venerdì 3 giugno 2011

UN CITTADINO ACCUSA; IL SINDACO RISPONDE

21 gennaio 1965 . Un cittadino immigrato da pochi mesi a Verderio Inferiore, rimasto disoccupato, accusa il comune, e in particolare il sindaco, Enrico Zoia, di essersi disinteressato della sua "tragica" situazione. L'accusa è fatta con una lettera a "l'Unità", quotidiano del Partito Comunista, perché, dice lo scrivente, "lo considero il giornale di tutti gli operai ed al quale ognuno si può rivolgere per esporre le proprie ragioni". La polemica è aspra, sia nei confronti della persona del sindaco che del suo partito, la Democrazia Cristiana.


l'Unità", 21 gennaio 1965

La risposta  non si fa attendere. Enrico Zoia scrive una lettera a "l'Unità", che non viene pubblicata, dove, dopo aver spiegato le proprie ragioni, afferma di preoccuparsi per il giornale stesso che correrebbe il rischio "di pubblicazioni non veritiere, certamente non vantaggiose per un quotidiano".  Termina invitando il direttore del giornale a rivolgersi al responsabile del PCI di Verderio Inferiore per informarsi sia sul l'individuo autore della lettera, sia sulla persona del sindaco.
In seguito Zoia invia una lettera al quotidiano cattolico  "L'ITALIA", che la pubblica il 7 febbraio, e al settimanale lecchese "Il Resegone". Se la lettera a "l'Unità" era stata dura, la risposta del sindaco lo è altrettanto: afferma che il cittadino in questione si trova in una situazione tragica per sua esclusiva colpa, non essendo in grado di mantenere un posto di lavoro; lo accusa di non aver voluto pagare la mutua locale che tutti pagavano; finisce con una orgogliosa rivendicazione del suo essere "democristiano".

"il Resegone", 5 febbraio 1965

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