Germano Lisignoli abita a Verderio da quando aveva 12 anni, ora ne ha 58, classe 1952. La sua famiglia è originaria della val Bregaglia, quella che si percorre da Chiavenna per raggiungere il Maloia, e precisamente di Dasile, frazione del comune di Piuro situata, insieme a Savogno, a monte della cascata dell'Acquafraggia. Da qui con la sua famiglia è "sceso" a Verderio
" La mia famiglia è "scesa " nel 1965, ma prima di noi, nel 1955, erano "scesi" i nonni materni, Luigi Clara e Assunta Succetti con i tre figli non sposati, un maschio e due femmine che poi hanno messo su famiglia qui. Giuseppina, una delle due figlie, ha sposato un Oggioni de La Salette ed è morta in un incidente stradale, l'8 dicembre del 1978, mentre andava a Messa per la festa della Madonna. Insieme a lei fu investita anche la figlia, che però si salvò"
Tuo nonno che mestiere faceva?
Quando è venuto qui era già pensionato: era del 1901 ed era invalido di guerra. Su faceva l'agricoltore. Qui aveva preso una cascina alla Sernovella ( che è in territorio di Robbiate) e anche qualche pezzo di terra; aveva qualche mucca che allevava insieme a un suo zio, molto avanti d'età, che lo aveva seguito nel trasferimento.
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"in queste prime tre foto ci sono i miei nonni materni, Luigi Clara e Assunta Succetti..." |
Poi siete scesi voi..
Sì. Dopo dieci anni mio nonno ha fatto venir qui anche le figlie già sposate: mia mamma, Dina, con mio papà , Giacinto Lisignoli e i 4 figli, e mia zia, con il marito Gino Rogantini e tre figli. Per un po' di mesi abbiamo abitato con i nonni e poi siamo venuti in questa casa, la cascina San Giuseppe, in via dei Maggioli a Verderio Superiore. Per i due generi il nonno aveva trovato un lavoro.
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"in centro nonna Assunta. Dietro di lei, a destra, mia mamma Dina e, di fiancoa sinistra, mia zia Cecilia" |
Che lavoro?
Muratori.
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" mio papà, Giacinto Lisignoli (in centro con la cravatta) in una foto scattata a Dasile" |
Come mai tuo nonno da Dasile era finito proprio alla Sernovella?
Quando aveva deciso di venir via, perché con il lavoro della terra non riuscivano più a starci dentro, ne aveva parlato con un signore che lavorava nella banca dove metteva i suoi risparmi; era uno di Lecco che aveva intrallazzi da queste parti e sapeva che c'era quella casa in vendita e così è andata...
I terreni che coltivava quando era in montagna erano di sua proprietà?
Sì. erano suoi. Tutti lì erano proprietari: c'era la famiglia che aveva poco, la famiglia che aveva tanto , ma tutti erano proprietari.
Non c'erano anche delle cose in comune, ... dei boschi ...?
No tutto era suddiviso: io ad esempio ho dei terreni a duemila metri di altezza, che poi è solo roccia con dentro due o tre piante.
Per comprare la casa qui tuo nonno ha dovuti vendere le proprietà che aveva?
No. Nel 1935 era andato in Africa per lavorare : allora per poter andare all'estero a lavorare si doveva essere iscritti al partito fascista: quando è scoppiata la guerra gli inglesi, visto che risultava fascista, l'avevano fatto prigioniero e alla fine della guerra gli avevano portato via tutto quello che aveva guadagnato ...
Dov'era stato in Africa?
Mi raccontava, quando ero bambino che aveva girato .....era stato in Etiopia ... si spostava come si spostava la guerra .
No, non quando era prigioniero: quando era lì a lavorare ...
Mi sembra ... o in Etiopia o in Somalia. Più probabilmente in Somalia. Sta di fatto che quando è tornato in Italia, nel '45, finita la guerra, non parlava più e ha girato da un ospedale all'altro. A casa è tornato nel 1948. Probabilmente ha ricevuto qualche indennizzo e degli arretrati di pensione ...Tornato a casa ha fatto un figlio - l'ultimo l'aveva avuto nel 1935, prima di partire per l'Africa - che è nato nel 1949.
Quando lui aveva 48 anni?
Sì. Il bambino però è morto sui 3, 4 anni. Aveva preso il "mal del grop": mi sembra che con questo nome si indicasse la difterite. Come gli è mancato questo figlio ha voluto andarsene e ha fatto di tutto per venir via.
Cosa ti ricordi di quando vivevi a Dasile?
Mi ricordo ancora tutto ... prima di venir via aiutavo in campagna; c'era da tagliare l'erba con la ranza, voltare il fieno, portare il letame nei prati, spargerlo, curare gli animali...
