Le più comuni sono disegnate sui muri e funzionano grazie a una punta di metallo, detta gnomone, che proietta la sua ombra, a seconda di come il sole la colpisce, su una scala opportunamente graduata, indicando così le varie ore della giornata.
I limiti di una meridiana?
Quelli naturali dipendono dal sole: quando c’è, funziona, quando manca, no. Quindi una meridiana non funziona da dopo il tramonto all’alba e quando il sole è nascosto nascosto dalle nuvole o offuscato dalla nebbia.
Altri limiti dipendono dalla meridiana stessa o, meglio, da come riceve la luce del sole la parete che la ospita.
La situazione migliore, che quasi mai si verifica, è quella rappresentata da una parete esposta perfettamente a sud, quindi orientata da est a ovest, che sarebbe colpita dal sole per un maggior numero di ore. Una parete declinata verso est, perderebbe le ultime ore della giornata, al contrario di una declinata verso ovest, che perderebbe le prime.
Un altro limite al buon funzionamento è rappresentato dagli ostacoli che si frappongono tra la luce del sole e il muro: alberi, altre case ecc.
Vi sto raccontando quello che, insieme a Roberto Muzio, un amico che mi ci ha accompagnato, ho ascoltato da Giuseppe Maggioni, un brillante ottantenne di Cernusco Lombardone, che da circa 25 anni calcola, progetta e realizza meridiane.
Fra quelle da lui calcolate, due sono a Verderio, una in piazza Annoni,
l’altra nel cortiletto di casa Pirovano, in via sant’Ambrogio.
La prima, sulla base dei dati raccolti dal Maggioni, è stata poi dipinta e realizzata da due decoratrici di Verderio, Beatrice Fumagalli e Gigliola Negri (1), sulla parete sud della “curt növa”, sull’orma di una meridiana preesistente, di cui non rimaneva praticamente traccia, ma di cui si conosceva l’esistenza grazie ad alcune cartoline d’inizio novecento.
In casa Pirovano, una prima meridiana era stata realizzata nel 1995 da Maria Grazia Pirovano, che era convinta però che contenesse qualche errore. Nel 2003, approfittando dei lavori di ristrutturazione della casa e del fatto che un muratore, notando che lo gnomone era “storto”, aveva pensato bene, per fare un piacere, di raddrizzarlo, Maria Grazia, si rivolse a Maggioni chiedendogli di progettarne una nuova.
Di lui sapeva che aveva costruito la meridiana posata a terra, nel parcheggio di fronte all’oratorio di Cernusco Lombardone. A calcoli fatti, Maria Grazia l’ha poi dipinta e realizzata.
Non pretendevo di uscire dal colloquio con Maggioni in grado di progettare una meridiana, ma di capirci qualcosa in più sì, almeno per potervi dare un’idea di come si fa. Ho invece imparato che … per imparare non basta il racconto di un esperto: o lo si segue passo, passo nella la sua opera o, come lui ha fatto, bisogna leggere dei buoni libri, studiare e sperimentare.
Non posso far altro, quindi, che cercare di presentarvi, a grandi linee, quali sono i principali dati di cui si deve tener conto e i problemi da risolvere.
Per prima cosa bisogna conoscere l’esatta posizione del luogo in cui si opera, ossia la sua latitudine e la sua longitudine. Da questi dati è possibile risalire al “mezzogiorno locale”, che differisce da quello degli orologi che usiamo che indicano il mezzogiorno “ufficiale” del fuso orario in cui siamo.
Con questi dati il signor Maggioni può compiere una prima importante rilevazione: l’esatto orientamento della parete, di quanto cioè essa “declina” verso est o verso ovest, rispetto all’ideale esposizione a sud.
Lo fa con uno strumento semplice, che si è costruito da solo: una tavoletta di legno con un gancio per poterla appendere; sulla tavoletta è fissato un foglio bianco su cui sono disegnate due linee perpendicolari fra loro: una verticale, in centro al foglio, una orizzontale, poco sotto il lato superiore; nel punto d’incontro delle due linee è fissato un chiodo, abbastanza lungo, senza testa e in squadra rispetto al piano della tavoletta; sulla linea verticale, con un estremo nel punto dove è fissato il chiodo, è disegnato un segmento lungo come il chiodo stesso.
