Monsignor Benvenuto Sala è stato autore di numerosi testi di teologia e di alcuni studi sui diritti dei canonici della Santa Casa di Loreto e sui rapporti fra questa e la Santa Sede.
Esplorando i cataloghi di diverse biblioteche - Università Cattolica di Milano, Braidense, Nazionale di Firenze - sono riuscito a rintracciare 24 suoi libri, scritti fra il 1909 e il 1924,
Hanno piccole dimensioni; alcuni si compongono di poche pagine, meno o poco più di dieci, altri di qualche decina, altri ancora superano il centinaio. Il più voluminoso, dedicato ad Adamo ed Eva e al peccato originale, raggiunge le 190 pagine.
Tutti i testi avevano ottenuto l'imprimatur dell'autorità ecclesiastica, stampato all'inizio o alla fine del volume.
Li ho letti e cercato di fare di ognuno un breve e spero fedele riassunto, che qui vi presento seguendo l'ordine cronologico della loro pubblicazione, criterio che ho trasgredito per i due volumi sui diritti dei canonici della Santa Casa di Loreto che ho posto alla fine dell'elenco.
Avendo
riprodotto fotograficamente tutti i testi, è mia intenzione salvarli su DVD e
consegnare una copia alla biblioteca comunale e una all'archivio della
parrocchia dei Santi Giuseppe e Floriano di Verderio.
I miracoli, D. Benvenuto Sala,
Milano, 1911, Tipografia di Carlo Fontana, 14 pagine.
Il libro si apre con il racconto di due episodi del Vangelo secondo Giovanni: le guarigioni di un infermo alla piscina Betzaetà (Gv, 5, 1-18) e di un nato cieco (Gv, 9, 1-41).
I miracoli, dice l’autore, sono eventi che oltrepassano le leggi e le forze della natura e vengono compiuti da Dio, in prima persona o tramite Maria e i Santi, per far risplendere la propria onnipotenza. I miracoli di Gesù servivano a provare la propria divinità e l’autenticità della chiesa cattolica.
La realtà dei miracoli , si lamenta Sala, è l’aspetto più contestato da parte dei nemici della chiesa, che mettono in dubbio la possibilità pratica che l’evento miracoloso sia avvenuto, e anche di persone che, pur essendo “Deiste”, li ritengono inutili ai fini dell’affermazione della fede. Contesta anche, con veemenza, il pensiero di quello che definisce “l’empio Spinoza”, secondo cui i miracoli non sarebbero altro che fenomeni naturali.
Proprio per distinguere con chiarezza quelli che sono i miracoli ad opera di Dio, della Madonna e dei Santi, da effetti pur straordinari della natura è necessario secondo Sala studiare approfonditamente i caratteri dei primi, per poterne confermare l’autenticità, compito che spetta esclusivamente alla Santa Sede.
Molto spazio, nella seconda parte del libro è dedicato alla Madonna di Lourdes e ai miracoli a lei attribuiti.
La Chiesa di Gesù Cristo, Don Benvenuto Sala
Milano, 1912, Scuola Tipografica Istituto San Gaetano, 14 pagine.
Definita come “società dei fedeli uniti per la professione della medesima fede …”, elencati i nomi con cui appare nelle Sacre Scritture, spiegata la sua suddivisione in trionfante, purgante e militante, l’autore specifica che si può far parte della chiesa solo mediante il Battesimo. Esclusi sarebbero quindi gli “ infedeli ed i giudei” , ma anche “gli eretici, gli scismatici e gli apostati”, nonché gli scomunicati.
Quattro i caratteri che garantirebbero di riconoscere la “vera chiesa” dalle sette scismatiche o ereticali:
l’unità, poggiante su tre fondamenti -la fede, i Sacramenti e i Pastori – e presieduta dall’autorità del Papa;
la Santità, poiché essa “offre a Dio il Sacrificio più santo che mai possa essere offerto, Gesù Cristo stesso”;
la cattolicità, ovvero la sua universalità; l’apostolicità, poiché trae la sua origine dagli apostoli che la fondarono.
Il seguito dell’opuscolo assume la caratteristica del pamphlet. La polemica dell’autore è rivolta ai massoni, al “giornalismo modernizzante” e, soprattutto, alle chiese protestanti. Il fervore del testo, sottolineato dai punti esclamativi (anche ripetuti) che chiudono quasi tutte le frasi e i periodi, non è riscontrabile, mi risulta, nelle altre opere di Benvenuto Sala.
I maomettani, D. Benvenuto Sala
Milano, 1912, Prem. Scuola Tip. Salesiana, 8 pagine.
In questo breve testo, l’autore presenta la religione islamica con parole molto severe, al limite dell’insulto. Nei primi paragrafi il suo fondatore, Maometto, è definito falso profeta; i suoi seguaci settatori fanatici, appartenenti a una “setta esiziale”; i principi su cui si fonda “composto mostruoso” di giudaismo e pseudo cristianesimo e “impasto” di antiche eresie, favole stravaganti e paganesimo.
L’opuscolo presenta poi i principi fondamentali della religione islamica ( l’esistenza di un solo Dio, il ruolo dei profeti, la figura di Gesù - il più importante dei profeti -, la santità degli apostoli , l’importanza della legge mosaica e dei vangeli, il ruolo di Maometto, inviato da Dio perché giudei e cristiani avrebbero alterato la verità e corrotto le sacre scritture) e i modi in cui i fedeli devono esprimere la loro appartenenza ( la preghiera, il digiuno,il pellegrinaggio, l’astensione dal vino e dalla carne di maiale, ecc.).
Confrontando la religione cattolica con islamica, l’autore afferma che mentre la prima si diffuse attraverso la predicazione pacifica, l’altra lo fece con la violenza e la guerra; l’una ha sempre predicato la lontananza dal mondo, l’altra la voluttà.
Il Corano (chiamato Alcorano), che prometterebbe ai buoni un paradiso dove si godranno in eterno tutti i piaceri sensuali, viene accusato di propagare un pensiero “tutto lusinghiero, tutto umano, tutto carnale” e di avere solo per questo avuto tanto successo nella sua diffusione.
Infine Sala definisce Maometto “maledettissimo figlio di Satana”, paragonandolo in ciò a Martin Lutero, per poi, con un legame poco chiaro, passare all’ attualità dell'inizio del novecento e prendersela con “L’Asino”, rivista satirica romana audacemente anticlericale, chiedendo, contro di essa, l’intervento delle autorità.
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