Quando il telegiornale ha dato la notizia del maltempo citando esplicitamente il territorio di Verderio si è immediatamente alzato il livello di interesse per la notizia per captare dai testi e dalle immagini quali potessero essere state le conseguenze.
Tra le diverse immagini che sono passate dallo schermo si è intravista la sagoma del grande platano ancora in piedi nella sua sagoma imponente.
Il fatto che fosse rimasto in piedi era già un bel successo; mancavano però i dettagli per i quali si è dovuto attendere il giorno successivo per poter valutare sul posto ciò che era accaduto.
Nella lotta contro il vento il grande platano, nonostante sia stato centrato in pieno dalla tromba d’aria proveniente da sud ovest, se l’è cavata con qualche “ammaccatura”. Nella parte più battuta dal vento ha perso numerosi rami di dimensioni medio-piccole, ma, tutto sommato, ha resistito bene alle sollecitazioni.
Gli interventi di manutenzione effettuati dall’Amministrazione comunale alla fine del 2017 e ripetuti nei primi giorni di gennaio del 2025 hanno probabilmente contribuito a ridurre i danni - comunque rilevanti - ma che non hanno compromesso l’intero sistema. La perdita della chioma, il cui volume può essere stimato (vuoto per pieno) in circa 4.700 metri cubi, può essere valutata attorno al 5-7% (Fig. 1 e 2).
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| Fig. 1 Il platano visto da nord |
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Fig. 2 Il platano visto da sud est È evidente la differente consistenza della chioma tra la parte colpita dal vento e la parte più protetta. |
L’albero ha superato la prova del vento: ha dimostrato di avere un apparato radicale in grado di sostenere il fusto anche in condizioni critiche; tra i numerosi rami della chioma, alcuni dei quali molto lunghi e arcuati, il vento ha avuto buon gioco ed ha fatto selezione eliminando i più deboli, lasciando un vuoto nella chioma nella parte che ha subito l’impatto diretto e violento del vento proveniente da sud-ovest.
Probabilmente solo chi ha la consuetudine e dimestichezza con il platano riesce a capire le differenza tra il prima e il dopo. La maggior parte degli osservatori, per lo più automobilisti distratti, vedono ancora l’albero come prima, non essendo mutata né l’altezza né l'ampiezza della chioma.
Il danno maggior provocato dalla tromba d’aria si è riscontrato però nel vicino Giardino del Nettuno. Qui un cedro di oltre 50 cm di diametro è stato spezzato a circa un metro da terra (Fig. 3 e 4 ); il suo cedimento ha poi causato – per il cosiddetto effetto domino – la caduta anche di altri 2 cedri vicini, sui quali il primo si è appoggiato; questi ultimi, anziché spezzarsi, si sono sradicati rovesciando la zolla con le radici.
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Fig.3 e Fig.4 Il Cedro dell'Atlante spezzato dalla furia del vento. |
Il cipresso all’angolo del giardino è stato sradicato (Fig. 5), ma in questo caso il vento ha avuto buon gioco su un albero con la chioma molto compatta, ma con poche radici; era infatti confinato nell’angolo, costretto da muretti e recinzioni.
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Fig. 5 Il cipresso radicato nell'angolo nord est del giardino ha mostrato un apparato radicale ridotto, perché limitato da muretti e recinzioni.
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PER CONTINUARE LA LETTURA CLICCA SU "CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO"Notevoli i danni registrati anche sugli aceri (fig. 6), poco lontani dai cedri. Molti grossi rami sono stati spezzati tanto da rendere necessario il taglio di due piante.
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Fig. 6 Uno degli aceri i cui fusti sono stati spezzati all'altezza di 6-7 metri. In tutto questo trambusto nessun passante e nessun veicolo è stato colpito dalle piante in caduta. |
Cosa è stato fatto.
Subito dopo l’eccezionale evento atmosferico si è dovuto interrompere la circolazione perché la via Sernovella era completamente ostruita e la rotonda impraticabile per i rami sparsi sulla sede stradale. La Polizia locale ha organizzato i percorsi alternativi per il traffico e si è Immediatamente attivato il gruppo della Protezione Civile per il lavoro di sgombero del materiale a terra e per la pulizia della sede stradale.
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Fig. 7 Ciò che rimaneva dopo il primo intervento di sgombero della sede stradale in via Sernovella. |
Nel frattempo un gruppo di climber ha lavorato sul platano per rimuovere tutti i rami rotti e pericolanti per ripristinare le ordinarie condizioni di sicurezza per i veicoli in transito alla rotonda.
Nei giorni successivi si è provveduto al consolidamento di un grosso ramo che il vento ha fessurato superficialmente senza romperlo in modo irreparabile (Fig. 8).
