lunedì 24 ottobre 2022

VARIAZIONI SUL TEMA DI GESÙ E MARIA NELLE OPERE DI SILVIO MONFRINI di Marco Bartesaghi

Nel viale centrale del cimitero di Bernareggio, sulla tomba della famiglia Besana è posata una scultura in bronzo che rappresenta il tema della Pietà, con Maria che sorregge il corpo senza vita di Gesù, realizzata dallo scultore Silvio Monfrini [foto 1]

Gesù è disteso a terra. La schiena, appoggiata a un dosso, è inarcata e il capo cade all’indietro; salvo un drappo di stoffa che gli ricopre il pube, il corpo è nudo; il volto, piegato sulla spalla destra, è rivolto al fronte della tomba, verso cui è allungato anche il braccio.

Dietro Gesù, chinata verso di lui, è seduta Maria. Dal mantello, che l’avvolge e le ricopre il capo, sporgono le mani: una è immersa nei lunghi capelli del figlio e gli sorregge la testa,  l’altra gli sostiene il braccio sinistro.

foto 1

I sentimenti, nei personaggi  di Monfrini, quasi mai si manifestano con espressioni forti. Anche nella Maria di Bernareggio  il dolore è tutto interiore, dal suo volto traspare solo un velo di tristezza [NOTA 1].


Silvio Monfrini

 Nato a Milano il 19 febbraio 1894 e morto ad Usmate il 13 novembre 1969, Silvio Monfrini si era formato nella bottega dello scultore impressionista milanese Ernesto Bàzzaro [NOTA 2]. Nel 1939 aveva aperto un suo studio a Monza, città dove lavorò fino  a poco prima della morte. Si esprimeva  soprattutto con la creta, che poi trasformava in bronzo; poche sono le sue sculture in marmo e concentrate, ritengo, nei primi anni dell’attività.

Le sue opere più conosciute: a Milano, il busto di Francesco Baracca nell’omonima piazza (1931); a Monza,  il monumento ai caduti sul lavoro, di fronte alla stazione (1954); a Trento,  il monumento in ricordo degli ufficiali della divisione Perugia, fucilati dai tedeschi il 7 ottobre 1943, nella città di Kuҫ in Albania (1957); a Monterosso al Mare, la statua di San Francesco all' esterno del convento dei Cappuccini (1962). Suo  è anche il grande crocifisso ligneo della chiesa parrocchiale di Usmate (1939-40). 

Molto vasta  la sua produzione artistica  destinata ai cimiteri. Per una ricerca che sto svolgendo sulle sue opere  presenti in quelli di Monza, ho individuato più di novanta soggetti diversi. Altri ancora ne ho trovati nei cimiteri dei comuni intorno alla città.

In questo articolo voglio concentrarmi su come egli ha affrontato due temi particolari: la figura di Gesù e quella di Maria. Ovviamente farò riferimento alle opere di cui sono a conoscenza ed è quindi possibile, pressoché certo,  che la rassegna non sia completa. Un’altra doverosa premessa  è che non sono un esperto  né uno storico dell’arte e quindi  vi chiedo di considerare le mie osservazioni  solo per ciò che sono, ossia  quelle di un volonteroso appassionato.

LA FIGURA DI GESÙ

Gesù deposto dalla croce appare in altre opere  di Monfrini, oltre alla Pietà di Bernareggio .

Nel Cimitero Urbano (C.U.) di Monza la tomba della famiglia  Gabetta - Piazza si trova nei pressi della cappella centrale. Su una grande lastra di serizzo lucidato è adagiato un altare, dello stesso materiale, il cui lato anteriore è occupato, a mo' di paliotto, da  un bassorilievo  in bronzo di Monfrini. Gesù morto è sdraiato supino, con il torace molto esposto per la conformazione del terreno su cui giace; i capelli cadono all'indietro e lasciano del tutto scoperto il volto; il braccio destro è disteso lungo il corpo [foto 3].

foto 3

Un'immagine simile si trova in un'altra tomba dello stesso cimitero. Qui però  il volto di Gesù non guarda verso l'alto, ma verso il fronte della tomba [foto 4] [NOTA 3].


foto 4

Conosco due tipi di crocifissioni realizzate da Monfrini: quella già citata della chiesa di Usmate [foto 5], di dimensioni più che naturali, e un’altra, più piccola,  di cui esistono diversi esemplari, sia a Monza che in altri cimiteri (uno l’ho trovato a Lipari) [foto 6].

foto 5


foto 6

In comune hanno alcuni elementi: i chiodi che entrano nei polsi e non nei palmi delle mani (scelta raramente adottata nella storia dell’arte), i piedi inchiodati separatamente e la posizione del corpo sulla croce: il Gesù crocifisso di Monfrini non è morente, è morto; il peso del corpo gli ha piegato le gambe, le spalle si sono abbassate e, di conseguenza, le braccia sono tese verso l’alto; la testa cade sul petto, gli occhi sono chiusi [foto 7].

foto 7

La crocifissione di Usmate, realizzata in legno, è ben levigata , aspetto che quasi mai si riscontra nelle opere in bronzo dove sono marcatamente visibili le tracce di come ha lavorato la creta, di come l’ha aggiunta o tolta. Per questa scelta, il Cristo morto della crocifissione in bronzo mi sembra che assuma un’espressione ancor più intensa e drammatica [NOTA 4].


