Il paracarro l'ho lasciato per ultimo perché gli voglio dedicare il resto di questo articolo, ponendo l’attenzione su quegli esemplari che si trovano a Verderio.
Il vocabolario Treccani, in versione online, descrive i tipi di paracarro in base alla loro funzione.
Il primo è quello che si trova ai bordi delle strade, soprattutto extraurbane, e serve ad impedire alle macchine - in passato ai carri - di invadere le banchine laterali.
Via Contadini Verderesi, ex Strada per Paderno |
Piazza Gnecchi Ruscone |
Piazza Gnecchi Ruscone |
I paracarri fin qui citati sono dei bei paracarri, ricavati da vari tipi di granito, disegnati, scolpiti e sagomati con cura.
Quelli su via dei Contadini risalgono al 1864, quando il conte Confalonieri si offri di alzare, rettificare ed allargare, a sue spese , la strada preesistente. Alti circa un metro, in granito, hanno forma cilindrica ma terminano con una calotta semisferica, sotto la quale, per una decina di centimetri, il diametro del cilindro è un po’ più ampio e ha l'aspetto di un anello.
Un tempo erano più numerosi e disposti su entrambi i lati della strada. In seguito alcuni sono stati utilizzati per altri scopi, come quelli che impediscono l’accesso delle macchine sul sagrato della chiesa dei santi Giuseppe e Floriano e dal retro della chiesa a via Papa Giovanni XXIII.
Sagrato della chiesa dei santi Giuseppe e Floriano |
Paracarri con catena che limitano l'accesso a via papa Giovanni XXIII |
Quella di ostacolare il passaggio dei carri, allora, e delle auto oggi è una seconda funzione attribuita ai paracarri e descritta dal vocabolario. La svolgevano, tendendo una catena, anche i due elementi posti all’inizio della salita a ciotoli che porta alla villa ex Arrigoni.
Villa ex Arrigoni |
Sono belli anche gli ultimi quattro paracarri che si trovano sulla strada per la Bergamina, in granito a grana rosa, terminano con un tronco di cono a gradini e una sfera tagliata circa a tre quarti.
Cascina Bergamina |
Strada per cascina Airolda |
Ma la funzione che più di tutte giustifica il nome “paracarro” è quella così descritta dal vocabolario Treccani: “ i paracarri erano anche disposti nelle strade dei vecchi centri abitati, lungo i basamenti di edifici importanti ai lati di passi carrai, per proteggere le murature dagli urti dei carri”.
Di questi a Verderio ce ne sono molti, sparsi su tutto il territorio, molto diversi fra loro, messi a guardia anche di edifici non importanti. .
Due, imponenti, si trovano ai lati dell'entrata della cascina Bergamina. Molto grandi, hanno forma complessa e terminano in alto con una sfera quasi completa. Ricordano una pedina, un po' tozza, degli scacchi. Furono acquistati negli anni trenta del novecento da Gianfranco Gnecchi Ruscone perché i due piccoli paracarri, ancor oggi presenti sugli angoli del portale, non erano sufficienti a proteggerlo dai grandi carri che, molto carichi, entravano in cascina.
Entrata di Cascina Bergamina |
Via Sant'Ambrogio |
Via Angolare |
Piazza Roma |
Via Roma |
Angolo tra via Piave e viale Rimembranze |
Poi ci sono i paracarri che non riparano gli spigoli dei portali ma i muri iN corrispondenza delle curve nelle vie del centro storico, soprattutto in via Angolare – come sembra ovvio - e in via Campestre
Quasi sempre sono semplici sassi non lavorati, grandi ciotoli raccolti e adoperati così come sono stati trovati e come il ghiacciaio li aveva depositati durante il suo cammino dalle Alpi alla valle dell'Adda.
Via Angolare |
Angolo tra via Angolare e via Campestre |
Di uno in particolare, in via Angolare, penso di conoscere il suo punto di partenza: essendo verde penso sia di “serpentino” e, se non sbaglio, il serpentino che si trova da queste parti arriva dalla val Malenco.
Paracarro in "serpentino in via Angolare |
Marco Bartesaghi
Nessun commento:
Posta un commento