giovedì 24 luglio 2014

IL LUPO E LA VOLPE di Luca Codara

Questa è una breve storiella che mio nonno Guido mi raccontava quando ero piccolo. Mi piaceva molto perché era ambientata proprio a Robbiate, tra i boschi della Duraga e del Monte Robbio, dove lui era nato e vissuto e dove spesso mi portava. È un racconto di cui ignoro le origini, ma sicuramente è molto vecchio; ha delle forti analogie, nella prima parte, con la favola del lupo e della volpe dei fratelli Grimm e più in generale con altre favole popolari diffuse in tutto il nord e centro Italia e adattate al territorio in cui venivano raccontate. I due protagonisti, il lupo e la volpe, non sono nuovi nelle favole popolari: rappresentano infatti le personificazioni dell’avarizia e dell’astuzia che, già con gli autori latini e poi per tutto il Medioevo, venivano somministrate al popolo come monito mediante racconti semplificati e accessibili a tutti. Luca Codara

IL LUPO E LA VOLPE
C’erano una volta un lupo e una volpe che vivevano nei boschi intorno alla Duraga; un giorno, affamati, passarono davanti alla vecchia cascina e il lupo, vedendo i secchi colmi di latte che il nonno (Ambrogio, mio trisavolo) aveva appena munto, disse alla volpe: “Guarda là cosa c’è! Andiamo a mangiare, forza…!” e decisero di fermarsi e bere di nascosto. I due, passati tra le sbarre del cancello ed entrati nel cortile, iniziarono a bere dai secchi: la volpe, furba, aspettava che il lupo bevesse per primo così da leccare tutto lo strato di panna superficiale, più grasso che galleggiava al di sopra del latte. “Cosa fai, non mangi?” ,disse il lupo e la volpe: “Non ho molta fame, tu intanto mangia pure!” Il lupo, preso dalla fame e dalla foga di mangiare il più possibile saltava da un secchio all’altro, mentre la volpe, tra un’occhiata alla porta e una alla finestra, beveva dai secchi dopo che il lupo li aveva quasi svuotati. Quel giorno però il nonno, aprendo la porta, li vide e subito corse in camera a prendere il fucile. La volpe, fiutato il pericolo, scappò subito via mentre il povero lupo era ancora intento a mangiare. Si accorse troppo tardi e cercò di scappare dal cancello; la volpe, furba, che aveva bevuto solo il latte scappò via in un battibaleno, invece il lupo, ingrassato dalla panna, non riusciva più a passare tra le sbarre del cancello. Il nonno incominciò a bastonarlo col fucile finché, tutto sporco di sangue, riuscì a scappare nei boschi del Monsereno. 

Nel frattempo nel bosco la volpe, che aveva assistito alla scena, si era rotolata nei ribes sporcandosi tutto il pelo di rosso e poco dopo incontrò il lupo.“Cosa ti è successo?” disse il lupo. La volpe: “Non sai, il nonno ha bastonato anche me e adesso mi fa male dappertutto e perdo sangue…se non ci credi, guarda qua!” I due decisero così di andare a Calusco, al di là dell’Adda e il più possibile lontani dalla Duraga per paura di essere nuovamente sorpresi a rubare il latte e per non rischiare stavolta qualche colpo di fucile. Scesero fino a Imbersago e arrivati sulla sponda dell’Adda la volpe disse al lupo: “Ti prego, prendimi in spalla. Non sono in grado di nuotare in queste condizioni, perdo sangue, non vedi?” Il lupo, tutto sofferente per le botte ricevute accettò, pensando che la volpe fosse ridotta peggio di lui. Mentre si trovavano in acqua, una sopra l’altro, la volpe mormorava “…ul malaà porta ‘l san, ul malaà porta ‘l san…” “Ma cosa stai dicendo?”, chiese il lupo. La volpe “…è una preghiera per non cadere in acqua!”
Arrivati più salvi che sani sulla sponda bergamasca sentirono un profumino di polenta e nuovamente affamati per lo sforzo fatto arrivarono al mulino dove un signore stava cuocendo polenta gialla in un grande paiolo di rame. Attirati sotto una finestra dal profumo che ne usciva, il lupo stava aiutando la volpe a salire, ma i due inciamparono e caddero nella polenta bollente bruciandosi la coda e scapparono via a gambe levate. Da quel giorno né in Duraga, né nei boschi del Monte Robbio e del Monsereno e nemmeno a Calusco nessuno li vide più…


Luca Codara







Luca Codara è uno studente di archeologia di Merate, la cui famiglia è originaria della Cascina Duraga, di Robbiate.






Questa cascina si trova in una località incredibilemente bella, tra il Monsereno e il Monte Robbio. La si raggiunge da piazza Airoldi di Robbiate (dove c'è la gelateria Spini), imboccando la via Cantone e poi la strada consorziale della Duraga. 


I prati della Duraga ai piedi del Monte Robbio

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