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Fig. 8 Grosso ramo lesionato nel suo punto di inserzione nel ramo di ordine superiore. |
I climber hanno provveduto al consolidamento installando due tiranti di sostegno legati ai rami più alti e più robusti (Fig. 9). La speranza è che l’albero riesca a cicatrizzare la ferita e a saldare i lembi della frattura. I due tiranti (vedi immagine - frecce rosse) dovranno essere periodicamente controllati (ogni 4-5 anni) ed eventualmente rinnovati. Il ramo consolidato era troppo lungo e troppo importante per essere sacrificato; avrebbe creato un vuoto incolmabile nella chioma.
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Fig. 9 Climber in azione per il consolidamento del ramo. Le frecce rosse indicano i due tiranti; le frecce blu indicano le fasce di attacco dei tiranti |
Successivamente sono state fatte le verifiche nel Giardino di Nettuno per consentirne la riapertura al pubblico.
Una volta sgomberate le piante cadute e i rami spezzati, eliminate le ceppaie sradicate ed eseguita la pulizia dei rami sparsi sul prato il parco è stato riaperto non sussistendo altri pericoli per l’incolumità delle persone.
Quale futuro?
Per quanto riguarda il platano l’albero ha in sé le energie per ricuperare ciò che ha perso. La parte di chioma danneggiata, ben esposta ai raggi solari, svilupperà nuove gemme e formerà nuovi rami che nel volgere di qualche anno andranno a rioccupare gli spazi lasciati liberi dai rami rotti. Le ferite si risaneranno nonostante l’età e le dimensioni dell’albero: 187 cm di diametro, 35 metri di altezza, circa 1000 metri di area coperta dalla chioma, circa 4.700 metri cubi di foglie che producono ossigeno, ombra e paesaggio.
La ripresa può essere aiutata con interventi mirati.
I rami fratturati dovranno essere rifilati per lasciare in pianta sezioni di taglio nette, non scheggiate, in modo da facilitare la chiusura delle ferite. Nelle prossime settimane, dopo la caduta delle foglie, si dovrà risalire in pianta per fare questa operazione necessaria per facilitare la chiusura delle ferite. Non occorrono mastici, cerotti, protezioni varie. Ogni ramo provvederà in autonomia e contemporaneamente a tutti gli altri rami a costruire i tessuti necessari a chiudere le ferite. Ci vorrà del tempo, proporzionato alle dimensioni delle ferite. E’ una manifestazione visibile della intelligenza degli alberi che, a loro modo, mettono in atto le loro energie per la sopravvivenza.
Nella prossima stagione estiva, per aumentare la ripresa potrebbe essere molto utile fornire le necessarie irrigazioni al suolo nei periodi di maggior caldo o in caso di prolungati periodi siccitosi. Com’è noto il platano è una specie che prospera lungo le sponde dei corsi d’acqua, dei fossi, dei laghi perciò si trova a suo agio se il terreno è fresco e umido.
Per il Giardino del Nettuno, dopo aver fatto un rilievo preciso dell’area e della vegetazione, è in corso la progettazione per la sostituzione degli alberi che il vento ha distrutto. Il giardino ha una sua fisionomia particolare, con gruppi di piante disposti in posizione simmetrica attorno alla Fontana di Nettuno. Evidentemente i nuovi alberi non avranno le dimensioni di quelli distrutti, piantati circa 50 anni fa.
Una componente che caratterizza questo giardino è la carpinata perimetrale che si estende su tre lati del rettangolo. Attualmente la siepe è formata da 187 carpini ma alcuni vuoti dovranno essere riempiti da nuove piante per conservarne l’integrità. Completato il reimpianto saranno certamente più di 200.
La Natura è fatta anche da diversità alberi singoli, in gruppo, siepi, filari, crescite silenziose e eventi traumatici. Attraverso la lettura del paesaggio arboreo è possibile rileggere gli avvenimenti del passato e la storia della comunità; lo stesso potrà continuare nel tempo futuro.
La comunità ha il compito, il dovere, di conservare e mantenere in buone condizioni questa pregevole e complessa eredità per consegnarla alle generazioni future.
22 ottobre 2025
Giorgio Buizza
L'agronomo Giorgio Buizza è già intervenuto diverse volte su questo blog per parlare del platano. Ricordo i titoli dei suoi articoli:
mercoledì 6 aprile 2016
UN GIRO ATTORNO AL PLATANO
sabato 16 settembre 2017
IL PLATANO MONUMENTALE DI VERDERIO
sabato 9 marzo 2019
RAFFRONTI FRA POTATURE
lunedì 8 aprile 2024
SPUNTI PER LA VALORIZZAZIONE DEL PLATANO DELLA ROTONDA A VERDERIO
Li trovate tutti sotto l'etichetta "Giorgio Buizza"
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