martedì 6 novembre 2012

ANTICA STRADA DI COMUNICAZIONE DA MERATE A CALCO di Anselmo Brambilla


Fino al 1535 i viandanti che da Merate andavano verso Calco seguivano quella strada che attualmente dalla Rampina costeggia il parco delle piramidi e le colline dove sorge la villa dei Crespi, piegavano per Vizzago, poi, svoltando a sinistra, seguivano per un tratto quella che 
La chiesa del convento di Sabbioncello


attualmente e la provinciale fino alla salita di Sabbioncello, salivano al convento dove di solito si fermavano a pregare e, quelli che venivano da Milano, anche a riposare o dormire, e quindi proseguivano per Sartirana e Cassina San Martino.




La chiesa di Sartirana

Località Cassina Fra Martino
In questa località la strada si divideva: un tratto scendeva per la ripida riva del monte, riva del munt, verso l'isolato borgo di Arlate per proseguire poi verso Lecco; l'altro si staccava per proseguire poi a sinistra verso la cascina Grugana ( la villa Cavalli ora PIME ancora non 

San Martino
La villa del PIME

Strada Consortile per la Grugana

esisteva) e fiancheggiando l'insediamenti rurale del Caviggiolo - Cavigiöe- terminava a Calco Superiore presso la dimora dei Calchi (l'edificio in ristrutturazione perenne, posto all'interno della Vescogna). Era una strada comunale, cioè doveva essere mantenuta a spese dei comuni che attraversava.



Calco Superiore- Chiesetta dei santi Carlo e Maddalena e villa Calchi
Nel 1565 grazie all'interessamento della famiglia Calchi, sia di quelli residenti in Calco che quelli residenti in Sartirana, se ne aprì un'altra. Dal cimitero di Sartirana, o meglio all'altezza dell'attuale cimitero, si staccò un tratto di strada che salendo tortuosa verso ovest raggiungeva cascina  Ventola terminando alla Vescogna alla solita dimora dei Calchi.




Dalla Vescogna, attraverso la ripida strada della Selvetta si scendeva a Calco Inferiore dove la strada si divideva. Un tratto scendeva verso Pomeo, l'altra, quella che attualmente si chiama via Trento, già via del Pergolone, scendeva fino ad una selletta dove si incontrava il torrente Bebràa, superato il quale, a guado prima, su un ponticello poi, si risaliva verso la Grancia fino al piazzale della Chiesa. Proseguendo poi verso il Cornello e le Ripesecche, si arrivava ad Olgiate Molgora.

Significativa dello stato delle strade di un tempo la descrizione che ne da Ignazio Cantu:

" Una volta sempri nuovi disagi di via ! Stradicciuole selvagge, affondate, sassose, perdute fra le macchie, o rialzate o avvallate, o a schiena di cammello, non invogliavano dal viaggiare in quei tempi "(1)

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La conformazione ondulata del comune ha fatto sì che gli insediamenti abitativi si costituissero, sulle colline o nelle zone pianeggianti, prevalentemente in modo sparso. La tipologia prevalente delle abitazioni è quella di agglomerati abitativi, chiamati cascine, costruiti attorno o ai lati di cortili comuni.

Su un lato di questi cortili le case dove vivevano i contadini, sull'altro le stalle con al di sopra i fienili dove veniva posto il fieno utilizzato per alimentare gli animali in inverno. Torchio, forno per cuocere il pane, e pozzo o fontana per l'approvvigionamento dell'acqua, normalmente utilizzati in comune dagli abitanti della frazione completavano le disponibilità della cascina. 

In alcuni di questi agglomerati erano presenti anche le ville padronali con tutte le loro pertinenze, giardini, scuderie, oratori , e altro, ai quali i contadini dovevano badare per alcuni obblighi a cui erano contrattualmente legati. 

Il Caviggiolo Cavigiöe un tempo isolata località fra Grugana e Vescogna, in origine non era una tipica cascina brianzola con un cortile centrale e le abitazioni e stalle poste ai lati, ma un insieme di edifici fatti costruire dai Calchi per ospitarvi i loro cavalli e quelli che li accudivano, solo in epoca più recente i locali vennero trasformati in abitazioni rurali e abitate da contadini che svolgevano la loro attività al servizio comunque dei soliti padroni.

I primi insediamenti umani registrati nei documenti sono quelli di:

Vescogna - Vescùgna

Probabilmente il più antico insediamento del paese. La posizione dominante e la vicinanza del lago di Sartirana ne aiutarono il popolamento e lo sviluppo. Anche se finora non si sono trovate tracce, è pensabile che i primi insediamenti umani nel luogo risalgano a tempi molto remoti.

Notizie certe si hanno incominciando dall'anno mille con la presenza in loco di nobili famiglie: Calchi, Marliani, Porta e altri. Ebbe una certa notorietà e rilevanza durante il periodo della successione al Ducato di Milano, con le lotte tra Francesco Sforza e i Veneziani.


La Vescogna



La famiglia Calchi, composta da fedeli servitori dei Duchi di Milano, ebbe sempre una particolare attenzione e benevolenza per questo insediamento quasi tutto di sua proprietà. Pare che Tristano Calchi, poeta e scrittore appartenente a questa famiglia, soggiornasse frequentemente nella zona.

L'origine dello strano nome è sconosciuta, il Dozio lo dice di origine spagnola, ma da cosa lo deduca non lo specifica. Il nome Vascogna come si trova scritto nei documenti più antichi fa pensare, più che alla Spagna, alla francese Guascogna.  

