“ ….. Lo ricordo a Verderio: bello, biondo, con un pull-over a trecce e la pipa in bocca ……” |
INDICE
- Profilo ufficiale di Gian Antonio Gnecchi Ruscone
- Corrispondenza tra le famiglie Gnecchi Ruscone e Lechi
- Notizie e ricordi di Alessandra Fumagalli Romario Gavazzi
- Notizie e ricordi di Luca Gnecchi Ruscone
- APPENDICI
GIAN ANTONIO GNECCHI RUSCONE – Guardiamarina
Il 25 Gennaio 2016 ho ricevuto dal signor Pierluigi Ciminago, presidente dell’A.N.M.I (Associazione Nazionale Marinai d’Italia)di Brivio la seguente mail:
Buonasera sig. Carlo, come le dissi al telefono mi servirebbero quante più informazioni possibile sul suo cugino Gian Antonio deceduto il 29 Marzo 1941 nella battaglia di capo Matapan dove era imbarcato sull’incrociatore Zara.
Come le dicevo quest’anno celebriamo il 50° dell’Associazione intitolata a: “G.M. GianAntonio Gnecchi Ruscone”, […], e la sua presenza alle celebrazioni sarebbe graditissima.
La terrò al corrente del nostro programma.
Cordiali saluti,
Pierluigi Ciminago
Presidente A.N.M.I. Brivio
Colgo così l’occasione per cercare di ricostruire la figura del mio cugino Aspirante Guardia Marina Gian Antonio Gnecchi Ruscone
A tutt’oggi non possediamo alcuna notizia utile, a parte quelle ufficiali, a tracciare il profilo della personalità di Gian Antonio Gnecchi Ruscone, la cui vita fu stroncata a solo 23 anni, nel pieno della giovinezza. Non conosciamo le motivazioni della sua scelta, certamente anomala in una famiglia lombarda di forti tradizioni legate alla montagna, di richiedere, fin da giovanissimo, l’ammissione al Concorso per l’arruolamento nell’Accademia Navale della Marina Militare di Livorno per diventare Ufficiale. Personalmente non avevo alcuna sua notizia se non quella del suo ricordo sulla lapide della Cappella di famiglia del cimitero di Verderio, e quindi ho ritenuto utile fare una ricerca perché la sua figura non cascasse nell’oblio e fosse ricordato almeno negli archivi della famiglia.
Poiché nel 2017 ricorrerà il centenario della sua nascita,
riteniamo doveroso ricordarlo con questa breve ricerca storica
che si prefigge di ricostruire gli avvenimenti da lui vissuti,
sia attraverso alcune testimonianze e ricordi dei suoi famigliari,
sia anche fornendo qualche notizia inedita della quale siamo
venuti recentemente a conoscenza in modo assolutamente casuale.
riteniamo doveroso ricordarlo con questa breve ricerca storica
che si prefigge di ricostruire gli avvenimenti da lui vissuti,
sia attraverso alcune testimonianze e ricordi dei suoi famigliari,
sia anche fornendo qualche notizia inedita della quale siamo
venuti recentemente a conoscenza in modo assolutamente casuale.
Gian Antonio, chiamato in famiglia “Giango”, nato il 12.06.1917, dopo l’Accademia in Marina, richiamato nella seconda guerra mondiale, fu Aspirante Guardiamarina, imbarcato sull’Incrociatore Zara, partecipò alla battaglia navale di Capo Matapan (28/29 Marzo 1941) e con l’affondamento della nave, venne dato per “disperso”. Una targa ricorda l’ufficiale di Marina nella cappella della famiglia Gnecchi Ruscone nel cimitero di Verderio Superiore.
