14 Novembre 1951. Piove da due settimane sul territorio che riversa le sue acque nel fiume Po. Non sono piogge di intensità mai vista, ma sono insistenti e gravano contemporaneamente sull'intera area, provocando la piena di tutti gli affluenti del fiume.
La stampa, 15 novembre 1951 |
Il 12, il 13 e nelle prime ore del 14 la piena passa dal mantovano, ma non provoca disastri. Verso sera, tra le ore 19 e le ore 20,30, raggiunti i territori della provincia di Rovigo, l'acqua rompe gli argini in tre punti e si abbatte sulle campagne.
La Stampa, 16 novembre 1951 |
Per il volume d'acqua esondata e per l'estensione del territorio coinvolto, l'alluvione del Polesine ha il triste primato di essere il più grande di quelli che hanno coinvolto l'Italia in età contemporanea.
La Stampa , 20 novembre 1951 |
Circa cento furono le vittime; tra 180 e 200 mila i profughi. A seguito di questa catastrofe, tra il 1951 e il 1961, il 22% della popolazione lasciò definitivamente il Polesine.
La solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite dal disastro si manifestò attraverso l'intervento di volontari, accorsi immediatamente a prestare soccorso, la raccolta di fondi e di cose di prima necessità e l'accoglienza dei profughi .
A pochi giorni dall'alluvione l'Amministrazione Provinciale e la prefettura di Como diedero vita ad un Comitato Provinciale a cui fu affidato il compito di coordinare e sovraintendere alla raccolta di offerte a favore degli alluvionati. Lo presiedeva l'avvocato Gilberto Bosisio, presidente dell'Amministrazione Provinciale. Altri componenti: il comm. Giovanni Zecchino, delegato del prefetto; Monsignor Mario Villa, in rappresentanza del Vescovo di Como; il presidente dell'ECA (ente comunale di assistenza) di Como; i rappresentanti della Commissione Pontificia di Assistenza, della Camera di Commercio, delle associazioni degli industriali, dei commercianti e degli agricoltori, della CISL, della Camera Confederale del Lavoro, delle ACLI, dei giornali comaschi"L'Ordine" e "La Provincia"
Nella sua prima riunione (18/11), il comitato decise di invitare tutti i sindaci della provincia a dar vita ai Comitati Comunali, con il compito di coordinare la raccolta di offerte in denaro e in natura. Tali organismi, che dovevano essere composti dal sindaco, dal parroco, dai rappresentanti dell'ECA, delle forze produttive e dei lavoratori, erano gli unici legalmente autorizzati ad operare sul territorio comunale. Qualora sullo stesso territorio esistessero altre iniziative autonome, queste erano tenute ad agire in collaborazione con il Comitato Comunale e a fornire rendiconto scritto dei risultati delle loro raccolte.
I comitati comunali non potevano, salvo particolari disposizioni, erogare direttamente gli aiuti, ma erano tenuti a far pervenire i ricavati delle raccolte al Comitato Provinciale, il quale stabilì anche che le somme messe a sua disposizione sarebbero state utilizzate, in primo luogo, per il mantenimento dei profughi a carico della Provincia di Como.
Verderio Inferiore e Superiore , aderirono alla richiesta della Provincia dando subito vita ai comitati. Quello di Verderio Inferiore era così composto: Gianfranco Gnecchi Ruscone (sindaco), don Angelo Ricco (parroco), Luigi Brambilla, Giovanni Sirtori, Tomaso Nava, Ambrogio Andreotti, Luigi Oliveira.
A Verderio Superiore ne fecevano invece parte: Giuseppe Cassago (sindaco), don Antonio Molteni (parroco), Pietro Oggioni (presidente ECA), Francesco Robbiati (presidente Coop. San Giuseppe), Pirovano Elisa in Zambelli (maestra).
Appena nominati, i due comitati rivolsero alle rispettive cittadinanze un appello alla solidarietà.
Quello agli abitanti di Verderio Inferiore era firmato del sindaco Gianfranco Gnecchi:
"VERDERIANI
Davanti allo spettacolo di,solidarietà che ci si presenta, in occasione della terribile inondazione che invade e distrugge abitati e campagne, cospargendo di miseria e di morte operose regioni della nostra ITALIA, sono certo che anche gli abitanti di Verderio non vorranno essere da meno dalla quasi totalità degli italiani.
