martedì 8 gennaio 2013

"NANDO DI PULET", MIO PAPA' di Fabrizio Oggioni


Fabrizio Oggioni


Mio papà si chiamava Ferdinando Oggioni, ma tutti lo conoscevano, e molti ancora lo ricordano, come "Nando di Pulèt", essendo, Pulèt, il soprannome del ramo degli Oggioni di Verderio Superiore che abitava alla "Curt Növa", in via sant'Ambrogio.
Era nato il 4 settembre 1916 da Gerolamo e da Luigia Oggioni. Per quel che mi ricordo, ha sempre fatto il muratore.
Chiamato al servizio di leva con la classe del 1916, è congedato nel 1936, per essere richiamato, una prima volta il 17 maggio 1937 e poi il 14 settembre del 1939, nel 7° Reggimento Artiglieria.
Il 20 dicembre 1940 si imbarca a Bari sul piroscafo Gallia e il giorno dopo giunge e Durazzo, in Albania, dove viene trasferito al 13° Reggimento Artiglieria Guardia a Frontiera. Ha l'incarico di cuciniere.
Queste fotografie che lo ritraggono con i suoi commilitoni sono fra le poche cose che di lui mi sono rimaste: non è tanto alto e, dalle immagini, sembra un tipo allegro e di compagnia.

Fotografie scattate in Albania. Un'altra serie di immagini a fine articolo

L'11 settembre 1943 il suo reparto si arrende ai tedeschi. Prigioniero, viene deportato in Germania, nel campo di lavoro Staleg - XII -F, a Biesmengen - Bolchen, nel Saarland , vicino al confine con la Francia. Questo è il testo di una sua lettera alla mamma, mia nonna:

" 8-2-1944
Cara mamma avendo l'occasione di avere questo biglietto vi faccio sapere che la mia salute è ottima così spero anche di voi e famiglia ora vi fo sapere che ho spedito il modulo per mandarmi il pacco lo sapete già cosa dovete mettere mangiare e sigarette perché sigarette qua non le danno. Mamma mi raccomando di non pensare a me cercate di restare in gamba vedrete che tutto passerà ne sono passate tante quindi passerà anche questa quindi non pensate su di me. Termino non avendo altro che dirvi solo di lasciare i miei saluti a voi e famiglia parenti cugini cognati e cognate fratelli sorelle e bacioni ai nipoti che sempre li ricordo di nuovo ricordandovi sempre vostro figlio
Nando
Ciao ciao arrivederci presto"

Il 9 luglio 1945, finita la guerra, viene liberato. Rimpatriato, giunge a Bolzano dove resta alcuni mesi prima di essere congedato e rimandato a casa.
Il 4 ottobre 1947 ha sposato mia mamma, Antonia Acquati (1921/2000); dal loro matrimonio, nel 1949 è nato mio fratello Sergio e, nel 1953, sono nato io.
In una fotografia papà è ritratto mentre collabora alla costruzione della sede del Circolo San Giuseppe, la cooperativa di cui era stato socio.

"Nando", in centro, durante la costruzione della sede della cooperatica San Giuseppe , edificio che attualmente ospita il ristorante Mediterraneo"


Ho ben pochi ricordi personali e diretti di mio papà, perché pochi mesi prima che io nascessi, nel cantiere edile dove lavorava è stato vittima di un gravissimo incidente: durante la costruzione di un palazzo a Milano, le pareti dello scavo dove era impegnato sono crollate e lui è rimasto sotto la terra e le macerie. Colpito alla spina dorsale, è rimasto paralizzato ed ha trascorso il resto della sua vita in un letto d'ospedale, prima a Milano, al Niguarda, poi a Pietra Ligure. 
È morto il 27 agosto 1961.




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