Andando a ritroso negli episodi della Passione, troviamo una statua che rappresenta  Gesù  costretto sulle ginocchia dal peso della croce [foto 8] e un’altra, cui l’autore ha dato titolo “Ecce Homo”, che lo rappresenta dopo la flagellazione [foto 9] [NOTA 5]. Il volto, nelle due opere, è segnato da un dolore fisico che l’uomo fatica a sopportare  e, per questo, volge verso l’alto uno sguardo che supplica aiuto.

foto 8

foto 9

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Lo stesso sguardo di un altro  suo Gesù, dove però l’invocazione al Padre, espressa anche dalle braccia leggermente allargate e dalle mani rivolte verso l’alto, non è per lenire i propri dolori ma quelli di altri. La statua fa parte di un gruppo di tre personaggi, gli altri sono  Maria e Marta, riuniti a rappresentare l’episodio evangelico della morte di Lazzaro, sulla tomba della famiglia  Colombo-Cola, nel cimitero di Villasanta [foto 10] [NOTA 6].

foto 10

Un ultimo Gesù a figura intera,  realizzato da Monfrini, è un uomo coperto da una tunica che, sciolta, lo copre fino ai piedi. Ha gli occhi rivolti a terra, dove giace il defunto per il quale sembra stia pregando [foto 11] [NOTA 7].


foto 11

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Oltre alle figure intere, Monfrini ha realizzato alcuni volti di Gesù destinati a tombe di più modeste dimensioni.

Due di questi li abbiamo già conosciuti poiché  provengono dal Cristo flagellato e da quello della resurezione di Lazzaro. [foto 12 e foto 13]

foto 12

foto 13

Altre sculture che rappresentano il volto di  Cristo  sono opere autonome. Oltre ad alcune caratteristiche fisiche  - i lunghi capelli, la barba a due punte - hanno in comune  un'espressione di profonda, incolmabile  tristezza. [foto 14, 15 e 16].

foto 14



















foto 15



foto 16











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L'immagine di Gesù che Monfrini, in tutte le sue opere, ci vuole trasmettere è quella di un uomo come tutti noi; un uomo che, di fronte alle sofferenze inflittegli e al dolore davanti alla morte dei suoi simili,  si rivolge a Dio, chiedendo aiuto con la speranza, non la certezza, di poterlo ottenere.


LA FIGURA DI MARIA

Maria è seduta e  tiene sulle ginocchia il bambino che dorme appoggiando la testa al suo  braccio [foto 17]. Sopra un leggero vestito, di cui si vede la scollatura, un mantello le  ricopre il capo, lasciando  scorgere i capelli sulla fronte, e scende fino a terra con ampie e morbide pieghe. È l'immagine di una madre, modellata da Monfrini a figura intera e  grandezza naturale, che rivolge lo sguardo sorridente al figlio. È Maria, la Madonna, perché l'autore lo scrive  di fianco a una fotografia contenuta in un album da lui composto, ma nessun segno, un aureola o un rosario come in altre sue opere, la identifica come tale [NOTA 8].

foto 17

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Visi e corpi sottili, da adolescenti che volgono lo sguardo attento alle mani giunte in preghiera. Nelle tre immagini di Maria delle foto  18, 19, 20  non c'è  più la donna che coccola il bambino dormiente o  piange il figlio morto, delle statue viste in precedenza, ma un simbolo religioso, un'icona esposta alla devozione dei fedeli.


foto 18








foto 19

foto 20














Con la stessa funzione di richiamo alla preghiera, ma più tradizionale  sia nella corporatura sia nel volto, è la scultura della foto 21, che Monfrini ha intitolato "Madonna di Lourdes" [NOTA 9].

foto 21

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Lo sguardo molto serio e rivolto verso il basso, il capo, con aureola, leggermente reclinato verso destra, i capelli lunghi divisi in centro; porta una veste con scollatura a V e ampie maniche. Nella mano sinistra, all'altezza del seno, regge le rose che, con la destra, fa cadere sulla tomba e che provengono dalle piante scolpite sullo sfondo [foto 22] . È la  Madonna delle Rose, realizzata da Monfrini a mezzo busto, in altorilievo [NOTA 10]

foto 22

"Madonna con  mano al petto", è il nome assegnato da Monfrini al ritratto di giovane donna con copricapo da monaca, mano destra al petto e sguardo, sereno, rivolto a terra [foto 23] [NOTA 11].

foto 23

Anche per Maria, come per Gesù, Monfrini realizza diversi ritratti del solo volto. Quasi sempre di dolore, imposto dalla destinazione cimiteriale, è la loro espressione: un dolore a volte appena accennato, altre volte più marcato, ma sempre molto composto, trattenuto [da foto 24 a foto 28].