Pertanto mi rivolgo a voi perché ognuno nella misura delle proprie possibilità voglia versare a favore degli alluvionati danari, indumenti o derrate".
L'appello terminava invitando a consegnare le offerte negli uffici comunali il martedì, il giovedì e il sabato e comunicava che per ogni offerta sarebbe stata rilasciata una regolare ricevuta
Il sindaco Giuseppe Cassago firmò l'appello agli abitanti di Verderio Superiore:
"VERDERESI
Un eccezionale maltempo ha imperversato su tutta l'Italia: intere regioni, prima la Calabria e la Sardegna, poi il Piemonte e la Lombardia, ora con disastrosa intensità il Polesine, sono state profondamente devastate.
Popolazioni legate da secoli alla loro terra fuggono disperate dinanzi all'infuriare della acque. Una pietà infinita sentiamo per questi nostri fratelli travolti nel vortice di tanta sventura.
Di fronte all'apocalittica vastità del disastro, il cuore degli italiani si stringe accanto alle popolazioni minacciate dalla più desolata delle povertà.
Da ogni parte giungono appelli: chi sollecita indumenti, chi chiede viveri, chi invoca aiuti. I bisogni sono tanti. HA BISOGNO DI TUTTO CHI SI TROVA A NON AVERE PIÙ NULLA"
A conclusione dell'appello l'invito a non essere da meno degli altri italiani e l'avviso che domenica 25 novembre persone incaricate sarebbero passate nelle case a raccogliere denaro, indumenti e derrate.
Intanto il comitato provinciale aveva predisposto, presso il Consorzio Agrario Provinciale di Como, un magazzino verso il quale sarebbero dovuti confluire i capi di vestiario e i viveri raccolti nei diversi comuni. Le somme di denaro andavano invece versate su un conto corrente postale intestato al Comitato Provinciale "Pro Alluvionati". Per facilitare le operazioni di smistamento i comitati comunali vennero pregati di procedere, prima della consegna, ad un riordino ed una prima selezione del materiale, nonché, per evitare problemi di carattere igienico, ad "un minimo di pulizia" degli indumenti usati e della biancheria. Era inoltre richiesto una distinta, redatta in duplice copia, da presentare al momento della consegna.
Nei giorni seguenti, forse per la grande quantità di materiale raccolto, il Comitato Provinciale chiese ai comuni di accantonare momentaneamente quanto in loro possesso, in attesa che venisse loro comunicata la destinazione a cui inviare gli aiuti.
Il 5 dicembre il Comitato Comunale di Verderio Superiore consegnò quanto avuto dai suoi cittadini. Erano tutti capi di vestiario che, nella distinta, furono suddivisi divisi fra quelli da uomo, da donna e da ragazzo e ragazza.
Allegata alla distinta una lettera di presentazione in cui veniva indicata la somma di denaro versata sul conto postale: Lire 69.090.
Nella lettera veniva anche specificato che,oltre a quanto ricevuto dal comitato comunale, bisognava tener conto delle offerte in denaro e in beni materiali pervenute a tre organizzazioni autonome.
La parrocchia aveva ricevuto Lire 55.724. Di queste, 5724 erano state fatte confluire nel fondo del Comitato Comunale; 50.000, insieme a una "notevole quantità di indumenti" erano invece state versate direttamente alla Curia Arcivescovile di Milano.
La locale Cooperativa San Giuseppe, istituzione legata tradizionalmente ai partiti politici di sinistra (PCI e PSI), aveva raccolto Lire 75.000 che il suo presidente, Francesco Robbiati, versò alla Federazione delle Cooperative di Lecco.
Un'altra somma di denaro fu destinata alla Direzione Didattica di Merate dall' "Insegnante Capo Gruppo", signora Elisa Pirovano che l'aveva raccolta.
Fra i documenti conservati in archivio comunale riguardanti questo avvenimento , molti fogli, scritti a mano direttamene, così almeno sembra, dalle persone addette alla raccolta, contengono i nomi dei sottoscrittori e la specifica di quanto offerto: ci furono offerte direttamente in denaro, altre in indumenti altre ancora in frumento o granoturco. Per questi ultimi prodotti fu lasciata libertà ai comuni di decidere se consegnarli direttamente al comitato provinciale o se venderli a pubblica asta , per poi consegnare la somma ricavata: soluzione quest'ultima adottata dai due Verderio.
