venerdì 3 giugno 2011

RIUNIONI DEI CAPI -FAMIGLIA di Marco Bartesaghi

Febbraio 1961. Enrico Zoia è sindaco di Verderio Inferiore da meno di due mesi. Le famiglie, anzi, i capi famiglia del comune da lui amministrato ricevono un invito a partecipare ad una riunione presso l'Asilo parrocchiale, alle ore 21 precise.
"Trattandosi di interessi e di problemi che riguardano il nostro comune (la S.V) è caldamente pregata di non mancare"

L'invito per la prima riunione dei capi - famiglia
L'invito, perentorio, è efficace. Il settimanale "Il Resegone", in una breve cronaca dell'episodio parla infatti di "numero veramente rilevante degli intervenuti".i.
La cosa "straordinaria" è che non c'è proprio niente di "straordinario" da discutere, nessuna scelta particolarmente importante: la riunione dei capi - famiglia è uno strumento di lavoro voluto dalla nuova Amministrazione e dal Sindaco che non verrà abbandonato per tutto il lungo periodo (1961 - 1973) in cui Zoia resterà primo cittadino.
E' proprio lui, quella sera, a spiegare il senso dell'iniziativa:
"... l'attuale amministrazione ed io in particolare abbiamo voluto dare vita a questo convegno affinché tutti i capi famiglia, che sono direttamente interessati perché i soldi che noi amministriamo sono i vostri, sappiano la situazione finanziaria gli impegni ed i problemi del nostro comune"

Introduzione del sindaco alla prima riunione dei capi - famiglia (1961)
 
"Questa amministrazione vorrebbe che tutti i cittadini prendessero parte attiva all'amministrazione, alla vita, alla risoluzione dei problemi che investono il ns. comune. E per questo occorre  che interveniate alle riunioni dei consigli comunali, che diate la vs. collaborazione attiva e fattiva ..."
Consapevole che ci potranno essere delle critiche, ne comprende l'utilità - "abbiamo bisogno delle vostre critiche" - ma chiede che siano costruttive , non interessate o diffamatorie.
Chiariti gli scopi della riunione il sindaco illustra i principali problemi del paese e la situazione finanziaria.
Poi riprende il  tema della partecipazione e conclude, cercando di trasmettere un po' ottimismo:
"solo se tutti i cittadini sanno sacrificarsi per il bene comune, (se) sono propensi a dare in dipendenza delle proprie possibilità, (se) sanno rispondere ad ogni appello che l'autorità rivolge loro, saranno risolti tutti i nostri problemi portando così un maggior benessere sociale a vantaggio di tutta la comunità".

Le conclusioni
L'appello alla partecipazione dà subito dei risultati: la gran parte dei cittadini collabora alla costruzione del Monumento ai Caduti, inaugurato il 4 novembre 1961. Alla seconda riunione dei capi - famiglia, il 31 marzo 1962, il sindaco inizia elogiando la cittadinanza per il lavoro svolto e, facendo leva sull'orgoglio per i risultati raggiunti, prosegue prospettando obbiettivi ancor più ambiziosi:
"È risaputo che il nostro paese non possiede nessuna risorsa economica, ma noi possediamo una ricchezza inestimabile, che nessuna moneta pregiata o no può acquistare : la volontà di fare e l'orgoglio di fare bene e questo noi l'abbiamo dimostrato in occasione del monumento ai Caduti di tutte le guerre ed abbiamo dimostrato che la buona volontà può supplire egregiamente la ricchezza materiale. .....ciò che abbiamo fatto è solo l'inizio, è il primo gradino di una grande scala che tutti insieme edificheremo. Con la costruzione del monumento abbiamo gettato solamente le basi che hanno dimostrato di poter sorreggere gigantesche opere, e noi queste opere le costruiamo, perché le vogliamo costruire"
Zoia ha anche un altro obbiettivo, stimolare la solidarietà reciproca e, soprattutto, l'attenzione verso le situazioni di disagio e di difficoltà.
"Dobbiamo essere sempre vicini ai concittadini colpiti dalle sventure portatrici di miserie, di lacrime, di dolore. Dobbiamo tutti insieme formare una grande catena, la catena della fraternità, ove ognuno di noi deve rappresentare un anello indissolubile. Il nostro vero patrimonio sta anche nella nostra unione, nella nostra collaborazione,...."


Relazione di Enrico Zoia alla riunione del 1962

Notizie sulle riunioni degli anni successivi si trovano nelle cronache del settimanale "Il Resegone" che vi dedica sempre più spazio ed attenzione. Dopo la riunione del 6 aprile 1963 scrive:
"Quando Verderio (Inferiore) non ha soldi ricorre alle generose braccia dei suoi abitanti e così si fanno le opere: come già per il Monumento ai Caduti, la sistemazione del Cimitero è stata attuata con prestazioni gratuite di molti volonterosi che si sono persino pagati il brindisi di fine lavori"
E continua:
"La generosità spinge alla emulazione e chi ha potuto ha pensato di provvedere al nuovo completo arredamento degli uffici comunali che ora si presentano fra i più moderni e razionali della zona".

L'articolo de "IL Resegone" per la riunione del 1963

 
Sempre "Il Resegone", 15 aprile 1965, paragona le riunioni dei capi famiglia di Verderio Inferiore con le riunioni degli antichi Comitati di Valle che reggevano le sorti delle comunità montane chiudendo con un elogio delle caratteristiche degli abitanti di Verderio Inferiore: la laboriosità. l'onestà, la solidarietà e lo spirito civico.

"Il Resegone", 16 aprile 1965
Ora anch'io mi permetto un'osservazione, da cittadino di Verderio Superiore che da diversi anni ha occasione di partecipare alla vita pubblica dei due paesi e di notare le caratteristiche che essi hanno in comune, ma anche quelle specifiche di ognuno di loro. Fra queste in Verderio Inferiore spicca la capacità di mobilitarsi per le proposte di volontariato, per la partecipazione alla vita politica, ad esempio con la presenza alle sedute del Consiglio Comunale, e alle manifestazioni culturali Non sapevo, fino al giorno in cui ho conosciuto e intervistato Enrico Zoia, delle riunioni dei capi famiglia. Penso che questa tradizione abbia molto a che fare con l'origine degli  atteggiamenti pubblici  positivi citati sopra che, certamente, non sono il solo ad aver notato.

 NOTA
(1) "Il Resegone", 12 marzo 1961

Marco Bartesaghi

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