata destra, dove è conservato il Crocifisso che San Carlo avrebbe portato in una processione di penitenza, in occasione della peste del 1576.

L'altare che conserva i resti di San Celso
Nella  cappella successiva in un dipinto del 1606, di Giulio Cesare Procaccini, è rappresentato il martirio dei due santi.

 
Il martirio dei SS Nazaro e Celso dipinto dal Procaccini


Proseguendo per la stessa navata, da un a porta si accede alla chiesa di San Celso, attualmente in ristrutturazione .
 

 
Milano, chiesa di San Celso (foto dal web)


La chiesa è quanto rimane dell'edificio ricostruito, come già detto, tra il 996 e il 997,  rifatto in forme romaniche nell'XI secolo, poi in parte abbattuto, nel XIX secolo, per dare più  luce al santuario.   Agli anni cinquanta dell'ottocento risale l'attuale facciata, che incorpora alcuni elementi antichi, come il portale centrale. Nell'architrave di quest'ultimo sono rappresentate scene di vita dei santi Nazaro e Celso e, in una lunetta i due santi sono affrescati a fianco della Madonna.

Tornando nel santuario, nella seconda cappella della navata sinistra, in un affresco della prima metà del XV secolo di autore ignoto, sono rappresentati i  due santi ( a sinistra Nazaro con la barba) ai lati della Madonna con Bambino. La Madonna è venerata come “Madonna delle Lacrime” poiché le è attribuito il miracolo di aver pianto il 13 e 14 luglio 1620.

 
La Madonna con il Bambino, fra San Nazaro, a sinistra, e San Celso


Nell'altare del transetto sinistro è conservato un sarcofago, forse del IV secolo, in cui Sant'Ambrogio avrebbe deposto i resti di San Celso.

Il sarcofago dove si presume che Sant'Ambrogio avesse fatto deporre il corpo di San Celso

(1) La delibera del Consiglio Comunale è pubblicata sul sito del comune di Verderio ed è rintarcciabile al seguente indirizzo: http://www.comune.verderio.lc.it/verderio/zf/index.php/atti-amministrativi/delibere/dettaglio/atto/GTlRFMw--H
(2) Nello stesso luogo venne costruita anche la chiesa, non più esistente , di San Nazaro in Campo, da dove proviene l'affresco della Madonna fra i santi della navata sinistra. 



 Marco Bartesaghi

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