La "Cascina Scarzina" o "Curt di Scarsit" è la prima corte che si incontra sulla destra, entrando a Verderio Inferiore da Verderio Superiore. Costruita nel punto più alto del paese, il suo lato nord è ben visibile anche da molto lontano.
Di questo lato, l'edificio più ampio e più alto (tre piani) è abitato ancor oggi dai discendenti di Emilio Airoldi e Stella Crippa.
Emilio nato a Verderio Inferiore il 15 gennaio 1847 era figlio di Giuseppe e di Teresa Stucchi, entrambi di Verderio Inferiore (1); Stella era invece nata a Ronco il 30 dicembre 1857 ed era figlia di Giuseppe, anch'egli di Ronco e di Maria Perego di Cornate .
Emilio e Stella, dopo il matrimonio, celebrato a Ronco il 23 gennaio 1878, abitarono a Verderio Inferiore in via Larga (attuale via Roma) in "Curt di Möta, altrimenti conosciuta come "Curt di D'Aqua". Si trasferirono in "Curt di Scarsit" dopo la nascita (11/11/1883) del primo figlio, Luigi Costantino, poi conosciuto come "Luisin".
Nella stessa data di matrimonio del padre , 23 gennaio, ma 29 anni dopo, 1907, Luigi Costantino si unì in matrimonio a Teresa Ludovica Arlati nella chiesa parrocchiale di Verderio, probabilmente Inferiore. Nell'anno 1977 festeggiarono 70 anni di matrimonio, evento ricordato con un articolo dal settimanale "il Resegone". Anche la rivista Famiglia Cristiana riportò l'evento.
Con Emilio, in curt di Scarsit si trasferirono i suoi fratelli (13 compreso lui, il primogenito) con mogli e figli.
Erano coloni degli Gnecchi; coltivavano i terreni che questi possedevano in direzione di Verderio Superiore e altri, denominati "Campel", a destra dell'attuale via Verdi.
Uno dei 13 fratelli, Antonio detto "Pa Togn", morto nel 1945 a 97 anni, abitava nell'edificio in fondo alla corte. Questo stabile per molto tempo ospitò un lavatoio. Quando fu soppresso per far posto a nuovi locali, alla famiglia Airoldi, in quanto affittuaria degli Gnecchi, fu concesso l'uso del lavatoio di Verderio Superiore. Per lo stesso motivo i bambini della famiglia potevano frequentare "l'asilo" di Verderio Superiore.
"Pa Togn" ebbe due figli caduti nella Prima Guerra Mondiale, Carlo e Giulio. Un'altra figlia, Giuseppina, sposò un Casiraghi, ferroviere, e si trasferì a Fino Mornasco: un loro nipote, Stefano Casiraghi, diventerà marito della principessa Carolina di Monaco.
È nota l'origine del nome della corte: Scarsit. Tommaso, un altro dei 13 fratelli, prestava servizio come cameriere in casa Gnecchi a Verderio Superiore. Per la sua "parsimonia" nel rifornire di vino i bicchieri vuoti era chiamato "scarsit", soprannome in seguito affibbiato al resto della famiglia e alla corte che la ospitava.
Altri abitanti della corte furono i Colombo, detti "Rho", gli Airoldi, detti "Piazit" e i Ferrario detti "Marei".
Nel 1977 Giulia Regina Airoldi, di Luigi Costantino, e il marito Fiorentino Oggioni, originario di cascina "La Salette", acquistarono l'edificio grande della corte da Gianfranco Gnecchi Ruscone. "Giulietta" vi abita ancora con le famiglie di alcuni suoi figli.
Poco prima della seconda guerra mondiale ci fu un tentativo di suicidio: una certa Chiara, detta "Chiarina della candeggina", prodotto ch'ella vendeva, saltò dentro il pozzo e fu salvata per l'allarme dato dai bambini della corte.
IL POZZO
In posizione centrale rispetto alla larghezza ma un po' spostato verso il fondo della corte, c'è un pozzo quadrato, protetto da un'ampia tettoia sorretta ai quattro angoli da pilasti di mattoni ,a vista nella parte superiore. Funge da presa d'acqua piovana di una cisterna, di dimensioni e profondità sconosciute, posta sotto il cortile e alimentata dai pluviali degli edifici della corte. Il "troppo pieno" della cisterna è regolato da un canale sotterraneo che, passando sotto la casa "Airoldi", scarica nell'attuale via Sala, un tempo conosciuta come "via dei Peri"
Fra le generazioni di abitanti della casa, è opinione diffusa, ma non verificata, che il pozzo, non essendosi mai prosciugato, sia alimentato da una propria sorgente.
LA PAVIMENTAZIONE
In origine, i due locali a pieno terra della cascina erano fatti in terra battuta mentre la pavimentazione nelle altre stanze con assi di legno appoggiate a travi. Al termine della costruzione della chiesa parrocchiale di Verderio Superiore il cotto avanzato fu utilizzato per la pavimentazione dei locali della cascina e dei locali che completano la corte.
NOTA
(1) Questi dati risultano dal registro dei matrimoni conservato nell'Archivio Parrocchia di Ronco Briantino. Non corrispondono al racconto di Giorgio, il pronipote che così scrive: "Non sono convinto che gli Airoldi erano già nativi di Verderio Inf perché, nel cimitero di Ronco entrando a sinistra c'è la tomba di una sorella del mio bisnonno e dal racconto di mia madre risulta che entrambi i suoi nonni erano arrivati da Ronco: gli Airoldi abitavano dove c'è la chiesa vecchia di Ronco e i Crippa in un cortile del centro, bisognerebbe indagare ulteriormente"
Di questo lato, l'edificio più ampio e più alto (tre piani) è abitato ancor oggi dai discendenti di Emilio Airoldi e Stella Crippa.