Per alcuni giorni Maggioni appende al muro la tavoletta (3) e, nell’esatto momento del mezzogiorno locale, ricavabile da calcoli abbastanza complessi (4), segna il punto dove cade l'ombra del chiodo sul foglio di carta. Se la parete fosse perfettamente esposta a sud, i punti cadrebbero sulla linea già tracciata; se declinasse verso est, cadrebbero su una linea più spostata a destra; viceversa se il muro declinasse verso ovest.
Dopo questa misura preliminare per stabilire l'angolo di declinazione del muro, Maggioni si arma di matita, squadre e compasso e su un grande foglio bianco , con una procedura che non tento neanche di descrivervi (5), traccia la sua meridiana.
La meridiana che risulta da questo procedimento è uno strumento piuttosto preciso, che permette di rilevare le varie ore della giornata e che è in grado di tener conto anche delle variazioni stagionali.
Non sempre, in passato, erano richieste tali prestazioni. Nei conventi, ad esempio, alla meridiana si chiedeva soltanto di indicare i quattro momenti della preghiera quotidiana: l'ora prima, le sei; l'ora terza, le nove; l'ora sesta, le dodici; l'ora nona, le quindici.
Anche per i contadini non era necessario conoscere l'ora precisa della giornata. Era sufficiente sapere su quante ore di luce potessero ancora contare per il lavoro nel campo o quando fosse giunto il momento che qualcuno tornasse a casa per mettere sul fuoco l'acqua della polenta. Per questo, tra l'altro, Maggioni ricorda di aver sentito dire che non era necessaria una vera e propria meridiana: bastava l'indicazione dell'ombra proiettata da un qualsiasi chiodo infisso nel muro del cascinotto.
Ovviamente, la prima meridiana Maggioni l'ha realizzata per la sua casa. Non è però quella che c'è ancora oggi, poiché l'originale il vento se l'è portata via e lui, che intanto aveva fatto un po' di esperienza, l'ha sostituita con una più precisa.
La meridiana di casa Maggioni |
Altre sono sparse per vari paesi della Brianza. A Cernusco Lombardone, il suo paese, oltre a quella di casa sua, ce n'è una sulla chiesetta di San Dionigi,
La chiesetta di San Dionigi a Cernusco Lombardone e la sua meridiana |
una in una casa privata e una sul campanile della chiesa parrocchiale.
Il campanile della parrocchiale di Ceernusco Lombardone e la sua meridiana |
Di genere diverso, perché posata a terra, è la meridiana che ha realizzato nel parcheggio di fronte all'oratorio.
Una particolarità di questo orologio solare è che a fungere da gnomone è la stessa persona che vuole leggere l'ora, che, a seconda del giorno e del mese in cui vuole effettuare la lettura, deve occupare una determinata posizione.
Giuseppe Maggioni, gnomone della sua meridiana, nel giorno della sua inaugurazione |
Eccone alcuni:
Il modello della meridiana dell'oratorio di Cernusco |
Una meridiana portatile, calcolata per Cernusco Lombardone |
Una meridiana portatile detta "del pastore" |
Marco Bartesaghi
NOTE
(1) Sulla loro attività di decoratrici, leggi, su questo blog, l’articolo al seguente indirizzo: http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2014/09/beatrice-fumagalli-e-gigliola-negri_13.html
(2) Una targa riccorda le associazioni e le ditte che hanno contribuito ala realizzazione della facciata: Associazione Alpini, Associazione “Il Glicine”, Coop. Circolo Famigliare, Del Curto S.r.l, Impresa Edile Azzurri Case, SCS Static Controlo System SpA, Tecno Robot SnC, Studio d'Architettura Redaelli.
(3) Meglio se nell’esatta posizione dove dovrà essere disegnata la meridiana. Se lo si fa invece dove è più comodo, cioè ad altezza uomo, ci potrà essere un’imprecisione dovuta alla non perfetta verticalità del muro
(4) Se su internet cercate a questo indirizzo: http://www.comuni-italiani.it/soleluna/comune/097091, troverete latitudine e longitudine di Verderio e anche, per alcuni giorni, l'esatto mezzogiorno locale, corrispondente all'orario di “culmine” del solo.
(5) Maggioni possiede diversi libri sull'argomento. Uno di questi è: MERIDIANE, tecniche di lettura, progettazione e costruzione, Enrico Del Favero, 1999, ed. De Vecchi.
* Questa la cartolina di piazza Annoni, citata nel testo:
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