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"Questa fotografia di abitanti di Savogno dovrebbe risalire circa al 1885, perchè il bambino a sinistra, zio di mio nonno era del 1880 o '81" |
Quanti abitanti eravate?
Dicono che nel periodo più intenso eravamo 600 abitanti tra Savogno e Dasile
Il comune era quello di Piuro?
Sì.
Dove andavate a scuola?
A Savogno c'erano le elementari. Alle altre scuole a quei tempi non andava nessuno. Dopo la quinta facevamo la sesta, la settima ... ma era sempre la quinta. Solo negli ultimi anni qualcuno "scendeva" per andare a scuola ... ricordo che un mio cugino, di due anni maggiore di me, lo avevano mandato giù per andare a scuola. Io ho fatto due anni la quinta. Quando sono arrivato qui era febbraio, ho finito la quinta e poi ho fatto le medie.
C'erano le "multiclasse"?
C'erano due o tre classi, non mi ricordo bene. Le prime due le ho fatte in una casa vicino alla teleferica, poi nel sessanta hanno fatto le aule dove adesso c'è il rifugio
I maestri ? abitavano anche loro in paese?
Sì. Arrivavano a settembre e andavano via a giugno, a parte le vacanze di Natale di Pasqua.
C'era un unico parroco per i due paesi?
Sì, però mio nonno si ricordava che quando lui era giovane c'era il parroco anche a Dasile.
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"Nella parte bassa di questa cartolina si vede, in primo piano, Dasile. Nella parte alta si vede il fondo valle con le case di Borgonuovo di Piuro e il corso del fiume Mera" |
Fra i due paesi c'era un buon rapporto, o era, tanto per intenderci, come fra Verderio Superiore e Verderio Inferiore?
No, no, non andavano d'accordo: attraversato il ponte sul torrente c'era la frontiera e, per tanta gente che c'è su, questa frontiera c'è ancora adesso. Anche se magari a Piuro abitano insieme, quando sono su ci sono quelli di Dasile e quelli di Savogno. Soprattutto per quelli di Savogno che sono tosti!! Mia madre era di Savogno e mio padre di Dasile: quando andavano a morosa dovevano stare attenti.
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"Savogno visto dalla mulatiera che lo congiunge con Dasile" |
Allora i tuoi nonni hanno scelto di venire a Verderio perché così gli sembrava di essere a casa?
E pensare che in linea d'aria ci saranno al massimo 500 metri di distanza. Lavoravano insieme, perché le vigne erano in basso per tutti, salivano dalla stessa strada. Eppure... E cambia anche il dialetto, non è totalmente diverso, però cambia:.l'accento soprattutto ma anche alcune parole.
Erano tutti agricoltori?
Si. Quasi tutti avevano uva, castagne, che erano uno dei piatti base, patate, ortaggi. Allevavano le vacche e quindi facevano il formaggio,il burro: erano poveri però a nessuno mancava il mangiare, a parte il pane che non sempre c'era.
Negli ultimi anni però quasi tutti gli uomini andavano in Svizzera, dove facevano i manovali o i muratori. Andavano via la domenica sera e tornavano la sera del sabato.
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"due foto di mio papà al lavoro in Svizzera per la costruzione di una diga |
Che strada facevano?
Scendevano a valle e da lì andavano al confine
Ma anche salendo, oltre Savogno e Dasile, si può andare in Svizzera, vero? Si faceva contrabbando?
Sì tanti lo facevano: oltre ad andare in Svizzera a lavorare ogni tanto facevano un viaggetto per comprare il sale, la farina bianca, la farina per la polenta ...
Cioè compravano le cose della vita normale, non da rivendere?
No, portavano fuori le sigarette, le vendevano e i soldi che guadagnavano li usavano per comprare la farina e le altre cose necessarie per vivere.
Si correvano dei pericoli o era un'attività tollerata?
E morta anche gente per fare il contrabbando. Perché giravano più che altro d'inverno, con ghiaccio, neve ...e stanchezza. Lo zio di mio cugino Adriano, ad esempio,è morto che aveva solo vent'anni . C'erano sette o otto uomini quella notte, uno davanti che tagliava il pezzo di ghiaccio col "segurin" per fare il posto dove mettere il piede. Lui era giovane probabilmente il sonno, la stanchezza ... pam è partito, avrà fatto 500 metri di volo .... Poi è stato un casino, per evitare la denuncia per contrabbando s'è messo di mezzo il prete e così è stato messo tutto a tacere.
Un parente di mia madre, invece, lo hanno preso e da quel momento, tra la paura e lo shock, ha avuto un po' di problemi. Probabilmente quando li portavano dentro li menavano anche, così lui s'è beccato un mezzo esaurimento nervoso e si faceva delle storie: "mi prendono ... non mi prendono"
Durante la guerra i sentieri dei contrabbandieri non sono stati utilizzati come vie di fuga verso la Svizzera?
