Intorno alla ditta “Arte del Ferro”, che ha operato a Verderio Superiore dai primi anni venti del novecento agli inizi del decennio successivo, sono riuscito a raccogliere alcune notizie, insufficienti, a mio avviso, a ricostruire un quadro completo ed esauriente della sua storia. Per ora mi devo, e vi dovete, accontentare. Spero, in futuro, di colmare qualche lacuna.
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| Vittorio Gnecchi Ruscone |
Egli, che deve la sua fama all’attività di musicista compositore, a Verderio è grande possidente di case e terreni e imprenditore agricolo.
Oggetto d'esercizio della ditta è la produzione e il commercio di “ferro battuto in genere”; la sede legale è a Milano, in via Filodrammatici 10, l’abitazione di Vittorio Gnecchi. L’officina invece è a Verderio Superiore, in un edificio a mattoni a vista di fronte alla ex-chiesa parrocchiale di San Floriano.
| L'edificio che ospitava la ditta "Arte del Ferro" |
Tre aziende di Milano, già iscritte alla Camera di Commercio, garantiscono che i dati contenuti nella denuncia sono veri: la ditta Braglia, di via Vittorio Emanuele; la ditta Raimondi Silvio, di via Montenapoleone, “antica fabbrica di apparecchi d’illuminazione”; la ditta di prodotti siderurgici Radice, di via Filodrammatici 10.
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Nell’introduzione a un opuscolo che presenta una serie di oggetti prodotti da “Arte del Ferro”, l’autore, che si firma con le iniziali R.N. (3), racconta che l’idea di fondare l’azienda nasce dal desiderio di Vittorio Gnecchi di veder riprodotti i capolavori dell’arte ferriera del cinquecento e del seicento: “le austere linee del Rinascimento riappaiono squisitamente tracciate, le ricche volute nelle quali si appassionò il seicento sensuale ritrovano delicatissimi capricci, gli aggraziati ornamenti, di cui si compiacquero gli artigiani del secolo di Luigi, ritornarono con rinnovata eleganza”.
Gli oggetti prodotti, nessuno dei quali è mai riproduzione di un altro, traggono per lo più ispirazione dalla natura: fiori, foglie, fronde, viticci.
| "Lampadina da scrittoio o da pianoforte, fiori in legno" |
Per nascondere il “tetro colore del ferro” viene fatto molto uso dell’oro: giallo per i fiori, scuro (nero), che si ottiene con un processo di galvanizzazione, per i fusti, rosso – in lega con il rame – ancora per i fiori, verde – in lega con l’argento – per l’erba e le foglie.
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| Elenco prodotti per il mercato degli Stati Uniti. |
Questo documento e l’opuscolo sono conservati nel Fondo Famiglia Gnecchi Ruscone dell’Archivio Storico di Verderio, dove si possono rintracciare anche i nomi di alcuni clienti della ditta: Ing Paraditi, Milano; A. Luini, Intra(?); ditta Fratelli Bionda, Milano; Albert Bilim, Chateau du Herit Buc (Versailles); ditta Zonin, Padova; Salvini, Milano; ditta Idizzim, Piacenza; ditta Bianchi Paolo, Milano; Silvio Boga, Milano; Sborbosi, Milano; Prinetti, Milano; Prinetti Cortellettti, Firenze; Maria Seragna, Milano; Giulia Crespi Locatelli, Milano; Riccardo Ballandi, galleria Montenapoleone, via Montenapoleone, Milano; Paradisi, Milano; A.I. Golmann, Milano; Roncati Filippo, Milano (5).
Molti oggetti, non rappresentati nell’opuscolo, fanno invece parte di un catalogo, completo di listino prezzi, conservato da una discendente di Vittorio Gnecchi.
“Arte del Ferro” partecipò con un proprio stand alle edizioni 1926-’27-’28-’29 della Fiera Campionaria Internazionale di Milano (6).
L’azienda occupava in media 18 dipendenti, compresi i ragazzi e i garzoni. Capo officina e principale artefice della ideazione e della realizzazione degli oggetti era Giulio Cattaneo, un fabbro di Verderio che per questa nuova occupazione aveva interrotto l’attività in proprio. Il Cattaneo era coadiuvato dal cognato Umberto Villa, marito della sorella Rosa.
| Giulio Cattaneo |
| Umberto Villa |
Giulio era nato a Verderio Superiore il 26 ottobre 1893, quarto dei sette figli di Antonio e di Adelaide Robbiati, che si erano sposati ad Aicurzio l’11 ottobre 1886 (7).
