Ho iniziato un paio di anni fa la ricerca su monsignor Benvenuto Sala che vi sto ora presentando. Un tempo piuttosto lungo, perché ho prima dovuto rintracciare i suoi libri in diverse biblioteche, leggerli e comprenderli abbastanza da poter fare dei riassunti che possano essere utili per un primo approccio alla sua opera.
Non è stato un lavoro facile, perché ho pochissima confidenza con i temi da lui trattati, e non so quindi se il risultato raggiunto possa essere considerato esauriente.
Devo però dire che, un po' inaspettatamente, alcuni suoi testi mi sono sembrati interessanti. Mi sono accorto infatti che molti degli argomenti affrontati non mi sono così estranei, poiché hanno fatto parte, direttamente o indirettamente, della mia educazione, del mondo in cui sono cresciuto.
Per questo è stata ancor più sgradevole la scoperta in cui, ad un certo punto, mi sono imbattuto.
Il libro di Sala intitolato “La Grazia” inizia con un brano virgolettato di cui non è indicata la provenienza. Per individuarla ho trascritto il brano in internet e ho trovato che era stato tratto da questo libro:
" Dizionario portatile della teologia , tradotto dal Francese nell'Italiano e accresciuto di note e di articoli dal P. D. Prospero Dell'Aquila, della Congregazione di Monte Vergine regio professore. Dedicato a Sua Eccellenza D. Giambattista De Marini, principe di San Gervasio” (1).
Incuriosito ho continuato a confrontare i due testi ed ho scoperto che sono quasi identici, come potete verificare confrontando anche voi i due testi:
Ho ripetuto l'esperimento confrontando altri libretti di Sala (2) con le omonime voci del dizionario di Dell'Aquila: il risultato è stato lo stesso, come potete verificare voi stessi comparando i brani dei due autori in coda a questo articolo, dopo le note.
In conclusione, penso che Sala abbia in gran parte trascritto l'opera di Dell'Aquila, travasandola nei suoi libri.
Confesso che ci sono rimasto un po' male. Ho cercato, inutilmente, di trovare una giustificazione plausibile e mi sono fatto un paio di domande, che ho girato anche ad alcune persone più competenti di me:
- il dizionario tradotto da Dell'Aquila, per quel che sono riuscito a capire, non era un testo sconosciuto o dimenticato. La versione che ho trovato in internet, su cui ho fatto il confronto, era stata stampata verso la metà dell'ottocento. Sala era lodato nel suo ambiente per i suoi studi; un'Accademia di Napoli e un'altra di Parigi l'avevano premiato e decorato; il Cardinal Ferrari l'aveva nominato Canonico di S. Ambrogio anche per la sua opera. Possibile che nessuno si sia accorto di qualcosa di anomalo?
- oggi il comportamento di Sala sarebbe certamente censurato: è possibile invece che allora - siamo nei primi vent'anni del XX secolo - un fatto simile fosse in qualche modo accettabile e magari consueto?
Non so rispondere e non mi piace sparare giudizi. Penso però di poter dire che dell'opera di Benvenuto Sala, poca sia la farina del suo sacco.
NOTE
(1) - Prospero dell'Aquila era un monaco benedettino, nato a Sant'Andrea di Conza, in provincia di Avellino, nel 1715. Dedito agli studi di retorica e di teologia, aveva insegnato quest'ultima materia all'Università di Napoli per 15 anni. Nel 1763 smise di insegnare poiché fu nominato abate dell'abazia di Goleno, incarico che mantenne fino alla morte avvenuta nel 1764. Il “Dizionario portatile di teologia” da lui tradotto e arricchito, è un opera in tre volumi. In “books.google.it" ho trovato il secondo volume al seguente indirizzo:
(2) - Ho confrontato, oltre a “La Grazia”, “Il Decalogo”, “Dio”, “L'episcopato”, Gesù Cristo”.
CONFRONTO FRA ALCUNI BRANI TRATTI DAI TESTI "GESÙ CRISTO" E "DIO", DI MONS. BENVENUTO SALA, E LE VOCI "GESÙ" E "DIO" DEL "DIZIONARIO DI TEOLOGIA" DI PADRE DELL'AQUILA.
Confronto fra brani della voce "Gesù" di Prospero Dell'Aquila, a sinistra, e brani tratti da "Gesù Cristo" di Benvenuto Sala, a destra.
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Confronto fra brani della voce "Dio" di Prospero Dell'Aquila, a sinistra, e brani tratti da "Dio" di Benvenuto Sala, a destra.
Marco Bartesaghi
L' esperimento consistente nel fare il parallelo tra i due scritti dimostra che il testo analizzato è una riproduzione in copia conforme. All'epoca è stato un lavoro di trasfusione faticoso .... non si disponeva dei tasti "copia" e "incolla". ManfrediCarta
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