martedì 15 luglio 2014

ALCUNI MONUMENTI RELIGIOSI IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA PESTE di Marco Bartesaghi

Molti segni -steli, croci, piccole cappelle – sorsero, quasi in ognuno dei paesi del nostro territorio, in ricordo delle vittime delle epidemie di peste che avevano colpito le popolazioni locali nel XVI e XVII secolo. I luoghi prescelti corrispondevano spesso a quelli che, durante le pestilenze, avevano ospitato i malati, i cosiddetti Lazzaretti, o accolto le spoglie dei defunti. 

Vi presento alcuni di questi luoghi, quelli che sono riuscito a rintracciare nei paesi più vicini a Verderio. Non è certamente un panorama completo, ma conto sul vostro aiuto per arricchirlo. Vi invito quindi a segnalarmi i monumenti che ho trascurato e di cui siete a conoscenza o, meglio ancora, ad inviarmi qualche loro immagine e qualche riga sulla loro ubicazione e la loro storia.


VERDERIO




A Verderio, è sicuramente legata alle epidemie di peste la cappella di San Rocco, situata in via Sernovella, angolo via San Rocco. Lo attesta la dedicazione al santo che fu colpito dal morbo mentre assisteva gli ammalati, ebbe la fortuna di sopravvivere e, fin dal Medioevo, è invocato dai fedeli come protettore da questo flagello.
 








La cappella, di cui non si conosce l’origine, ma presente in una stampa di fine settecento, è un piccolo edificio di forme neoclassiche, chiuso da un cancello in ferro. All’interno, sopra un piccolo altare sporgente dal muro, l’immagine del santo composta da piastrelle di ceramica.



Per saperne di più su questo edificio, puoi cercare nel blog l’articolo “SAN ROCCO”, tratto dalla tesi di laurea di Marta Cattazzo, pubblicato il 4 aprile 2010.




Restando in territorio di Verderio, pare che fosse in origine dedicata ai morti di peste anche la cappella dell’Immacolata (o della Madonna degli Angeli), in via per Cornate. Sembra infatti che nell’ottocento fosse conosciuta come Cappella dei Morti, che, al posto dell’immagine di Maria, contenesse un dipinto con le anime del purgatorio e che nelle sue vicinanze fossero stati trovati molti resti umani.
 

Per saperne di più cercate nel blog i seguenti articoli, pubblicati il 20 novembre 2009:
 

- IMMACOLATA o MADONNA DEGLI ANGELI IN VIA PER CORNATE, di Marta Cattazzo;
 

- LA NUOVA CAPPELLETTA DI VERDERIO (CRONACA DOMESTICA), di Ercole Gnecchi Ruscone, articolo scritto nel 1882 per il Giornale di Famiglia;
 

- DICEMBRE 1987:INTERVISTA A DELIA ZAMBELLI di Maurizio Oggioni e Marco Bartesaghi. Delia Zambelli, di Verderio, è l’autrice dell’attuale immagine della Madonna.


ROBBIATE

Nel suo libro “Robbiate: viaggio tra fede e umane vicende”, Maria Fresoli racconta che, dopo l’epidemia di peste del 1524, Robbiate avrebbe potuto avere una cappella dedicata a san Rocco, se la sua costruzione non fosse stata impedita dalle beghe intercorse fra i famigliari della nobildonna, Margherita Ajroldi, che aveva lasciato una somma di 50 lire allo scopo di costruire la cappella e un lazzaretto. 




Se quella voluta da Margherita non si poté fare, un’altra edicola sacra, in territorio di Robbiate la sostituisce nel compito di ricordare i morti per la peste. Si trova in via Monterobbio, sulla sinistra salendo, ed è conosciuta come "Madonnina del Cavetto", dal nome del terreno su cui sorge e che fu cimitero per le vittime del morbo. La cappellina, che conserva una statua in gesso rappresentante la Pietà, è relativamente moderna, essendo stata costruita un centinaio d'anni fa.




PADERNO D'ADDA





Oggi è, per tutti, la “chiesetta degli Alpini”, il piccolo edificio sacro a destra del ponte di Paderno d’Adda, all’imbocco della ripida discesa che porta al fiume. In origine però era “l’Oratorio di san Rocco” ed era sorto lì perché, probabilmente, luogo di sepoltura dei morti per la peste. Del resto la l’edificio era comunemente chiamato anche “Chiesina dei Morti”, tanto che con questa denominazione la indicava nel 1912 il parroco di Paderno, raccontando nel Liber Cronicus del suo nuovo altare, proveniente dalla vecchia parrocchiale di Verderio Superiore (1).


Fin dalla seconda metà del XVIII secolo la chiesa è dedicata a Maria e a Santa Elisabetta e il suo nome ufficiale è “Chiesa della Visitazione”.


CALUSCO D'ADDA

 





Una piccola chiesa sulla riva della’Adda, fu fatta costruire nel 1836 dagli abitanti di Calusco, in memoria di coloro che, rifugiatisi in questo luogo per proteggersi dalla peste del 1630, vi trovarono la morte.
 






I ruderi fra i quali gli abitanti avevano cercato riparo dalla malattia, erano quelli dell’antico convento benedettino, dedicato a san Michele, fatto costruire nel 1099 dai signori di Calusco in un loro terreno detto “dei Verghi”: il convento di Vergo.