Un solo volto di Maria realizzato da Monfrini è sorridente [foto 29] ed è lo stesso della statua della madre con il bambino della foto 17.

foto 29


ANCHE QUESTA È UNA PIETÀ?

Avendo dichiarato fin dall'inizio  il mio ruolo di semplice curioso appassionato d’arte, mi prendo la libertà di considerare il tema della Pietà non limitato al rapporto fra Maria e  Gesù, ma esteso ad ogni rappresentazione di un momento di tenerezza fra un individuo, uomo o  donna, e il corpo senza vita della persona amata, figlio o compagno o compagna che sia.

Si potrebbe così considerare una "Pietà" la scultura di Monfrini  che si trova nel C.U. di Monza [foto 30], composta dalla figura di un uomo che, con immensa delicatezza,  depone a terra il  corpo della defunta moglie. L'uomo ha pantaloni sciupati, legati in malo modo, e una maglia  a maniche  corte, aperta sul collo: forse si è dovuto vestire in fretta per correre in aiuto alla moglie; ciò non è però bastato e non gli resta che donarle un ultimo attimo di pietà [NOTA 12].

foto 30

NOTE

NOTA 1 La scultura dovrebbe essere stata realizzata intorno  al 1937, anno della morte di Carlo Besana. Un altro esemplare di questa opera si trova nel campo 7 del cimitero di Villasanta.

NOTA 2 Lo scultore Ernesto Bazzaro (Milano, 1859- 1937) aveva frequentato l’Accademia di Brera e poi era stato allievo di Giuseppe Grandi, aderendo al movimento impressionista di cui questi era stato fra i promotori. Di E.Bazzaro a Monza c’è il monumento a Garibaldi. In alcune sue opere, che ho rintracciato nel C.U. di Monza, sono ben visibili le radici dell’arte appresa da Monfrini.

NOTA 3 Il primo bassorilievo [foto 3] si trova nel campo 23, l'altro [foto 4] nel campo 27.  

NOTA 4 Una versione in bronzo del crocifisso di Usmate si trova nel campo 35 del C.U. di Monza, nella cappella della famiglia Orioli-Corbetta. 

NOTA 5 La statua della foto 8 si trova nel cimitero di Arcore. Non è firmata ma è sicuramente di Monfrini perchè Elena Mutinelli, sua nipote, conserva una fotografia della versione in creta, scattata nel laboratorio del nonno. L'altra statua, [foto 9], si trova nel campo 46 del C.U. di Monza.

NOTA 6 Questa statua di Gesù, da sola, non accompagnata da quelle di Maria e di Marta, si trova anche nel C. U. di Monza, nel campo 3. 

NOTA 7 Di questa scultura esistono due versioni, una a grandezza naturale (altezza 170 cm, circa) e una più piccola (altezza 100 cm, circa), e diversi esemplari in vari cimiteri. Quello della foto 11 si trova nel C.U di Monza, campo 11. Nel cimitero di Merate si trova invece un esempare nella  versione da 1 metro. Nessuno degli esempleri che ho trovato porta la firma dell'autore. L'attribuzione, anche in questo caso, è possibile grazie alle fotografie conservate da Elena Mutinelli.

NOTA 8  La statua della foto 17 si trova  nel campo 31 del C.U. di Monza. Un altro esemplare si trova nel cimitero di Brivio. In entrambi i casi, le statue sono installate su tombe che conservano i corpi di bambini defunti.

NOTA 9 Non conosco la collocazione di queste statue. Le foto 18, 19, 20 e 21 provengono tutte dall'archivio di Elena Mutinelli. Due parole su di lei: Elena Mutinelli, nipote di Silvio Monfrini, è un'ottima scultrice, che abita e lavora a Verderio. Cercando il suo nome in internet potete vedere le immagini di molte sue opere e conoscere il suo percorso artistico. Sul mio blog (http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.com/ ) c'è una lunga intervista che Elena mi ha rilasciato alcuni anni fa. 

NOTA 10 L'altorilievo della Madonna delle Rose (tale denominazione è ricavata dalla pratica cimiteriale della relativa tomba) si trova nel campo 11 del C.U. di Monza.

NOTA 11 Questa statua si trova nel campo 55 del C.U. di Monza. La denominazione data dallo scultore è ricavata da una busta, che contiene negativi fotografici, conservata nell'archivio di Elena Mutinelli.

NOTA 12 La statua si trova nel campo 52 del C.U. di Monza. Non sono ancora riuscito a trovare la notizia precisa, ma penso che la donna, Luigia Biganzoli Scagnolari morta il 7 novembre 1945 e sepolta in questa tomba, sia tragicamente morta in un incendio. Lo fa pensare la frase scritta in caratteri in bronzo sulla lastra tombale : "DA DOLCE FIAMMA CONGIUNTI - DA TRAGICA FIAMMA DISGIUNTI". Inoltre, sulla busta che contiene i negativi delle foto di questa scultura, Monfrini aveva annotato: "Monumento al cimitero di Monza a quello dei fuochi artificiali di Lissone".

Marco Bartesaghi



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