Anche se misera di dettagli, piccola, malfatta e di difficile datazione, ci può raccontare qualche particolare sul luogo che rappresenta: qualcosa che c’era e non c’è più o, al contrario, qualcosa che vediamo quotidianamente e che, invece, non c’era ancora.
Se nella fotografia ci sono persone, possiamo notare come si vestivano o si coprivano il capo; come si pettinavano o truccavano e così via .
Se ci va molto bene, se, ad esempio, qualcuno ha avuto, a suo tempo, l’idea di scrivere i nomi, o abbiamo la fortuna di conoscere chi ricorda i volti, delle persone rappresentate riusciamo anche a conoscere le identità. Ma questo è ben difficile … anche se qualche volta ….
***
Le due immagini che vi voglio presentare non sono del tipo sopra descritto. Sono due belle immagini della via Larga, oggi via Roma, di Verderio Inferiore: ricche di dettagli, molto profonde e popolate di persone.
Sono state scattate più o meno dalla stessa posizione, ma in tempi diversi: la foto n.1, più vecchia, risale a prima della II guerra mondiale. La n.2. è più recente, ma non di molto: una cartolina con questa immagine, pubblicata sul libro di Rino Tinelli “Un saluto da Trezzo e dintorni”, è stata spedita nel novembre del 1950.
Fotografia n.1 |
Fotografia n.2 |
Osserviamole e confrontiamole, fra loro e con altre fotografie, in particolare con una a colori (n.3) scattata dallo stesso punto.
Fotografia n.3 |
LE COSE
Nell'immagine n.1, in primo piano, sulla destra, all’imbocco del viale d’ingresso alla “palasina” - come era comunemente conosciuta la villa oggi dei signori Mattavelli, all’inizio del novecento dei Sottocornola – si nota un muro a merlatura ghibellina, cioè a coda di rondine. Già nella fotografia n.2 questo particolare si era perso.
Il lato sinistro della strada, per qualche decina di metri è uguale nelle tre fotografie. Anche il lato destro, sostanzialmente, se si tralasciano alcuni elementi “nuovi”: finestre, semafori.
Particolare foto n.1 |
Tornando al lato sinistro, in entrambe le vecchie foto si nota un muro di cinta che delimitava un area verde, coltivata a vigna e ad alberi da frutta, che si vede in primo piano nell’immagine n.4.
Fotografia n.4 |
Un grande albero, presente nelle due vecchie immagini, occupava l’area dove oggi è insediato il monumento ai caduti.
Particolare foto n.2 |
Assente nella più vecchia, nell’immagine più recente (foto n.2) si intravvede una torre: era l’acquedotto, poi sostituito da un manufatto in cemento armato, abbattuto recentemente.
LE PERSONE
In entrambe le fotografie, la scena è occupata da molte persone , alcune delle quali sanno di essere fotografate e forse sono convenute apposta per farsi riprendere.
Particolare foto n.1 |
Particolare foto n.1 |
La foto n.1 è più vivace e movimentata. Un gruppo di persone in posa in primo piano, sta per essere raggiunto da una ragazza, o una giovane donna, che avanza velocemente sulla sinistra per non mancare all’appuntamento.
Il resto della strada, fino all’imbocco di via Tre Re, è popolato di gente indifferente all’evento fotografia, che anzi si muove in senso opposto, come alcune donne sulla destra che procedono tenendosi a “braccetto”. Forse è un azzardo dirlo, ma sembrerebbe trattarsi di un giorno festivo, una domenica.
Le donne a "braccetto" in un particolare della foto n.1 |
L'immagine n. 2 è meno vivace. Due sole persone in primo piano sulla sinistra e una sulla destra intenta alla pulizia della strada.
Arretrato di una quindicina di metri, un gruppo di persone che sa di essere ripreso e rivolge lo sguardo all'obiettivo. Il resto della strada è vuoto.
LE IDENTITÀ DI ALCUNI PERSONAGGI
Per ragioni che non sto a raccontare, ho fatto avere le due fotografie all'architetto Giancarlo Consonni che, dopo averle viste mi ha scritto questa mail:
“Grazie per le fotografie, sono bellissime. Un paio mi sono poi particolarmente care.
In quella più antica (foto n.1)- di prima della guerra -compare mio nonno, Carlo Consonni (che aveva appena aperto, nel 1926, l'Osteria San Giuseppe e che morirà giovane, nel 1941) e Genoveffa Consonni in Barelli (la mamma di Suor Carla, a cui hai dedicato un servizio sul tuo blog).
Carlo Consonni e Genoveffa Consonni in Barelli |
Nell'altra (foto n.2), nel punto in cui nella foto precedente compariva mio nonno, c'è mia nonna Emilia, detta Milina, e mio zio Pasquale Barelli (detto Melònia, padre di Suor Carla).
Emilia, detta Milina, e Pasquale Barelli |
In mezzo alla via Roma le due donne che conversano sono mia mamma (Bianca Burchietti, col vestito bianco) e mia zia Maria (sposata a Marino Consonni, macellaio)”.
Bianca Burchietti, a sinistra, e "zia" Maria |
Le informazioni di Giancarlo Consonni sono preziose perché arricchiscono di molto il valore documentario delle due immagini. I personaggi riconosciuti non sono tutti quelli che appaiono, ma sono i principali.
Anche degli altri, magari, si riuscirà a risalire all'identità: se qualcuno dovesse riconoscerli, per favore, me lo faccia sapere.
Marco Bartesaghi
Nessun commento:
Posta un commento