martedì 25 ottobre 2022

PIETRE D'INCIAMPO: INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA di Alessandro Capuzzo

Nell'ambito della sua ricerca "L'inferno è qui", Alessandro Capuzzo ha intervistato Luca Santambrogio, Presidente della Provincia di Monza e Brianza, uno degli enti promotori del Comitato per le Pietre d'Inciampo di Monza e Brianza. Questo il testo dell'intervista.


Che cosa sono le Pietre D’Inciampo? 

Un artista tedesco, Gunter Demnig, da alcuni anni gira per l'Europa; incastona pietre nel selciato stradale davanti alle abitazioni, o a luoghi significativi della vita, di coloro che sono stati deportati nei lager nazisti. Su ciascuna pietra viene riportato il nome, la data di nascita e di morte nel lager; quello stesso nome che i suoi aguzzini avevano negato dall’esistenza e dalla memoria. In tutta Europa sono state posate ad oggi più di 75.000 pietre. Da gennaio 2019 si è iniziato anche in Brianza con la posa delle prime pietre. Per i prossimi anni, cominciando dall'anno 2020, si proseguirà con un progetto che coinvolge tutti i Comuni, le scuole, le associazioni, la cittadinanza nel suo insieme. 


• Qual è, secondo Lei, il vantaggio di fare memoria con questo progetto? Cosa può provare o capire una persona quando vede una di queste pietre? 

I vantaggi sono principalmente due: il primo è quello che con la pietra riporti a casa la persona, considerando anche che spesso il corpo non è mai tornato a casa ed il singolo viene così ricordato da tutti, per sempre. Inoltre, è importante il concetto di “inciampo” cioè che le persone che camminano nei nostri paesi “inciampano” in queste pietre e questa è l’occasione per incuriosirsi, potendo subito documentarsi perché, proprio vicino alla pietra, c’è un cartellone con la descrizione dell’iniziativa (si può inquadrare anche un qr code). Inevitabilmente, tutto ciò porta ad una riflessione… All’inizio, le Pietre d’Inciampo erano solo per deportati politici, ebrei, ecc. ma due anni a questa parte, invece, vengono riconosciute anche a deportati militari (tra l’altro, il gruppo più numeroso). 


• Questo progetto riesce a coinvolgere i giovani, per non allontanarli da quello che è il significato dell’Olocausto? 

Questo progetto coinvolge scuole elementari e medie, con iniziative e manifestazioni, anche quelle in cui la pietra viene depositata; i giovani partecipano direttamente, commemorando e conoscendo il drammatico passato: la memoria deve crescere nei ragazzi, per tenerne vivo il ricordo! 


• Avete avuto un riscontro positivo riguardo questa bellissima iniziativa? 

Si, quest’iniziativa aiuta concretamente a mantenere viva la memoria di quanto, purtroppo, è accaduto. 


• Ritenete che, negli ultimi anni, si sia persa l’importanza di ricordare le vittime dell’Olocausto? E il periodo della Resistenza, in Italia? 

No, reputo invece che politicamente si stia facendo di più. Per esempio con l’introduzione, nell’anno 2000, della celebrazione della giornata della memoria il 27 gennaio ed anche con le tradizionali commemorazioni del 25 aprile, non si può scappare dal ricordo. Grazie alle numerose iniziative, i messaggi dei mass media e i raduni, si riesce a trasmettere anche l’importanza di un’Italia Unita e Libera. 


• Pensa che il sentimento di Nazionalismo stia prendendo piede nel nostro paese, a scapito magari di un sentimento più vantaggioso che può essere il Patriottismo? 

Qualche anno fa avrei risposto di sì, ma ultimamente penso che il nazionalismo stia un po’ scemando e lo si può vedere anche nei piccoli gesti, pensiamo ad esempio all’Inno d’Italia, si nota una ripresa nella voglia di cantarlo, impararlo… 


Alessandro Capuzzo

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