NOTIZIE STORICHE
E’ stato scritto di tutto e di più sulla battaglia di Capo Matapan, ed anche notizie contraddittorie,
Esiste un’amplissima letteratura al proposito per cui cercherò di farne qui un succinto riassunto:
La battaglia di Capo Matapan (Grecia) venne combattuta tra il 28 ed il 29 marzo 1941 nelle acque a sud del Peloponneso, tra una squadra navale della Regia Marina italiana e la Mediterranean Fleet britannica.
La flotta inglese era dotata di radar che consentiva di localizzare le navi nemiche, gli italiani ne erano privi.
Inoltre la nostra Marina non aveva alcun tempestivo ed efficace appoggio aereo essendo priva di navi portaerei, gli inglesi, fin dal marzo 1941 avevano decrittato il nostro Codice di trasmissione dati ed erano così in grado di conoscere in anticipo i movimenti della nostra Marina.
La battaglia, conclusasi con una netta vittoria britannica, evidenziò l'inadeguatezza della Regia Marina ai combattimenti notturni e consegnò temporaneamente alla Royal Navy il dominio del Mediterraneo, infliggendo gravi perdite, soprattutto materiali, alla Regia Marina e condizionandone le future capacità offensive.
Capo Matapan viene ricordata come la più grande sconfitta di tutta la storia della nostra Marina.
CORRISPONDENZA RELATIVA ALLA RICERCA DEL GUARDIAMARINA GIAN ANTONIO GNECCHI RUSCONE DISPERSO
Dalla documentazione qui sotto riportata risulterebbe che Gian Antonio era l’unico ufficiale che non aveva mai messo piede su una nave prima del suo imbarco sullo Zara, il che è quantomeno anomalo perché tutto l’equipaggio era formato da ufficiali e marinai di lungo corso, così come sempre avviene in caso di guerra. Da alcune voci non documentate venne anche riferito che G.A. Gnecchi fosse partito in sostituzione di altro marinaio che doveva imbarcarsi sullo Zara ma che all’ultimo momento era stato impossibilitato a partire per cause imprecisate.
Durante uno scambio di corrispondenza di carattere storico, intercorsa a fine 2012 tra l’autore della presente ricerca, Carlo Gnecchi Ruscone e il Conte Piero Lechi, in data 27/12/2012 ho ricevuto la seguente lettera che viene qui di seguito riprodotta.
1 -LETTERA DEL CONTE PIERO LECHI A CARLO GNECCHI RUSCONE
Lettera 1 - Riproduzione parziale della lettera del signor Piero Lechi al signor Carlo Gnecchi Ruscone |
Trascrizione della lettera 1:
Caro Carlo
grazie per tutto il materiale che mi hai fatto avere, per me molto prezioso.
leggerò con molto piacere le memorie del tempo di guerra.
Spero di poterti mandare fra un po’ di tempo un riassunto di quello che ho scritto io sugli anni 30 e 40 del 900.
Come ti avevo promesso ti invio alcuni documenti che sono sicuro ti faranno molto piacere: fotogopie che sono nel nostro archivio e precisamente:
1 – 27.09.1928 Peppo Gnecchi a mio papà Fausto (prima lettera di una lunga serie)
2 – 6.09.1929 Alessandro Gnecchi
3 – 25.121940 Anita Gnecchi Jacob a mio papà
4 – Natale 1940 – Epifania 1941 lettera di mio padre al capitano di Vascello marchese Luigi Corsi che aveva sposato Teresa Fè d’Ostiani cugina dei miei genitori
5 – 13.01.1941 Luigi Corsi a mio padre
6 – 25.01.1941 Anita Gnecchi Jakob a mio padre
7 – senza data: superstiti dello Zara (in quel periodo mio padre era presidente dell Croce Rossa di Brescia, probabilmente aveva ricevuto il documento attraverso la CRI)
8 – 3.04.1941 Peppo Gnecchi a mio padre
9 – 5.04.1941 Alfredo Fè d’Ostiani (padre di Teresa a mio padre)
10 – 21.05.1941 Alfredo Fè d’Ostiani a mia mamma
11 – 24.05.1941 peppo Gnecchi Ruscone a mio papà 8la cui ultima lettera a mio padre sarà in data 9.9.1965)
Mi sembra molto bella quella del comandante Corsi per i giudizi che da sul vosro cugino.