Nota curiosa relazionata con la Grugana

Il 25/26/27 aprile  1799  le colline intorno alla Grugana (2) erano presidiate da reparti Francesi e furono teatro di scaramucce con i soldati Austriaci e Russi, che avevano traghettato al guado di Brivio e stavano dirigendosi verso Verderio dove il 28/4/ 1799 si svolse la famosa battaglia.

Ritirandosi dalle colline di Calco e Imbersago proseguendo per Verderio, i Francesi diedero prova di notevole disprezzo verso gi abitanti dei luoghi da cui transitavano. Significativa la descrizione che ne fa il  parroco di Robbiate Alessandro Villa (3)

"...certo che in quello scontro delle truppe francesi colle austro-russe, questa terricciola, come molte altre del dintorno, fu varie volte corsa e ricorsa da drappelli di soldati che alla spicciolata abbandonavansi a far preda e bottino, onde ancor funesta e spaventosa dura, fra questi terrieri, la memoria di quei giorni..."

Al quale si aggiunge lo sfogo del parroco (4) di Brianza (Nava) che riguardo al comportamento dei Francesi ribadisce alcuni aspetti negativi da loro tenuti:

"...Un triennio di guerra intensissima alla religione, ai costumi e alle proprietà portate qui dai Francesi, finalmente cacciati dopo una battaglia a Verderio e in quel di Brivio.. "






Roncaccio  - Runcasc
Situato nella zona alta di Calco verso la Grugana, deve il suo nome ai soliti ronchi molto più ripidi e impervi che altrove. Nel vallone sottostante questo nucleo, che si apre verso la Grugana, esisteva almeno fino al 1800 (5), una specie di laghetto, poi trasformatosi in palude, e successivamente stazione di pompaggio dell' ora dismesso oleodotto della Valtellina.

La palude del Roncaccio e della Grugana venne utilizzata per anni dagli abitanti di Calco ,  per approvvigionamento delle cannette usate per la coltivazione dei bachi da seta, e delle "lische" il carice per impagliare le sedie. 



Strada di Calco superiore e di Vescogna - Strada de Calch de völt e de Vescùgna

L'attuale via Giovanni Ghislanzoni  costruita, in sostituzione di quella della Selvetta, negli anni 1852/1853. Totalmente selciata nel 1856/1857 era a quel tempo (6) ritenuta una comoda, specialmente d'inverno, via di accesso a Vescogna e frazioni limitrofe.  Il nome è quello  di uno dei  più longevi sindaci di Calco, lo fu per circa 24 anni.



NOTE
(1) Descrizione delle strade meratesi e Brianzole - Ignazio Cantù 1837 - Memorie della Brianza e dei paesi circonvicini
(2) A.S.M. - Fondo Airoldi - cart. 75 - fasc. 11
(3) Per gentile concessione di Maria Fresoli in Codara di Robbiate che ringrazio sentitamente
(4) Archivio parrocchiale di San Michele Arcangelo di Nava - Liber Crhonicon  1795 - 1802
(5) ASCO - Catasto Cessato - Fogli  4 - Calco - Mappa 300
(6) ACC - Cartella delibere - Fascicolo 9-10


Anselmo Brambilla


Idee per una passeggiata. Marco Bartesaghi
Questo testo di Anselmo Brambilla,  mi è servito da spunto per una bella passeggiata in bicicletta, durata due o tre ore (vado piano e, con la scusa di fare fotografie, mi fermo spesso) con partenza da Verderio. Mi sono aiutato con due cartine: una topografica dell’Istituto Geografico Militare, del 1959, sulla quale molte strade attuali non esistono ed altre sono segnate come sentieri (a).



L’altra cartina l’ho estratta da “Atlante Como Lecco e 222 Comuni delle Province”, ECM (tav. 97 e 86).



Raggiunta Merate, utilizzando, quando possibile, gli spezzoni di piste ciclabili esistenti, ho cercato, il punto di partenza dell’itinerario, la “Rampina”, la prima località citata da Anselmo che, se non sbaglio, corrisponde al luogo dove sorge l’Istituto delle Dame Inglesi (via Monsignor Colombo). Poi ho imboccato via Monte Grappa, sono passato dietro il parco delle Piramidi, devastato  qualche anno fa da una tromba d’aria, sono salito al convento di Sabbioncello e , dopo aver transitato davanti alla villa dei Cedri – la villa Crespi del testo – ho proceduto speditamente fino a Sartirana (sorpresa: la chiesa progettata dall’architetto Botta e completata nel 1995 è già in restauro) e a Cassina Fra Martino. Da qui alla Grugana, dove c’è la villa del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), ci sono poche centinaia di metri (b).
Ai piedi del tronco di strada che termina all’ingresso della villa, come spiega bene Anselmo, partono due strade. Quella in direzione ovest, che ho imboccato, si chiama “Strada Consortile per la Grugana”, e porta a Calco alta, alla villa della famiglia Calchi con la chiesina dedicata a ….e, poco oltre, alla Vescogna.
Per proseguire l’itinerario sarei dovuto scendere a Calco Inferiore. Sono invece tornato alla Grugana e, prendendo la strada diretta ad est, la “riva del munt”in ripida discesa, tanto che sono sceso di sella, ho raggiuto Arlate e, ormai al buio, Verderio

NOTE
(a) Una chicca che a qualcuno può suscitare un po’ di nostalgia: sulla cartina che ho usato c’è il timbro: A.S.C.I – Lecco I°, l’associazione scout cattolici italiani (maschile), che nel 1974, fondendosi con l’A.G.I., associazione guide italiane (femminile) ha dato vita all’A.G.E.S.C.I.



(b) Anche qui ricordi scout: vari pernottamenti, più di trentacinque anni fa, quando l’edificio non era perfetto come oggi, ma aveva il fascino dell’abbandono

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