Sopra l’altare una crocifissione con Maria che, rivolgendo lo sguardo ai fedeli, indica con la mano destra il figlio morente. Ai suoi piedi le anime del purgatorio fra le fiamme.





Il paliotto dell’altare è un quadro ad olio raffigurante una processione che si reca alla chiesetta per commemorare i morti di Vergo.




Sulla sinistra dell’altare, in un affresco, san Rocco, nel consueto abito da pellegrino e in compagnia del cane che, secondo la tradizione, gli avrebbe portato quotidianamente il cibo, durante la malattia.



In questa, come in altre immagini, ad esempio quella di Verderio di cui sopra si è parlato, il volto di san Rocco appare florido e rubicondo come certo non ci si aspetta da chi è stato vicino alla morte perché colpito dalla peste.




AICURZIO



Una cappella, meta di devozione degli abitanti del paese, sorgeva nel luogo di sepoltura dei morti per le epidemie del 1576 e del 1630.
Le loro anime, secondo la tradizione, ebbero il potere, nel 1705, di mettere in fuga le armate austro – piemontese e franco – spagnola, che si fronteggiavano in una delle battaglie per la successione al trono di Spagna.
Questo “miracolo”, il “Miracolo dei Morti”, accrebbe la devozione alla cappella, tanto che, nel 1725, al suo posto venne costruita la Chiesa dei Morti, oggi conosciuta come Santuario di Campegorino. Nel 1787 alla chiesa fu affiancato il cimitero e, nel 1905, il campanile
.





Su quest’ultimo una statua di san Rocco e una di San Sebastiano,entrambi considerati protettori dalle epidemie, ricordano forse l’antica origine dell’edificio sacro. Le immagini dei due santi sono anche dipinte ai lati dell’altare maggiore.





SULBIATE 












Una lapide ricorda a Sulbiate i morti della peste del 1630. 










È posta in una rientranza a sinistra della facciata della chiesa di S. Pietro Apostolo. 
La lapide recita: "QUI RIPOSANO I MORTI DI PESTE DI SULBIATE SUPERIORE -L'ANNO 1660"




Essa è ciò che rimane dell’antica chiesa, in luogo della quale, nel 1931, è stato costruito l’attuale edificio sacro.


BERNAREGGIO








Una colonna in pietra, sormontata da una croce, del 1630, posta su un basamento del 1819, si innalza dalla rotonda all’incrocio fra la provinciale che da Bernareggio porta a Vimercate e la strada per Villanova.
Per la sua posizione in prossimità di un incrocio, è detta “colonna compitale”, dalla parola latina compitum ( trivio o quadrivio in italiano).












È conosciuta come “colonna del Ciavel”, dal nome di chi la fece costruire, Paolo Chiavelli, per ricordare i morti nella peste del 1630.





RONCO BRIANTINO












A Ronco Briantino un piccolo tempietto ottagonale è dedicato “ai morti della Brughiera”. È stato costruito nel 1914 dove già esisteva un monumento in ricordo delle vittime dell’epidemia di peste del 1576.








All’interno un bell’affresco: la “Madonna del Carmine e le anime del Purgatorio”. Tempietto e affresco, restaurati da pochi anni, sono in perfetto stato di conservazione.




L’edificio, in una zona ancora isolata rispetto al resto del paese, è situata  in un prato ed è leggermente più in alto rispetto alla strada che conduce a Carnate. Nel prato, parallelamente alla scalinata d’accesso alla chiesa, una Via Matris Dolorosæ invita i fedeli a meditare sui dolori sofferti da Maria durante la sua vita.








NOTA
(1) Cerca in questo blog: A PADERNO D'ADDA TRE ALTARI DELLA VECCHIA CHIESA DI SAN FLORIANO DI VERDERIO SUPERIORE , giovedì 10 ottobre 2013


DOVE HO TROVATO LE NOTIZIE CONTENUTE IN QUESTO ARTICOLO


Per quanto riguarda Verderio e Ronco Briantino, ho fatto riferimento alla Tesi di Marta Cattazzo, IL LINGUAGGIO DELLE IMMAGINI VOTIVE - Analisi di pitture murali nella devozione popolare della Brianza., 2002. L’intera tesi, che analizza le immagini votive di Lomagna, Ronco Briantino, Bernareggio e Verderio, è consultabile presso la biblioteca di Verderio. Ampi stralci sono stati pubblicati nella rivista I Quaderni della Brianza, n.146, gennaio – febbraio 2003. Molte parti della tesi, riguardanti le edicola sacre di Verderio, sono pubblicate su questo blog. Le trovate sotto le etichette “Marta Cattazzo” e “Immagini sacre”.
 

Per Robbiate ringrazio Maria Fresoli e il suo libro ROBBIATE: viaggio tra fede e umane vicende.
 

Ho trovato le notizie riguardanti Paderno d’Adda  in PADERNO D’ADDA . Storie di acqua e di uomini, Autori vari, 1988, Cornate d’Adda.
 

Ho consultato inoltre i seguenti siti internet:
 

http://www.parrocchie.it/calusco/sanfedele/Calusco/Storia_Calusco.htm
 

http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Aicurzio/Santuario_di_Campegorino
 

http://it.wikipedia.org/wiki/Sulbiate
 

http://www.archiviostoricobernareggese.it/SITE/territorio/la-colonna-compitale.html

Nessun commento:

Posta un commento