Emilio nato a Verderio Inferiore il 15 gennaio 1847 era figlio di Giuseppe e di Teresa Stucchi, entrambi di Verderio Inferiore (1); Stella era invece nata a Ronco il 30 dicembre 1857 ed era figlia di Giuseppe, anch'egli di Ronco e di Maria Perego di Cornate .
Emilio e Stella, dopo il matrimonio, celebrato a Ronco il 23 gennaio 1878, abitarono a Verderio Inferiore in via Larga (attuale via Roma) in "Curt di Möta, altrimenti conosciuta come "Curt di D'Aqua". Si trasferirono in "Curt di Scarsit" dopo la nascita (11/11/1883) del primo figlio, Luigi Costantino, poi conosciuto come "Luisin".
Nella stessa data di matrimonio del padre , 23 gennaio, ma 29 anni dopo, 1907, Luigi Costantino si unì in matrimonio a Teresa Ludovica Arlati nella chiesa parrocchiale di Verderio, probabilmente Inferiore. Nell'anno 1977 festeggiarono 70 anni di matrimonio, evento ricordato con un articolo dal settimanale "il Resegone". Anche la rivista Famiglia Cristiana riportò l'evento.
Con Emilio, in curt di Scarsit si trasferirono i suoi fratelli (13 compreso lui, il primogenito) con mogli e figli.
Erano coloni degli Gnecchi; coltivavano i terreni che questi possedevano in direzione di Verderio Superiore e altri, denominati "Campel", a destra dell'attuale via Verdi.
Uno dei 13 fratelli, Antonio detto "Pa Togn", morto nel 1945 a 97 anni, abitava nell'edificio in fondo alla corte. Questo stabile per molto tempo ospitò un lavatoio. Quando fu soppresso per far posto a nuovi locali, alla famiglia Airoldi, in quanto affittuaria degli Gnecchi, fu concesso l'uso del lavatoio di Verderio Superiore. Per lo stesso motivo i bambini della famiglia potevano frequentare "l'asilo" di Verderio Superiore.
"Pa Togn" ebbe due figli caduti nella Prima Guerra Mondiale, Carlo e Giulio. Un'altra figlia, Giuseppina, sposò un Casiraghi, ferroviere, e si trasferì a Fino Mornasco: un loro nipote, Stefano Casiraghi, diventerà marito della principessa Carolina di Monaco.
È nota l'origine del nome della corte: Scarsit. Tommaso, un altro dei 13 fratelli, prestava servizio come cameriere in casa Gnecchi a Verderio Superiore. Per la sua "parsimonia" nel rifornire di vino i bicchieri vuoti era chiamato "scarsit", soprannome in seguito affibbiato al resto della famiglia e alla corte che la ospitava.
Altri abitanti della corte furono i Colombo, detti "Rho", gli Airoldi, detti "Piazit" e i Ferrario detti "Marei".
Nel 1977 Giulia Regina Airoldi, di Luigi Costantino, e il marito Fiorentino Oggioni, originario di cascina "La Salette", acquistarono l'edificio grande della corte da Gianfranco Gnecchi Ruscone. "Giulietta" vi abita ancora con le famiglie di alcuni suoi figli.
Poco prima della seconda guerra mondiale ci fu un tentativo di suicidio: una certa Chiara, detta "Chiarina della candeggina", prodotto ch'ella vendeva, saltò dentro il pozzo e fu salvata per l'allarme dato dai bambini della corte.
IL POZZO
In posizione centrale rispetto alla larghezza ma un po' spostato verso il fondo della corte, c'è un pozzo quadrato, protetto da un'ampia tettoia sorretta ai quattro angoli da pilasti di mattoni ,a vista nella parte superiore. Funge da presa d'acqua piovana di una cisterna, di dimensioni e profondità sconosciute, posta sotto il cortile e alimentata dai pluviali degli edifici della corte. Il "troppo pieno" della cisterna è regolato da un canale sotterraneo che, passando sotto la casa "Airoldi", scarica nell'attuale via Sala, un tempo conosciuta come "via dei Peri"
LA PIETRA FORATA DA CUI VIENE SCARICATA L'ACQUA IN
VIA SALA , QUANDO LA CISTERNA DELLA CORTE E' TROPPO PIENA
VIA SALA , QUANDO LA CISTERNA DELLA CORTE E' TROPPO PIENA
Fra le generazioni di abitanti della casa, è opinione diffusa, ma non verificata, che il pozzo, non essendosi mai prosciugato, sia alimentato da una propria sorgente.
LA PAVIMENTAZIONE
In origine, i due locali a pieno terra della cascina erano fatti in terra battuta mentre la pavimentazione nelle altre stanze con assi di legno appoggiate a travi. Al termine della costruzione della chiesa parrocchiale di Verderio Superiore il cotto avanzato fu utilizzato per la pavimentazione dei locali della cascina e dei locali che completano la corte.
NOTA
(1) Questi dati risultano dal registro dei matrimoni conservato nell'Archivio Parrocchia di Ronco Briantino. Non corrispondono al racconto di Giorgio, il pronipote che così scrive: "Non sono convinto che gli Airoldi erano già nativi di Verderio Inf perché, nel cimitero di Ronco entrando a sinistra c'è la tomba di una sorella del mio bisnonno e dal racconto di mia madre risulta che entrambi i suoi nonni erano arrivati da Ronco: gli Airoldi abitavano dove c'è la chiesa vecchia di Ronco e i Crippa in un cortile del centro, bisognerebbe indagare ulteriormente"
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