Una bella immagine prospettica di via Sant’Ambrogio e di via Principale di Verderio, in questa cartolina di inizio novecento, che ha viaggiato, da Paderno d'Adda a Corsico, passando per Cesano Boscone, il 6 agosto 1907, indirizzata a Irene Marazzi Lissoni.
Per cercare di rifarla oggi, ho scattato alcune fotografie posizionandomi in piazza Sant’ Ambrogio sul lato delle ville, sul marciapiede. Per una riproduzione più fedele, probabilmente sarei dovuto stare più in centro alla strada. L’immagine che ho ottenuto mi sembra che vada comunque bene per tentare un confronto a un secolo di distanza.
Via Sant’Ambrogio e via Principale sono i tratti urbani della provinciale SP178 che dalla località Sernovella giunge a Cornate, dividendo in due parti il centro abitato della località “Superiore” di Verderio. Agli inizi del novecento, quando, presumibilmente, l’immagine della cartolina fu ripresa, le abitazioni di Verderio Superiore erano concentrate a nord della strada (a sinistra guardando la cartolina), mentre a sud c’erano solo alcune cascine.
Osserviamo ora la cartolina, e vediamo cosa essa ci può raccontare.
Osserviamo ora la cartolina, e vediamo cosa essa ci può raccontare.
l campanile e l'insegna a ferro di cavallo |
Punto di fuga dell’immagine è il campanile della vecchia parrocchiale di San Floriano. Spodestato nel 1902 dal nuovo campanile, ha resistito ancora, mi sembra, per qualche decennio, prima di essere abbattuto in una data che ancora non sono riuscito a conoscere. Non conosco neppure i motivi della sua soppressione: sarà stata inevitabile? Speriamo, altrimenti si sarebbe sacrificato per nulla un elemento significativo del paesaggio urbano.
A destra della strada, la casa in primo piano esiste ancora ed appartiene alla stessa famiglia, i Pirovano, che la possedevano all’inizio del secolo scorso. Davanti all’edificio sosta un carretto trainato da un cavallo: una scena non insolita in quel luogo, poiché i Pirovano erano fabbri e ferravano i cavalli, come risulta anche dall’insegna a forma di ferro di cavallo sporgente dal muro.
Questo lato della strada è quello che più si è modificato da quando è stata scattata la fotografia. Più precisamente, tutto ciò che esiste ora nello spazio fra casa Pirovano e la Chiesa Vecchia è successivo alla nostra cartolina, compresi gli edifici più antichi: il municipio, del 1910, e lo stabilimento in mattoni che ospitava la ditta “Arte del Ferro”, che dovrebbe essere stato costruito tra il 1910 e il 1920.
Nella cartolina s’intravvede la “Curt di Lau”, abbattuta negli anni novanta e sostituita da una nuova palazzina al numero civico 12 di via Principale.
Seppur modificati, sono invece perfettamente riconoscibili gli edifici sul lato nord della strada (a sinistra nella cartolina).
In primo piano la casa che fu prima del cappellano della chiesetta di Sant'Ambrogio e poi a disposizione del coadiutore della parrocchia di Verderio Superiore; dal 1956 sede del “circolino”, il bar delle ACLI, e, dai primi anni del duemila, privata abitazione.
Il secondo edificio, più basso, è quello che più si è modificato: una parte è stata trasformata in accesso, con scala, a quello che era il bar delle Acli. L’altra ha ospitato per un certo periodo l’ufficio postale. Di questo si è conservata la facciata, con la bella porta d’entrata, affiancata da una finestra con inferriata, l’insegna in rilievo e, in alto, un fregio in cotto che riprende il motivo ad archetti a sesto acuto della chiesa parrocchiale.
L’edificio che segue è la “corte di Sant’Ambrogio”, meglio conosciuta come “Curt Növa”, fatta costruire dai conti Confalonieri e portata a termine, probabilmente a cavallo degli anni settanta - ottanta dell'ottocento. Il lato dell'edificio prospiciente la via era quello che ospitava le stalle e i fienili. Per questo le due file di finestre in origine erano false finestre, o finestre cieche. Questa caratteristica si è mantenuta nella metà di facciata a sinistra del portone d'accesso. Si è persa invece nell'altra metà, dove le finestre del primo piano ora sono aperte e quadrate, mentre quelle a pianterreno sono state trasformate in porta e vetrine di un negozio.
Facciata della “Curt Növa” ieri e oggi |
La casa successiva, che fa angolo con via Fontanile aveva un aspetto caratteristico. Composta da due edifici piuttosto stretti, coperti da tetti a due spioventi a forte inclinazione, separati da un muro che comprendeva il portale d'entrata. Due piccole torri insomma, a pian terreno collegate con la “curt Növa”, ma separate da essa al piano superiore. Nella cartolina si vede poco, ma da altre immagini d'epoca, si nota che le pareti esterne erano dipinte a righe orizzontali. Forse è solo una mia idea, ma ho l'impressione che questo edificio voglia richiamare la cascina “La Salette”, conosciuta anche come “Casina rigada”, per la decorazione a righe delle sue torri, ripristinata nel recente restauro.
Un'altra immagine, contemporanea della cartolina, delle vie Sant'Ambrogio e Principale |
L'angolo fra via Principale e via Fontanile e l'edicola della Madonnina |
Ingrandendo opportunamente l'immagine sembra di veder abbastanza nettamente che all'angolo fra via Principale e via Fontanile era già presente l'edicola sacra che oggi contiene una malandata madonnina.
Nei giorni scorsi, sulla stampa locale sono apparsi articoli riguardanti questa edicola. In essi, con molta sicurezza, veniva fissata la data della sua costruzione (1889) e dato un nome al suo realizzatore (il pittore milanese Dovera). Ho l'impressione, ma sono pronto a chiedere scusa se mi sbaglio, che queste notizie siano campate per aria, non abbiano cioè nessun fondamento. Non sempre, purtroppo, si riesce a sapere tutto quello che si desidererebbe sapere. Bisogna però accontentarsi, almeno momentaneamente, finché qualche nuova notizia certa ci venga in aiuto.
La nostra cartolina ci permette di affermare, con una certa sicurezza, che all'inizio del novecento la cappellina c'era. Ci sarà stata anche prima? Forse sì, forse no.
Il primo, più basso, è conosciuto come “Curt del prestinée” e, nella cartolina, appare come un unico edificio, omogeneo per altezza e per aspetto estetico.. Ora si presenta invece come una serie di quattro edifici autonomi, ciascuno con una propria altezza, un proprio colore e un proprio disegno.
Il "profilo" della curt del prestinée, ieri e oggi |
Per ultima la curt del legnamée o del murnée, che forse più delle altre ha mantenuto l'aspetto originario.
Curt del legnamée o del murnée |
iI retro della cartolina |
Marco Bartesaghi
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