mercoledì 21 settembre 2016

A CACCIA DI UCCELLI CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA di Marco Bartesaghi



Fabio


Non voglio demonizzare i cacciatori con il fucile, ma confesso che mi sento più in sintonia con quelli che a caccia ci vanno armati solo di macchina fotografica.







Pierluigi
Di Verderio ne conosco due: Fabio Oggioni, popolarissimo meccanico d’auto, e Pierluigi Melzi, operaio a Brugherio e verderiese da una ventina d’anni.
Cinquantacinquenni, da parecchio tempo ormai dedicano sabati pomeriggio e domeniche a fotografare uccelli; da qualche anno, da quando si sono conosciuti, lo fanno perlopiù insieme. Fabio ha iniziato una quindicina d’anni fa, dopo essere stato affascinato, durante una vacanza, dagli uccelli del Costarica; Pierluigi per una decina d’anni li ha osservati con il cannocchiale, percorrendo in canoa fiumi e laghi d’Italia, poi ha cominciato a fotografarli.
Tra i cacciatori con il fucile e quelli con la macchina fotografica la differenza è innegabilmente grande, ma, mi dicono, le similitudini sono parecchie: per entrambi la preda è un trofeo e, come fra i cacciatori,  non manca fra i fotografi l’invidia per quella più bella, più rara o ripresa in una situazione speciale. Anche  il confronto per chi ha l’attrezzatura migliore e il teleobiettivo più potente può suscitare sentimenti non proprio nobili. Altra caratteristica che accomuna le due categorie di cacciatori è la “scaramanzia”. “Magari - mi raccontano – siamo fermi da due o tre ore nello stesso posto senza vedere niente ma non ci spostiamo perché siamo sicuri che appena lo facciamo passa via chissà cosa
Indispensabile per fotografare gli uccelli è una macchina fotografica reflex con teleobiettivo. Loro hanno iniziato con uno zoom che arrivava a 300mm; ora Pierluigi ne ha uno da 400, Fabio da 600 (“a l’è ‘n baüscia”, interviene Pierre: cosa vi dicevo?).


Fotografo naturalista in riva all'Adda
Il lungo Adda, in particolare l’oasi dell’Alberone, poco sotto il ponte di Brivio; le foppe di Trezzo d’Adda, oasi del WWF; il parco di Montevecchia,soprattutto in inverno, sono i luoghi vicini che da sempre frequentano. Lì si può vedere l’airone, il tarabusino, il percilione, il martin pescatore, varie anatre, lo svasso, le folaghe, ecc (di mio aggiungo il cigno, l’unico uccello che riesco a fotografare).



Airone Bianco oasi dell' Alberone (Villa d' Adda), foto Fabio Oggioni


















 Martin Pescatore a Brivio, foto Pierluigi Melzi


Garzetta a Brivio, foto P. M.


















Cannareccione all' oasi dell'Alberone,  Villa d'Adda, foto F.O.

Vicino si può considerare anche il Pian di Spagna, a Colico.
A Pescarenico (Lecco) vanno a fotografare un rapace, il nibbio, che, soprattutto nei giorni feriali, cala dalla montagna per mangiare i resti dei pesci che il pescatori del consorzio locale ributtano in Adda dopo aver pulito il frutto del loro lavoro notturno.




A volte vanno più lontano: l’oasi di Brebbio (Varese) dove è facile vedere il falco di palude, il falco pescatore, l’airone rosso, le naticole (non che all’Adda non sia possibile vederli, ma là è più facile); le risaie del novarese per vedere aironi, l’ibis, l’ibis sacro; sul delta del Po per i fenicotteri; a Racconigi per le cicogne; sui laghi di Mantova dove si trova di tutto.


Beccaccino all'Alberone, foto P.M.



















Topino oasi Alberone, foto F.O.


Porciglione  all'Alberone. foto F.O.













Il periodo migliore per fotografare gli uccelli è la primavera, perché oltre alle specie stanziali si possono  vedere quelle di passo, che migrano. Da un certo punto di vista però, precisa Pierluigi, è anche il periodo meno indicato, perché la primavera è anche tempo di accoppiamenti e la presenza dei fotografi è più invadente del solito.

Eh sì, perché i fotografi non sparano, ma qualche fastidio lo possono dare e quindi è bene che anch’essi rispettino delle regole. Chiedo quali regole loro si sono dati: “la prima è il silenzio,che, tra l’altro, fa comodo anche a noi; la seconda e che non ci si deve avvicinare più del necessario e che bisogna farlo in punta di piedi. Devi usare il buon senso. Magari qualche errore lo fai comunque, anche se cerchi di evitarlo”.















Parliamo e intanto  fanno scorrere sui loro smartphone le fotografie, me le mostrano e dicono i nomi. Chiedo quanti tipi di uccelli riescano a riconoscere al volo: un centinaio, mi rispondono. Per imparare hanno usato varie pubblicazioni, prima fra tutte “La Nuova Guida del Birdwatcher”, dove di ogni specie c’è l’immagine del maschio, della femmina, del giovane, dei vari cambiamenti nel corso delle stagioni.
Fino a un paio di anni fa – racconta Pierluigi – all’oasi dell’Alberone, il primo sabato del mese, la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) faceva  l’inanellamento” degli uccelli, operazione che permette di conoscere gli spostamenti che fanno, se ritornano nello stesso luogo, eccetera. A fare questo mestiere erano due o tre persone molto esperte e, se stavi ad assistere, imparavi un sacco di cose. Io lì ho imparato molto”.

Due Codibugnolo a Montevecchia, foto P.M.

Fabio ha un blog su cui spesso posta le sue fotografie; Pierluigi invece le tiene per se e le scambia con vari altri appassionati con cui è in contatto
Faccio loro un’ultima domanda: che caratteristiche deve avere un fotografo di uccelli?
Deve amare la natura, deve piacergli stare immerso nella natura. Poi deve avere pazienza, pazienza, pazienza e anche una buona dose di culo, perché se non ti passano davanti puoi star lì anche tutta la giornata senza fare una foto”.


Verdoni a Montevecchia, foto P.M.

















Moretta Tabaccata all' Alberone, foto F.O.


Airone Cinerino all'Alberone, foto F.O.
















Gufo Comune a Verderio, foto P.M.
Marco Bartesaghi

Ringrazio Fabio e Pierluigi per le fotografie che mi hanno lasciato pubblicare. Un'altra serie di fotografie di Fabio sono su questo blog. Le potete trovare a questo indirizzo:
http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2016/07/uccelli-e-altra-fauna-di-montagna-nelle.html 

Fabio è presente su questo blog anche come musicista:
http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2013/06/rock-verderio-la-nuova-esperienza.html

come cantante:
http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2014/03/orribile-delitto-di-verderio-due-donne.html


e come appassionato di montagna e di tracking:
http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2016/07/claudio-e-fabio-oggioni-sul-monte.html

http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2016/07/2011-trekking-nel-mustang-nepal-di.html

http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2014/12/trakking-in-india-di-denise-motta.html

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