Terezín: un campo di transito
Il portale ad arco con la scritta
"Il lavoro rende liberi" (1941)
Il posto chiamato “Terezín” non nacque come paese e nemmeno come ghetto ma come fortezza (1780 -1790), costruito dall’esercito austriaco a 60 chilometri da Praga ( odierna capitale della Repubblica Ceca ). Dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, i Nazisti iniziarono a deportare ebrei, zingari, diversamente abili, ecc nei campi dì sterminio o campi di concentramento, dove venivano torturati e uccisi. C’erano però dei luoghi che i tedeschi utilizzavano come campo di transito, cioè posti in cui venivano portati gli ebrei in attesa di essere poi destinati ad uno dei campi di concentramento. Terezín era un luogo perfetto per questo scopo, perché le sue fortificazioni permettevano ai nazisti di trasformarlo in una specie di prigione soltanto chiudendo tutte le porte di accesso.
Terezín diventa un campo di propaganda
Per ingannare la popolazione e le altre nazioni, ai nazisti serviva un luogo da mostrare al mondo per dire “Vedete? Qui gli ebrei non stanno così male”. Il luogo scelto per questa pubblicità fu proprio Terezín. Costrinsero gli ebrei del ghetto ad abbellire tutto, furono nutriti un po’ di più e furono concesse alcune libertà prima inimmaginabili: fare musica, teatro, scrivere, ritrovarsi per giocare…
I nazisti realizzarono molte fotografie e perfino un film: si mostrava al mondo un paese apparentemente normale ma, poche settimane dopo la fine delle riprese, i nazisti deportarono tutte le persone che erano state filmate: donne, uomini, bambini, vennero portati ad Auschwitz, un campo di sterminio e concentramento che non lasciava alcuno scampo.
I bambini di Terezín
15.000 bambini passarono da Terezín, solo 142 riuscirono a sopravvivere fino alla liberazione del ghetto da parte dei sovietici. La loro vita, all’interno del ghetto, non era altro che un periodo di transizione prima di essere deportati nei campi di sterminio, per poi essere bruciati nei forni. Gli adulti del ghetto, decisero di fare qualcosa per loro, quindi crearono delle scuole. Prigionieri a Terezín c’erano molti artisti, scienziati, matematici, scrittori ebrei che si improvvisarono insegnanti per i bambini del ghetto.
I disegni dei bambini
La maestra di disegno, che insegnava nella scuola del ghetto, fu deportata nell’autunno del 1944 ma riuscì a nascondere due valigie piene di disegni eseguiti dai bambini. Furono trovate dopo la liberazione e portati nel Museo Ebraico di Praga, tutt’oggi custoditi.
Bambini D’Inciampo
Grazie ad un progetto della scuola primaria di Viganò, insieme ai miei compagni di classe, abbiamo ascoltato la storia dei bambini di Terezín e provato ad immedesimarci in loro, cercando di ridisegnare alcuni dei loro disegni e creando un nostro disegno: un messaggio di tolleranza, di pace che possa far riflettere, affinché atroci barbarie sugli uomini non accadano più!
Una scultrice ha trasformato i nostri disegni in un monumento intitolato “Bambini d’Inciampo” che si trova all’inizio del paese di Viganò; mentre si passa di lì, si vedono le sagome dei bambini, torna alla mente il drammatico destino dei giovani di Terezín e si riflette… affinché atrocità così non accadano più!
FOTO
Il giorno dell'inaugurazione
Ecco il giorno dell'inaugurazione, 31 maggio 2021, alla quale ha partecipato anche l'onorevole Emanuele Fiano.
Alessandro Capuzzo
Alessandro Capuzzo |
Alessandro Capuzzo, l'autore di questo articolo, è un ragazzo di Missaglia che frequenta la terza media. Appassionato di storia, ha in seguito approfondito l'argomento, allargandolo alla storia del Fascismo, della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza in Brianza. Per questo suo secondo lavoro, intitolato "L'INFERNO ERA QUI", ha ricevuto i complimenti del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
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