Inoltre spedisco per te e per tuo cugino Francesco il libretto scritto da mio padre sulla carica di Aquila Cavalleria a Paradiso ol 4 novembre 1918.
[…]
Ti faccio i più cari auguri di Natale e per il nuovo anno
Piero
Il Dott.ing. conte Piero Lechi, appartenente alla nobile famiglia bresciana che nei secoli si è contraddistinta, oltre che per l’impegno civile e militare, anche per la raffinata attitudine al collezionismo d’arte è mancato il 4/9/213 a 83 anni.
Al fine della miglior comprensione del grado di parentela dei vari soggetti della famiglia Gnecchi Ruscone citati nelle seguenti lettere, si ritiene utile unire il seguente Pro-Memoria:
I tre fratelli maschi figli di Giuseppe Gnecchi e Giuseppina Turati sono i seguenti:
FRANCESCO (1° di 10 fratelli) dal quale discende il ramo di Verderio
ERCOLE (4° fratello) dal quale discende il ramo di Paderno d’Adda
ANTONIO (9° fratello) dal quale discende il ramo di Cologne Bresciano
Figli maschi di Antonio:
ERCOLE (4° fratello) dal quale discende il ramo di Paderno d’Adda
ANTONIO (9° fratello) dal quale discende il ramo di Cologne Bresciano
Figli maschi di Antonio:
1) Alessandro (Sandro) padre di GianAntonio
2) Giuseppe (Peppo) zio di GianAntonio.
Peppo Gnecchi e sua moglie Anita non avranno figli
e considereranno il nipote GianAntonio come il proprio erede
Peppo Gnecchi e sua moglie Anita non avranno figli
e considereranno il nipote GianAntonio come il proprio erede
2 - LETTERA DI FAUSTO LECHI AL COMANDANTE LUIGI CORSI
Lettera scritta tra il Natale 1940 e l’epifania 1941 dal conte Fausto Lechi (1892 – 1979) di Brescia, indirizzata al Capitano di vascello marchese Luigi Corsi, comandante ell’incrociatore Zara. Fa parte dell’equipaggio il guardiamarina Gian Antonio Gnecchi Ruscone (1917 – 1941), figlio terzogenito di Alessandro Gnecchi Ruscone e di Anita Jacob (1), di cui Lechi chiede notizie.
La moglie del conte Fausto Lechi era la contessa Paolina Bettoni Cazzago (1898 – 1986); vogliamo qui ricordare Sandro Bettoni Cazzago, fratello di Paolina, che comandò il Savoia Cavalleria alla carica di Isbuscenskij il 24.08.1942.
La moglie del Capitano di Vascello Luigi Corsi (1898 – 1941) era Teresa (detta Resy)dei conti Fè d’Ostiani (m. il 06.02.1945). Teresa era figlia del conte Alfredo e di Amalia dei conti Casana. I Fè d’Ostiani sono una famiglia di Brescia residente a Roma. I Corsi sono una nobile famiglia di Savona. Resy Fè d’Ostiani era cugina del conte Fausto Lechi
Carissimo cugino,
noi ci siamo visti purtroppo ben poco nella vita e mi auguro che l’avvenire mi conceda di trovarmi qualche volta insieme, ma di te ho sempre un ottimo ricordo e spesse volte notizie dac Alfredo Fè che con tanto piacere vediamo di frequente tra noi.
So che tu hai la fortuna e l’onore di comandare in questi momenti una bellissima nave ed è per tale tuo incarico che oggi ti scrivo.
Miei amici milanesi, i signori Gnecchi, hanno il figliolo Antonio guardiamarina imbarcato sullo Zara.
