martedì 9 aprile 2024

"ERANO GLI ANNI BUI DEL FASCISMO ..." di Angela Oggioni

Erano gli anni bui del fascismo. La famiglia di mia madre viveva a Verderio Superiore in via S.Ambrogio.

Come quasi tutti in paese, anche i miei nonni erano contadini e, come quasi tutti, conducevano una vita di miseria e di stenti, biecamente sfruttati dai feudatari locali.

La sudditanza e la povertà erano aggravate dalla spietata repressione fascista.

Fu inevitabile che i più coraggiosi si ribellassero. Mio nonno e i suoi figli cominciarono a prendere coscienza degli ideali del socialismo; in particolare lo zio Giuseppe rifiutò sempre la condizione di servo.

Le sue idee attirarono su di lui l’odio dei delatori del regime e più di una volta i familiari di mia madre furono costretti a cercare rifugio in chiesa. Ben presto le persecuzioni si fecero più pesanti, finché una sera, mentre mio zio, tornando dal lavoro in bicicletta, attraversava un ponte sull’Adda nel bergamasco, gli squadristi fascisti lo fermarono piegandolo sotto i colpi di manganello. Stavano per gettarlo dal ponte, quando una donna, che aveva assistito impotente al pestaggio, ebbe la forza di fermarli, implorandoli di risparmiarlo.

Lo abbandonarono così, tramortito dalle botte e quasi incapace di muoversi. Facendo appello alle sue ultime forze riuscì a trascinarsi verso casa, ma da quella batosta non si risollevò mai più: il suo spirito indomito si spense nel 1943, in piena guerra, dopo lunghe e strazianti sofferenze. Lucido, in punto di morte chiamò il nipote, Carlo Viganò e gli disse: “Muoio per mano dei fascisti, combatti con tutte le forze questo infame regime, in nome della democrazia”.

Anche mia madre corse non pochi rischi, in quanto fu la cuoca del nucleo partigiano della zona, che si radunava in uno dei locali oggi sede del Comune di Verderio Superiore.

Anche a loro dobbiamo la nostra libertà.

Carlo Viganò fu partigiano e fece parte di quel manipolo che arrestò la colonna di tedeschi all’incrocio per Paderno, dove oggi un cippo ricorda l’evento.


Testimonianza di Angela Oggioni, raccolta da Sandro Acquati e pubblicata sul n.7 di Cronaca Nostra, ottobre del 1995.



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