In un foglio separato, anch'esso scritto a mano, un elenco di sette operaie che donarono 1/2 giornata di lavoro.
Il 5 dicembre 1951, anche Verderio Inferiore consegnò quanto raccolto .
La somma versata dal Comitato Comunale fu di Lire 213.655, comprendente le 30.000 lire che l'Amministrazione Comunale aveva deliberato di stanziare a favore degli alluvionati.
Marco Bartesaghi
La solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite dal disastro si manifestò attraverso l'intervento di volontari, accorsi immediatamente a prestare soccorso, la raccolta di fondi e di cose di prima necessità e l'accoglienza dei profughi .
A pochi giorni dall'alluvione l'Amministrazione Provinciale e la prefettura di Como diedero vita ad un Comitato Provinciale a cui fu affidato il compito di coordinare e sovraintendere alla raccolta di offerte a favore degli alluvionati. Lo presiedeva l'avvocato Gilberto Bosisio, presidente dell'Amministrazione Provinciale. Altri componenti: il comm. Giovanni Zecchino, delegato del prefetto; Monsignor Mario Villa, in rappresentanza del Vescovo di Como; il presidente dell'ECA (ente comunale di assistenza) di Como; i rappresentanti della Commissione Pontificia di Assistenza, della Camera di Commercio, delle associazioni degli industriali, dei commercianti e degli agricoltori, della CISL, della Camera Confederale del Lavoro, delle ACLI, dei giornali comaschi"L'Ordine" e "La Provincia"
Nella sua prima riunione (18/11), il comitato decise di invitare tutti i sindaci della provincia a dar vita ai Comitati Comunali, con il compito di coordinare la raccolta di offerte in denaro e in natura. Tali organismi, che dovevano essere composti dal sindaco, dal parroco, dai rappresentanti dell'ECA, delle forze produttive e dei lavoratori, erano gli unici legalmente autorizzati ad operare sul territorio comunale. Qualora sullo stesso territorio esistessero altre iniziative autonome, queste erano tenute ad agire in collaborazione con il Comitato Comunale e a fornire rendiconto scritto dei risultati delle loro raccolte.
I comitati comunali non potevano, salvo particolari disposizioni, erogare direttamente gli aiuti, ma erano tenuti a far pervenire i ricavati delle raccolte al Comitato Provinciale, il quale stabilì anche che le somme messe a sua disposizione sarebbero state utilizzate, in primo luogo, per il mantenimento dei profughi a carico della Provincia di Como.
Verderio Inferiore e Superiore , aderirono alla richiesta della Provincia dando subito vita ai comitati. Quello di Verderio Inferiore era così composto: Gianfranco Gnecchi Ruscone (sindaco), don Angelo Ricco (parroco), Luigi Brambilla, Giovanni Sirtori, Tomaso Nava, Ambrogio Andreotti, Luigi Oliveira.
A Verderio Superiore ne fecevano invece parte: Giuseppe Cassago (sindaco), don Antonio Molteni (parroco), Pietro Oggioni (presidente ECA), Francesco Robbiati (presidente Coop. San Giuseppe), Pirovano Elisa in Zambelli (maestra).
Appena nominati, i due comitati rivolsero alle rispettive cittadinanze un appello alla solidarietà.
Quello agli abitanti di Verderio Inferiore era firmato del sindaco Gianfranco Gnecchi:
"VERDERIANI
Davanti allo spettacolo di,solidarietà che ci si presenta, in occasione della terribile inondazione che invade e distrugge abitati e campagne, cospargendo di miseria e di morte operose regioni della nostra ITALIA, sono certo che anche gli abitanti di Verderio non vorranno essere da meno dalla quasi totalità degli italiani.
Pertanto mi rivolgo a voi perché ognuno nella misura delle proprie possibilità voglia versare a favore degli alluvionati danari, indumenti o derrate".
L'appello alla solidarietà rivolto ai cittadini di Verderio Inferiore |
L'appello terminava invitando a consegnare le offerte negli uffici comunali il martedì, il giovedì e il sabato e comunicava che per ogni offerta sarebbe stata rilasciata una regolare ricevuta
Il sindaco Giuseppe Cassago firmò l'appello agli abitanti di Verderio Superiore:
"VERDERESI
Un eccezionale maltempo ha imperversato su tutta l'Italia: intere regioni, prima la Calabria e la Sardegna, poi il Piemonte e la Lombardia, ora con disastrosa intensità il Polesine, sono state profondamente devastate.