Essi sono ben contenti che egli si trovi ai tuoi ordini tanto più che egli scrive di trovarsi bene e, sapendo della nostra parentela, mi hanno pregato di informarmi presso di te se anche i suoi superiori sono altrettanto soddisfatti di lui, come si comporta e come compie il suo dovere; in poche parole desiderano conoscere tutte quelle notizie che le mamme in questi momenti amano avere dei loro figlioli.
Poiché immagino quali e grandi occupazioni tu avrai in questi giorni non voglio che tu mi risponda subito: fai pure con tuo
comodo ma sappi che una tua lettera con sue notizie mi farà molto piacere perché noi siamo orgogliosi dei nostri parenti marinai.
Nello stesso tempo sono lieto di fare un favore ai miei amici Gnecchi.
Quando scrivi a Resi ti prego di ricordarmi a lei insieme a mia moglie Paolina.
3 -LETTERA DEL COMANDANTE LUIGI CORSI A FAUSTO LECHI
Lettera in due pagine scritta dal comandante Luigi Corsi Fausto Lechi |
Trascrizione della lettera 3:
R. Incrociatore Zara
IL COMANDANTE
Bordo, 13 gennaio 1941 – XIX
Carissimo cugino,
sono molto contento di poterti dare ottime notizie del giovane Antonio Gnecchi, di cui ti interessi. Per quanto al suo imbarco mancasse di qualsiasi precedente esperienza marinaresca ha saputo rapidamente ambientarsi ed affiatarsi coi compagni.
È intelligente e volonteroso e quindi riuscirà certamente. tanto io che gli ufficiali da cui dipende direttamente siamo contenti di lui. È destinato alle artiglierie e più precisamente agli apparecchi per la direzione del tiro telemetro e personale relativo, oltre si intende i servizi di guardia generali.
Ti ringrazio per i buoni auguri per il 1941, che deve essere l’anno della vittoria, e lo sarà – noi siamo tutti molto fieri della fiducia che il Paese ha in noi e molto compresi di quello che da noi aspetta. – Il compito è duro e non sempre appariscente [?], ma abbiamo volontà e fede di essere all’altezza dell’ora e contiamo fermamente che la conclusione lo dimostrerà. – Spero anch’io che a guerra conclusa avremo occasione di vederci più spesso, intanto ricambio di cuore, anche da parte di Resy i più cordiali auguri e saluti, lieto di questa occasione di riprendere i contatti.
Gigi Corsi
4 - LETTERA DI ANITA GNECCHI, MOGLIE DI SANDRO GNECCHI E MAMMA DI GIAN ANTONIO, A FAUSTO LECHI
Lettera di Anita Gnecchi Jacob, mamma di Gian Antonio, a Fausto Lechi |
Trascrizione lettera 4:
Milano 25 gennaio 1941
Caro Conte Lechi,
sono stata per alcuni giorni assente da Milano per cui rispondo in ritardo alla sua gentilissima.
Non può credere quanto piacere mi abbia fatto la lettera del comandante suo cugino: a rendere meno dura la lontananza tutto giova e questa è stata una grande consolazione, che devo a lei e alla sua squisita gentilezza e di cui le sono, con mio marito, profondamente grata.
Le ritorno la lettera e le rinnovo i più sentiti ringraziamenti, mentre saluto lei e famiglia ben cordialmente.
