lunedì 14 luglio 2014

16 AGOSTO, SAN ROCCO di Marta Cattazzo

PROTETTORE: la popolarità di san Rocco nel nostro territorio è dovuta al ruolo che aveva un tempo di intercessore speciale nella guarigione delle malattie epidemiche , in particolare peste e colera. Il suo culto si diffuse ben presto e dovunque rapidamente, specialmente a partire dal XV secolo, a motivo delle continue pestilenze che infestavano la nostra penisola, tanto da oscurare la fama di san Sebastiano, che era invocato per la stessa protezione. Agiva anche nei confronti delle malattie del bestiame e in generale contro le calamità naturali; era pure patrono dei pellegrini, garantiva ai viandanti in difficoltà una speciale protezione. All’inizio del Seicento il suo ruolo di protezione fu oscurato dalla figura di san Carlo, il cardinale della peste per eccellenza. Comunque la popolarità di san Rocco non scomparve m,ai dl tutto.
 


 
San Rocco a Bresciadega, Val Codera


Al santuario della Madonna dei Morti dell’Avello di Bulciago, vi è una grande tela che orna l’altare: la Madonna e il Bambino donano lo scapolare ai santi Rocco e Giobbe,, inginocchiati ai piedi della Vergine, rappresentati come protettori degli appestati (anche Giobbe a volte, sebbene raramente, appariva in queste vesti) e delle anime del purgatorio, le quali, con l’intercessione di Maria, otterranno il paradiso.
ATTRIBUTO PRINCIPALE: piaga sulla gamba
ATTRIBUTO SECONDARIO: cane – col pane in bocca - , vestito da pellegrino, conchiglia, bastone.




 
Statua di san Rocco a Brienno, Como


NOTA BIOGRAFICA: nato da nobile famiglia a Montpellier, in Francia, negli ultimi anni del XIII secolo, si narra che appena venuto al mondo avesse sul petto una croce rossa. Con gesto francescano, appena giovane, diede i suoi beni ai poveri e si avviò in pellegrinaggio a Roma. Infieriva in Europa una terribile pestilenza e Rocco, dove sostava, curava gli appestati, avviando la sua fama di taumaturgo. Contagiato del morbo si era ritirato per morire in solitudine, ma un cane inviatogli da un nobile gli avrebbe recato cibo e leccato la piaga fino a guarigione. Tornato al suo paese, non fu riconosciuto, perché la peste lo aveva trasfigurato, e fu catturato come spia e imprigionato poco prima di morire.
Una scritta, apparsa prodigiosamente sulla parete del carcere, rese noto a tutti che Rocco, finalmente riconosciuto dalla gente grazie alla croce sul petto, veniva designato da Cristo patrono degli appestati.

Brano tratto dalla tesi di laurea di Marta Cattazzo, intitolata: LINGUAGGIO DELLE IMMAGINI VOTIVE - Analisi di pitture murali nella devozione popolare della Brianza.

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