La famiglia abitava in Piazza Grande (ora piazza Roma) al n.6.
| Antonio Cattaneo |
| Il nome di Antonio Cattaneo, fabbro ferraio, nell'elenco spese di manutenzione della chiesa parrocchiale di Verderio Superiore , nel 1886. |
| La tomba della famiglia Cattaneo, nel cimitero di Verderio ex Superiore. Avvolto alla croce in serizzo, un albero in ferro battuto. |
R.N., l’autore dell’introduzione all’opuscolo già citato, dice di Giulio Cattaneo:
“L’umile operaio di villaggio, amorosamente consigliato e sorretto, è divenuto oggi artefice; la sua ruvida mano che aveva contorto il ferro per rozzi strumenti rurali, si è ingentilita tanto da dedurre dalla materia ingrata le più graziose forme della bellezza.
Cosicché Vittorio Gnecchi ha creduto doveroso incoraggiare questa intelligenza tipicamente italiana, e crearle a protezione duratura una industria per la quale la produzione dei lavori artistici in ferro non fosse effimera e si avvantaggiasse invece ed affermasse con il suggello chiaro e personale del fabbro esecutore.
Coadiuvato dal cognato Umberto Villa, […], Giulio Cattaneo, sempre dietro l’ideazione e la direzione di Vittorio Gnecchi, forgia oggi gustose espressioni d’arte …”.
“Arte del Ferro” ebbe vita breve. Penso che già nel 1930 aveva cessato l’attività, anche se nessun documento ufficiale lo attesta. Infatti sul frontespizio del fascicolo della Camera di Commercio è stampato, con un timbro rosso, “Cessata d’ufficio perché non reperita in occasione del censimento industriale e commerciale del 1951”.
Perché allora 1930? Perché Giulio Cattaneo, il 19 giugno del 1931, rilascia a Vittorio Gnecchi una ricevuta di 2071 Lire, per una serie di lavori eseguiti nella villa di Verderio nei mesi di settembre e ottobre del 1930. Quindi si era rimesso in proprio e Gnecchi era tornato ad essere suo cliente.
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| Ricevuta rilasciata da Giulio Cattaneo a Vittorio Gnecchi per lavori nella villa di Verderio Superiore nel 1930 |
Inoltre, dal 1930, l’azienda non partecipa più alla Fiera Campionaria di Milano e, dal 1931, non è più presente, come invece era stato negli anni precedenti, nella Guida Savallo (8
Cattaneo continua a lavorare nell’officina a piano terra dello stabilimento di “Arte del Ferro” e ad abitare nei locali al primo piano; per l’affitto deve corrispondere a Gnecchi 2250 Lire all’anno, cifra che, già dal primo anno, ha difficoltà a pagare. Il suo debito si accresce negli anni successivi e nel luglio del 1937 la R. Pretura di Lecco, autorizza il pignoramento dei beni (9).
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L’edificio che accoglieva “Arte del Ferro” era stato completato nel 1923, anno in cui aveva ottenuto anche l’abitabilità. Un documento conservato nel Fondo Gnecchi Ruscone, intitolato “Vecchia abitazione Cattaneo”, descrive sinteticamente la sua struttura: a piano terra un locale officina di 61,80 mq, un magazzino di 19.50 mq e un portico, a due campate, di 20,44 mq; al primo piano una stanza grande di 31,40 mq, due stanze “mezzane” di 26,55 e 20,00 mq e un portico a due campate di 20,44 mq; al secondo piano un solaio di 61,80 mq.
| La pianta dell’edificio Arte del Ferro in un disegno conservato nel Fondo Famiglia Gnecchi Ruscone di Verderio |
PICCOLA ANTOLOGIA DI SCRITTI SU L’ “ARTE DEL FERRO”
In diversi testi pubblicati negli anni scorsi sulla storia di Verderio, si parla brevemente dell’ “Arte del Ferro”. Tutti questi scritti affermano che, affiancata all’attività di produzione di oggetti, esistesse anche una scuola per la lavorazione del ferro battuto, frequentata da allievi provenienti da vari paesi europei. Purtroppo questi testi non indicano la fonte della notizia, di cui non ho trovato traccia nei documenti che ho consultato.
Verderio, la storia attraverso le immagini e i personaggi, AA.VV., 1985, pag. 155
“Villa reale di Monza, 1923. La fabbrica dell’arte del ferro di Verderio espone i lavori alla Mostra Internazionale di arti decorative. In quegli anni nel nostro paese esisteva una scuola per la lavorazione del ferro, frequentata anche da allievi provenienti dall’estero.”
didascalia a un’immagine della mostra.
Altre due immagini: “Lampada da scrittoio dell’altezza di 45 cm.” e “Lampada foderata in crêpe giallo di 85 cm.”