Anita Gnecchi Jacob
5 - SUPERSTITI DELLO "ZARA"
Lettera senza data con nomi di alcuni superstiti dello "Zara" |
Superstiti dello “Zara” recuperati dalla nave ospedale “Gradisca”
Marò s.v. BOBICCHIO Giuliano matr. 4710 (ricoverato Marinferm Messina)
Marò scelto PERDOLINI Onorato matr88570 Deposito C.R.E.R. Messina
Marò s.v. SEROLI Miscrolavo matr 97202 “ ” “
Marò s.v. VENUSO Vincenzo matr. 99619 “ “ “
Cann. Art. BANI Ernesto matr. 14381 “ “ “
All. [?] LAZZETTI Stenio matr. 54778 " “ “
Cann O. BALANZONI Vittorio matr. 55943 “ “ “
Cann. A. PETRAZZUOLO Sabatino matr. 1620 “ “ “
Purtroppo non posso comunicare nulla alla famiglia dell’aspirante Gnecchi, perché mancano ancora gli elenchi dei prigionieri, e dei morti. ti unisco l’elenco degli otto superstiti, semplici marinai, raccolti dalla nave Gradisca e sbarcati a Messina.
Questi naufraghi furono tutti interrogati a Messina e lasciarono delle deposizioni che io ho ma purtroppo non è fatto cenno del Gnecchi. In ogni modo la famiglia potrà rivolgersi direttamente a questi marinai chiedendo del loro congiunto, perché avrebbero potuto benissimo vederlo al momento ell’affondamento e anche di poi. I detti marinai sono ora alla loro casa, ma dirigendo le lettere all’indirizzo del deposito C.R.E.R. di Messina e aggiungendo il grado e la specialità, nonché il numero di matricola segnato sull’elenco, la corrispondenza verrà loro inoltrata.
Pare che i prigionieri del “Zara” siano stati trasportati dal nemico ad Atene dove in questo momento regna molto traffico ed è difficile sapere qualche cosa di veramente esatto a tramite nostro. Ma la C.R. e il vaticano potrebbero qualche cosa. Dì alla famiglia che posso accertare che tutti gli uomini della nave Z. si sono comportati da eroi e che non hanno abbandonato la nave che quando questa era perduta.
Piango la grave perdita, ma i nostri marinai hanno scritto una pagina di purissimo valore. Confido molti siano i prigionieri e tra questi spero l’Aspirante Gnecchi.
6 - LETTERA DI PEPPO (GIUSEPPE) GNECCHI A FAUSTO LECHI
Lettera di Peppo (Giuseppe) Gnecchi a Fausto Lechi |
Trascrizione lettera 6:
Cologne Bresciano 3 aprile 1941
Carissimo Fausto,
forse lo saprai già, ad ogni modo credo bene di comunicarti con piacere la notizia che circola a Milano e cioè che la persona
che ti interessa è in salvo. Finora non sono che voci ma è già qualche cosa!
Di mio nipote invece niente.
Ricordami con Anna alla tua Signora e credimi tuo aff.mo Peppo Gnecchi
7 - LETTERA DI ALFREDO FÈ D'OSTIANI A FAUSTO LECHI
Lettera di Alfredo Fè d’Ostiani a Fausto Lechi |
Torino 5 -4 –‘41
Caro Fausto,
Ti rispondo a volta di corriere, per ringraziare tutti voi e te, in modo speciale, per l’affettuosa premura che, già dimostratami altra volta, anche in questa hai voluto palesarmi. Grazie di avermi comunicato la notizia che circola a Milano.
Qui pure degli amici dicono di avere udito dalla radio di 2 giorni or sono, che il comandante lo Zara era stato raccolto. Per ora non abbiamo alcuna notizia ufficiale, ed Andrea nostro, che ora si trova al Ministero della Marina, e per di più alla Direzione Movimento Ufficiali, ci ha telefonato che occorreranno (nel migliore dei casi) non meno di 10 giorni ancora per conoscere esattamente il nome dei salvati.
Destino! Molti naufraghi hanno perso la vita, colpiti dall’aviazione che piombò sulle navi […], mentre lavoravano al salvataggio e che dovettero interromperlo.
Resy (che ti è molto riconoscente) era a Pallanza: Amalia ed io andammo a prenderla e la portammo qui per assisterla in questo grave frangente. Speriamo in Dio! Il bravo Gigi, che proprio il 2 compiva 43 anni, avrebbe avuto la promozionem ad Ammiraglio fra 6 mesi. I figli suoi sono a Moncalieri e li sentimmo ieri.
