UBICAZIONE : Curt di Beneditt, via Fontanile 12
ICONOGRAFIA : Madonna di Caravaggio
COLLOCAZIONE : portico d'ingresso, da terra cm. 241
DIMENSIONI : cm. 61 x 90
PROPRIETA' : le famiglie della corte
Immagine ridipinta (foto 2001) |
DESCRIZIONE
Il soggetto in questione era tra Ottocento e Novecento uno dei più rappresentati, soprattutto fino la metà del secolo scorso, sia perché il santuario di Caravaggio era piuttosto vicino e meta di numerosi pellegrinaggi che lo rendevano particolarmente caro alla gente, ma anche perché l'iconografia della contadina col suo falcetto e il fascio d'erba rendeva singolarmente familiare e domestico l'evento soprannaturale.
Inoltre era diffusa l'usanza di molte famiglie contadine, le quali tornate da una visita ad un santuario mariano, credevano opportuno far dipingere vicino alla porta di casa l'immagine della Madonna che in quel santuario si onorava, quasi a voler conservare presso di sé un po' della potenza protettrice dell'icona venerata. L'edicola sacra in questione, collocata molto in alto, è costituita dal dipinto su un pannello di compensato e da un'ampia porzione di parete verniciata con una tonalità celeste molto accesa, che attirando la vista del passante, lo condiziona a sollevare lo sguardo verso l'alto.
L'immagine, dai colori più delicati, viene così risaltata: propone l'iconografia più tradizionale e diffusa dell'apparizione di Caravaggio, caratterizzata dalle due figure ai lati, il fiume con l'alberello di rose al centro e sullo sfondo il santuario.
Il soggetto in questione era tra Ottocento e Novecento uno dei più rappresentati, soprattutto fino la metà del secolo scorso, sia perché il santuario di Caravaggio era piuttosto vicino e meta di numerosi pellegrinaggi che lo rendevano particolarmente caro alla gente, ma anche perché l'iconografia della contadina col suo falcetto e il fascio d'erba rendeva singolarmente familiare e domestico l'evento soprannaturale.
Inoltre era diffusa l'usanza di molte famiglie contadine, le quali tornate da una visita ad un santuario mariano, credevano opportuno far dipingere vicino alla porta di casa l'immagine della Madonna che in quel santuario si onorava, quasi a voler conservare presso di sé un po' della potenza protettrice dell'icona venerata. L'edicola sacra in questione, collocata molto in alto, è costituita dal dipinto su un pannello di compensato e da un'ampia porzione di parete verniciata con una tonalità celeste molto accesa, che attirando la vista del passante, lo condiziona a sollevare lo sguardo verso l'alto.
L'immagine, dai colori più delicati, viene così risaltata: propone l'iconografia più tradizionale e diffusa dell'apparizione di Caravaggio, caratterizzata dalle due figure ai lati, il fiume con l'alberello di rose al centro e sullo sfondo il santuario.
DATI STORICI INERENTI
Questa è un altro tipico esempio di dimora compatta, ovvero a corte chiusa. Le mura di queste abitazioni, infatti mantengono la struttura originale di secoli passati, pur con alcune modifiche.
Il suo nome deriva addirittura dalla credenza che qui un tempo vivevano i frati Benedettini.
Passando al dipinto, le signore che risiedono qui mi testimoniano che “ci fu sempre stata la pittura con la Madonna di Caravaggio però cambiò diverse volte: verso gli anni „50 fu dipinta dal signor Arturo Aldeghi di Meda, poiché quella che c'era era divenuta ormai illeggibile; quindi, intorno agli anni „70 furono ritoccate le parti mancanti da alcuni ragazzi della corte, Felice e Cristina Colombo, infine nel 1986, poiché l'immagine era
ancora scomparsa fu fatta fare su un supporto di legno da Valerio Garzotti”.
Per quanto riguarda invece la devozione ricordano che “al mese di maggio veniva il prete a dire la Messa, allora le donne allestivano l'altarino con il pan d'acqua, i fiori e i lumini; inoltre, quando passava la processione per i litanéi, c'era l'usanza di lasciare al prete le offerte della corte oppure, chi non poteva permetterselo, poneva in un cesto alcune uova”.
Questa tradizione la troviamo uguale anche a Bernareggio.
Questa è un altro tipico esempio di dimora compatta, ovvero a corte chiusa. Le mura di queste abitazioni, infatti mantengono la struttura originale di secoli passati, pur con alcune modifiche.
Il suo nome deriva addirittura dalla credenza che qui un tempo vivevano i frati Benedettini.
Passando al dipinto, le signore che risiedono qui mi testimoniano che “ci fu sempre stata la pittura con la Madonna di Caravaggio però cambiò diverse volte: verso gli anni „50 fu dipinta dal signor Arturo Aldeghi di Meda, poiché quella che c'era era divenuta ormai illeggibile; quindi, intorno agli anni „70 furono ritoccate le parti mancanti da alcuni ragazzi della corte, Felice e Cristina Colombo, infine nel 1986, poiché l'immagine era
ancora scomparsa fu fatta fare su un supporto di legno da Valerio Garzotti”.
Per quanto riguarda invece la devozione ricordano che “al mese di maggio veniva il prete a dire la Messa, allora le donne allestivano l'altarino con il pan d'acqua, i fiori e i lumini; inoltre, quando passava la processione per i litanéi, c'era l'usanza di lasciare al prete le offerte della corte oppure, chi non poteva permetterselo, poneva in un cesto alcune uova”.
Questa tradizione la troviamo uguale anche a Bernareggio.
Marta Cattazzo
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