Non lo so, non penso. So che ci sono state delle storie fra partigiani e tedeschi, che sono state ammazzate anche delle persone; hanno bruciato delle stalle perché pensavano che dessero asilo a partigiani ... però come via di fuga non ho mai sentito ...
Che strada si deve fare per arrivare in Svizzera?
Si deve salire fino al lago dell'Acquafraggia, poi si va al passo Turbin e appena di là di questo passo c'è la Svizzera. Se no c'è il sentiero che va a un altro passo, il Passo di Lei.
Quando siete venuti via voi già in tanti avevano lasciato la montagna?
No, la mia è stata una delle prime famiglie, forse la prima, a parte mio nonno. Dopo tre mesi ne sono partite ancora un paio e nel giro di tre anni, fra il 1965 e il 1968 i due paesi si sono svuotati.
Però il legame è rimasto?
Per un po' di tempo no: per due o tre anni nessuno tornava su né il sabato e la domenica, né d'estate. Infatti in quel periodo hanno fatto razzia nelle case, portato via la roba e spaccato tutto,proprio perché non andava più su nessuno ... Entravano nelle case per trovare roba antica, roba vecchia. Anche a me hanno portato via un paio di fucili e l'orologio a pendolo.
Poi?
Poi, un po' alla volta, abbiamo cominciato a ritornare, a partire dal 1970 - '71 I primi anni ogni tanto, più di rado, anche perché nelle case non c'erano le comodità di adesso. Mancava anche la luce, bisognava usare le candele. Poi pian panino tutti si sono un po' attrezzati e hanno cominciato a ristrutturare. È stata ripristinata la teleferica e adesso si sta facendo anche la strada.
La strada: pensi possa essere un bene?
Egoisticamente sì, può essere anche un bene perché sto diventando vecchio e non giovane, se voglio arrivarci fino a una certa età .... Per il resto non so fino a che punto sia un bene perché poi la strada si porta dietro tante cose. E tante cose sono già cambiate: prima si potevano ristrutturare solo le case d'abitazione; adesso ormai danno il permesso di tirar fuori una casa da qualsiasi rudere, domani daranno il permesso anche di partir da zero ed edificare. Vedremo
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"Mia mamma, io e mia sorella nella cascina dei nonni alla Sernovella" |
Com'è stato l'impatto con Verderio? Nessun problema?
Per me è stato un problema.
Perché?
Ero tremendo.
Allora eri tu il problema ...
A scuola avevo 4 in condotta. I primi anni è stato così, rifiutavo tutte le storie: aver vissuto la, con tutti i parenti e trovarmi qui in un posto con tutta una storia diversa, con le macchine...
E già, le macchine non esistevano nella vita di tutti i giorni. Scendevate spesso a Piuro?
No. Qualche volta a trovare i parenti o una volta al mese per il mercato. La teleferica allora funzionava tutti i giorni e portava il pane fresco. A Savogno c'era un negozio di alimentari. Era su due piani: sotto faceva da bar, osteria, vendeva gli alcolici; sopra gli alimentari.
Quando hai cominciato ad accettare la nuova situazione?
Dopo le scuole medie. Pian piano,frequentando le compagnie del paese....
Cosa hai fatto dopo le scuole medie?
Ho lavorato per otto anni come tipografo, ma ho dovuto smettere perché il contato con il piombo mi creava problemi. Poi,a 25 anni sono partito per l'India.
Parliamone brevemente, approfondiremo l'argomento in un'altra occasione. Come è nata l'idea di partire?
In quel periodo conoscevo i Pholax Dactylus, un complesso musicale che faceva una musica particolare e che aveva avuto anche un certo successo. Uno di loro, il chitarrista mi aveva dato un opuscolo con un Guru indiano. Allora avevo la passione di dipingere e avevo pensato di modellare il Guru con la creta: la figura di questo personaggio e dell'India mi ha attratto e ho cominciato a pensare di partire .Sono partito in ottobre del 1977, con Peppino, un altro abitante di Verderio. Abbiamo raggiunto l'India, fra varie avventure, in nave, treno e pullman. La ci siamo divisi e io ho girato per il paese per un po' di mesi. Sono tornato in aprile del 1978.
Non avevi più il lavoro ?
Per qualche mese ho fatto lavori saltuari e per un anno e mezzo il muratore. Poi nel 1980 ho iniziato a lavorare in ospedale, prima svolgendo vari servizi e poi facendo l'autista, che faccio ancora adesso..
E l'India?
Ci sono tornato nel1982 e da allora quasi ogni anno, anche più di una volta all'anno.
Ne riparleremo.
Marco Bartesaghi