Non posso dirti nulla del giovane Gnecchi; so solo che era adorato dai genitori, che Resy conobbe pochi mesi or sono a Spezia.
Quanti dolori in questa disgraziata guerra! Addio caro Fausto, tante cose a Paolina, a tua Madre a tutti i tuoi fratelli.
Grazie delle tue parole. aff. Alfredo
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8 - LETTERA DI ALFREDO FÈ D'OSTIANI ALLA MOGLIE DI FAUSTO LECHI
Lettera in tre fogli di Alfredo Fé d’Ostiani alla moglie di Fausto Lechi |
Trascrizione lettera 8:
Sono e siamo molto riconoscenti a te e a Fausto per l’affettuosa parte che avete preso al nostro dolore, e ve ne ringraziamo tanto anche per gli auguri che fate per Resy e per noi. Di notizie positive, per il momento, nulla; per altro il cuore nostro si apre un poco di più alla speranza, avendoci Andrea comunicato da Roma che il numero dei salvati oltrepassa i 1141, e pare, da comunicati inglesi, che si aggiri sui 2000. Però, come dice lui, l’interpretazione è più lenta, avendo gli inglesi comunicato che, per accelerare le operazioni, d’ora innanzi comunicheranno i nomi frammisti fra di loro, senza specificare il grado e la specialità – Ma le cose, dice Andrea, andranno molto per le lunghe.
Ora vi è un grosso inconveniente, ossia, Andrea col 27 p.v., dovrà lasciare Roma per 42 giorni, essendo stato destinato ad accompagnare per tutta Italia, una missione Giapponese [… … …],. Spero che lui lasci al suo sostituto l’incarico tuo che gli darò: e spero che questi lo surroghi con coscienza e diligenza.
Amalia e Resy t’inviano i più caldi saluti.
I nostri auguri per il vostro Teodoro ed abbracci a tutti i vostri figlioli.
Salutami tutti in casa e la Mamma tua con quanti sono con Lei.
Tante cose affettuose
Tuo Alfredo Fè
21. 5. ‘41
9 - LETTERA DI PEPPO (GIUSEPPE) GNECCHI A FAUSTO LECHI
Lettera di Peppo (Giuseppe) Gnecchi a Fausto Lechi |
Trascrizione lettera 9:
Cologne 24 Maggio 1941
Carissimo Fausto,
ti sono molto riconoscente delle notizie che mi hai mandato (e che ho subito fatto proseguire per Milano – a mio fratello).
Dalle stesse – con l’accresciuto numero dei salvati – le probabilità che sia salvo anche mio nipote – sono aumentate. ma purtroppo questa dolorosa incertezza è destinata a prolungarsi ancora per chissà quanto tempo!
Anche da parte di mio fratello e mia cognata, ti mando i più vivi ringraziamenti per il tuo molto gentile interessamento alla nostra triste vicenda – e auguriamo reciprocamente – che sia pure a traverso molto tempo – possiamo un giorno arrivare al lieto e felice fine!
Ricordami - anche da parte di Anna – alla tua signora – e tu abbiati una riconoscente stratta di mano da
aff. amico Peppo Gnecchi R.
IL RICORDO DELLO ZIO "GIANGO", DI ALESSANDRA FUMAGALLI GAVAZZI
Alessandra Fumagalli Romario Gavazzi è nipote di Gian Antonio, essendo la figlia primogenita di sua sorella Pia Gavazzi Gnecchi Ruscone.
La casa di Verderio del "nonno Alessandro Gnecchi" |
Anche se ero piccolina, ero affascinata da mio zio Giango, anche perché vivendo io a Schio lo vedevo raramente.
Ho un ricordo vivissimo suo a Verderio, in casa del nonno Alessandro Gnecchi: bello, biondo con un pull-over a trecce e la pipa in bocca.