Popolazioni legate da secoli alla loro terra fuggono disperate dinanzi all'infuriare della acque. Una pietà infinita sentiamo per questi nostri fratelli travolti nel vortice di tanta sventura.
Di fronte all'apocalittica vastità del disastro, il cuore degli italiani si stringe accanto alle popolazioni minacciate dalla più desolata delle povertà.
Da ogni parte giungono appelli: chi sollecita indumenti, chi chiede viveri, chi invoca aiuti. I bisogni sono tanti. HA BISOGNO DI TUTTO CHI SI TROVA A NON AVERE PIÙ NULLA"
L'appello agli abitanti di Verderio Superiore |
Intanto il comitato provinciale aveva predisposto, presso il Consorzio Agrario Provinciale di Como, un magazzino verso il quale sarebbero dovuti confluire i capi di vestiario e i viveri raccolti nei diversi comuni. Le somme di denaro andavano invece versate su un conto corrente postale intestato al Comitato Provinciale "Pro Alluvionati". Per facilitare le operazioni di smistamento i comitati comunali vennero pregati di procedere, prima della consegna, ad un riordino ed una prima selezione del materiale, nonché, per evitare problemi di carattere igienico, ad "un minimo di pulizia" degli indumenti usati e della biancheria. Era inoltre richiesto una distinta, redatta in duplice copia, da presentare al momento della consegna.
Nei giorni seguenti, forse per la grande quantità di materiale raccolto, il Comitato Provinciale chiese ai comuni di accantonare momentaneamente quanto in loro possesso, in attesa che venisse loro comunicata la destinazione a cui inviare gli aiuti.
Il 5 dicembre il Comitato Comunale di Verderio Superiore consegnò quanto avuto dai suoi cittadini. Erano tutti capi di vestiario che, nella distinta, furono suddivisi divisi fra quelli da uomo, da donna e da ragazzo e ragazza.
Distinta del materiale raccolto a Verderio Superiore |
Nella lettera veniva anche specificato che,oltre a quanto ricevuto dal comitato comunale, bisognava tener conto delle offerte in denaro e in beni materiali pervenute a tre organizzazioni autonome.
Il denaro raccolto a Verderio Superiore |
La parrocchia aveva ricevuto Lire 55.724. Di queste, 5724 erano state fatte confluire nel fondo del Comitato Comunale; 50.000, insieme a una "notevole quantità di indumenti" erano invece state versate direttamente alla Curia Arcivescovile di Milano.
La locale Cooperativa San Giuseppe, istituzione legata tradizionalmente ai partiti politici di sinistra (PCI e PSI), aveva raccolto Lire 75.000 che il suo presidente, Francesco Robbiati, versò alla Federazione delle Cooperative di Lecco.
Un'altra somma di denaro fu destinata alla Direzione Didattica di Merate dall' "Insegnante Capo Gruppo", signora Elisa Pirovano che l'aveva raccolta.
Fra i documenti conservati in archivio comunale riguardanti questo avvenimento , molti fogli, scritti a mano direttamene, così almeno sembra, dalle persone addette alla raccolta, contengono i nomi dei sottoscrittori e la specifica di quanto offerto: ci furono offerte direttamente in denaro, altre in indumenti altre ancora in frumento o granoturco. Per questi ultimi prodotti fu lasciata libertà ai comuni di decidere se consegnarli direttamente al comitato provinciale o se venderli a pubblica asta , per poi consegnare la somma ricavata: soluzione quest'ultima adottata dai due Verderio.
In un foglio separato, anch'esso scritto a mano, un elenco di sette operaie che donarono 1/2 giornata di lavoro.
Come dono mezza giornata di lavoro |
Distinta del materiale consegnato da Verderio Inferiore |
Il denaro raccolto a Verderio Inferiore |
Tutti i documentiutilizzati per questo articolo, alcuni dei quali presentati direttamente, sono conservati presso gli archivi comunali di Verderio Inferiore e Superiore.
Notizie sull'alluvione in Polesine al seguente indirizzo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Polesine_del_novembre_1951
http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Polesine_del_novembre_1951