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Denise |
TREKKING NELLA "VALLE DELLO SPITI"
anno 2005
La valle dello Spiti (dal tibetano Spiti: “paese di mezzo”) è situata nello stato indiano dell’Himachal Pradesh, confinante con il Tibet. Chiusa al turismo dal 1953 a causa della guerra e delle tensioni indo-cinesi dell’epoca, è stata riaperta al turismo solo nel 1993.
La valle, lunga oltre 100 km, a volte ricorda un mini Grand Canyon con l’onnipresente fiume Spiti che si srotola tra le pareti scoscese; altre volte i apre di più, diventando una sorta di deserto d’altura dai colori cangianti.
Attraverso questa valle il buddismo dal Pakistan è arrivato in Tibet; qui si sono rifugiati i Tibetani, perseguitati dalla Cina.
Il mio primo trekking e, soprattutto, la mia prima volta a dormire in una tenda!!! (1) I miei compagni di viaggio sono Ercole, Rosy, Fabio, Danilo e Fabrizio.
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Da sinistra: Ercole, Denise, Danilo, Fabrizio, Rosy, Fabio
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La sorprendente Manali, cittadina meta di Hippy negli anni ‘70/’80, circondata da montagne che ricordano la Svizzera è il punto di partenza del nostro cammino. Il paesaggio con villaggi isolati, antichissimi monasteri buddisti (Key, Kibber, Lhalung, Dhankar, Tabo ecc.) riconoscibili dai chorten e dalle bandiere di preghiera che sventolano al sole,
il desertico paesaggio d’alta quota sovrastato dalle nevi eterne dell’Himalaya hanno ripagato splendidamente le fatiche del trekking in alta quota (in genere superiore ai 4000 mt.).
Lo Spiti è ancora una terra di frontiera. Le strutture di ricezione dei pochi turisti sono praticamente inesistenti ma il sorriso o il saluto “julè julè” degli abitanti,
sempre molto cordiali, era quello che più contava durante le varie tappe che la nostra guida/cuoco, Som Sing, ci faceva scoprire.
I muli, guidati da “Four Seasons” e “Vitasnella”, così abbiamo soprannominato i nostri sherpa, trasportavano gli zaini, le tende, i viveri e tutto l’equipaggiamento che ci sarebbe servito. Per fortuna, perché il sole ci ha accompagnato durante tutto il trekking cuocendo la nostra pelle.
Alla fine del trekking, il nostro viaggio è continuato visitando Dharamsala, la città nota per essere la residenza del Dalai Lama e Amristar, nello stato del Punjab, dove il tempio d’oro, considerato dai Sikh il tempio più sacro della loro religione, ci ha emozionato con tutto il suo misticismo.
NOTA
(1) Pazzesco!!!(n.d.r.)
GARWAL. ALLA SORGENTE DEL GANGE
anno 2008
Viaggio nell’India settentrionale, in una regione, il Garwal, non frequentata da turisti occidentali, ma da pellegrini indiani.
Un’India antica, popolata da gente gentile, onesta, assolutamente vegetariana e che non ti vuol vendere nulla.
Culturalmente il Garwal immerso nella storia e nella mitologia di fede indu, viene tra l’altro ritenuto la dimora di molte divinità indu’ incluso Shiva, il dio che trasforma e distrugge. In questo viaggio il nostro autista è Jeet già conosciuto nel 2001 quando abbiamo fatto il giro classico (New Delhi, Agra, Jaipur, Varanasi ecc.).
Partendo da Delhi ci dirigiamo verso Haridwar e Rishikesh la città santa con un importante Ashram ancora salvo dalle ingerenze occidentali.
Il punto di arrivo di questo trekking è verso il ghiacciaio di Gangotri (3000 mt) alla riscoperta delle sorgenti del Gange. Peccato che a causa delle ininterrotte piogge monsoniche che hanno creato lungo il percorso frane dietro e davanti a noi, abbiamo optato per un percorso alternativo in mezzo a valli sperdute, boschi, attraversamento di torrenti anche a volte
pericolosi e non da ultimo le sanguisughe che si addentravano nei nostri scarponi e vestiti pieni di fango. Paesaggi comunque interessanti anche se la pioggia è stata la protagonista del nostro viaggio che si è concluso con l’arrivo a Calcutta dove qualche lacrima ci è scappata davanti alla tomba di Madre Teresa.
Denise Motta
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