Avevo in mano il libretto di filastrocche della Lina Schwartz, con delle figurine schizzate: lui, con delle matite colorate si mise a riempirle di colore, facendo la mia felicità: mi sembrava, si direbbe oggi, un supereroe.
Gian Antonio Gnecchi Ruscone, "Giango" |
In un angolo dell’aula in alto c’era la radio. a un certo punto si mise a trasmettere il bollettino di guerra che annunciava l’affondamento dell’incrociatore Zara, su cui c’era il guardiamarina Gnecchi, mio zio. Ricordo la mia maestra Elena Majani, rivolgersi alla classe, chiedendo se avevano qualche parente su quella nave: io, con le lacrime agli occhi, risposi, sì lì c’era mio zio. Mi accorsi poi di essere stata e essere pessimista: anche quando poi mi rivolgevo alla nonna e alla mamma (che avevano gli occhi arrossati) dicevo “vedrai che ti consolerò io!”, non pensando alla possibilità che lo zio si fosse salvato.
Gian Antonio è stato dato per disperso: sua madre, mia nonna, ha sempre sperato di rivederlo anche perché aveva saputo che al momento si era salvato con un suo amico compagno , su una scialuppa: era stato visto lì vivo.
L’ipotesi più probabile, che era stata formulata, era che gli stessi alleati tedeschi fossero passati sopra Matapan a mitragliare tutto ciò e tutti coloro che trovavano, senza distinguere se fossero amici o nemici.
Alessandra Fumagalli Gavazzi Monza 10.02.2016
Foto di gruppo della famiglia di Alessandro (Sandro) Gnecchi Ruscone a Verderio nella villa già Ruscone – Il bambino biondo a destra in alto è Gian Antonio |
NOTIZIE E RICORDI DI LUCA GNECCHI RUSCONE
Figlio di Aldo, zio di Gian Antonio Gnecchi, e quindi cugino in 2° di quest’ultimo
Tra i miei ricordi di ragazzo c’è l’inaugurazione della sede di Via Indipendenza della sezione di Merate dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia intitolata a Gianantonio Gnecchi Ruscone.
La costituzione della sezione era stata desiderata e promossa da nostro cugino Francesco Baslini che in casa veniva chiamato Frank, Ammiraglio di Squadra che dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia doveva essere più avanti presidente tra il 1971 ed il 1975.
Il nostro legame con la famiglia Baslini risaliva al matrimonio di zia Elena Gnecchi, sorella di mio nonno Ernesto, con Antonio Baslini, avvocato, sindaco di Merate e poi deputato, sottosegretario di Stato al Tesoro e alle Finanze nel governo Salandra negli anni della grande guerra e quindi Senatore del Regno.
Antonio con il fratello Carlo, lui pure sindaco e poi Podestà di Merate erano figli di Giuseppe Baslini il più noto esperto e conosciuto mercante d’arte milanese dell’ottocento che aveva acquisito la casa di Merate.
Fu quindi l’Ammiraglio Francesco Baslini a suggerire di intitolare la sezione a Gianantonio, da lui conosciuto, che all’epoca della sua scomparsa aveva casa a Verderio Superiore dove il papà Alessandro Gnecchi era proprio in quel periodo Podestà.
Ho un ricordo vago della giornata dell’inaugurazione: una cerimonia breve e molto semplice, presenti le autorità meratesi, l’Ammiraglio Baslini e una commossa madrina, Pia Gnecchi, sorella di Gianantonio e moglie di nostro cugino Rodolfo Gavazzi. Pia aveva quindi vissuto in casa la drammatica, tristissima pagina della scomparsa del fratello, vicenda protrattasi nel tempo poiché la definizione “disperso in mare” doveva alimentare per anni subitanee false speranze e delusioni con tanti illusori momenti di attesa destinati a svanire alla fine della guerra.