Quand serum bagaj, Giulio Oggioni, 2004, pag 245-246:
“Nei primi anni del novecento, a Verderio su iniziativa della famiglia Gnecchi-Ruscone e in collaborazione con quella artigiana dei Cattaneo, sorsero una scuola e un fabbrica per l’arte del ferro.
Era frequentata, oltre che da allievi italiani, anche da altri provenienti dall’estero. Rinomata e conosciuta in tutta Europa, fece la prima esposizione delle sue opere d’arte in ferro alla Villa Reale di Monza nel 1923.
A testimonianza della scuola esiste ancora un catalogo con diverse fotografie di lavori eseguiti”.
AIA di Verderio, Giulio Oggioni e Samuele Villa, 2014, pag. 24 e 25
“1924: l’Arte del ferro. All’inizio del novecento, nell’Aia, c’era anche l’ufficio amministrativo della scuola “L’Arte del Ferro”, voluta dalla famiglia Gnecchi Ruscone e guidata da mani esperte della famiglia Cattaneo. La scuola era rinomata in tutta Europa ed era sotto il patrocinio del Re Vittorio Emanuele III. La prima presentazione dei lavori venne fatta alla Fiera di Milano nel 1924 e alla Villa Reale di Monza.”
A commento di 5 fotografie di oggetti tratti dal catalogo c’è il seguente testo:
“Alcuni esempi dei lavori, presi da un ritrovato catalogo. Venivano fatti vasi centrotavola, lampadari, portafiori, tavolini, cornici per specchi e quadri, schermi per caloriferi, plafoniere, lampioni, paraventi, mensole, portavasi. Il tutto, riccamente lavorato in diversi metalli e vetro. Alcuni manufatti sono conservati nel museo contadino.”
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Un’altra notizia, di cui non conosco la fonte, è riportata sul frontespizio della cartellina intitolata “Arte del Ferro” dell’archivio della parrocchia dei santi Giuseppe e Floriano, dove sta scritto che un maestro era venuto dalla Germania ad insegnare il lavoro.
NOTE
(1) Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Milano - Registro delle ditte 007/217/05
(2) A Vittorio Gnecchi (1876-1954) in questo blog è dedicata un etichetta. Fra gli articoli che lo riguardano segnalo: Festa a Verderio il 7 ottobre 1896. La rappresentazione di un’opera di Vittorio Gnecchi , 4 gennaio 2009; Vittorio Gnecchi Ruscone e Cassandra: chiacchierata con Cristina Carlotti, pronipote del musicista, 26 febbraio 2011; 1889 - 1891. Le “prime poesie” di Vittorio Gnecchi Ruscone, 12 settembre 2018.
(3) Comune di Verderio -Fondo Famiglia Gnecchi Ruscone di Garlate , ramo di Verderio(1603 – 1950) (da qui in avanti: FFGR)- Edificio ex Arte del ferro in Verderio Superiore 1.3.1.7 – 4. Opuscolo formato quaderno con foto, in parte a colori e in parte in bianco e nero; didascalie con nome e dimensioni di oggetti prodotti da A.d.F. Presentazione della ditta in due pagine, siglata R.N.
(4) FFGR – Carte Gnecchi Ruscone – Amministrazione Lafranconi -1.3.7 – 16 Corrispondenza con Andrea Pirandello
(5) FFGR - Amministrazione Lafranconi -1.3.7 – 21 – Bollettario consegne dal 1929 al 1931.
(6) Sito Archivio Storico Fondazione Fiera – Catalogo Ufficiale Fiera Campionaria Internazionale di Milano.
(7) Ho trovato le notizie anagrafiche sulla famiglia Cattaneo nell’Archivio della Parrocchia dei santi Giuseppe e Floriano. Ringrazio il parroco, don Gianni De Micheli, che mi ha consentito l’accesso e il responsabile dell’archivio, Erik Viganò, che mi ha aiutato a districarmi fra i vari documenti. Nell’archivio ho consultato, in particolare, gli Stati delle Anime del 1893, 1923 e 1930.
(8) Guida della città di Milano, ideata e fondata nel 1880 da Gaetano Savallo. Per saperne di più: https://www.lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/551/
Una raccolta della guida è conservata presso la Biblioteca Braidense. La ditta “Arte del Ferro” è segnalata negli anni 1928 e 1929.
(9) FFGR - Edificio ex Arte del ferro in Verderio Superiore 1.3.1.7.- 7 – Diverse ex Arte del Ferro 1929-1937
(10) FFGR – Affitto fabbricati – scritture d’affitto 1924-1970 – 1.3.1.13 - faldone 11
Marco Bartesaghi




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