APPENDICE
Guardiamarina (Tratto da Wikipedia)
Il grado di guardiamarina è, in ordine gerarchico crescente, il secondo degli ufficiale inferiori della Marina Militare. Corrisponde a quello di sottotenente dell'Esercito Italiano e dell'Aeronautica Militare.
Al grado di guardiamarina (G.M.), si accede nell'Accademia Navale da quello di aspirante guardiamarina (A.G.M.), che non ha alcuna corrispondenza nelle altre forze armate italiane, sebbene gli allievi ufficiali del terzo anno dell'Accademia Aeronautica rivestano una qualifica denominata aspirante.
Ciò avviene - per quanto riguarda gli ufficiali frequentatori dei ruoli normali - durante il quarto anno del corso normale, nel giorno che precede la tradizionale cerimonia del giuramento (Santa Barbara) della seconda classe. Fino al 2004 gli allievi ufficiali di complemento accedevano a questo grado previo superamento del tirocinio di 1ª nomina.
Il guardiamarina, il sottotenente di vascello ed il tenente di vascello costituiscono la categoria degli ufficiali subalterni (o ufficiali inferiori), al di sopra della quale si trova quella degli ufficiali comandanti (o ufficiali superiori) e degli ammiragli.
Luigi Zara, comandante dello"Zara" |
Capitano di Vascello Luigi CORSI, Decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Nacque a La Spezia il 4 aprile 1898. Figlio di Ufficiale di Marina, fin da giovinetto volle seguire le orme paterne ed all'età di soli 14 anni entrò all'Accademia Navale di Livorno conseguendo, nel 1916, la nomina a Guardiamarina. Partecipò al primo conflitto mondiale stando imbarcato su unità di superficie; conseguì la promozione a Sottotenente di Vascello nel 1917 e quella a Tenente di Vascello nel 1918. Nel dopoguerra ebbe il comando del cacciatorpediniere Confienza con il quale partecipò allo sbarco di Corfù (1923). Promosso Capitano di Corvetta, nel 1932 ebbe il comando del cacciatorpediniere Espero con il quale fu dislocato in Cina, durante il conflitto cino-giapponese. Promosso Capitano di Fregata nel 1933, durante la Campagna di Etiopia ebbe l'incarico di Capo di Stato Maggiore della 1a Squadra Navale ed al termine delle operazioni africane assunse l'incarico di Comandante in 2a dell'Accademia Navale e contemporaneamente quello di Direttore degli studi. Promosso Capitano di Vascello nel 1939, il 1° marzo 1940 assunse il comando dell'incrociatore Zara con il quale si distinse nella battaglia di Punta Stilo. Sempre al comando dello Zara la notte del 28 marzo 1941, nello scontro notturno di Capo Matapan, l'unità fu sorpresa dalle navi da battaglia britanniche Valiant, Barham e Warspite, delle quali non era nota la presenza in zona. Lo Zara, subito centrato, ebbe a subire gravi avarie e vasti incendi che ne provocarono l'immobilizzazione. Considerata la gravità della situazione, il comandante Corsi attuò prontamente tutte le misure necessarie per la salvezza dei superstiti e diede l'ordine dell'autoaffondamento, rifiutando di porsi in salvo. All'ordine di autoaffondamento si portava, con il proprio Comandante in 2a Vittorio Giannattasio, ad innescare le cariche nel deposito munizioni, scomparendo nell'immane esplosione che travolse la nave.
Morirono 782 dei 1098 uomini a bordo, fra cui l'ammiraglio Cattaneo[ed il comandante della nave, c.v. Luigi Corsi, che avevano deciso di affondare con la nave. Dei sopravvissuti, 279 furono catturati dagli inglesi.
Fu la più grande sconfitta di tutta la storia della nostra Marina.
Un'immagine, dal web, dell'incrociatore Zara |
Carlo Gnecchi Ruscone - Inzago - Febbraio 2016
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